Quanto vi definireste empatici?

  • Leggendo altri topic, mi è parso di notare che, e forse è normale sia così in questo lido virtuale, spicchi fra gli utenti una marcata sensibilità che non esiterei a definire empatia...


    Anch'io mi ritengo una persona sensibile (ieri ho ricevuto una brutta notizia per un'amica e ci sto continuamente pensando), vista la mia quasi maniacale attenzione per le reazioni del prossimo ai miei comportamenti, per paura di ferire e/o comunque risultare inadeguato e/o pesante... (per quest'ultima paura addirittura limito il "like" sui social alle persone che stimo, per non risultare tale).


    Nella vita, poi, questo non mi ha portato a nulla (sono stato asfaltato emotivamente, mentre stavano morendo i miei, da persone che poi sono risultate vincenti in società a differenza mia... Io solo al pensiero, nei loro panni, non ci dormirei la notte; loro vivono benissimo e a testa altissima... Per non parlare del periodo post Covid, dove mi è stato augurato di tutto), ma è una caratteristica che non riuscirei a cambiare e che non voglio cambiare.


    Sono e rimarrò una persona fortemente sensibile.

    Voi come vi definireste sotto questo punto di vista?

    Cosa ne pensate? :)

  • Io mi ritengo una persona empatica e sensibile, ma è proprio da questa mia sensibilità che traggo la mia forza.


    Sono una persona sincera, nel bene e nel male. Dico quello che penso, non mi piace dire bugie solo per far piacere agli altri.


    Questo però spesso viene confuso con insensibilità, solo perché dico quello che, magari, non vorrebbero sentirsi dire. Vorrei che anche gli altri fossero così con me e, invece, più volte mi sono ritrovata davanti persone che la schiettezza e la sincerità non sanno nemmeno cosa siano. E ci rimango male. Sono molto sensibile quando mi accorgo che mi dicono bugie! Perché poi ci penso, ci ripenso, rimugino... e mi chiedo perché, mi chiedo come mai la gente è così, e mi chiedo come facciano a convivere con questo modo di essere.


    Anche io, in questo forum, trovo che gli utenti nel complesso siano molto empatici e diretti nell'esprimere il proprio pensiero e il proprio punto di vista, e questo mi piace molto. Non so, forse perché non ci conosciamo, non ci guardiamo in viso, e così diventa più facile dire quello che si pensa, piuttosto che guardarsi negli occhi.


    Poi, se parliamo di sensibilità in senso lato, ovvero come reazione, ad esempio, a cose che leggo, tipo abbandoni di animali, violenze, brutte notizie, ecc... beh, lì spesso mi scende qualche lacrimuccia e mi viene un groppo in gola!

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Questo però spesso viene confuso con insensibilità, solo perché dico quello che, magari, non vorrebbero sentirsi dire. Vorrei che anche gli altri fossero così con me e, invece, più volte mi sono ritrovata davanti persone che la schiettezza e la sincerità non sanno nemmeno cosa siano. E ci rimango male. Sono molto sensibile quando mi accorgo che mi dicono bugie! Perché poi ci penso, ci ripenso, rimugino... e mi chiedo perché, mi chiedo come mai la gente è così, e mi chiedo come facciano a convivere con questo modo di essere.

    Penso di essere abbastanza sensibile ed empatica, questo mi viene confermato anche dagli altri. Concordo che la sincerità sia una qualità valevole però bisogna fare attenzione anche al modo in cui si porge la verità. Se un'amica mi chiede come le sta un vestito, ed io trovo che non le doni per niente, non le dirò che le sta una favola, perché sarebbe una bugia, ma le esprimerei il mio pensiero nel modo più delicato possibile. Onestamente non amo particolarmente quelle persone che, adducendo il loro carattere sincero e diretto, dicono le cose in modo brusco e irrispettoso degli altrui sentimenti. Un concetto può essere espresso in una miriade di modi, il contenuto è lo stesso ma cambia la modalità di trasmissione dello stesso e quindi come viene percepito :)

  • Penso di essere abbastanza sensibile ed empatica, questo mi viene confermato anche dagli altri. Concordo che la sincerità sia una qualità valevole però bisogna fare attenzione anche al modo in cui si porge la verità. Se un' amica mi chiede come le sta un vestito, ed io trovo che non le doni per niente, non le dirò che le sta una favola, perché sarebbe una bugia, ma le esprimerei il mio pensiero nel modo più delicato possibile. Onestamente non amo particolarmente quelle persone che, adducendo il loro carattere sincero e diretto, dicono le cose in modo brusco e irrispettoso degli altrui sentimenti. Un concetto può essere espresso in una miriade di modi, il contenuto è lo stesso ma cambia la modalità di trasmissione dello stesso e quindi come viene percepito :)

    Concordo, ci vuole sempre e comunque rispetto ed educazione quando si dicono le cose.


    Ma più che altro mi riferivo a quelle persone che ti dicono una bugia in quella maniera "furba", contornata da sorrisi e apparentemente animo buono, ma io, empatica, comprendo e poi vengo ad avere conferma che è una bugia, ed allora lì subentra la mia sensibilità e ci rimango male. Perché purtroppo, ci sono anche quelli che sanno dire le bugie in maniera educata e rispettosa.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Essere sensibili non è la stessa cosa di essere empatici. Non ho la minima idea se io sia empatico o meno, perché non so cosa voglia dire essere empatici. Dipende dalla definizione di empatia. È come dire: quanto ti definiresti italiano? Non lo so.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Essere sensibili non è la stessa cosa di essere empatici. Non ho la minima idea se io sia empatico o meno, perché non so cosa voglia dire essere empatici. Dipende dalla definizione di empatia. È come dire: quanto ti definiresti italiano? Non lo so.

    Quando il thread è stato aperto, il titolo era sulla sensibilità. È stato modificato.

    Comunque sì, sono due cose diverse. L'empatia è la capacità di immedesimarsi negli stati d'animo delle altre persone, ed io lo sono molto.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Non credo di essere molto empatico se con questo intendiamo proprio il “sentire’ le emozioni altrui e farle mie, anzi venendo da una famiglia in cui non trapelava niente di ciò direi che mi manca proprio questo “cuore”.

    Però sono in grado di capirle anche quando sono ben mascherate, sono estremamente analitico in questo e credo sia una delle mie doti migliori se non la migliore e mi viene spesso riconosciuta. E naturalmente vengo scambiato per empatico anche se non lo sono nel senso comune.

    Sulla sensibilità il discorso è troppo complesso e per ora salto.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Zero.
    Ma del resto non mi interessa nemmeno esserlo e non lo ritengo un pregio:
    "Io vedo che ti è successa una cosa brutta e penso che se fosse accaduta a me starei uno schifo, quindi sto uno schifo per te perché penso a me".
    Bella forza, un eroe. L'empatia per essere meritevole di encomio dovrebbe funzionare diversamente:

    un ladro mi ruba l'auto nuova? Ok non ho più l' auto che era costata 40k, ma penso al ladro che se la gode e sono felice per lui.

    Uno che ragiona così io lo stimo e penso "cavolo, lui si che è davvero una persona empatica"

  • Partirei da una definizione perché l'empatia è un po' come la tossicità, il narcisismo o la resilienza ovvero termini con cui veniamo bombardati. Enciclopedia Treccani: "Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro. Con questo termine si suole rendere in italiano quello tedesco di Einfühlung....."


    Se quindi lo intendiamo come un "sentire" direi che ho un livello relativamente alto di empatia. Non lo ritengo nè positivo nè negativo, è un modo in cui si capisce che richiede comunque una successiva analisi razionale. La parte che io ho sempre percepito spiacevole è che non sempre si è in grado di gestire ciò che si sente, si è sopraffatti e spesso esaurisce le energie.

    Viceversa mi torna molto utile in precisi contesti lavorativi, dove impiego anche tecniche specifiche per fare il passo successivo, quello dell'analisi (dei bisogni).


    Se invece volessimo indagare il mondo della sensibilità, sempre partendo dalla Treccani (Capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi.) si apre letteralmente un mondo, quello dei sensi...

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

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