Quanto vi definireste empatici?

  • Partirei da una definizione perché l'empatia è un po' come la tossicità, il narcisismo o la resilienza ovvero termini con cui veniamo bombardati. Enciclopedia Treccani: "Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro.

    Ciao.


    Credo di essere empatico nel significato della Treccani, ovvero comprendere da un tono di voce, da un comportamento o altro, lo stato d'animo o l'intenzione di un'altra persona.


    Quello che non sono è accomodante, che forse è oggi il significato che spesso viene attribuito ad empatico.


    Per fare un esempio (per i più vecchietti): se Terence si rivolge a me in malo modo, non è proprio nelle mie corde reagire con un sorriso e prenderlo con le buone come sapeva fare Candy Candy, mi viene automatico alzare un muro.


    Sono probabilmente molto giudicante (non sono del partito del "non bisogna mai giudicare") e di fronte a situazioni in cui, nonostante possa comprendere gli stati d'animo o i processi psichici che ci sono dietro i comportamenti di una persona cara (degli altri non mi interessa, ognuno si auto distruggesse come vuole), se tali comportamenti li ritengo per questa e spesso anche per tot persone che le stanno vicino dannosi (es. una persona che ha una dipendenza, che sia droga o altro, o che per quello che ai miei occhi è un capriccio del momento, come l'infatuazione per l'amante che si conosce da 2 mesi per cui mandare all'aria una famiglia con figli non adulti) beh tutto mi riesce facile meno che essere "empatico" (nel senso di comprensivo, accomodante, fare da supporto: lo vedrei come un essere complice).


    Sarà che sono stato cresciuto con il detto "il medico pietoso fa la piaga puzzolente".


    Sono anche dell'idea che una persona a me vicina, nel momento in cui dovesse vedermi fare quello che ai suoi occhi è un grande sbaglio, dovrebbe fare altrettanto con me (preferisco un amico che pur rischiando di perdermi fa quello che pensa sia giusto fare o dire, che quello che per non rischiare di perdermi o per essere "empatico" dovesse assecondarmi).


    Ciao.

  • Ho lo stesso problema... non so se lo sono o meno. Riesco a immedesimarmi, quello sì.

    Credo che spesso nelle persone che hanno questo dubbio l'empatia ci sia ma sia meno sviluppata l'altra capacità, descritta da acronimo

    Però sono in grado di capirle anche quando sono ben mascherate, sono estremamente analitico in questo e credo sia una delle mie doti migliori se non la migliore e mi viene spesso riconosciuta. E naturalmente vengo scambiato per empatico anche se non lo sono nel senso comune.

    Ogni tanto c'è anche quella sopraffazione che fa sprofondare nel proprio mondo fatto di....rabbia, tristezza, gioia etc etc, ognuno secondo il proprio registro (il mio per esempio è la tristezza, risponde ad ogni domanda e traveste molti altri sentimenti ed emozioni).

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • In generale, credo che l'empatia sia decisamente poco diffusa, o comunque, poco manifestata.

    Ora non c'è più tempo per queste cose, le giornate scorrono in fretta, ognuno "tira l'acqua al proprio mulino", difficile trovare qualcuno che ti ascolta quando hai qualcosa da dire e se lo fa, lo fa con disattenzione e superficialità. L'empatia è una ricchezza per i rapporti umani. Mi sbaglierò, ma in questo forum leggendo qua e là sinceramente ne trovo tanta.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Io ho assunto una regola, per gli utenti di questo forum, che adotto ormai da diverso tempo: l'empatia è direttamente proporzionale alle Reazioni Ricevute ai Messaggi postati, che si vedono a sinistra sotto il nickname. Più reazioni uno ha, più è empatico. I più empatici sono quelli che hanno un numero di reazioni uguale o addirittura superiore (raro) ai messaggi postati.


    Non so se è un metodo perfetto, ma finora mi ha aiutato a farmi un'idea.

  • Più che empatica (almeno nell'accezione in cui intendo tale termine), mi definisco comprensiva. Al di là del forum, quando qualcuno cerca la mia compagnia, so già che è per parlare o aprirsi su qualcosa. Molte situazioni non mi coinvolgono, ma avendo compreso me stessa riesco a dare una chiave di lettura che può sembrare empatica, qui mi esprimo molto poco parlando di una realtà esterna e cercando di definire "come stiano i fatti", ma mi soffermo di più sulla realtà interiore. Con le persone a me molto care invece c'è una partecipazione più viva, più sentita. A livello di sensibilità i conflitti mi creano disagio e tendenzialmente li rifuggo, soprattutto con un certo tipo di persone che sanno essere molto eloquenti e combattive.

  • Io ho assunto una regola, per gli utenti di questo forum, che adotto ormai da diverso tempo: l'empatia è direttamente proporzionale alle Reazioni Ricevute ai Messaggi postati, che si vedono a sinistra sotto il nickname. Più reazioni uno ha, più è empatico. I più empatici sono quelli che hanno un numero di reazioni uguale o addirittura superiore (raro) ai messaggi postati.


    Non so se è un metodo perfetto, ma finora mi ha aiutato a farmi un'idea.

    Sinceramente io non lo vedo un giusto "metro" di misura.


    Io sono nuova, sono qua da poco, sto leggendo diverse discussioni. Tante le ho lette quando ero ospite. Vedo empatia proprio nelle vostre risposte, condivisibili o meno, ma vedo certe risposte che mi fanno intendere che l'utente che risponde si è immedesimato in una certa situazione.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Ho letto da poco in rete, mi è comparso l'articolo sulla home page di Google, che pare esista "l'empatico oscuro" che è il peggio del peggio poiché somma ed amplifica le caratteristiche negative del narcisista e del manipolatore. Sembra che chi ha una personalità di questo tipo utilizzi le sue capacità di leggere gli altri, (analizzando con grande efficacia le debolezze, le paure, le fragilità e i desideri più reconditi) all'unico scopo di manovrare in modo subdolo il prossimo e piegarlo ai propri scopi. In realtà è una falsa empatia perché al soggetto in questione non frega nulla dell'altro, però è molto efficace perché riesce a circuirlo dietro una facciata di accoglimento, premura e ascolto. Ussignur =O ?(

  • Anche io come Markice ho sempre timore di ferire in qualche modo chi ho di fronte, quindi cerco di scegliere con cura le parole da usare o i gesti da non fare. Non sono falsa tuttavia, ma scelgo un modo diplomatico di arrivare al punto, perché, oltre a quanto scritto sopra, anche a me il conflitto procura un certo disagio. Non vorrei mai arrivarci, se non in casi particolari e seri.

    Sento molto forte il dolore degli altri su di me, così come la loro gioia. È come se mi vestissi inconsciamente dei loro panni fino a sentirmi nella loro stessa situazione. Spesso mi capita di leggere i non detti. Non so in che modo, ma riesco a percepire quando l'altra persona ha qualcosa di diverso dal solito, anche se non lo esprime a parole. Questa cosa me l'hanno fatta notare in più persone.

    Sono cresciuta in un ambiente dove le emozioni erano vissute con molto pudore, così come le manifestazioni fisiche d'affetto, e forse proprio questo mi ha fatto sviluppare una capacità di lettura dell'altro che andasse a sopperire questa mancanza. Non ne sono sicura, è soltanto un'ipotesi.

    Penso che sia una caratteristica che può esaurire le proprie energie se non viene gestita con equilibrio. Avere uno sguardo attento sugli altri è una cosa bella, ma quello stesso sguardo attento deve essere rivolto anche alla nostra persona.

    Quindi ok preoccuparsi di non ferire gli altri, ma stando attenti anche a non ferire noi stessi.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • Ho letto da poco in rete, mi è comparso l'articolo sulla home page di Google, che pare esista " l'empatico oscuro" che è il peggio del peggio poiché somma ed amplifica le caratteristiche negative del narcisista e del manipolatore. Sembra che chi ha una personalità di questo tipo utilizzi le sue capacità di leggere gli altri, (analizzando con grande efficacia le debolezze, le paure, le fragilità e i desideri più reconditi ) all'unico scopo di manovrare in modo subdolo il prossimo e piegarlo ai propri scopi. In realtà è una falsa empatia perché al soggetto in questione non frega nulla dell'altro, però è molto efficace perché riesce a circuirlo dietro una facciata di accoglimento, premura e ascolto. Ussignur =O ?(

    Ma ci sono anche gli empatici oscuri buoni?

    Perché un po’ mi ci ritrovo ;)

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

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