Psicoterapia: ne vale davvero la pena?

  • Secondo me è importante trovare la persona adatta a te, e non è una cosa scontata. Una persona che in qualche modo ti sia affine, ma che sappia anche guidarti e provocarti nel modo giusto, per porti davanti a delle piccole sfide con te stessa che, insieme, riuscirete ad affrontare. Una persona con la quale, a pelle, senti di poterti aprire.


    Io ho poca esperienza in merito, ma durante l'adolescenza, per un breve periodo ero stata da uno psicologo per degli attacchi di panico che mi impedivano di dormire e mi spaventavano molto. Posso dire di averli superati, sicuramente in parte anche grazie a quelle sedute: nello specifico, ricordo che il professionista mi aveva aiutata a capire di cosa si trattassero quei momenti neri, a vederli nella giusta prospettiva e, in un certo senso, a normalizzarli, facendomi capire che stavo attraversando una fase e che l'avrei superata.


    La settimana prossima avrò il mio primo colloquio con una nuova psicologa: dopo tanto tempo che pensavo di tornarci, per svariati motivi e situazioni, finalmente affronterò questo "scoglio". Non so quanto ci credo, né se sia la scelta giusta. Ma ci voglio provare, perché troppe volte mi sono trovata a non saper gestire emotivamente alcune situazioni, e sono stata male per questo, e vorrei conoscermi meglio. Inoltre ho un paio di episodi che mi hanno segnata emotivamente, gliene voglio parlare, perché sento di non averli superati appieno, sento di essere passata oltre ma senza superarli davvero, anche se è passato del tempo.

    Sarà dura affrontarli...


    Vedremo...

  • Quando la terapia funziona: tende a infastidire il paziente, poiché lo spodesta dalla posizione di comfort e/o mette in luce debolezze o consapevolezze scomode. Se consideriamo che la maggior parte delle persone oggi è tendenzialmente diseducata e/o immatura: per evitare conflitti con il paziente si rischia di evitare anche la terapia... è così che temo il terapeuta diventi un ascoltatore passivo.

    Sì, nella mia esperienza personale è così. Ho fatto un solo percorso psicoterapico, peraltro piuttosto breve, e ricordo che spesso il professionista mi ha urtato, mi ha messo di fronte a realtà su me stessa che non mi sono piaciute per niente, però ha funzionato!

  • Ho iniziato tre percorsi di psicoterapia. Il primo quando ero abbastanza giovane ed alla fine è stata un supporto ma nulla più.

    Il secondo in un momento in cui stavo troppo male per lavorare seriamente ed è stato inutile.

    Il terzo quando mi è stato sconsigliato e ho insistito perché sapevo di essere pronta.


    In base alla mia esperienza più del terapeuta fa il paziente, soprattutto quando non è pronto per andare in profondità. Con tutta la professionalità, non essendo un antidolorifico ma una relazione, ci vogliono due parti che contribuiscono.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Ciao, la mia esperienza è stata questa, quando sono andato dallo psicologo ho potuto parlare più o meno liberamente di tutto.

    Consigli ci sono stati ma niente che non si potesse arrivare a elaborare da soli.

    Nessun passo in avanti sulla strada di una minima consapevolezza di sé, anzi l'impressione di essere "tenuto buono".

    Stessa identica impressione/esperienza.

  • Cosa fa nel concreto per aiutarti?Dovrebbe aprirti la mente se ci sono chiusure. Dovrebbe spingerti a valutare altri punti di vista se sei fossilizzato in una posizione ossessiva. Dovrebbe farti rilevare comportamenti inopportuni se glieli racconti. Dovrebbe aiutarti a (ri)elaborare i pensieri verbalizzandoli. Etc.


    Quando i pensieri vengono "parlati" (verbalizzati) la mente tende a ricostruirli per renderli con la parola e quando ritornano nella mente possono essere più "puliti", meno distorti, più compresi.


    Per aiutarti a correggere una percezione negativa di te calcificatasi in anni e anni ci sono varie tecniche. Una per esempio è quella di resettare l'auto-valutazione (e l'autostima) introducendo parametri che sconvolgono dapprima la valutazione di altre figure di riferimento, poi anche quella di se stessi. Se serve con paragoni, anche scomodi, con lo stesso terapeuta se è già nato un sentimento di rispetto.

    Ciao, a me questa cosa mette "paura"... nel senso... che conferma l'impressione che ho della psicoterapìa, ovvero di un percorso che possa portare tutti i pazienti a "smantellare" i propri valori e punto di vista per arrivare a plasmare in un certo senso persone tutte uguali.

    Io non vorrei andare in psicoterapia per mettere in discussione i miei valori, il mio punto di vista, e non permetterei ad uno psicoterapeuta di avere una sorta di posizione da "maestro" che indica quali valori o punti di vista vanno smantellati e quali no.

    Sarei certo disposto a parlare dei miei valori e punto di vista, anche a metterli in discussione, ma ho come l'impressione che per uno psicoterapeuta, se questi rimanessero "stabili e solidi", sarebbe un po' come vedere un fallimento (e di conseguenza essere considerato "sbagliato").


    Ho capito male le tue parole bruce0wayne?

    In caso puoi spiegarti meglio?


    Grazie

  • Dallo psicoterapeuta ci potrei anche andare, a patto che:

    - non mi venga a parlare di autostima, perché a me non serve, che la venda pure ad altri;
    - non mi venga a parlare di resilienza, perché non sono un tubo di metallo ma un essere umano;
    - non mi venga a parlare di zona di comfort, primo perché cercare il proprio agio mi sembra buon senso e secondo non ritengo il mondo e la percezione fatti a zone definite;
    - non mi venga ad enunciare verità senza tener conto di aderire a qualche scuola di pensiero per sua scelta;
    - non si intaschi i miei soldi se la terapia non funziona, perché sennò preferirei far beneficenza altrove.


    Dallo psichiatra ci potrei anche andare a patto che:
    - riconosca che la chimica del cervello si può modificare anche tramite la psiche;
    - mi metta al corrente su risultati statistici attendibili e consultabili (su effetti voluti, non voluti ed eventuale dipendenza) relativamente agli psicofarmaci che mi propone, anche perché ritengo che se già fossero stati scoperti eccezionali psicofarmaci allora nel mondo non ci sarebbero tante persone mentalmente sofferenti, e io di certo non mi presto a fare da cavia, né accetto caramelle da sconosciuti.


    Comunque, per far prima, da un certo punto in poi ho capito che dovevo aiutarmi da solo. Però questo non significa che mi disinteresso di ciò che le varie scuole di pensiero possano "scoprire" secondo i loro metodi. Curiosare ed esplorare fa parte del mio modo di aiutarmi, come anche usare la creatività. Pure una laurea in psicologia a qualcosa mi è servita, se non altro a non farmi incantare da chi parla come fosse la bocca della verità. È interessante andare a vedere come determinate teorie siano nate, invece di dare per scontato che siano vere solo perché hanno molti seguaci. Sono anche interessanti le critiche fra scuole di pensiero differenti, giusto per rendersi conto che non stiamo parlando di scienze esatte, ma di esperienze, interpretazioni, tentativi umani e a volte anche forti interessi economici e personali.

  • Ciao, a me questa cosa mette "paura"... nel senso... che conferma l'impressione che ho della psicoterapìa, ovvero di un percorso che possa portare tutti i pazienti a "smantellare" i propri valori e punto di vista per arrivare a plasmare in un certo senso persone tutte uguali.

    No, la terapia non punta mai a smantellare valori o punti di vista. Se questi cambiano: cambiano sempre e comunque per volere del paziente.


    Il ruolo della terapia è quello di togliere le ragnatele, i rimugini stagnanti, gli eccessi nevrotici e altre cose di questo tipo.

    Può capitare che rimossi questi macigni dalla mente del paziente: sia proprio lui a vedere le cose in modo differente.


    E' un po' come quando un soldato si perde nella nebbia e viene accolto da un collega dell'altro schieramento. Fino a un attimo prima di capire che non sta per rimanere ucciso era convinto con assoluta certezza che dall'altra parte vi fossero solo assassini sanguinari. Invece non è sempre e solo così.


    Venire a conoscenza di fattori, notizie, meccanismi e tanti altri dati può far cambiare idea su alcuni argomenti, ma è un cambio "sano" e soprattutto spontaneo.


    Io non vorrei andare in psicoterapia per mettere in discussione i miei valori, il mio punto di vista, e non permetterei ad uno psicoterapeuta di avere una sorta di posizione da "maestro" che indica quali valori o punti di vista vanno smantellati e quali no.

    Se il terapeuta è bravo non ha mai un atteggiamento da maestro o da mentore. Semplicemente aggiunge quella parte di racconto che magari tu nemmeno immagini.

    Per esempio nel dialogo con una ragazzina nel pieno ormonale che odia i genitori perché non la fanno uscire tutte le sere da sola: il terapeuta potrebbe aggiungere al racconto della ragazzina quelle che sono le tipiche preoccupazioni dei genitori. E senza giudicare nel merito del "giusto" o "sbagliato", né l'atteggiamento della ragazzina, né quello dei genitori: farebbe luce su quelle motivazioni che per la paziente sono ignote e non vengono considerate.


    Anche qui: SE la ragazzina cambia idea: lo fa per sua spontanea maturazione.


    Sì, nella mia esperienza personale è così. Ho fatto un solo percorso psicoterapico, peraltro piuttosto breve, e ricordo che spesso il professionista mi ha urtato, mi ha messo di fronte a realtà su me stessa che non mi sono piaciute per niente, però ha funzionato!

    Il fatto che ti urtasse è generalmente un buon segno, Sì.


    La terapia "che ti fa stare bene" è quella che inizialmente ti fa stare male. "Stare bene" è la fase che arriva alla fine. Nessun fattore positivo scaturisce da petali di rose profumati. I fiori nascono dal letame.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Io sono andata da uno psicologo per due anni. A me è servito, anche se all'inizio ero un po' scettica, me lo aveva consigliato un mio amico che anche lui era stato in analisi. Però sono dell'idea che uno psicologo, se non è competente, può fare dei danni. Recentemente ho incontrato una mia compagna di scuola delle medie, che mi ha detto che quando era adolescente è andata da uno psicologo, e ci metterebbe la firma per non esserci mai andata, almeno non da quello. Ti consiglio, se inizi una psicoterapia, di informarti riguardo allo psicologo da cui vuoi andare. Io, come ho detto prima non sono andata a "scatola chiusa", ho chiesto informazioni ad un mio amico; certo potrebbe non essere facile chiedere delle opinioni su uno psicologo se non conosci nessuno che ci è andato.

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