Posts by Saritta

    Vivere senza aspettative lo trovo un po' pretenzioso, e non lo credo possibile.

    Immagino ci siamo correnti di pensiero ed esercizi spirituali che possano allenare la mente a vivere nel famoso qui e ora, dunque svincolati dal fardello del passato e dal peso delle aspettative.

    Quindi penso che si possa "migliorare" al fine di vivere meglio dal punto di vista delle aspettative e delle ansie che ne derivano. Però eliminarle del tutto, no: è un po' come l'illusione del vivere alla giornata. Non ha senso, siamo portati ad attendere, sperare e progettare, credere e illuderci. Diamo quasi per scontato che ci sia il domani, molte delle nostre azioni di oggi hanno senso proprio sull'assunto che anche domani ci saremo: dal più banale programmare un viaggio, al più complesso volere una famiglia, una casa.

    Figurarsi possibili scenari futuri è insito nella natura umana, pensare a ciò che si vorrebbe, a come sarebbe se.

    Il lavoro che si può fare su se stessi è provare a imparare a non essere così tanto condizionati dall'aspettativa e soprattutto da ciò che poi nella realtà si manifesta. Leggerlo in una prospettiva aperta e non necessariamente nei rigidi binari che ci eravamo prefissati.

    Penso che con l'età e con la crescita personale, in parte le aspettative mutino, assumano angoli più smussati; ci arrivano risposte da sé e impariamo a evitare quelle situazioni che sappiamo ci porterebbero noia, come meccanismo di autodifesa.

    L'esempio che hai fatto tu Ylli del compleanno è delicato perché tocca corde emozionali, pure io ci sarei rimasta male lì per lì nonostante tua figlia non fosse in malafede, avrà avuto solo la testa fra le nuvole.

    una volta ero molto più attiva a fare le cose, a organizzare le cose, mi piaceva, ci mettevo passione,

    però poi vedi che dall'altra parte è quasi come non venisse apprezzato o comunque non considerato abbastanza e allora passa la voglia.

    Questo è ciò a cui mi riferisco quando dico che con il tempo aggiustiamo le nostre aspettative.

    Anche io un tempo ero molto più vulcanica e organizzatrice tra amici. Ero più propositiva. Poi vedevo che non veniva contraccambiato (non che per forza tutto debba essere un do ut des! Solo questione di reciprocità) e mi sono un po' raffreddata. E mi sono anche sentita dire cose tipo "pensavo che questo Capodanno/Ferragosto/ecc. organizzassi una delle tue feste"... Cioè, se io non organizzo, non ricevo altre proposte o inviti, come se stessero solo ad aspettare l'invito.

    Se dice di avere avuto due relazioni, una di 14 e una di 10 anni

    Purtroppo - e sembra davvero strano, perché ogni relazione insegna qualcosa - non basta aver avuto relazioni per essere emotivamente maturi. Leggendo i commenti, anche io ho pensato a una forte immaturità sessuale/emotiva.

    Ma forse è proprio predisposizione e standard fossilizzati, come dici tu usando un altro termine più diretto :)

    Oppure, amarezza derivante da insuccessi e questioni irrisolte nelle relazioni.

    Parole sante.
    Secondo me chi blatera di appuntamento fisso perché se no "non sei più una coppia" non ha esperienza di coppia.
    Oppure ha sofferto la mancanza eccessiva di sesso e ha il dente avvelenato.

    Pensa che a me ci è voluto un po' per capirlo, questo concetto.

    Inizialmente ero più fautrice della frequenza, e con la convivenza è capitato - come è normale, umano - che la frequenza diminuisse, e questa cosa mi preoccupava, ma più per dei preconcetti che avevo, perché forse cercavo conferme.

    Quando però comprendi quanto ho scritto sopra, vivi davvero più serenamente.

    La sessualità va vissuta in maniera libera e ascoltando il proprio corpo, e soprattutto non c'è solo il sesso come punto di intimità in una coppia!

    Anche io percepisco una lezioncina teorica quando leggo commenti generalisti sulla "quantità di volte" o sul "come si deve fare". Sono dei luoghi comuni, che nulla dicono di fatto.

    Forse il nocciolo della questione sta proprio in questa visione che hai del rapporto tra farmaco e realizzazione personale, il voler dimostrare per orgoglio a te stesso e agli altri che ce la puoi fare senza la pastiglia, con effetti controproducenti. Ma ciò che ti ha causato tutta questa sofferenza e l'allontanamento dalle persone amate, è forse proprio questa tua cieca ostinazione, e non il tuo disturbo in sé. Tua madre e la tua ragazza ti amano esattamente come sei, con i tuoi punti delicati e il tuo bisogno di supporto. Faticano forse ad accettare il tuo impuntarti testardamente, quando di fatto la soluzione era stata trovata. Penso tu debba lavorare - con uno psicoterapeuta - proprio su queste tue recidive, che stanno ostacolando te in primis.

    Chi ti ama è preoccupato per te e vive di riflesso il tuo malessere.

    E' essenziale che tu per primo ti accetti, e ti fidi di chi ti vuole aiutare e ha le competenze per farlo.

    Non me ne intendo di psicofarmaci e quindi non ti so dare alcun parere specifico, ma pensa per esempio a una persona ipertesa, con pressione alta (disturbo comunissimo, anche tra gente giovane): viene prescritto un farmaco da assumere (almeno nei casi che conosco) a vita. Non per questo la persona è meno forte, meno indipendente, incompleta o non meritevole di lode e amore. Perdona se il paragone può sembrare sciocco, ma il concetto che voglio esprimere con tale esempio è: tu non sei la pastiglia che assumi. E il disturbo d'ansia è un disturbo psichico e fisico a tutti gli effetti, esattamente come altri di cui si parla con meno imbarazzo. Se quella pastiglia aiuta una parte di te, non va vista come il nemico. Inutile dire che, come per tutti i farmaci, ogni decisione circa il dosaggio va stabilito dal medico o specialista curante. Sono dell'idea che al farmaco vada assolutamente associato un percorso di supporto psicologico, su questo non ci sono dubbi.

    Non ho strumenti purtroppo per darti parole di conforto o comprensione circa gli effetti collaterali, non conosco la materia, certo da come hai scritto possono avere un impatto non indifferente sulla tua vita privata e di coppia. Ma penso anche che come ogni percorso, se seguito con tenacia e dedizione, e come anche già hai avuto modo di sperimentare, porterà necessariamente a un miglioramento nel tuo tenore di vita.

    Ma chi siamo noi per generalizzare su come una coppia deve vivere l'amore e il sesso?

    Esatto, e soprattutto la vita è fatta di molte fasi diverse e gli individui in causa sono due, ognuno con la propria individualità. Fattori come età, stanchezza, ansia, fasi ormonali, insicurezze, salute impattano molto sulla sfera sessuale. Non per questo si ama di meno. Ovvio che ci deve essere un equilibrio, ma anche un ascoltarsi (ascoltare sé e l'altro); le forzature non fanno bene alla coppia. Meglio una volta in meno ma sentita, che una in più fingendo.

    Secondo me sì dovresti incontrarlo, ci sono buone basi per una conoscenza interessante, anche solo di amicizia o quel che sarà.

    Normale essere frenata dal tuo passato e dalle tue consapevolezze, ma la vita scorre e tu cerchi umanamente un contatto, relazioni, nuovi stimoli, condivisione... senza farti troppe aspettative, ma se non lo incontri resterai con il dubbio. Il fatto che lui sia una persona schietta, probabilmente agevolerà le cose, nel senso che non ti farà perdere tempo in inutili giri di parole o illusioni...

    Lo hai visto almeno in foto? Oppure sarà un incontro "al buio"?