Quella che ha sbagliato tutto, in questa triste storia, secondo me, è proprio la moglie, che, una volta scoperta, doveva ammettere tutto e non raccontare una valanga di bugie ed assumere un atteggiamento aggressivo.
Il marito, che era ancora innamorato, avrebbe accettato di fare una separazione consensuale e, forse, i figli non avrebbero interrotto ogni rapporto con lei.
Ma lei ha scelto di attaccarlo, di sostenere che lui l'aveva costretta ad andarsene di casa con il sostegno dei figli sulla base di accuse false: voleva avere non solo ragione ma anche ottenere un assegno di mantenimento a suo carico.
Per me torti e ragioni hanno "senso" quando la situazione è ancora "calda" ... Allora nel bel mezzo della guerra, ognuno, in preda alla paura sfodera le armi che ha, chi aizza i figli contro, chi vuole fuggire con la cassa.
E mentre ci si scanna come pitbull inferociti ci puo' anche stare tutto questo.
Poi però subentra un fattore: Il tempo, e molte cose, in "teoria" hanno modo di sedimentarsi. E mentre le cose non stanno più accadendo tutte assieme e mentre non devi "difenderti" né "attaccare", a quel punto ci si siede, ci si guarda dentro, se non lo si è in grado di fare, ci si può fare aiutare. Ma la richiesta di "aiuto", richiede già un certo tipo di consapevolezza e predisposizione, se l'illustre psicoanalista ha detto che sarebbe stato difficile, probabilmente ha riscontrato nella forma-mentis del tuo amico la mancanza delle risorse necessarie per fare un percorso che avesse probabilità di farlo arrivare "oltre".
A separazione conclusa, quindi senza l'influenza del partner (ammesso e non concesso anche un partner tossico e malvagio) inizia "l'analisi" che è al di là dei "torti e le ragioni". Perché torti e ragioni alla lunga, non portano lontano, servono soltanto a ristagnare in inutili e nocivi risentimenti.
Ci sono persone che si sono beccate l'acido in faccia che parlano di "perdono", ma non perché non esista la malvagità o la mancanza di scrupolo altrui, ma proprio perché se questa "sofferenza" non viene trasformata in qualcosa di "utile", si fa la fine del tuo amico, cioè "il tempo passa", le cose nel frattempo cambiano, il mondo gira, ma in nome dei "Torti e Ragioni" c'è ancora bisogno di soffrire come se il tutto fosse successo il giorno prima.
La moglie sarà una cattiva bugiarda, bene, a bocce ferme: Cosa ti ha portato a innamorarti di una persona così ? Come mai non ti sei reso conto di stare con una persona che non ti amava né rispettava? E inizia l'analisi interiore.
Ma l'analisi implica assumersi le proprie "responsabilità", che attenzione, non sono colpe: "Ma come lei mi tradisce ed è pure colpa mia?" ... Non parlo di questo, ma la responsabilità è anche accettare di aver costruito un matrimonio, che evidentemente si reggeva non sulla roccia ma sulla sabbia per ragioni che si andranno ad indagare nel vissuto ... "Eh pero' lei mi ha tradito, io sono stato un buon marito!" ... Ecco se una persona da risposte come queste, sta usando il "partner brutto e cattivo" per evitare di guardarsi dentro e ammettere anche di essersi sbagliato nella scelta della partner o di non aver "capito" le avvisaglie caratteriali di una persona che non si fa scrupoli (Sempre nell'ipotesi che lei sia Malefica) ... E questo è sintomo di una personalità rigida, e puoi essere buono come il pane ma se non hai flessibilità non ce la puoi fare.
Di conseguenza, non puoi "lasciare andare" ... in mancanza di risorse, il "nemico" è l'unica cosa che ti da un senso di esistere. Prima eri il marito, ora sei il marito con la ex moglie cattiva. Le persone non possono rinunciare alla sofferenza, perché rinunciare a soffrire significa assumersi la responsabilità di andare avanti. Io credo che al tuo amico, in modo un po' perverso, questa cosa della casa in montagna sia come l'osso che si da al cane, una parte di lui soffre, ma un'altra parte ci affonderà in denti con piacere.