Posts by Pivaldo

    Scusa ma, pure lasciando perdere quale sia il responso dello scambio di messaggi tra voi (non ha tempo, è sbadata, non le interessi, ecc.) starei ai fatti.

    E' stata lei a scrivere che avrebbe riletto tutto stamattina all'alba. Non ha detto, per essere pignoli, che ti avrebbe risposto pure stamattina.

    Dal momento che, però, è lei a dover rispondere, fai uno sforzo di combattere l'ansia e NON contattarla. Tira fuori gli attributi e non "zerbinarti" per compiacerla.


    Se ci tiene, ti risponderà quando vuole lei. Potrebbe pure essere fatta così. E, a quel punto sarai tu a decidere cosa risponderle, magari scherzosamente per dirle che, nel suo silenzio, hai preso un impegno e che sarà per un'altra volta.


    E se non ti risponde, capirai che costei nemmeno ha voluto sprecare poche parole per spiegarsi. Vuol dire che non è una bella personcina e che, tutto sommato, meglio perderla una così problematica.


    (----- 8) ------)

    Il racconto di Pivaldo è devastante, mette in luce una serie di dinamiche tossiche impressionanti.


    Quoto tutto quello che hai scritto la huesera, una conoscenza dell'argomento molto alta si intuisce, soprattutto quando scrivi che rifioriscono nel lutto come ricompensa ad una vita sacrificata.

    Ecco, per ragioni di brevità, avevo omesso particolari che rendono ancor più squallida quella vicenda da me riportata: per sommi capi, le due case di famiglia intestate alla moglie in costanza di matrimonio ed il fatto che la moglie, dopo la separazione, aveva iniziato il divorzio ma vi ha rinunciato quando qualcuno l'ha informata che, pure con l'addebito e senza mantenimento, avrebbe conseguito la reversibilità ed ha appreso che il marito si curava per un tumore.


    Non c'è limite all'ego-ismo ...

    Quello che volevo capire è come mai questa situazione riguarda soprattutto il sesso femminile, il maschio è così tonto da non percepire mai l'uso che la moglie in questo caso fa di lui?!

    Ok che si adatta per convenzione sociale, la nostra società prevede soprattutto questo, una sofferenza silente però a che punto siamo arrivati..

    Davvero una brutta storia quando viene palesata così chiaramente.

    Un caso di un marito sessantenne vedovo "rifiorito" mi è capitato di osservarlo, parecchi anni fa.

    Forse la prevalenza maschile è dovuta al tipico divario di età tra coniugi e comunque al fatto che, ahimè, in media i maschi campano meno delle femmine.


    (----- 8) -----)

    Ti dirò Pivaldo, questa storia mi fa pensare a molte coppie di una certa età dove le donne sposano non chi amano ma chi dà loro la possibilità di costruire una famiglia. Salvo poi pentirsene, più o meno consapevolmente. Poche di queste si separano (sono quelli che hanno votato il divorzio ma lo usano molto meno), il più delle volte stringono i denti i rimangono fino alla fine, diventando delle vedove che vedi "stranamente" rifiorire nel lutto. L'egoismo della reversibilità è vista come ricompensa della percezione di essersi sacrificate nel costruire una famiglia che manco volevano veramente. Se ci parli, è loro dovuta perché....tutta una vita sacrificata.

    Quello del "rifiorire" una volta diventate vedove, l'ho notato anche io nel tempo. Molti anni fa, era più comune all'estero oggi avviene di più anche in Italia.

    In qualche caso, non ho difficoltà a riconoscere che possa essere accaduto di avere incontrato, dopo la scomparsa del marito, la persona giusta. E' stato il caso di una zia, che veramente ha trascorso felice gli ultimi vent'anni di vita accanto ad un uomo con il quale era veramente in sintonia.

    In altri casi, è una reazione (direi, positiva, sul piano dell'elaborazione del lutto) ad un periodo di sofferenza e di limitazioni.


    Però, lasciatemi dire qualcosa di molto politicamente scorretto: è tipicamente femminile l'usanza di rinfacciare al marito/compagno di avergli donato "i migliori anni della vita"; vabbè, anche la verginità, ma cambiamo discorso.

    Attesto che sono state frasi pronunciate persino da mogli adultere e traditrici, a mo' di giustificazione pure di comportamenti inqualificabili sul piano della correttezza e della moralità.

    Comunque, a me una volta è scappato di replicare che era stata una donazione reciproca. E che caspita ...


    Gli uomini non direi che usino quelle espressioni, semmai si concentrano più nel rinfacciare le utilità economiche e patrimoniali elargite.

    Sempre comportamenti piuttosto miserabili, ma di diverso segno.


    Con l'evoluzione dei costumi e delle modalità di formazione delle coppie, queste espressioni diventano più rare, per ragioni intuibili.

    Il fallimento più grande è riuscire a perdere la relazione con i figli. Di ieri la mia esperienza di due figli sessant'anni che hanno "perso" il padre allo stesso modo (storia a parti inverse, con la differenza che il genitore non ha inseguito un vecchio amore ma il denaro).

    Verissimo.

    E' un fatto che mi ha sempre intristito, quello di ascoltare figli che hanno troncato ogni rapporto con uno o entrambi i genitori. E genitori che, in età avanzata, sentono il rimpianto di aver chiuso da tempo con i figli e vorrebbero recuperare il rapporto.


    (----- 8) -----)

    Qualcuno ricorda il caso di quel mio conoscente che aveva scoperto, attraverso i figli, il tradimento della moglie in corso da diversi anni con un collega di lavoro. Lei, dopo essere stata beccata, lo aveva lasciato per vivere da sola, visto che i figli (appena maggiorenni) avevano deciso di rimanere con il padre.

    Si sono separati giudizialmente, ad iniziativa del marito che ha ottenuto l'addebito alla moglie del fallimento dell'unione matrimoniale e di non doverle corrispondere alcun assegno di mantenimento.

    A distanza di oltre 8 anni dall'abbandono della moglie, il mio amico/conoscente è venuto a sapere - per disvelamento di vecchi amici comuni, che hanno pensato che la loro storia fosse ormai conclusa da tempo - che l'amante della moglie era stato il classico amore giovanile di lei rinverdito dal contatto ristabilito, dopo circa 25-30 anni di lontananza e vite autonome, grazie a FB.

    E la sua rabbia, mai veramente sopita, si è riacutizzata per la scoperta di un passato di lei che aveva sempre evitato di raccontare.

    E così, il mio amico ora prova la frustrazione di essere stato lui - marito e padre dei figli avuti nel corso del matrimonio - abbandonato per riprendere una passione antica da parte di una donna over 50 che si è sentita di nuovo giovane, al punto di dimenticarsi anche dei figli, per correre dietro al fidanzato di quando erano entrambi ventenni.

    Un ritorno al passato, che poteva essere in qualche modo venato da romanticismo per un amore di così lunga data, ma immiserito dall'evidente interesse economico della moglie separata, visto che questa ora ha deciso di non divorziare (come aveva preannunciato per chiudere ogni legame) pur di ottenere la pensione di riversibilità del marito (più grande di lei di circa 11 anni), che di recente ha scoperto di avere un tumore.

    Insomma ... una storia tristissima di interesse ed egoismo travolgenti.


    (------ :/ ---------)

    Penso che la selettività sia una dote, ovviamente nel mio caso ci sono problemi particolari, ma comunque come carattere probabilmente ero impostata così.

    Di per sé è certamente una dote.

    Però, se viene estremizzata diventa un problema di "arroccamento" in un recinto, nel quale nessuno si sente ammesso a priori.


    In una società piuttosto superficiale, gli "arroccamenti" sono facilmente considerati problemi da evitare, tanto c'è abbondanza di offerta.


    Ed è un peccato, perché sviluppando relazioni - dunque, approfondendo la conoscenza attraverso il confronto (come ha indicato Juniz ) - si possono trovare le persone adatte per fare il grande salto (mi riferisco al post #27, a pag. 3) come nicolas2 ha spiegato, cioé di aver incontrato la donna giusta con la quale avere un rapporto ed aprirsi psicologicamente.


    Ti auguro di trovare quella persona, che da qualche parte ti sta aspettando.


    (----- 8) -----)

    Finché sono bei corpi, devo dire che esteticamente non mi dispiacciono (anche a costo di essere politicamente scorretto). Ma comprendo pienamente che si tratta di un fenomeno in crescita (spero, temporanea) di segno negativo, che rischia di pregiudicare l'emancipazione femminista ad opera, prima che dei maschi, della stessa componente femminile della società.


    Come si capisce, appare essere uno degli eccessi ricollegabili alla richiesta dell'autonomia ed indipendenza dell'universo femminile: può darsi che sia un eccesso destinato, con il tempo, ad essere riassorbito (come capita un po' per tutte le novità), ma potrebbe richiedere tempi lunghi (in termini di generazioni).


    Devo dire che ascoltando in TV, domenica sera, da Giletti alcune di queste "suffragette" di OnlyFans o similia, sembra di sentire delle donne d'affari, spietatamente pratiche, che hanno capito di avere l'occasione di far quattrini in fretta e facilmente e non vogliono perdere tale prospettiva. Rispondono ad un sistema di principi etici incentrato sull'egoismo e l'avidità del profitto, sebbene vi sia un tentativo cosmetico di mimetizzazione sociale per legittimarsi.


    Sono donne giovani (ma anche meno giovani) che ci tengono a dichiararsi lontane anni luce dalla prostituzione (intesa come quella che si svolge per strada) ma che, per dire le cose come sono, vogliono sfruttare lo stesso bacino di utenza del mestiere più antico del mondo, quello della sessualità mercantile ma organizzata in modo moderno e svolta con modalità di avanguardia tecnologica.


    Il problema è come possa svolgersi questo fenomeno nella società.

    Oggi è in fase di espansione e, dunque, dal punto di vista storico-economico, è possibile prevedere che dilaghi rapidamente, con una crescita impetuosa della offerta (aiutata dalla disponibilità dei mezzi tecnologici attuali) a fronte, però, di una domanda che potrebbe rimanere sostanzialmente stabile.


    Nella società, poi, si possono già rilevare tendenze opposte a tale andamento, per ora evidenziate da connotati tradizionalisti, conservatori e religiosi, che finiscono col mettere in crisi l'emancipazione femminile tout court, e non semplicemente delle deviazioni estremiste.

    E così, lasciando che il fenomeno evolva naturalmente, la società probabilmente reagirà avversando l'eccesso, attraverso processi di critica e persecuzione a livello di costume. SI tornerà alla valorizzazione della reputazione, anche sacrificando la privacy.


    Una donna che abbia avuto un passato da OnlyFans si troverà, alla lunga, emarginata dalla maggioranza della società post-moderna, e finirà a vivere economicamente al margine della stessa, con sempre meno profitto realizzabile che controbilanci la condanna morale e l'ostracismo relazionale (ho già sentito dei nipoti che parlano delle ragazzette che operano su queste piattaforme come di donne desiderabili per avventure ma non per stabilire relazioni stabili). E siamo all'inizio ...


    (-------- 8) ---------)

    Salve, vi spiego brevemente quanto successo: dopo circa 25 anni di matrimonio ho scoperto che mia moglie prima che ci sposassimo ha avuto una vita sentimentale/sessuale intensa. Questo mi ha causato un malessere indescrivibile perche' avevo un concetto su di lei ben diverso da quello che oggi e la dura verita'.

    Non ho mai creduto che una partner mi raccontasse la verità del suo passato, comprese le esperienze sessuali avute prima di incontrare me. In primo luogo, perché il passato appartiene solo a chi lo ha vissuto e, per una infinità di ragioni non si ha piacere di raccontarlo. Oggi è riconosciuto come il diritto alla privacy ed all'oblio.


    In ogni caso, è difficile che, seppure un racconto venga alla fine fatto, corrisponda al reale svolgimento dei fatti. Quasi sempre, anche nel riportare eventi realmente vissuti si stravolge - vorrei dire, naturalmente - ciò che è avvenuto, in misura varia.

    E' un classico nei processi penali, dove il testimone racconta quello che "crede" di aver visto, interpretando la realtà in modo distorto. In taluni casi, addirittura inventando (magari, per voglia di protagonismo). Per cui, l'attendibilità di una testimonianza viene valutata con ampia discrezionalità da parte di qualsiasi giudice, in relazione ai precedenti, alla personalità del testimone, alla sua reputazione e, ove possibile, alla congruità del racconto con altri indizi o prove.


    E il contro-interrogatorio di un testimone alla sbarra da parte di un avvocato che si sia letto tutta la documentazione agli atti di un processo, comprese le dichiarazioni rese nell'immediatezza del fatto criminoso, può avere un effetto dirompente quando fa emergere incongruenze od illogicità. Al punto che, specie nei paesi anglo-sassoni, dove l'attendibilità di un testimone viene decisa spesso da una giuria popolare, si usa fare un esame preliminare dei testimoni, per valutarne anche la capacità di resistere alla "cross examination", cioè l'interrogatorio del pubblico ministero e degli avvocati della difesa.


    Scusandomi per averla fatta troppo lunga, è del tutto naturale che un partner ti racconti, se proprio costretto a farlo, solo la parte "emergente" della sua storia (quella che probabilmente sa o intuisce che qualcuno possa averti raccontato). La verità non la saprai mai, sarà sempre una versione "addomesticata".


    E nella mia esperienza non ho mai chiesto nulla alla partner del momento, dopo averla conosciuta. Così come non ho mai raccontato la mia storia. E se l'ho dovuta raccontare, l'ho ampiamente romanzata, qualche volta in modo evidentemente non credibile. E se si insisteva a chiedere chiarimenti, l'ho mandata a quel paese.


    Mi ha sempre interessato capire come una persona ragiona e come si comporta nel presente, considerandola la premessa per un futuro insieme.

    Ecco perché occorre tempo per farsi un'idea in qualche modo attendibile del carattere di una persona. Perché certi comportamenti nel tempo riaffiorano e vengono ripetuti ... ove non vi sia stata una forte determinazione a superarli e non ripeterli.

    La cosa che mi turba ancora di più è che sto ricevendo da parte di alcuni soggetti delle frecciatine dette in pubblico, ma riferite a me inerente al passato di mia moglie... mi viene voglia di tappargli la bocca in maniera dura, ma poi penso che abbiamo una splendida bimba che ha ancora bisogno di noi.

    Dalla tua esposizione traspare la commendevole preoccupazione di garantire alla tua "bimba" di vivere in casa con serenità e con l'amorevole supporto dei suoi genitori. Fai benissimo a porti il problema e considerare il benessere della figlia come una priorità. E proteggere e difendere la sua mamma è fondamentale pure per la sua crescita (i figli certe cose le capiscono senza che ce ne accorgiamo). Perché avrà maggiore sicurezza nel pretendere dai suoi partner futuri quel rispetto che il padre ha sempre manifestato nei confronti della madre. Questa è la parte dell'educazione più importante che le puoi dare, perché è piuttosto inconsapevolmente impartita e molto fortemente recepita.

    Come posso fare per superare queste offese gratuite?

    Hai detto bene, sono "gratuite" e, quasi sempre, sono il frutto di pessimi sentimenti (invidia, ostilità, ecc.). Semplicemente, non te ne curare e lasciali cuocere nel loro brodo.

    Se dopo 25 anni tua moglie non ti ha dato motivo di dubitare del suo affetto e della sua lealtà, quello che ha fatto prima non conta affatto e devi guardare al futuro che aspetta lei, la bimba e te.

    Il silenzio (ed il tuo non considerare le malelingue) è la migliore risposta, perché tendenzialmente tende a fare estinguere le maldicenze.

    Se invece reagisci, crei clamore e provi a chiudere loro la bocca, alimenti ancora più le ragioni di quelle persone per continuare a farlo finché campano.


    (------- 8) ---------)

    Nonostante tutto quello che ho scritto qui sopra però, ho ancora il desiderio di trovare una compagna di vita, qualcuna con cui condividere le passioni, che mi accompagni nei miei viaggi in camper nel weekend o con cui andare al cinema. Qualcuna che mi aspetti a casa quando esco dal lavoro, o viceversa qualcuna a cui preparare la cena quando è lei a fare tardi.

    Secondo me, puoi assolutamente costruirti (o ricostruirti) una vita a 37 anni, l'importante è mantenere un'apertura mentale e coltivare abitudini che ti proiettino verso l'esterno, verso i contatti sociali. Ciò non vuol dire dannarsi la vita per cercare la donna della tua vita, come se incombesse sulla tua testa un enorme orologio biologico che ti mette fretta e, dunque, ti crea ansia.

    Per quello che ne so, la tua capacità di attrattiva dipende da quello che fai, da quello che mostri di essere nel tuo essere "normale", nel dimostrarti persona affidabile (alla tua età è quello che le donne cercano) e, pertanto, non costruire "personaggi" complicati ed irrealistici. Alla lunga vieni inquadrato per quello che sei ...


    Un'importante raccomandazione: sii mediamente onesto e sincero, cerca di evitare di essere noioso, ma evita di raccontare tutto, proprio tutto, come c'è sempre qualcuno che ti incita a fare (da lontano).

    Anche perché le potenziali partners quasi mai ti raccontano tutto e sono sincere al 100%, specie all'inizio di una relazione.


    Attento con la tua propensione al camper, lasciamelo dire. Rimani flessibile per alternative di viaggio ed alloggio, che incontrino il favore di una potenziale compagna. Le donne amano le comodità, e gradiscono vedersele offrire, non solo all'inizio di una relazione ma anche quando si consolida. Poi, se riesci a far accettare pure il camper ... tanto meglio.

    Mi rendo però ovviamente conto che la mia inesperienza rappresenta un grosso problema, che quello che ho scritto qui sopra sembra più tratto da un film romantico che dalla vita vera, e questo mi crea grosso disagio e imbarazzo nell'approcciare l'altro sesso.

    Prova a filtrare una parte degli aspetti deboli del tuo carattere, perché l'atteggiamento femminile (sarò politicamente scorretto) mostra preferenze per uno che le debolezze riesce ad elaborarle e, almeno potenzialmente, trasformarle in punti di forza. Invece scappano quando nelle tue debolezze ti crogioli e ... non riesci ad uscirne mai (non abusare della sindrome da crocerossina, non funziona).


    Quindi, cerca di passare per uno che di esperienze ne ha fatte poche, ma selezionate, e mostrati sempre molto discreto al riguardo (anche un po' misterioso), riluttante quanto basta per aprirti un po' ma senza mai raccontare tutto. Fai sempre a tempo a raccontare di te, possibilmente a piccole dosi e solo se percepisci che interessa (e non è semplice curiosità).


    Poi, lascia fare a Madre Natura ed impara, osservando, chi ti accompagna, per capire come ragiona e cosa gradisce/detesta. In questo modo puoi adattare la tua capacità comunicativa e di relazione per creare compatibilità.

    Dalle frequentazioni con le donne, comunque vadano, si impara un sacco e si creano le basi per migliorarsi.


    PS: Scrivo con la cognizione di possedere un cervello parecchio usato, ma che non vuole smettere di imparare e di avere curiosità. E lo assecondo. Così, pure se ti dovessi illudere, usandolo il trascorrere del tempo pesa ed incide molto meno sul naturale affievolimento delle facoltà umane che viene percepito (per primo da te stesso). Non ti fare un problema dell'età.


    (----- 8) -----)

    No, ma io non gli ho mai parlato di coinvolgimento sentimentale, anzi, 5 anni orsono, io gli dissi proprio apertamente che volevo vederlo solo per farci sesso e nemmeno lì ha acconsentito, quindi di cosa stiamo parlando?

    Lì per lì non se l'è sentita (e le ragioni possono essere diverse) ma, poi, il tarlo gli è venuto e così il desiderio di provarci (alle sue condizioni). Capita di frequente dal versante maschile, credimi.


    Poi, la storia che una femmina - in condizioni normali, non di "sballo" - offra di fare sesso e di non avere coinvolgimento sentimentale con il maschio da lei scelto è, per quello che mi riguarda, altamente improbabile.

    Concludo questa mia affermazione persino concedendo che, a livello razionale, all'inizio nemmeno se ne renda conto.

    Ma a livello inconscio il coinvolgimento è lì, pronto ad emergere non appena si concretizzi qualcosa.


    E la vicenda che hai esposto sembra proprio confermarlo.


    (----- 8) -----)

    Beh, ovviamente non sono la persona che gli ha fatto superare le paure che l’hanno portata ad iniziare psicoterapia questa settimana, non lo metto indubbio, come quelli prima di me dopo “la storia seria” di due anni fa. A me pare piû un “voglio conoscere una persona (che ha sempre rifiutato incontri, cioè io) e poi mi cago addosso”. A fronte di una sincerità aperta fin dall’inizio non vedo perché non avrebbe dovuto dirmelo chiaramente “non mi interessi”. Non posso postare un messaggio chiave perchè troppo lungo.

    Perché avvenisse, in modo così semplice ed automatico, la dichiarazione "non mi interessi" occorreva chiarezza di idee nella tua interlocutrice. Che evidentemente non c'era e non c'è.


    Nelle relazioni sentimentali quasi sempre prevale l'irrazionalità, purtroppo o meno male (a seconda dei punti di vista, cioè degli esiti delle proprie vicende personali).


    Il problema è il tempo che occorrerà a questa donna per chiarirsi le idee. Non lo sa lei, non lo sa nessuno.

    Per un po' si può accettare di aspettare una risposta, poi si lascia stare e si gira pagina, per rimanere sani.


    Anni fa, la donna per la quale (unica) posso dire di aver perso la testa, la rincontrai (sposata e con tre figli) e mi sembrò decisamente "disponibile", per la prima volta.

    Eravamo ad un evento e mi prese da parte per dirmi: "adesso non sparire e fatti vivo", come un rimprovero che non avessi insistito di fronte ai suoi inesistenti segnali, a suo tempo (tanti anni fa).


    In un momento di razionalità ho, poi, capito che rischiavo di entrare in un loop pericoloso, ed ho deciso di non avvicinarla più.

    Non per "punirla", ma per il mio bene ...


    E così ho fatto.


    (----- 8) -----)