Mi sono resa conto, in modo consapevole, che le situazioni che mi eccitano davvero e mi fanno vibrare qualcosa dentro – non solo eccitazione fisica, ma mentale, che parte da qualcosa che ho dentro – le provo solo quando non mi sento al sicuro. Questa cosa mi ha portata spesso a mettermi (lo dico ora, col senno di poi) in situazioni non dico pericolose, ma potenzialmente tali. Non entro nel merito di queste, però spesso mi ritrovavo a pentirmene e a chiedermi: "Ma perché l'ho fatto?".
Sembrerebbe una sorta di "riflesso condizionato" o comunque un condizionamento dell'eccitazione dato da specifiche circostanze o comunque sentimenti.
Di base la maggiore eccitazione nel pericolo (persino di vita) è una cosa abbastanza naturale che può accadere a tutti***, ma se diventa una parafilia è possibile che dietro ci sia qualcosa di più importante.
*** L'eccitazione sessuale è condizionata e viene influenzata dal senso del rischio o dal presagio di morte.
Dal punto di vista evolutivo, la vicinanza a situazioni di pericolo potrebbe attivare una risposta fisiologica che stimola l'adrenalina e altri ormoni legati allo stato di eccitazione. Questa attivazione del sistema nervoso simpatico è associata sia alla risposta sessuale sia alla risposta alla paura o al rischio. In momenti di pericolo imminente, come nell'idea della morte o del rischio, il corpo entra in uno stato di allerta che può incrementare l'intensità delle emozioni e la percezione sensoriale, inclusa quella sessuale.
Inoltre, la componente psicologica del rischio o della morte può aggiungere una forma di trasgressione o tabù che può amplificare il desiderio. Il legame tra sesso e morte è un tema presente in varie culture e psicologie, come nel concetto di "eros e thanatos" di Freud, che rappresentano la dualità tra la pulsione di vita e quella di morte, entrambi elementi potenti che influenzano il comportamento umano.
Infine, l'idea di un "pericolo imminente" può effettivamente aumentare l'eccitazione.
Dal punto di vista meramente fisiologico basti pensare che alcune tecniche per aumentare il piacere consistono nel provocarsi "problemi fisici" (censuro, perché non so quanto posso scriverne senza dire cose oscene).
Ora posso dire con certezza che è questo: c'è una parte di me, legata probabilmente a qualcosa di profondo, che si eccita solo quando non si sente al sicuro, quando si sente a rischio e in pericolo. Pensandoci, ho ipotizzato che ciò possa essere legato al fatto che da ragazzina, quando ho scoperto il mio corpo e ho iniziato a provare piacere, l'ho vissuta come una cosa da nascondere assolutamente, di cui vergognarmi, ritrovandomi spesso a toccarmi di nascosto quando potevo, sempre con l'ansia di essere scoperta e i sensi di colpa dopo. Può questo aver contribuito a "settarmi" così? Probabilmente sì. Ma credo ci sia dell'altro, per questo mi interesserebbe capire cosa ne pensate. Qualsiasi commento e riflessione è ben accetto, ovviamente.
Qui il discorso si fa più interessante, perché intuisci la presenza di un problema profondo nonostante tu stia praticamente tenendo inconsciamente conto di parte di quanto scrivevo sopra.
Sì: è possibile che vi sia una ragione, sia legata al senso di vergogna, sia a un altro ricordo/trauma (magari rimosso o ritenuto ininfluente) che ha condizionato in parte (anche se mi pare poco) la tua eccitazione.
Per essere più precisi bisognerebbe capire di che tipo di pericolo si tratta, se l'hai capito. Perché quello dato dal pudore è diverso da quello dato dall'esibizionismo che a sua volta è completamente diverso da quello dato da rischi più basilari, come quello di farsi male o peggio.