La "fatica" degli introversi

  • O, forse, dovrei dire dei "falsi estroversi": di tutti quegli introversi che, causa lavoro col pubblico, devono intrattenere anche un esteso livello di interazioni, magari arrivando pure a fare amicizia con alcune persone nel processo.


    La mia domanda è questa: chi, introverso per natura come me, deve prendersi poi una pausa da tutto per ricaricare le forze, una volta rientrato a casa?


    Che sia dopo il lavoro, che sia dopo un pranzo coi parenti, che sia dopo un'uscita con degli amici: poi devo ricaricarmi per almeno un paio di giorni, spesso lontano da tutto e tutti.


    Qualcuno come me?


    È come se esaurissi le forze e necessitassi di rinchiudermi nel mio fortino privato, sempre sicuro e accogliente: casa mia.


    Grazie a chi risponderà :sunflower:

  • Ehm...Aniba è un uomo, ex-utente [nickname rimosso dalla moderazione] ;)

    Solo che ultimamente si diverte a farci fare delle gaffes non mettendo mai una sola parola nel post da cui si possa capirlo.

    Adesso poi abbiamo anche la rosa rosa, per rendere tutto più difficile ;)

  • Presente....introversa dalla nascita!!

    Ebbene sì, ho le medesime necessità. Per ricaricare le pile ho bisogno di stare con me stessa. Il mio ambiente preferito non è "casa" ma la natura. Vado a camminare, guardo le montagne, faccio l'appello delle vette e intanto sento come dentro di me l'energia si accumula e torno ad essere me stessa. A casa la ricarica è, diciamo, meno efficiente però ti dirò che ogni mattina mi concedo un break divano di pochi minuti, quando la casa è vuota e silenziosa ed è molto rigenerante. Tra l'altro anche le lezioni di yoga pur essendo in gruppo mi ri-generano perché si chiudono gli occhi e il gruppo sparisce.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Qualcuno come me?

    Io di sicuro! :)

    Mi è piaciuta tantissimo la definizione di "falsi estroversi": azzecatissima! :thumbup:


    Proprio come dici : già solo per lavoro-famiglia-amicizie... devi relazionarti col prossimo.

    Lo fai , ci riesci ottimamente, c'è pure chi ti invidia per come sai "padroneggiare le situazioni in assoluta pacatezza" :D ...e nessuno immagina quanto ti sia costato essere lì e come non veda l'ora di essere fuori di lì... :D


    C'è mio figlio che mi conosce benissimo e l'altra sera che dovevo andare fuori a cena con amici continuava a prendermi in giro. Lui in questo è proprio il mio contrario: importante per lui è poter andare-fare-incontrare gli altri. Allora ogni tanto mi rifilava una battutina di affettuosa presa in giro sulla mia serata "social".

    All'ultima chiamata prima che uscissi mi fa "ti immagino scalpitante!"... e gli ho risposto ridendo "non sbagli : ...in effetti sono già scalpitante all'idea del ritorno!".


    Nel merito del "problema"...io mi dico da sola di avere marcati profili evitanti/antisociali, e se guardiamo i fatti...la definizione è azzecatissima.

    Se, invece, osservo le mie motivazioni più sincere...SO che queste hanno una lunga storia che si riassume in :

    - verissimo che di base sono introversa, ma

    - non ero evitante/antisociale e c'è stato un lunghissimo tempo in cui era un piacere vivere come oggi vive mio figlio, e portandoci tutta l'apertura spontanea e fiduciosa e gioiosa; solo che...

    - tutto questo mi ha portata ad essere moooolto disillusa circa la media del mio prossimo (e il mio tipo di lavoro ha completato molto incisivamente il quadro) . Niente drammi, per carità... Più che altro ti rendi conto che... persino in famiglia...e figuriamoci nel mondo lavorativo e amicale...si perde un mare di Tempo-Vita per raccontarsi assolute banalità quando va bene, o - quando va meno bene - per adeguarsi a teatrini in cui ciascuno si palesa figlio delle proprie meschinità e finalizza intortamenti pallosissimi al conseguimento di propri vantaggi anche micronici.

    E allora nasce la fatica , che è proprio FATICA, e non è che sembra tale a noi, di dover fare trasferta + camerino con trucco e parrucco...per andare a sorbirsi situazioni in cui di autentico non c'è nulla, di significativo ancora meno, e ti senti solo scema/o nel chiederti "ma perchè sto qui? perchè ho accettato di essere qui?".


    Che siano incontri parentali o amicali o professionali...io non soffro mentre li assolvo.

    Patisco una fatica immensa PRIMA di assolverli, con profondissima avversione/insofferenza verso l'idea del teatrino a cui so di andare incontro, e...sì...la festa comincia quando l'incontro è finito e posso tornarmene a casa mia, e solo in quel momento mi sento libera e leggera come se fosse festa...

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Non sono sicuro che c'entri l'introversione. E' una caratteristica dovuta alla sensibilita' agli stimoli, ma non so se sia collegata necessariamente all'introversione, anche se credo sia probabile. Vale anche per gli stimoli fisici, come un allenamento, il freddo o il caldo, i rumori, chi e' sensibile si stressa di piu'.


    Purtroppo la sensibilita' e' una condanna, soprattutto quando viene messa a confronto con gli "insensibili", che sono persone che grazie alla loro tolleranza allo stress possono rendere dieci volte piu' di una persona sensibile: quello che un insensibile riesce a fare in un solo giorno, un ipersensibile deve diluirlo in una settimana altrimenti va in sovraccarico. Per gli insensibili non esiste il concetto di "non fare niente", loro devono sempre riempire le giornate dal momento in cui aprono gli occhi fino a quello in cui li chiudono. Se fai un viaggio con un insensibile diventa una tortura perche' le giornate sono piene di attivita' e cose da vedere, mentre il sensibile vorrebbe solo starsene seduto su una panchina a guardare il panorama.

  • Ehm...Aniba è un uomo, ex-utente [nickname rimosso dalla moderazione] ;)

    Solo che ultimamente si diverte a farci fare delle gaffes non mettendo mai una sola parola nel post da cui si possa capirlo.

    Adesso poi abbiamo anche la rosa rosa, per rendere tutto più difficile ;)

    Ciao Desperate,


    Lo so che fa ridere e so tu non abbia intenzioni negative nei miei riguardi, ma queste mosse ben calcolate sono dovute a motivi esplicitati ad Ailene e all'amministrazione del forum: un mio collega ha trovato la scheda di navigazione su NienteAnsia permettendosi di usare il mio portatile mentre ero in pausa pranzo, sì da passarsi un mio file nella sua pennetta USB. L'ambiguità del mio account non era né un gioco, né un inganno: era solo un modo per tutelarmi.


    Non a caso Ailene ha avuto la premura di eliminare, dopo qualche giorno, l'avviso al forum (che io volevo ci fosse, affinché gente con cui mi trovavo bene sapesse che fossi sempre io) che spiegava io fossi quell'ex utente.


    Ailene è stata umana e affidabile, oltre che altamente efficiente.


    Mi dispiace non riuscire più a rispondere al resto del thread che avevo aperto, ringrazio tutti e vi ho letto con piacere, condividendone i pareri.


    A questo punto domando per motivi di sicurezza e privacy la chiusura completa del mio account da NienteAnsia, tutto quello che si può eliminare venga tolto eventualmente.


    Adesso segnalo il thread alla moderazione, chiedo scusa a tutti e un caro saluto a ognuno di voi, buona vita! :cherry-blossom:

  • Presente anche io. A fine giornata ho bisogno di staccare da tutto e tutti e stare sola, nel silenzio, al buio.

    Non so se è un problema di introversione, falsa o vera che sia, o almeno non l'ho mai vista così. Per me è una forma di protezione di me stessa, mi devo riconciliare con me stessa dopo essere stata fuori

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