La vita oltre il lavoro...

  • Questa delle persone che si sentono sfruttate senza saper far niente di ché è proprio una cosa umana irremovibile. Ci sarà sempre, come la prostituzione.

    Eh sì, ma oggi questo muro del pianto insensato è virale e pandemico!

    E siccome condivido in pieno il concetto dello staff psico-socio-marketing del Berlusca , quando gli sottolineava che "la percezione della realtà vale più della realtà"...concludo che questi del mantra vittimistico quanto insensato generano e propalano (ovviamente senza capirlo) una percezione che è solo demolitiva e che rischia di contagiare e demotivare anche chi non ne avrebbe nessuna ragione. E trovo che questo sia gravissimo.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Eh sì, ma oggi questo muro del pianto insensato è virale e pandemico!

    E siccome condivido in pieno il concetto dello staff psico-socio-marketing del Berlusca , quando gli sottolineava che "la percezione della realtà vale più della realtà"...concludo che questi del mantra vittimistico quanto insensato generano e propalano (ovviamente senza capirlo) una percezione che è solo demolitiva e che rischia di contagiare e demotivare anche chi non ne avrebbe nessuna ragione. E trovo che questo sia gravissimo.

    L'economia subisce l'effetto del contagio psicologico, ma quando questo si basa sui numeri ed è evidente: è sano prenderne atto.


    Quelli che prima erano SUV nuovi ora sono diventati SUV con qualche anno di età e spesso comprati in leasing intestandoli a qualche azienda di famiglia. Questo è sintomo che stanno diminuendo i soldi. La cosa più saggia da fare è smettere di comprare SUV per fingersi ricchi.. invece la popolazione "drogata" dal positivismo e dalla paura del cambiamento finge che tutto vada bene e continua imperterrita a far finta di niente.


    "Demolitore" può essere un pensiero tendenzioso basato su una visione catastrofica. Quella che qui e in altri thread stiamo divulgando non è una visione catastrofica: è una cronaca basata sui numeri.


    Qualche anno fa discutevo nello stesso identico modo e basandomi su dati raccolti allo stesso modo del fatto che avrebbero chiuso i negozi di abbigliamento e le cartolerie. Mi dicevamo che ero catastrofico.


    Qualche anno prima discutevo nello stesso identico modo sul fatto che avrebbero chiuso tutte le videoteche e non a causa del colosso "blockbuster", poiché avrebbe chiuso anche lui. Mi dicevano che ero "catastrofico". Anche in quel caso i dati provenivano da fonti paragonabili.


    Qualche anno fa discutevo nello stesso identico modo sul fatto che avrebbero gradualmente eliminato il denaro contante.

    Qualche anno fa discutevo nello stesso identico modo sul fatto che "il posto in banca" sarebbe estinto assieme alle banche classiche.

    Qualche anno fa discutevo nello stesso identico modo sul fatto che avrebbero chiuso tutti i negozi di fotografia.

    La stessa cosa nel 2004 a seguire con gli investimenti immobiliari.

    Etc.


    Potrei continuare per ore. Ci sono cambiamenti che sono sotto gli occhi di tutti, ma per abitudine, resistenza al cambiamento, incapacità di comprensione e altro: tardano ad essere percepiti e quando arrivano fanno ancora più danni.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Senza volerti togliere alcun merito...valutazioni di questo tipo ne ho sempre fatte anch'io e nella stessa direzione, ma devo riconoscere che non avessero nulla di profetico, ed erano tutte ampiamente prevedibili per chi guarda dritto le cose e non si gira dall'altra parte.

    E non a caso c'erano brillanti studi ufficiali che prennunciavano le stesse svolte (per ragioni completamente diverse l'una dall'altra, ma in modo più che razionale e che infatti si è verificato).

    Ho evidenziato la tua notazione sugli investimenti immobiliari perchè nel 2004 - credimi - ero esattamente dello stesso tuo avviso con l'aggravante (o agevolante) di lavorare in quel settore e in vari ruoli...praticamente da quasi sempre.

    Era PALMARE che le quotazioni crescessero in modo esponenziale a fronte di una ricchezza media che non era assolutamente in grado di sostenerle!

    E poi...a breve si svelò l'arcano : la domanda di immobili era stata follemente gonfiata dalla illusione massiva di essere ricchi con i mutui facili... e quando la bolla esplose fu CAOS per tutti (a cominciare dalle banche).


    Quello che ti contesto sul punto è solo questo, e con più forza ora che finalmente ci siamo arrivati e non si può non intendere: quando parli di immobiliare tu universalizzi UNA fase altamente patologica e la equivochi come fisiologica.

    E' come se conoscessi me con la rosolia e descrivessi Gloria come una che ha una temperatura corporea più alta della media e il corpo cosparso di puntini rossi! Eh no! Quella è Gloria con la rosolia, non è Gloria sana!


    Il mercato immobiliare ha il suo grandissimo senso, come sempre lo ha avuto.

    E tanto per farla breve : non esiste proprietario/investitore immobiliare (normodotato) che abbia mai dovuto pentirsi degli acquisti fatti. NON esiste...ATTENZIONE...all'infuori di coloro che acquistarono a quotazioni stratosferiche nel mercato dopatissimo del primo decennio 2000!

    Chi ha acquistato in quel decennio ha preso sole stratosferiche. E se devo essere sincera mi spiace per chi incautamente acquistò (senza troppo cervello) e pagando con quattrini propri o con mutui che comunque ha onorato. Questo è sicuro che ha pagato 300 quel che valeva e vale 150. Un po' meno mi spiace per chi , volendo fare il ricco senza il becco di un quattrino, ha comprato lo stesso bene con mutuo trentennale, e insomma...bastava 2+2 per intuire che un tale impegno per 30anni è INSOSTENIBILE con il tuo reddito o a fronte di qualunque imprevisto!

    Ma resta che quello 2000-2008 è stato il <mercato immobiliare con la rosolia grave> e NON il <mercato immobiliare>, che - dopo un ventennio tra patologia e terapie - si è ora perfettamente riassestato sul fisiologico e consente tranquillissimamente di fare buoni (anche ottimi) investimenti senza alcun patema, e anzi con molte più garanzie rispetto ad altri possibili investimenti.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • E' cambiata la mentalità perché è cambiato (fortemente) il lavoro.

    E sono cambiati (fortemente) i diritti dei lavoratori. Negli anni 70 i sindacati avrebbero bloccato il paese a oltranza se qualcuno avesse soppresso l'Articolo 18 (o se avesse retribuito i riders 1 euro a consegna). Perchè? Abbiamo (hanno) delocalizzato, smembrato le aziende statali e commissionato la manodopera ai paesi emergenti e alla Cina.


    Sento spesso nei talk show che bisogna "Creare Lavoro". Domanda: come si crea il lavoro se di fatto il paese è stato de-industrializzato? Ci mettiamo tutti a fare Start-Up?

  • La discussione è andata avanti seguendo un suo filone collaterale ..perché per quanto mi riguarda chi lavora troppo e troppissimo non lo fa perché davvero è necessario, è questo il mio 'punto'. Ad ogni modo il lavoro cambia ed evolve nel tempo nella modalità e nella forma e sta a noi saperci adeguare, cambiando anche prospettive, perché è innegabile che nella società di oggi fare il calzolaio non può avere lo stesso valore di 60 anni fa, visti i cambiamenti avvenuti negli usi e nei consumi. Intestardirsi a voler fare mestieri che non esistono più è un errore clamoroso; intestardirsi a laurearsi in discipline prive di appeal sul mercato del lavoro e pretendere di fare carriera con quelle è un errore clamoroso. Bisogna rimanere sempre adesi alla realtà e con occhio al futuro. Io non ho una visione catastrofica anzi, per me la società si è evoluta positivamente nel suo complesso, e spero in un futuro ancora migliore per tutti, ma certamente come avviene in natura chi resiste e va avanti è chi sa essere parte del cambiamento e non certo chi si oppone.

  • La discussione è andata avanti seguendo un suo filone collaterale ..perché per quanto mi riguarda chi lavora troppo e troppissimo non lo fa perché davvero è necessario, è questo il mio 'punto'. Ad ogni modo il lavoro cambia ed evolve nel tempo nella modalità e nella forma e sta a noi saperci adeguare, cambiando anche prospettive, perché è innegabile che nella società di oggi fare il calzolaio non può avere lo stesso valore di 60 anni fa, visti i cambiamenti avvenuti negli usi e nei consumi. Intestardirsi a voler fare mestieri che non esistono più è un errore clamoroso; intestardirsi a laurearsi in discipline prive di appeal sul mercato del lavoro e pretendere di fare carriera con quelle è un errore clamoroso. Bisogna rimanere sempre adesi alla realtà e con occhio al futuro. Io non ho una visione catastrofica anzi, per me la società si è evoluta positivamente nel suo complesso, e spero in un futuro ancora migliore per tutti, ma certamente come avviene in natura chi resiste e va avanti è chi sa essere parte del cambiamento e non certo chi si oppone.

    Più che altro sono diventati tanti e "troppi" i lavori che per loro natura richiedono un impegno che non può avere orari netti e precisi, a meno di non essere ben organizzato da chi occupa i piani alti della piramide.


    Ecco: questi dirigenti (dati alla mano) non sono stati in grado e/o non hanno voluto organizzare le cose in modo che il lavoro fosse "vivibile". Costava troppo o era troppo complicato. Hanno semplicemente scaricato sulle spalle dei nuovi lavoratori questi "pesi" lasciando che la natura del lavoro fosse intoccabile e si riversasse poi sulla vita dei lavoratori.


    Ho degli esempi eclatanti. Uno di questi è proprio la mega-azienda che gestisce i due social più famosi (FB e Insta). Chi lavora in queste società ha l'ordine calato dall'alto di far combaciare gli impegni della propria vita con quelli della natura del lavoro. Devono rispondere quasi a qualsiasi ora, sono sempre reperibili in ferie, determinate questioni possono essere sospese o abbandonate solo a soluzione trovata, etc.


    In cambio l'azienda ha: sbloccato tutti gli orari di lavoro (lavorano quando vogliono, purché portino a casa il risultato), hanno sbloccato le ferie (si possono fare vacanze a proprio piacimento), sbloccato gli incentivi (ogni risultato viene premiato), etc.


    Già nella forma dell'esempio il lavoro diventa dominante nella vita. Ora provate a immaginare cosa accade in Italia dove:

    • Gli orari di lavoro sono inflessibili e intoccabili e inderogabili.. ma solo se arrivi tardi. Se ti intrattieni di più: sono mazzi tuoi.
    • Gli stipendi sono regolati al minimo sindacale, fatto salvo casi di ricatti e raccomandazioni. (Fonte OCSE/ISTAT/inchieste)
    • Gli straordinari nel terziario e in parte del secondario non si pagano ma si rimborsano in "banca ore" (Fonte INAIL)
    • Le aziende sono in maggior parte piccole e improduttive (Fonte EU/ISTAT/Istituti di investimento internazionali)
    • I premi di produzione sono riservati solo ai piani alti e sono inesistenti, oppure palliativi (integrazioni dovute della retribuzione) per i piani bassi.
    • Le aziende piccole sono costantemente sotto organico e una parte del personale è rappresentata da raccomandati o famigliari dei padroni (quindi il personale attivo è ancor meno di quello conteggiato ufficialmente). (Dati ISTAT/EU/Inchieste giornalistiche)
    • La scala sociale è bloccata dal 1990 (Fonte ISTAT).
    • La maggior parte dei dirigenti sono "amici di amici" o i padroni stessi dell'azienda (quindi non necessariamente in grado di svolgere quel compito) (Fonte UE/Istituti di investimento/altri).


    Il risultato di questi e altri fattori è semplice:

    1. Chi può permetterselo si licenzia e non lavora (ISTAT)
    2. Chi può permetterselo un po' meno cambia lavoro e si rivolge alle multinazionali USA (che pagano più delle micro-aziende italiane) (ISTAT/INAIL/Sindacati autonomi)
    3. Chi può permetterselo un po' di più: va all'estero (ISTAT)
    4. Chi non può proprio permetterselo si fa schiavizzare o prende il reddito di cittadinanza (Dati in esame per INPS/ISTAT).
    5. Chi non può permetterselo, ma non vuole arrendersi: fa diventare il proprio lavoro la sua intera vita.. nella vana speranza di emergere con la produttività e riuscire a rientrare nelle categorie 2, 3 oppure 1.

    Forse nella quinta categoria di cui sopra ci sono alcuni di quelli che hai osservato tu.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

    Modificato una volta, l'ultima da bruce0wayne ().

  • bruce0wayne: ma certo mi trovo su tutto e la mia realtà è esattamente come l'hai descritta; ho lavorato anche per multinazionale americana e l'andazzo era lo stesso. Però sappi che esiste chi concepisce la propria vita esattamente così, cioè lo ritiene non solo accettabile ma del tutto normale. Solo un appunto.

    Io ammetto che non vorrei mai lavorare in un posto dove gli orari sono fissi, cioè per me è fondamentale poter avere una certa flessibilità, detesto le rigidità in ogni ambito della vita. Mi piace poter disporre del mio tempo almeno in parte e quindi per me non è un problema lavorare fino a tardi, purché non diventi la regola. Questo per dire che per me il concetto di "orario" di lavoro deve essere universalmente rivisto in nome della flessibilità, dove possibile ovviamente. Io sono anche per aperture dei negozi su turni H24; ovviamente con turnistica adeguata. Trovo vetusto impostare il lavoro impiegatizio a orari; vetusta per me anche l'idea di straordinario per questo tipo di lavoro. Per me il lavoro deve essere impostato per obiettivi. Personalmente non mi interessa dove si trova chi lavora con me e quanto dedica al lavoro, mi importa che mi dia risultati validi e in tempi rapidi, così per dire. Credo comunque che se le persone si imponessero un po' di più qualcosa si potrebbe cambiare.

  • Mi piace poter disporre del mio tempo almeno in parte e quindi per me non è un problema lavorare fino a tardi, purché non diventi la regola

    Purtroppo, almeno ascoltando gli altri (gente che lavora in negozi, bar etc,), buona parte lamenta di lavorare troppo e spesso con stipendi inadeguati.


    Logicamente (ed è questa la differenza, come direbbe un mio ex capo del personale: "Se ti vuoi licenziare accomodati pure, tanto fuori alla porta c'è la fila".

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. Ho perso il mio lavoro 13

      • Alpaca99
    2. Risposte
      13
      Visualizzazioni
      395
      13
    3. Andre73

    1. Pensione ancora lontana 12

      • cuphead
    2. Risposte
      12
      Visualizzazioni
      333
      12
    3. LeggeraMente

    1. Diario condiviso della giornata lavorativa 1.4k

      • Saritta
    2. Risposte
      1.4k
      Visualizzazioni
      61k
      1.4k
    3. Saritta

    1. Periodo lavorativo molto difficile 37

      • Zeta Reticuli
    2. Risposte
      37
      Visualizzazioni
      2.1k
      37
    3. Zeta Reticuli

    1. Atteggiamento strano di una collega 14

      • Tanja
    2. Risposte
      14
      Visualizzazioni
      624
      14
    3. Crisantema

    1. Mi sento in gabbia sul lavoro 2

      • Flavio10
    2. Risposte
      2
      Visualizzazioni
      224
      2
    3. Flavio10