Periodo lavorativo molto difficile

  • Chissà se resterò lì o se mi sposteranno.

    Certo che ora dover lavorare con l'ansia che al minimo errore inconsapevole rischi il posto di lavoro non è bello.

    Sono le 5:20 del mattino e sono sveglio da poco dopo le 2:15, sempre con la testa a rimuginare.

    Io mi aspettavo si una sospensione, ma non una cosa del genere.

    Sono veramente stanco, fisicamente e psicologicamente. Vorrei soltanto dormire ininterrottamente.

    E questa è l'ennesima conferma che se arrivi al burnout sei comunque colpevole, meritevole di punizioni e consapevole di quanto vieni lasciato solo da tutti.

    Tra due ore sarò di nuovo lì dentro, questa mattina in compagnia anche di uno dei quattro "testimoni", al quale la sua collega di turno si è rivolta tempo fa dicendogli "Ma non vi vergognate a fare questa cosa alle spalle di un collega?".

    Ancora 7 anni e qualche mese, sperando come ho scritto prima di non finire prima o poi nuovamente sotto i riflettori.

    Oramai non è più consentito essere umani, non è più permesso manifestare debolezze, stanchezza e vulnerabilità; il sistema ci vuole perfetti, programmati per dare 100 e costretti a dare 100000 senza fiatare.

  • Non decido io purtroppo. Arrivare a 67 anni richiede il suo tempo.

    Poi la vita cambia, forse in meglio, forse in peggio.

    Mio padre buonanima ebbe la fortuna di andare in pensione 10 anni prima del previsto (e questi dieci anni di contributi gli furono regalati dal datore di lavoro) , ma visto che c'era un mutuo da pagare si arrangiò per qualche anno aiutando una zia di mia madre nella gestione di un'edicola.

    Dopo diversi anni mio padre decise che era giunto il momento di fermarsi definitivamente e da quel giorno si trasformò completamente, da persona irascibile, scontrosa e burbera a vero e proprio "nonno di Heidi".

    Purtroppo è così; spesso il lavoro, per quanto amato e portato avanti con orgoglio nonostante certe vicende di povertà umana da parte di gente che, presumendo di valere o di saperne più di te, ti complicano la vita rimane per me una delle cause principali dei periodi più bui della vita di un essere umano.

    Lo so, capitano cose anche peggiori (disgrazie, malattie, eccetera) ed il lavoro per tante persone costituisce un modo per esprimersi e trarre soddisfazioni a non finire. È solo questione di fortuna.

    E tanto fanno il nostro carattere e la capacità di farsi scivolare addosso i contrattempi. Io non ci riesco quasi mai, sembro ricoperto di colla e sono sempre incline a prefigurarmi i peggiori scenari.

    Per questo dico che l'unica vita d'uscita è solo quella, ed io dovrò aspettare fino al 2033/2034.

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