La vita oltre il lavoro...

  • Mi rendo sempre più conto di come esistano persone che sono talmente concentrate sul lavoro da non fare altro, cioè vivono il lavoro in modo davvero totalizzante. Da una parte ammiro e provo forse "invidia" verso queste persone: evidentemente gli piace davvero ciò che fanno, al punto da farne la vita stessa. Nel mio ambiente (informatico, diciamo) ne conosco tante che mi danno questa impressione; certo, alcuni bluffano, è buona prassi farsi vedere totalmente dediti al lavoro, altrimenti si è un po' pesci fuori d'acqua. Ci sono i single giovani e nerd; questi sono disponibili praticamente H24. Poi c'è il tipico maschio alfa che pure se ha famiglia sta sempre sul pezzo, come se la famiglia che hanno non li riguardasse. Infine ci sono le donne in carriera, brave, bravissime, sempre sul pezzo anche loro, apparentemente senza famiglia anche loro. E senza hobby. Ad ogni modo per molti lavorare 10-12 ore al giorno è la norma. Io lavoro in questo settore da quasi 20 anni; ho raggiunto buoni risultati ma lo ammetto: io non vivo per lavorare, non l'ho mai fatto. Il mio lavoro mi piace, ma mi piacciono molte altre cose! Mi piacciono i miei hobby, mi piace suonare il pianoforte, mi piace l'arte, mi piace la fotografia, mi piace lo sport, mi piace correre, nuotare, andare in bicicletta, andare sui pattini! Mi piace portare al parco i miei bambini, mi piace insegnargli a camminare, a parlare, a suonare uno strumento, ad andare in bicicletta! Mi piace viaggiare! Non riesco a immaginare una vita di solo lavoro, per me sarebbe una vita tristissima, inutile. Capiamoci, so che le responsabilità richiedono tempo e dedizione, e mi sono sempre impegnata moltissimo; ma non ritengo accettabile l'essere fagocitati al 100% dal lavoro. Oggi ne parlavo con mio marito, che è abbastanza workaholic e fa il mio stesso lavoro, gli spiegavo che ultimamente ho pochissimo tempo per me stessa e i miei interessi profondi, e lui mi ha detto che sono io a non essere normale, perché la vita da adulti è questa: lavoro, lavoro e lavoro. Io penso invece che sia sano dedicarsi lavoro ma anche saper ricavare del tempo (1 ora al giorno?) per se stessi, altrimenti tutto perde senso e significato. Che ne dite?

  • Oggi ne parlavo con mio marito, che è abbastanza workaholic e fa il mio stesso lavoro, gli spiegavo che ultimamente ho pochissimo tempo per me stessa e i miei interessi profondi, e lui mi ha detto che sono io a non essere normale, perché la vita da adulti è questa: lavoro, lavoro e lavoro. Io penso invece che sia sano dedicarsi lavoro ma anche saper ricavare del tempo (1 ora al giorno?) per se stessi, altrimenti tutto perde senso e significato. Che ne dite?

    Dico che hai ragione.

  • :/ Giuro che non so rispondere. Benchè io sia da sempre una pasionaria del concetto che le "vacanze" non hanno senso durante le ferie, e che dobbiamo sapercele concedere ogni santo giorno, sia pure per piccole dosi.


    Parli di un'ora al giorno, che in teoria è anche meno di pochissimo.

    Però...parli anche di figli e vita privata, e in realtà a quelli già dedichiamo molto più di un'ora al giorno (e grazie a Dio! :) ).


    Io ero una divoratrice di libri, e pur con tutta la contrizione e vergogna possibile...non trovo più il tempo per leggere.


    Qualunque hobby o interesse che non sia coltivabile in ambiente domestico...(persino la banalissima palestra o piscina)...non è mai vero che richieda un'ora, perchè tra preparativi pre e post e poi percorsi e traffico e parcheggi...diventano tranquillamente tre ore.

    E analogo impegno vale per qualunque attività fuori casa, che si aggiungono alle ore che con tutto il piacere e doverosamente ognuno di noi dedica a figli e famiglia.


    E alla fine, sinceramente, mi trovo costretta sui numeri a convenire con tuo marito sul fatto che la vita da adulti (quanto meno per chiunque non sia dipendente senza possibilità di crescita, tipo il bidello e con tutto il rispetto nei suoi confronti) sia proprio quella che dice tuo marito.

    Peraltro mi sentirei ipocrita a tacere un aspetto importante di questa visuale : per tutti coloro che dall'essere più o meno performanti (nel lavoro autonomo come in quello dipendente/incentivabile) possono trarre soddisfazioni "in carriera"...c'è anche in questo una gratificazione che non è minimamente da sottovalutare e che non è seconda ad altre.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Mi rendo sempre più conto di come esistano persone che sono talmente concentrate sul lavoro da non fare altro, cioè vivono il lavoro in modo davvero totalizzante. Da una parte ammiro e provo forse "invidia" verso queste persone: evidentemente gli piace davvero ciò che fanno, al punto da farne la vita stessa. Nel mio ambiente (informatico, diciamo) ne conosco tante che mi danno questa impressione; certo, alcuni bluffano, è buona prassi farsi vedere totalmente dediti al lavoro, altrimenti si è un po' pesci fuori d'acqua. Ci sono i single giovani e nerd; questi sono disponibili praticamente H24. Poi c'è il tipico maschio alfa che pure se ha famiglia sta sempre sul pezzo, come se la famiglia che hanno non li riguardasse. Infine ci sono le donne in carriera, brave, bravissime, sempre sul pezzo anche loro, apparentemente senza famiglia anche loro. E senza hobby. Ad ogni modo per molti lavorare 10-12 ore al giorno è la norma. Io lavoro in questo settore da quasi 20 anni; ho raggiunto buoni risultati ma lo ammetto: io non vivo per lavorare, non l'ho mai fatto. Il mio lavoro mi piace, ma mi piacciono molte altre cose! Mi piacciono i miei hobby, mi piace suonare il pianoforte, mi piace l'arte, mi piace la fotografia, mi piace lo sport, mi piace correre, nuotare, andare in bicicletta, andare sui pattini! Mi piace portare al parco i miei bambini, mi piace insegnargli a camminare, a parlare, a suonare uno strumento, ad andare in bicicletta! Mi piace viaggiare! Non riesco a immaginare una vita di solo lavoro, per me sarebbe una vita tristissima, inutile. Capiamoci, so che le responsabilità richiedono tempo e dedizione, e mi sono sempre impegnata moltissimo; ma non ritengo accettabile l'essere fagocitati al 100% dal lavoro. Oggi ne parlavo con mio marito, che è abbastanza workaholic e fa il mio stesso lavoro, gli spiegavo che ultimamente ho pochissimo tempo per me stessa e i miei interessi profondi, e lui mi ha detto che sono io a non essere normale, perché la vita da adulti è questa: lavoro, lavoro e lavoro. Io penso invece che sia sano dedicarsi lavoro ma anche saper ricavare del tempo (1 ora al giorno?) per se stessi, altrimenti tutto perde senso e significato. Che ne dite?

    Mi ritrovo in quasi tutto quello che hai scritto e conosco bene il tipo di ambienti che descrivi. Io ho una storia professionale forse un pò particolare, in quanto volevo fare tutt'altro rispetto a lavorare per una grande azienda (volevo fare una libera professione un pò particolare diciamo). Poi per strani giri del destino mi sono in qualche modo "ritrovato" a fare prima il quadro e poi il dirigente già in giovane età e il meccanismo ha iniziato pian piano ad inghiottire e stritolare anche me senza quasi che me ne accorgessi.

    Intendiamoci, amo il mio lavoro e non sono mai andato in azienda malvolentieri ma, per ovvi motivi, lo stress derivante soprattutto dal lavorare per dei CdA che esigono il raggiungimento di risultati sempre più performanti è notevole.

    Mi accorgo di come, rispetto a qualche anno fa, sorrido di meno, sono meno spensierato anche fuori dal lavoro, soffro di più di somatizzazioni e di ipocondrie varie (d'altra parte se sono su NA da11 anni un motivo ci sarà :-).

    Detto questo, e visto che nemmeno io vivo per lavorare, ho estremamente bisogno di fare la mia ora di sport, di vedere almeno qualche volta le attività pomeridiane di mio figlio, di vedere seppur di rado gli amici "casinari"; in più ho la "capacità" (o la sf*ga:-) di appassionarmi sempre a cose nuove... insomma capisco perfettamente quel che vuoi dire.

    Come mi organizzo? Innanzitutto non mi sposto mai in auto ma solo in scooter durante tutto l'anno. In questo modo tutti i tempi di trasferimento casa/lavoro/scuola di mio figlio/palestra/altro sono estremamente ridotti. E' chiaro che non per tutti questa soluzione è praticabile.

    Seconda cosa, in pausa pranzo non mangio mai ma faccio sport (palestra, corsa, piscina) organizzandomi con spuntini pre e post. Se proprio so in anticipo che non riuscirei vado a correre il mattino presto.

    Se tengo particolarmente a presenziare a qualche attività di mio figlio il doposcuola, ci vado e poi finisco la sera a casa quel che mi rimane da fare.

    E' certamente un pò stressante anche incastrare tutto (ipposam docet) ma ad ora, non giocando nemmeno al superenalotto, non riesco a trovare altre soluzioni.. Che poi vanno bene per me e per il mio contesto e possono diventare inapplicabili per altri.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Acronimo: mi trovo su tutto e mi sono organizzata precisamente come te, tolto lo scooter. ☺️

    Ma il mio dubbio è: davvero esiste chi è realizzato così? Col solo lavoro? E non sente il desiderio di fare altro? Ma arrivati a 80 anni che cosa ricorderà della propria vita?

  • Mi rendo sempre più conto di come esistano persone che sono talmente concentrate sul lavoro da non fare altro, cioè vivono il lavoro in modo davvero totalizzante.

    Ci sono dei modelli a cui assomigliare: oggi per essere persone di successo devi avere un buon lavoro (carriera), il suv, una bella compagna, dei bei figli, farti le vacanze e i week-end, vestire in un certo modo. Più si è single più questi fattori sono amplificati anche perchè per molti sono elemento anche di conquista. Di fatto c'è un prezzo da pagare: la vita vola, ti scorre veloce davanti e poi>? In medio stat virtus varrebbe dire ma a volte si viene presi da certi vortici e ci si limita a vivere il momento.


    Nb: mi ricordo un ex manager che una volta disse : ho conosciuto bene la mia famiglia solo quando sono andato in pensione!

  • Essendo una persona molto introspettiva e introversa, il mio rimane sempre un occhio rivolto verso me stessa. Nella libera professione che ho scelto di fare cerco sempre di fare due cose: da un lato non individuarmi con il lavoro che faccio (della serie non sono un ing ma faccio l'ing) e dall'altro cerco di non farmi stritolare dallo stress.


    Il primo aspetto mi riesce molto bene, mi vedo sempre con i miei occhi e non come professionista. Con il secondo obiettivo invece sono meno brava, devo ammetterlo. Lavoro tante ore, ad alta intensità, mi porto a letto pensieri e preoccupazioni e non riesco a porre un freno realmente efficace.


    Mi accorgo però di essere in buona compagnia, il mondo del lavoro è impietoso.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Ma arrivati a 80 anni che cosa ricorderà della propria vita?

    E' sempre (secondo me) questione di punti di vista.

    Chi si dedica intensivamente e con successo ad un lavoro "incentivante" , è fuor di dubbio che da questo possa trarre gratificazioni anche importanti e di sostanza, e non parlo di quattrini. Parlo di gratificazioni personal-relazionali che nel benessere-vita possono avere e hanno il loro grande ruolo.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • gloriasinegloria: per me l'organizzazione rende possibile minimizzare i tempi per gli spostamenti e a volte anche meno di un'ora è sufficiente ad esempio per fare sport. Io ho sempre saltato la pausa pranzo per nuotare, avere una piscina vicino all'ufficio mi ha sempre reso possibile farlo senza spendere più di un'ora (10 minuti di spostamenti, 10 per doccia, il resto...crawl ☺️). Quando vado a correre mi alleno su scatti e l'allenamento dura 28 minuti; ho il parco davanti casa, in 35 minuti esco mi alleno e torno. Purtroppo ahimè ai bambini non riesco a dedicare molto più di un'ora, ma non è certo lo sport il limite, visto che lo pratico in orari in cui loro sono a scuola. Mi rendo conto che il tempo che ci passo è pochissimo, ma cerco di renderlo di qualità. Sul tema delle soddisfazioni lavorative, immagino che ci siano lavori che possano darne; penso a chi fa il chirurgo, chi salva vite umane. Ci sta. Nel mio caso la carriera dà solo soddisfazioni economiche e nemmeno così elevate; nulla che possa davvero cambiare la vita, ma per quello ci vorrebbe la vincita alla lotteria come diceva qualcuno. Inoltre le persone che vedo così votate al lavoro non sono affatto quelle in carriera; io parlo dell'informatico basic, persone che non faranno mai carriera (in Italia almeno) ma che danno moltissimo sui progetti. Certamente per dire a me piacerebbe salire ancora come livello ed è possibile; ma che questo diventi il mio scopo nella vita è impossibile ed è impossibile mi basti per rendere le mie giornate degne di essere vissute.

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