Da 4 anni senza lavoro

  • Chiedo scusa, solo ora ho potuto leggere le altre risposte che indicano una persona come Marco non in linea per determinati tipi di mestieri come l'OSS.

    Mi spiace deludervi, ma non servono particolari capacità per fare il medico, l'infermiere o l'OSS. Questa è una convinzione che deriva da un pensiero comune di chi di solito non ha esperienze di questi settori.

    Non so quale siano le vostre esperienze, ma è chiaro che di queste professioni o mestieri vi siate fatti un'idea che non è ciò che corrisponde alla realtà.

    Non sto qui a disquisire se lo Stato debba o non debba dare sussidi o reinserire i lavoratori nei loro vecchi ambiti di lavoro, perchè non è questo il problema di Marco. Oltretutto non credo che per un 50enne fare il meccanico o lavorare nella logistica per ripiego siano poi lavori più leggeri che fare l'OSS. Anzi il meccanico è un lavoro usurante ed estenuante, provate a piegarvi voi a 50 anni sotto una vettura per ore ed ore.

    Marco ha il problema di dover provvedere a se stesso dopo anni di inattività, sentire discorsi sullo Stato che non lo aiuta e di sicuro non lo farà a breve termine, non credo che sia utile anzi finirebbe ancora di più per convincerlo della sua "sfortuna" nella quale si sente immerso da anni. A Marco serve uno scatto d'orgoglio e rendersi conto che anche a 50 anni suonati c'è sempre una via di uscita e una nuova possibilità di rimettersi in piedi da soli, perché la realtà è questa. La società attuale non da possibilità a chi non cerca altre strade e a chi non si adatta ai cambiamenti e alle richieste del mercato del lavoro. Marco ha tutte le capacità sia intellettive sia umane per riuscire in un ambito assistenziale, perchè sta provando oramai da anni sulla sua pelle cosa significhi vivere una vita duramente e in difficoltà. Dite che forse riuscirebbe a compenetrarsi nella condizione di un ammalato non più autosufficiente o che non vede alternative davanti a sé se non la malattia, lo sconforto, o peggio la morte? Perchè è questo che serve a un medico un infermiere o un OSS essere in grado di provare empatia per chi si assiste e cura.

    Tutto il resto ripeto sono chiacchiere poco produttive per la condizione di Marco, che sarebbe bene fare al bar per perdere un po' di tempo tra un caffè e una pagina di giornale.

    Se non avete esperienza di determinati ambiti lavorativi non dateli per scontati per ciò che a voi parebbe essere quella professione o quel mestiere.

  • Questo lo penso anche io.

    Ai sussidi sono molto contraria, soprattutto in un paese come l'Italia. Si dovrebbe investire di più in strutture che professionalizzino le persone che restano fuori dal mercato del lavoro e che le aiutino concretamente a reinserirsi.

    Il punto è che saranno sempre più necessari, vuoi perché l'automazione avanza, vuoi perché non è possibile riqualificare tutti, e comunque mentre una persona si riqualifica deve avere di che mangiare. In Italia poi, gli stipendi tante volte fanno concorrenza ad un sussidio di sopravvivenza, il quale andava spesso ad integrare una paga al di sotto della soglia di povertà.

  • Il punto è che saranno sempre più necessari, vuoi perché l'automazione avanza, vuoi perché non è possibile riqualificare tutti, e comunque mentre una persona si riqualifica deve avere di che mangiare. In Italia poi, gli stipendi tante volte fanno concorrenza ad un sussidio di sopravvivenza, il quale andava spesso ad integrare una paga al di sotto della soglia di povertà

    È uno scenario economicamente insostenibile quindi la via dei sussidi è più che chiusa.

  • Ci sono alcune persone che non sono assolutamente portate per fare l'oss, ma non è una questione di età. Una persona di 60 anni può essere un ottimo oss, una di 20 anni magari no. Se si lavora nelle rsa è un lavoro abbastanza duro (soprattutto il turno del mattino), ma come dicevi tu, esistono lavori ben più logoranti; a 50 anni non è impossibile fare l'oss. Io diverso tempo fa diedi questo consiglio a Marco (di seguire il corso oss), perchè a me era servito per reinserirmi nel mondo del lavoro. Io non so se lui si senta portato o meno per fare questo mestiere, ma a questo punto potrei dargli un altro consiglio: fare domanda nelle rsa come ausiliario. Gli ausiliari fanno le pulizie e si occupano della lavanderia, è un lavoro che può fare anche un uomo. Nella casa di riposo nelle quale lavoravo precedentemente per sei mesi c'era un uomo che faceva le pulizie come ausiliario.

  • Sicuramente mayra, potrebbe anche fare così, ma credo che l'ausiliario sia una figura molto meno richiesta, proprio perchè accessibile a chiunque. Marco stesso lamentava questa difficoltà tipo nel settore della logistica dove ha lavorato per un breve periodo, dove va via uno e se ne prende un altro. Non c'è cosa peggiore di andare a lavorare in situazioni simili dove ti senti uno fra i tanti e per questo sei sostituibile in qualsiasi momento. Nella situazione di Marco forse gli potrebbe essere utile più che altro un impiego che non sia per tutti e che gli assicuri con un corso una certa professionalità non facilmente rimpiazzabile, ma gli serve anche solo per risollevarsi moralmente. Per questo mi sono permesso di ribattere la tua vecchia proposta sul corso per OSS.
    Inoltre credo che chiunque col suo lavoro faccia del bene al prossimo, difficilmente troverà probelmi a svolgere determinate mansioni. Ci sono situazioni affaticanti, ma anche soddisfazioni da mettere sul piatto della bilancia. Il recupero di un paziente, o lo stesso rapporto che si instaura con lui, può essere molto remunerativo anche per Marco stesso, lo aiuterebbe a vedere il suo momento di difficoltà in maniera diversa.
    A volte ci chiudiamo nel buio dei nostri problemi, e magari lo troviamo anche rassicurante. Spesso è questo che ci impedisce di metterci di nuovo in discussione facendoci forza per cominciare percorsi nuovi e dare una svolta in positivo a tutto.
    Mi auguro che Marco ci legga e che si renda conto che non è finito nulla finchè non lo deciderà lui, quindi non si deve mai rassegnare, anche se sta vivendo un momento difficile da anni, deve trovare la forza per risollevarsi da solo.

  • È uno scenario economicamente insostenibile quindi la via dei sussidi è più che chiusa.

    Il famoso reddito di base (ex reddito di cittadinanza) esiste praticamente in tutta Europa. L'ubi invece inizia ad essere testato in alcuni paesi, e sarà assolutamente necessario in un mondo in cui moltissimi lavori spariranno, e quelli nuovi che verranno saranno altamente specializzati. Già adesso alcune mansioni non esistono più, pensiamo al casellante in autostrada. Ovviamente ci sarà un nuovo tipo di economia, dove ad essere tassato sarà il lavoro della macchina. È una realtà che sarà necessaria, perché un'economia di soli disoccupati non è sostenibile, e nemmeno un'economia capitalistica come è tuttora, in quanto si basa sull'assioma che le risorse siano infinite. Già il sistema pensionistico è al collasso. In ogni caso, in questo passaggio epocale, credo che uno Stato che si professa civile non debba abbandonare un cittadino a sé, soprattutto se quest'ultimo è un over 40, o peggio ancora 50, magari con scarsa professionalità e/o possibilità di reinserimento. Andrebbe accompagnato ad un lavoro consono, anche perché potrebbe avere patologie che di per sé non danno invalidità, e comunque meno energie di un giovane.

  • Sicuramente mayra, potrebbe anche fare così, ma credo che l'ausiliario sia una figura molto meno richiesta, proprio perchè accessibile a chiunque. Marco stesso lamentava questa difficoltà tipo nel settore della logistica dove ha lavorato per un breve periodo, dove va via uno e se ne prende un altro. Non c'è cosa peggiore di andare a lavorare in situazioni simili dove ti senti uno fra i tanti e per questo sei sostituibile in qualsiasi momento. Nella situazione di Marco forse gli potrebbe essere utile più che altro un impiego che non sia per tutti e che gli assicuri con un corso una certa professionalità non facilmente rimpiazzabile, ma gli serve anche solo per risollevarsi moralmente. Per questo mi sono permesso di ribattere la tua vecchia proposta sul corso per OSS.
    Inoltre credo che chiunque col suo lavoro faccia del bene al prossimo, difficilmente troverà probelmi a svolgere determinate mansioni. Ci sono situazioni affaticanti, ma anche soddisfazioni da mettere sul piatto della bilancia. Il recupero di un paziente, o lo stesso rapporto che si instaura con lui, può essere molto remunerativo anche per Marco stesso, lo aiuterebbe a vedere il suo momento di difficoltà in maniera diversa.
    A volte ci chiudiamo nel buio dei nostri problemi, e magari lo troviamo anche rassicurante. Spesso è questo che ci impedisce di metterci di nuovo in discussione facendoci forza per cominciare percorsi nuovi e dare una svolta in positivo a tutto.
    Mi auguro che Marco ci legga e che si renda conto che non è finito nulla finchè non lo deciderà lui, quindi non si deve mai rassegnare, anche se sta vivendo un momento difficile da anni, deve trovare la forza per risollevarsi da solo.

    Il medico e l'infermiere sono due percorsi che richiedono anni di formazione per potervi accedere, è vero che soprattutto nel caso del medico questo spesso venga scelto per una questione meramente economica, ma è altrettanto vero che difficilmente una persona che sceglie di fare il medico si trova alla canna del gas. È un percorso che dura anni, e se uno realmente portato non lo è se ne accorge e molla il colpo. L'OSS invece viene vista come l'ultima spiaggia, ma non dovrebbe essere così, non può essere un ripiego, non è come mettere roba su uno scaffale. Si ha a che fare con malati, anziani, persone problematiche. Inoltre è un lavoro fisicamente molto pesante, e anche emotivamente impattante. Tra l'altro anche qui, lavoro buono adeguatamente retribuito ce n'è poco, solamente se si viene assunti nel pubblico, altrimenti si passa dalle cooperative e siamo alla schiavitù legalizzata. Per quello dico io, una persona deve avere una predisposizione per certe cose, poi ci troviamo operatori che picchiano e maltrattano gli ospiti. Magari Marco è interessato, questo non lo so. Se è così buon per lui... però ecco non può essere un ripiego un lavoro del genere. Io gli unici consigli che mi sento di dargli è di iscriversi alle graduatorie ATA che tra poco si apriranno (so che è molto difficile anche lì, ma fare la domanda non costa nulla), e poi contattare gli assistenti sociali per vedere cosa si può fare nel suo caso, magari con qualche conoscenza avendo 50 anni, un lavoro da portierato o similari riescono a trovarglielo e nel frattempo gli danno pure una mano con bollette o altro.

  • Il famoso reddito di base (ex reddito di cittadinanza) esiste praticamente in tutta Europa. L'ubi invece inizia ad essere testato in alcuni paesi, e sarà assolutamente necessario in un mondo in cui moltissimi lavori spariranno, e quelli nuovi che verranno saranno altamente specializzati. Già adesso alcune mansioni non esistono più, pensiamo al casellante in autostrada. Ovviamente ci sarà un nuovo tipo di economia, dove ad essere tassato sarà il lavoro della macchina. È una realtà che sarà necessaria, perché un'economia di soli disoccupati non è sostenibile, e nemmeno un'economia capitalistica come è tuttora, in quanto si basa sull'assioma che le risorse siano infinite. Già il sistema pensionistico è al collasso. In ogni caso, in questo passaggio epocale, credo che uno Stato che si professa civile non debba abbandonare un cittadino a sé, soprattutto se quest'ultimo è un over 40, o peggio ancora 50, magari con scarsa professionalità e/o possibilità di reinserimento. Andrebbe accompagnato ad un lavoro consono, anche perché potrebbe avere patologie che di per sé non danno invalidità, e comunque meno energie di un giovane.

    Condivido le problematiche ma in Italia il sussidio non può che fallire sul nascere, c'è una mentalità molto radicata troppo disonesta, l'abbiamo visto col reddito di cittadinanza che ha solo favorito enormemente il nero ed è fallito. Io personalmente conosco almeno una decina di persone che ci hanno arrotondato i lavori in nero o che addirittura si sono fatti licenziare da lavori di tutto rispetto (esempio lavorare nelle mense) pensando di averlo a vita in qualche modo.

    Le occupazioni dovranno cambiare, sono cambiamenti che fanno parte della storia da sempre, pensiamo a tutto l'artigianato che è praticamente morto, pensiamo alle centraliniste anni 40.

    Per alcuni sarà complicato, il cambiamento non è mai facile, ma lo Stato non si può far carico anche di questo, se pensiamo che già attualmente chi ha a casa un disabile o un anziano non autosufficiente è letteralmente abbandonato a se stesso e i numeri sono ben altri. Non vedo spazio alcuno per un'assistenza di migliaia di disoccupati che non sia formazione e un po' di spirito di adattamento; è utopia pensare di trovare un lavoro ben pagato e anche non troppo faticoso se non si hanno formazione, competenza, esperienza.

    Il sistema pensionistico è al collasso e certamente si andrà sempre più verso forme di pensione private, e sempre più verso uno Stato che assiste meno, non certo di più, senz'altro questo è il trend ed è ciò che vediamo.

    Sono d'accordo che non si abbandoni chi è davvero bisognoso di assistenza; già mettere i disabili e le loro famiglie in condizione di vivere con dignità sarebbe un passo epocale, ma siamo molto, molto lontani, per chi conosce questo mondo; trovarsi con in casa una persona disabile che consuma interamente le risorse economiche della famiglia e l'aiuto che si riceve è ridicolo.

  • Ma chi ha detto che fare l'OSS è un ripiego? Non l'ho mai pensato figuriamoci dirlo a Marco.

    Marco non deve considerare ripieghi come lavori, ma nuove opportunità!

    È molto diverso come concetto, ora non so se questa è un'opinione di chi la esprime, ma di certo non era quello che intendevo io nei miei commenti precedenti.

    Non vorrei ripetermi ma oltre alla fatica, nel fare l'OSS ci sono tutte una serie di remunerazioni immateriali che riguardano il rapporto con gli altri e il pensiero di far qualcosa per gli altri.

    Il personale che esce sui giornali per trattare male i pazienti è gente già frustrata che vive il lavoro appunto come un ripiego. Non credo sia il caso di Marco che mi sembra essere una persona intelligente e anche di una certa umanità, almeno per quello che scrive e per come lo scrive. Mi sembra una persona empatica, quindi perchè non consigliargli di mettersi in gioco in un' esperienza del genere? Al massimo male che va, se non dovesse sentirsela, lascia e si dimette per andare a fare l'ausiliario, il portiere o il personale Ata o ciò che più vorrà.

    Ha bisogno però di capire che nulla è impossibile alla sua età e deve rimettersi in gioco, questo è quello che conta. Finchè resterà nell'immobilismo del vedere tutto nero e chiuso attorno a sè, avrà poca voglia di ricominciare a mettersi in discussione.

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