A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie"

  • Ritorno su questo vecchio post perché mi sembra che questo sia un esempio di esagerazione che attribuisce tutto al patriarcato.

    Mi sembra che la necessità per un uomo, soprattutto giovane, di avere rapporti sessuali regolari e tutte le pulsioni che da questa necessità scaturiscono non sia un frutto del patriarcato, ma una questione meramente biologica e "decostruirla" sia veramente difficile.

    Ma allora anche le eiaculazioni notturne che i giovani hanno, non sarebbero il frutto di un organismo fatto per avere rapporti regolari, ma un frutto della mentalità patriarcale? Mi sembra davvero poco realistico.

    Poi ovviamente queste pulsioni non possono giustificare qualsiasi comportamento, ma credo che siano a monte del patriarcato e non una sua conseguenza.

    Non è ciò che ho scritto. Non nego (ovviamente) l'esistenza di istinti sessuali o pulsione biologica. Il punto che evidenziavo è come il desiderio sessuale non implichi alcun diritto automatico ad accedere ai corpi altrui. Nessuno ha il "diritto" di soddisfare i propri impulsi in qualsiasi momento o a spese di un'altra persona.


    Il problema non è quindi la pulsione in sé, ma la cornice culturale che la trasforma in una presunta "obbligazione sociale" verso il sesso o l'accesso ai corpi femminili. La mia critica riguarda precisamente questa aspettativa che possiamo senza dubbio definire patriarcale.

  • Distinguo e spiegazioni a mio avviso sono sempre importanti, non per attenuare, ma per fare chiarezza, sviscerare la complessità di un argomento.

    Non quando i distinguo vengono impiegati come mezzo per attenuare o relativizzare certi comportamenti, facendoli diventare strumenti di minimizzazione, anche involontaria, rispetto al problema di fondo.

    Non c'è alcuna riduzione, semplicemente non esiste solo il contesto culturale e sociale; esiste anche quello biologico, e ne esistono altri. La realtà è creata da una compartecipazione di fattori. Riduzionismo è, semmai, chiudere un cerchio in un solo spicchio.

    Non nego l'esistenza di fattori biologici o altri elementi che contribuiscono al comportamento umano, ma una eccessiva (o esclusiva) attenzione a questi rischia di oscurare completamente il ruolo del contesto culturale e sociale, che è invece determinante per rendere certi comportamenti possibili, tollerati o persino giustificati da alcuni, trascurando così un fattore fondamentale.

  • Va bene il passato faceva schifo e meno male che ce lo siamo messi dietro.

    Ma ora che abbiamo il presente come mai stiamo lo stesso a lamentarci?

    Non doveva essere migliore?

    Alba Cremisi dice che quando toglieremo gli ultimi retaggi del patriarcato allora forse andrà meglio.

    Speriamo.

    Il punto non è lamentarsi del presente in sé, quanto osservare che, anche oggi, non tutti i comportamenti tossici o sessisti vengono condannati in modo netto o vengono interiormente riconosciuti come inaccettabili. Non si tratta di negare i progressi fatti, ma di prendere atto che la cultura patriarcale mostra ancora tracce (più o meno) sotterranee, e distinguere ciò che è cambiato da ciò che persiste permette di capire dove intervenire per promuovere ulteriori cambiamenti positivi.

    Ora dirò una cavolata che mi sta frullando in testa. ^^


    Ci vorrebbe un "apollineo desessualizzato" cioè un sistema dove ci sono regole ma paritarie e dove l'istintualità passionale del sesso sia del tutto eliminata.

    Rimarrebbe solo l'amore platonico, candido, puro, idilliaco...

    Una cosa distopica. 8|

    L'idea di un mondo "apollineo", in cui l'istintualità sessuale sia eliminata, non è né realistica né desiderabile. Non si tratta di sopprimere la sessualità o i desideri naturali, ma di educare alla consapevolezza, al rispetto reciproco e alla responsabilità, creando un contesto sociale privo di oggettivazione e violenza, e questo percorso non richiede affatto l'annullamento della natura umana.

  • Ora dirò una cavolata che mi sta frullando in testa. ^^

    Ci rifletto con calma, a neuroni meglio recuperati.

    Però, se parliamo del sito mia moglie,

    stiamo parlando di uomini sposati e non soli. Uomini che avranno anche rapporti intimi.

    [...]

    Nel loro caso non ci vedo proprio un desiderio di riappropriarsi di qualcosa.

    Ma un desiderio più represso.

    Sì, infatti anche Giuseppex ha sollevato la stessa questione

    Quelli che hanno messo le foto delle mogli

    [...]

    Non che quella gente sia avulsa dall'apollineo, perché se trovano eccitante e trasgressivo far ciò, sanno che è una cosa moralmente riprovevole.

    In questo caso fa da padrone un aspetto di trasgressione, molto probabile, sì.

    Perché rischia di apparire (forse non intenzionalmente) come una critica all'emancipazione femminile, con l'implicita conseguenza logica di un ritorno a uno schema precedente.

    Sì, so che rischia di apparirlo, ma sinceramente, lungi da me auspicare un ritorno al "medioevo", figurati se voglio trovarmi intabarrata e con qualcuno che decide al mio posto. Proprio io che ho una viscerale allergia verso la violazione della sovranità personale.


    Semplicemente si parla di un fenomeno sociale.


    Se mai, da parte mia, può esserci una critica mia interiore, è rivolta al fenomeno della polarizzazione in senso lato; per quello cerco di mantenermi neutra e di capire o immedesimarmi sia nel punto di vista di un genere, sia in quello dell'altro.


    Questo perché, parlando della sofferenza

    Certo che le genera nella categoria maschile; e d'altronde prima ne pativa la categoria femminile, e anche lì non è che ci fosse tanta più pietà da parte del genere maschile verso tale patimento femminile, di quanta pietà oggi dimostri il genere femminile verso il patimento maschile.

    E la mia etica, invece...

    Personalmente, dunque, ho distinto un'etica dalla morale, la quale valuta plasticamente, ovvero cerca di calcolare quale sia la soluzione che causi minor dolore a tutti i soggetti in gioco in una dinamica complessa.

    Tutti i soggetti in gioco vuol dire proprio tutti, e su entrambi i fronti; per quello cerco di immedesimarmi, per non dimenticare

    In secondo piano la più umana pietà.

    Poi, è ovvio che se devo pensare di immedesimarmi, lo sforzo maggiore lo opero nel cercare di capire il punto di vista maschile, perché non devo fare alcuno sforzo per immedesimarmi in quello femminile, che è già il mio.

    Non è la liberazione femminile in sé a costituire un problema, che rimane un traguardo sacrosanto e imprescindibile in una società giusta e paritaria. Il nodo, piuttosto, si colloca in un contesto più ampio, in cui si intrecciano episodi di violenza e intolleranza, derive ideologiche ed estremismi.

    Vedi, è qui il punto: vederla come un problema io non la sto vedendo come un problema, anche se può sembrare.


    Nel senso che non sto cercando di attribuire delle colpe: "è colpa della liberazione o di Pincopallino", perché come hai detto, è sacrosanta e non è un processo ad ipotetiche colpe.


    Sto solo ragionando per causa-effetto entro i miei limiti per il cosiddetto butterfly effect; i quali limiti sono anche i limiti di una persona che ha uno scarso background di conoscenza storica. Per esempio, parlando di post '68 ho ripreso le parole utilizzate da Giuseppex, ma intendevo il fenomeno 60-80, sì.


    Il "domino" ha cominciato a muoversi pure prima, se andiamo a guardare, perché il diritto al voto è anche antecedente.

    Un simile ragionamento, però, non fa altro che confermare e rafforzare la concezione stessa del patriarcato contemporaneo.

    Diciamo che, salvo che non ci siano altre spiegazioni che ignoro, penso che tutta questa frustrazione sul fronte maschile sia consequenziale, in causa-effetto, all'emancipazione.


    Penso sia realistico che chi non è socialmente spigliato ci "rimanga sotto" nel processo di selezione naturale operato dalla ripristinata selettività femminile. La natura è funzionale, ma spesso ha una sua crudeltà: lo riconosco, e d'altronde prima la crudeltà si consumava tutta sul fronte opposto, perché le donne subivano. Non so se ci siano soluzioni etiche condivisibili.


    Sorry se dovessi aver saltato qualche punto, per oggi passerei la staffetta.

  • Per Siffredi sarà probabilmente una manna.

    Siffredi non penso ne soffra.

    Questo sistema attuale è Disneyland per i Siffredi, sembra che gliel'abbiano apparecchiato apposta. ^^

    Aspetta... mi prendo "cinque minuti" per comprendere.

    No è semplice...

    Leggere le cose non in maniera relativa, ma empirica, nel particolare anche se porta incoerenza.

    E' quello che fai tu e faccio anch'io, vedere una cosa da più lati più e più volte.

    Ci rifletto con calma, a neuroni meglio recuperati.

    No non ti ci spremere, era solo uno dei miei tanti pensieri che mi partono indirettamente.

    Quando ragiono su una cosa ne penso tante. :thumbup:

    penso che tutta questa frustrazione sul fronte maschile sia consequenziale, in causa-effetto, all'emancipazione.


    Penso sia realistico che chi non è socialmente spigliato ci "rimanga sotto" nel processo di selezione naturale operato dalla ripristinata selettività femminile.
    La natura è funzionale, ma spesso ha una sua crudeltà: lo riconosco, e d'altronde prima la crudeltà si consumava tutta sul fronte opposto, perché le donne subivano.

    Si gli incel soffrono questa cosa, è innegabile.

    E per incel intendo un ragazzo molto timido, nevrotico, insicuro ecc.

  • Diciamo che, salvo che non ci siano altre spiegazioni che ignoro, penso che tutta questa frustrazione sul fronte maschile sia consequenziale, in causa-effetto, all'emancipazione.


    Penso sia realistico che chi non è socialmente spigliato ci "rimanga sotto" nel processo di selezione naturale operato dalla ripristinata selettività femminile. La natura è funzionale, ma spesso ha una sua crudeltà: lo riconosco, e d'altronde prima la crudeltà si consumava tutta sul fronte opposto, perché le donne subivano. Non so se ci siano soluzioni etiche condivisibili.

    Mi sembra di capire che a tuo avviso, gli equilibri di potere si sono ribaltati, passando dall'uomo, nella società patriarcale, alla donna. Questo cambiamento sarebbe avvenuto tramite l'emancipazione, la quale avrebbe ripristinato la selettività femminile e quindi gli uomini, o almeno una parte, hanno perso alcuni dei privilegi che il sistema patriarcale garantiva loro.


    Io non credo che l'emancipazione della donna ribalti automaticamente "il gioco di potere" (presupponendo che è possibile solo una relazione di potere tra i generi, che sia in una direzione, o l'altra), se per emancipazione intendiamo autodeterminazione e libertà, pari diritti e quindi uguaglianza.


    Se invece parliamo delle derive sociali che non sono imputabili all'emancipazione femminile in sé, ma piuttosto a una forma di anarchia sociale e al disgregamento dei valori che sono stati sostituiti da logiche fluide e consumistiche (e questo non solo nei rapporti, ma nel tessuto della società), quindi dall'impoverimento progressivo della popolazione e dall'incertezza sul futuro (soprattutto per i giovani), che esaspera ulteriormente questa corsa al consumo ed esalta la dimensione del piacere e del desiderio personale quale "diritto", o della via di fuga dalla realtà tramite i social media, che consentono a dei gruppi di aggregarsi sotto medesime forme pensiero o "eggregore" come le definisci, trasformando così le relazioni tra uomo e donna in un ulteriore terreno di conflitto, potrei concordare.


    Se l'essere umano intende evolversi – e qui mi riferisco non a un'evoluzione biologica, ma spirituale, come crescita della coscienza – allora l'autonomia della donna all'interno della società diventa un passaggio inevitabile. Il regresso è imputabile ad altro.


    Il problema è che, in un mondo dominato dal profitto, gli ideali finiscono spesso per essere distorti e strumentalizzati, tanto dall’egoismo dei grandi poteri quanto da quello dei singoli.

    DALI :hibiscus:

  • Si gli incel soffrono questa cosa, è innegabile.

    E per incel intendo un ragazzo molto timido, nevrotico, insicuro ecc.

    Ed aggiungo che non è nemmeno tanto una questione di essere scartati con con un ordine perentorio della serie "brutto e sfigato sparisci" - non che non avviene eh - ma il fatto che ciò avviene anche in altra modalità, spiego...

    Tu sei un ragazzo normale e potresti attrarre qualche ragazza ma sei molto esitante ad agire perchè timido, insicuro, ansioso sulle conseguenze, scottato da altri rifiuti, temi la competizione di altri ecc...quindi vedi una ragazza ti fai un idea ma nel frattempo che sei preda delle paranoie alla fine ti passa avanti quello più sveglio e figo e te la "ruba".

    Alla fine alla ragazza in questione che gli frega della situazione? Lei se si ritrova davanti uno che la va bene prende e porta a casa e quello velato dal figo della situazione non viene neppure notato, cioè non sa nemmeno che esiste.

    Oggi un ragazzo se non è sveglio, furbo, non sa cogliere l'attimo...resta a guardare e stop.

  • Comincerei col dire che l'emancipazione femminile non è la causa della frustrazione maschile, ma il venir meno di privilegi impliciti che prima erano dati per scontati. Non è che "prima soffrivano le donne, ora soffrono gli uomini", la differenza è che oggi le donne hanno più libertà di scelta, e questo fa emergere insicurezze maschili che prima restavano mascherate.

    Ed aggiungo che non è nemmeno tanto una questione di essere scartati con con un ordine perentorio della serie "brutto e sfigato sparisci" - non che non avviene eh - ma il fatto che ciò avviene anche in altra modalità, spiego...

    Tu sei un ragazzo normale e potresti attrarre qualche ragazza ma sei molto esitante ad agire perchè timido, insicuro, ansioso sulle conseguenze, scottato da altri rifiuti, temi la competizione di altri ecc...quindi vedi una ragazza ti fai un idea ma nel frattempo che sei preda delle paranoie alla fine ti passa avanti quello più sveglio e figo e te la "ruba".

    Alla fine alla ragazza in questione che gli frega della situazione? Lei se si ritrova davanti uno che la va bene prende e porta a casa e quello velato dal figo della situazione non viene neppure notato, cioè non sa nemmeno che esiste.

    Oggi un ragazzo se non è sveglio, furbo, non sa cogliere l'attimo...resta a guardare e stop.

    Secondo me ci sono alcuni punti da chiarire: prima di tutto non si può "rubare" una ragazza, perché non è un oggetto da contendersi, ma una persona che sceglie con la sua testa. Già usare questo termine fa scivolare in un'ottica da "preda e cacciatore" che ripropone certe logiche patriarcali e comunque, a prescindere da ciò, parlare anche solo metaforicamente di "furto" in questo caso presume da parte di colui che viene "espropriato" un "possesso" pregresso che nei fatti invece è inesistente.


    Inoltre, non è che alla ragazza "non importi" dei timidi o degli insicuri: semplicemente spesso non si accorge neanche del loro interesse, perché non sono in grado di manifestarlo. E anche se lo sapesse, ha tutto il diritto di scegliere chi preferisce, senza dover fare la "buona samaritana" e mettersi con qualcuno per compassione. Tu lo faresti?


    Quanto poi al mito secondo cui per avere una ragazza bisogna essere obbligatoriamente "belli, ricchi o fighi", la realtà dice tutt'altro: la maggior parte degli uomini sono normalissimi, senza doti da modello o conti milionari, eppure molti di loro sono in coppia, o lo sono comunque stati. Quindi si tratta chiaramente di una narrativa incel/redpill senza riscontri oggettivi.


    Il vero problema nasce quando qualcuno, dopo qualche batosta, o presunta tale nella propria immaginazione, si chiude in sé stesso, smette di provarci, resta fermo a piagnucolarsi addosso nella sua (scomoda) comfort zone, e comincia a dare la colpa alle donne. A quel punto è inevitabile che le cose non migliorino: invece di assumersi la responsabilità e lavorare sulle proprie insicurezze e mancanze, si finisce a coltivare rancore e fantasie regressive (matrimoni combinati, "virtù" di società che trattano le donne come merce, ecc.). Così non si diventa di sicuro più attraenti, ma anzi ancora più respingenti, rimarcando proprio quelle caratteristiche da "sfigato" (come tu stesso li definisci) che rendono cronica l'incapacità di costruire relazioni sane con l'altro genere.

  • Ed aggiungo che non è nemmeno tanto una questione di essere scartati con con un ordine perentorio della serie "brutto e sfigato sparisci" - non che non avviene eh - ma il fatto che ciò avviene anche in altra modalità, spiego...

    Tu sei un ragazzo normale e potresti attrarre qualche ragazza ma sei molto esitante ad agire perchè timido, insicuro, ansioso sulle conseguenze, scottato da altri rifiuti, temi la competizione di altri ecc...quindi vedi una ragazza ti fai un idea ma nel frattempo che sei preda delle paranoie alla fine ti passa avanti quello più sveglio e figo e te la "ruba".

    Alla fine alla ragazza in questione che gli frega della situazione? Lei se si ritrova davanti uno che la va bene prende e porta a casa e quello velato dal figo della situazione non viene neppure notato, cioè non sa nemmeno che esiste.

    Oggi un ragazzo se non è sveglio, furbo, non sa cogliere l'attimo...resta a guardare e stop.

    Scusami ma ciò che dici è irrealistico.


    Può capitare una, due, persino tre volte di ricevere un rifiuto (accade anche alle donne). Ma davvero sostieni che sia "colpa dell'emancipazione" – cioè della parità giuridica, economica e lavorativa femminile – se un ragazzo non riesce ad approcciare una ragazza?


    Al di là del rifiuto come esperienza che, ripeto, può capitare e purtroppo capita: la questione la poni quasi a livello ontologico: davvero un ragazzo valido, normale, in qualunque contesto e circostanza, a prescindere da quante volte ci provi, sarebbe sempre e comunque scavalcato da un "figo" che arriva, prende per mano la ragazza e se la porta via?

    DALI :hibiscus:

  • Comincerei col dire che l'emancipazione femminile non è la causa della frustrazione maschile, ma il venir meno di privilegi impliciti che prima erano dati per scontati. Non è che "prima soffrivano le donne, ora soffrono gli uomini", la differenza è che oggi le donne hanno più libertà di scelta, e questo fa emergere insicurezze maschili che prima restavano mascherate.

    Le donne hanno più libertà di scelta all'interno di una mentalità che spesso proprio da parte delle donne, riversa sugli uomini gli stessi doveri che aveva in passato, con la differenza che in passato la legge tutelava di più l'uomo e le cose si compensavano.


    Per molte donne (oserei dire la maggioranza) è ancora l'uomo che deve corteggiare e farsi avanti, è ancora l'uomo che deve provvedere al mantenimento della famiglia (anche la donna lavora, ma un lavoro meno retribuito e meno prestigioso non influisce negativamente sul patrimonio e sullo status della famiglia), è l'uomo che subisce maggiormente lo stigma di non essere autonomo e di vivere ancora coi genitori; o anche altri pregiudizi minori come per esempio quello di non avere la patente e di non poter portare in giro una donna da lui appunto corteggiata, e altro ancora.


    L'uomo spesso si ritrova così a far fronte a vecchi stereotipi senza più essere tutelato dalla società e con donne che possono appunto scegliere molto di più, con il risultato che la competizione risulta molto più serrata. Da qui la fonte di frustrazione. Ovviamente il femminismo ha gioco facile nel colpevolizzare la frustrazione maschile riconducendola a un gioco di potere, come se ciò che conta per l'uomo fosse sempre esercitare il dominio sulla donna. Oltre la frustrazione, anche la colpevolizzazione, soprattutto da parte di società e istituzioni.


    Non vedo da parte delle femministe lo stesso impegno nel ricercare una società equilibrata. Mettono l'accento esclusivamente sul potere maschile come se fossero tutti gli uomini a trarne vantaggio, ma l'uomo medio da tempo ha smesso di fruirne. Ora io non mi riferisco a tutto il femminismo, ma quello mainstream sicuramente da tempo va in una direzione sola, e la colpa ovviamente è anche e principalmente dei mass media che amplificano questa tendenza.


    Se l'uomo deve perdere dei diritti esclusivi, dovrebbe ritrovarsi in una condizione equilibrata, ma così non è. Se no è un puro esercizio di potere, non ricerca della parità. Non vedo comprensione dall'altra parte, solo giudizio e colpevolizzazione (con la selettività del mondo femminile che resta immutata, come giustamente ha fatto notare qualcuno). Ma di questo non si parla, ci si diletta con il piccolo "patriarca" borghese che ha perso autorità...

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