Aggiungo comunque che anche a me angoscia il presente, o almeno certi aspetti di esso. Spero che la realtà sia comunque complessivamente migliore di quanto emerge da questi fatti di cronaca, anche se ormai qualche dubbio mi viene.

A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie"
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Va bene il passato faceva schifo e meno male che ce lo siamo messi dietro.
Ma ora che abbiamo il presente come mai stiamo lo stesso a lamentarci?
Non doveva essere migliore?
Alba Cremisi dice che quando toglieremo gli ultimi retaggi del patriarcato allora forse andrà meglio.
Speriamo.
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Ora dirò una cavolata che mi sta frullando in testa.
Ci vorrebbe un "apollineo desessualizzato" cioè un sistema dove ci sono regole ma paritarie e dove l'istintualità passionale del sesso sia del tutto eliminata.
Rimarrebbe solo l'amore platonico, candido, puro, idilliaco...
Una cosa distopica.
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Va bene il passato faceva schifo e meno male che ce lo siamo messi dietro.
Ma ora che abbiamo il presente come mai stiamo lo stesso a lamentarci?
Non doveva essere migliore?
Alba Cremisi dice che quando toglieremo gli ultimi retaggi del patriarcato allora forse andrà meglio.
Speriamo.
Per alcune cose era meglio il passato per altre è meglio il presente, si deve cercare di progredire, ma non è semplice e non è scontato.
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Ci vorrebbero solo uomini che non commettono reati. Non mi sembra tanto difficile.
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Sì, è così: passato apollineo e moderno dionisiaco.
Che poi è un ritorno, perché quando eravamo animali era solo dionisiaco, ma con la civilizzazione forzata abbiamo dovuto per forza diventare apollinei.
Mi sa che va a cicli, se, come dice Fran, si guardano i bassorilievi nei templi indù o le raffigurazioni nei palazzi romani.
Se a volte ha spinto all'aspetto apollineo, altre volte, a modo suo, penso che la civilizzazione abbia anche portato l'aspetto dionisiaco a vette di fantasia che scandalizzerebbero i ghepardi della savana...
Poi, non so quale sia l'aspetto migliore o se, come al solito, l'equilibrio stia nel mezzo.
Si vede che il video l'hai visto.
Oh yes, e mi tolgo tanto di cappello di fronte alla razionalità che esprime la ragazza.
Quindi più soggetta a vedere le cose per come sono,
È apprezzabilmente estremamente concreta, sì.
La detta sul fatto che oggi l'uomo è in contraddizione, perché da una parte gli va bene la liberalizzazione, perché in teoria gli dà più opportunità, ma dall'altra, vedendo che il "bene liberalizzato" è sempre inaccessibile, gli rimane triggera, e via di commenti infelici ecc.
Sì, ho capito questo aspetto, infatti lo ho scritto.
Anche se tale il giudizio, avviene appunto, in questo caso, solo nei confronti di quello femminile e non del proprio. Probabilmente perché vi è anche un ulteriore motivo di astio, nel fatto che esso ha sottratto loro l'aspetto del controllo.
La liberalizzazione ha tolto l'aspetto del controllo, perché ha restituito potere al genere femminile, potere le cui redini prima erano in mano a un solo genere.
Genere femminile che, poi, per natura, da liberalizzato, ha maggior potere tra i due generi nelle dinamiche relazionali per inclinazioni biologiche alla legge di selezione.
Quindi, se da un lato la liberalizzazione ha creato un boom di materiale fruibile, il potere sul "materiale" è divenuto ora virtuale e non più reale. Alias: nella realtà, molti restano con un pugno di mosche e tante belle immagini virtuali.
Quindi cercano di riappropriarsi di un'idea di controllo sulla realtà, almeno nella loro mente, simulando verbalmente situazioni in cui loro dominano. In più, tali situazioni vengono caricate di un bagaglio di emotività negativa: triste per la condizione di solitudine forzata e rabbiosa per gli istinti territoriali dominanti frustrati.
Mix emotivo istintivo che trova poi un bacino culturale nel vecchio aspetto di come la corrente di pensiero apollinea giudichi moralmente l'aspetto dionisiaco (soprattutto quello femminile).
Ma questo, purtroppo, era inevitabile, nel senso che essendo ormai settati ad essere apollinei (grazie alla civilizzazione) non digeriamo bene il nuovo dionisiaco.
Mah, c'è un po' il piede in due scarpe in questo senso. L'essere umano è anche opportunista, perché non è che poi siano dei santi genuflessi, in quanto ne usufruiscono dei vantaggi, anche se poi ne detestano gli svantaggi.
Solo che gli svantaggi sono più dei vantaggi, almeno per quella fascia che non è socialmente molto abile nelle relazioni. Per Siffredi sarà probabilmente una manna.
E per me ciò genera anche le nevrosi, ansie, depressioni... Poi basta vedere il Giappone, dove la cosa è ancor più estrema, di quanti scoppiati è piena, con vizi strani, gesti inconsulti, suicidi.
Sì, certo che le genera nella categoria maschile; e d'altronde prima ne pativa la categoria femminile, e anche lì non è che ci fosse tanta più pietà da parte del genere maschile verso tale patimento femminile, di quanta pietà oggi dimostri il genere femminile verso il patimento maschile.
Purtroppo è triste che ci siano lotte di potere e che, in mezzo ad esse, qualcuno finisca sempre per soffrirne, perché di fatto siamo tutti prima umani e dovremmo ricordarcelo.
Ma questo dal lato incapaci con le donne.
Oh yes, Siffredi non penso ne soffra.
Ma dal lato capaci non è che il leitmotiv di fondo sia diverso, cioè quelli che hanno messo le foto delle mogli
[...]
Non che quella gente sia avulsa dall'apollineo, perché se trovano eccitante e trasgressivo far ciò, sanno che è una cosa moralmente riprovevole.
Sì, qui parli del lato della trasgressione, che appunto altro non è che trasgressione alla vecchia mentalità apollinea, in quanto trasgredire elettrizza.
Per farla breve, ciò nei maschi sta generando cortocircuiti, ma in modalità diverse in base alle caratteristiche individuali.
Sì, tra l'altro, come di solito sempre avviene, a cavallo quando si passa da una fase a un'altra. Le transizioni tendono facilmente ad essere caotiche prima che si stabilisca un nuovo equilibrio; basta guardare nella vita degli esseri umani che caos può avvenire nell'adolescenza, prima che si stabilizzi la fase adulta.
Ed in conclusione convengo con te sul fatto che faccende come queste dovrebbero essere analizzate con piglio empirico come facevano i nostri antichi e non con il piglio moderno relativista o kantiano, dove ci sono leggi universali aka ideologie universali che vogliono far rientrare tutto in un'unica spiegazione relativa, che spiega ma spiega poco ed in maniera parziale.
Mai capito perché qui, in questi ultimi anni, ha preso sta moda che trae origine dal mondo germanico a noi alieno per natura.
Eh?!...
Rammenta che stai interloquendo con una "gnurante".
Aspetta... mi prendo "cinque minuti" per comprendere. Questa me la dipano più tardi se ci riesco, ora ho già il cervello un po' sul brasato.
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Quindi, cercano di riappropriarsi di un idea di controllo sulla realtà, almeno nella loro mente, simulando verbalmente situazioni in cui loro dominano, in più, tali situazioni vengono caricate di un bagaglio di emotività negativa, triste per la condizione di solitudine forzata e, rabbiosa per gli istinti territoriali dominanti frustrati.
Però se parliamo del sito mia moglie, stiamo parlando di uomini sposati e non soli. Uomini che avranno anche rapporti intimi.
Per me nel loro caso si tratta di caro e vecchio cuckholdismo. Una perversione che non possono mettere in pratica nella realtà e traslano nel virtuale.
Mostrano le foto delle mogli per trarre soddisfazione dall'umiliazione che deriva dal vedere la propria moglie essere sessualizzata da altri.
Nel loro caso non ci vedo proprio un desiderio di riappropriarsi di qualcosa.
Ma un desiderio più represso.
Per quanto riguarda quelli che postano foto di donne a caso, donne con le quali non hanno legami né niente, sono d'accordo con quanto dici.
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Ci vorrebbero solo uomini che non commettono reati. Non mi sembra tanto difficile.
Beh sì non è poi tanto difficile... basta non divulgare foto senza consenso, stuprare, uccidere. La maggioranza ce la fa diciamolo... è un sacrificio accettabile.
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La liberalizzazione ha tolto l'aspetto del controllo, perché ha restituito potere al genere femminile, potere le cui redini prima erano in mano a un solo genere.
Genere femminile che, poi, per natura, da liberalizzato, ha maggior potere tra i due generi nelle dinamiche relazionali per inclinazioni biologiche alla legge di selezione.
Quindi, se da un lato la liberalizzazione ha creato un boom di materiale fruibile, il potere sul "materiale" è divenuto ora virtuale e non più reale. Alias: nella realtà, molti restano con un pugno di mosche e tante belle immagini virtuali.
Quindi cercano di riappropriarsi di un'idea di controllo sulla realtà, almeno nella loro mente, simulando verbalmente situazioni in cui loro dominano. In più, tali situazioni vengono caricate di un bagaglio di emotività negativa: triste per la condizione di solitudine forzata e rabbiosa per gli istinti territoriali dominanti frustrati.
Mix emotivo istintivo che trova poi un bacino culturale nel vecchio aspetto di come la corrente di pensiero apollinea giudichi moralmente l'aspetto dionisiaco (soprattutto quello femminile).
Il femminismo delle prime ondate (anni '60-'80), più che rivendicare un potere femminile inteso come ribaltamento di una piramide sociale, ha avuto come obiettivo principale la conquista dell'uguaglianza e dei diritti paritari.
Il tema del "potere" non riguarda tanto il post '68, periodo in cui al centro del dibattito c'erano questioni come contraccezione, aborto, divorzio, parità lavorativa e critica al patriarcato storico -quello in cui l'uomo, in quanto padre e marito, deteneva un potere decisionale pressoché assoluto-.
Mi pare che per te e per giuseppex il nodo cruciale sia invece ciò che è avvenuto appena dopo il '68 e le trasformazioni che ne sono derivate. È naturale, dunque, che chi vi legge colga inevitabilmente la dimensione culturale del discorso, perché rischia di apparire (forse non intenzionalmente) come una critica all'emancipazione femminile, con l'implicita conseguenza logica di un ritorno a uno schema precedente.
A questo punto le possibilità sono due: o gli uomini sono ancora fortemente impregnati di cultura patriarcale, oppure sono talmente incapaci da non riuscire a evitare di reagire come tu descrivi, ossia con atteggiamenti riconducibili alla condizione di "Incel" (solitudine forzata, rabbia, frustrazione di fronte la libertà femminile, eccetera.). Un simile ragionamento, però, non fa altro che confermare e rafforzare la concezione stessa del patriarcato contemporaneo.
Lo dico da persona che si pone nei confronti di tale concezione con prudenza, assumendo spesso un atteggiamento all'occasione anche critico.
A mio avviso, il discorso è molto più complesso, sia sul piano dell'evoluzione sociale, sia su quello del pensiero femminista. Oggi, rispetto agli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, il quadro geopolitico ed economico si presenta radicalmente diverso: il capitalismo globalizzato e la società iper-consumistica hanno trasformato le dinamiche collettive, mentre le categorie politiche di "destra" e "sinistra", a mio parere, appaiono ormai esaurite e svuotate, quasi prive di una reale "anima".
Non è la liberazione femminile in sé a costituire un problema, che rimane un traguardo sacrosanto e imprescindibile in una società giusta e paritaria. Il nodo, piuttosto, si colloca in un contesto più ampio, in cui si intrecciano episodi di violenza e intolleranza, derive ideologiche ed estremismi.
Per questo non si può semplicemente compiere un salto diretto dal post-'68 al 2025, ciò che si è verificato è un lungo processo di trasformazioni, nel quale si è passati dalla spinta emancipatrice a una società segnata da logiche completamente diverse.
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una società segnata da logiche completamente diverse.
Molto spesso una logica di cosizzazione delle persone e delle relative relazioni... per fortuna non è sempre così e non lo è per tutti.
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