Le tensioni sul lavoro

  • se ci ripenso è stato un grande lusso: usare il proprio tempo per imparare la letteratura, la storia dell’arte eccetera.

    Lo penso spesso anche io.

    Ma nella tua vita hai mai provato a fare qualcos'altro?

    Seriamente, no.

    Ho provato a scrivere, ottenendo anche dei riconoscimenti (che per il poco che ho fatto è moltissimo), ma farne un lavoro è un'altra cosa.

    Mi piacerebbe molto poterlo fare: mi sentirei realizzata, darei voce a una creatività che sento di avere ma tengo compressa, potrei gestire tempo e luogo di lavoro ecc. Ma è davvero una scommessa sul nulla, avere entrate certe scrivendo è quasi utopia, mentre la vita ha costi reali e improcrastinabili.

    Alla fine poi il mio lavoro è in linea con gli studi, lo faccio molto bene (mi viene riconosciuto), posso farlo da remoto per buona parte, è ben pagato. Il problema è in sostanza il contesto.

  • Ricollegandomi a quanto ho appena detto, io la scuola la detestavo sia perchè la sentivo una imposizione, sia perchè stavo in una classe che mi aveva isolato completamente e con cui non sentivo alcuna affinità. Non sono mai stato tanto felice come il giorno del diploma, sapevo che non avrei visto più nessuno, né insegnanti né compagni.

    Lo capisco, deve essere stata molto dura! Io durante la scuola ho sofferto perché ero invisibile all’altro sesso, però per fortuna avevo relazioni di amicizia che resistono ancora oggi, quello aiuta.

  • Mi piacerebbe molto poterlo fare: mi sentirei realizzata, darei voce a una creatività che sento di avere ma tengo compressa, potrei gestire tempo e luogo di lavoro ecc. Ma è davvero una scommessa sul nulla, avere entrate certe scrivendo è quasi utopia, mentre la vita ha costi reali e improcrastinabili.

    Eh sì, la scrittura è un mondo difficile in cui entrare e francamente, non mi pare una delle categorie più serene, con la pressione che si trovano addosso.


    Magari a tempo perso, togliendo qualche ora al lavoro, potrebbe comunque darti soddisfazione.

    Alla fine poi il mio lavoro è in linea con gli studi, lo faccio molto bene (mi viene riconosciuto), posso farlo da remoto per buona parte, è ben pagato. Il problema è in sostanza il contesto.

    Però dici che la materia non ti interessa più di tanto. Questo spesso è un problema insormontabile.


    La materia da studiare scelta secondo pura razionalità richiede un certo carattere, uno che si fa scivolare addosso tutto il resto, accontentandosi di soldi/tempo/riconoscimento etc.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • La materia da studiare scelta secondo pura razionalità richiede un certo carattere, uno che si fa scivolare addosso tutto il resto, accontentandosi di soldi/tempo/riconoscimento etc.

    Esatto.

    Purtroppo io fatico a farmi scivolare addosso tutto.

    D'altra parte io credo anche che l'equilibrio che si trova sia sempre frutto di un certo compromesso tra tutti questi fattori, nessuno li soddisfa al 100% tutti, anzi: diciamo, volendo essere ottimisti, quasi nessuno.

    Io quando riesco a lavorare da remoto, tendenzialmente riesco a dar spazio a degli hobby che mi permettono di colmare il gap sulla soddisfazione complessiva della mia vita.

  • Allo stato attuale delle cose non so quanto consiglierei la strada dell'insegnamento, anche perché al netto degli aspetti positivi che indubbiamente ci sono (faccio l'insegnante) ci sono dei contro che non vengono percepiti fino a quando non si entra a scuola. Primo su tutti, al di là dello stipendio non commisurato alle enormi responsabilità che si hanno, è la scarsa considerazione sociale che i prof hanno nei confronti del società e il motivo è facile da intuire. Avendo permesso a chiunque, e sottolineo letteralmente chiunque, a mettere becco su questioni che fino a pochi decenni fa erano appannaggio dei professori adesso si è preferito dare ascolto a gente che in un'aula non ci è mai entrata. Questo aspetto, se sei un prof, ti pesa; perché è come se uno qualunque si permettesse di dire cosa debba fare un architetto o un notaio, senza contare che per molti alunni e genitori sei considerato alla stregua di un baby sitter.


    Le ore di lavoro sono comunque di più di quello che uno immagina: perché oltre alle lezioni frontali bisogna tenere conto delle riunioni, delle lezioni pomeridiane e del lavoro sommerso di preparazione delle lezioni e correzione dei compiti (quindi in buona sostanza le ore di lavoro settimanali tra una cosa e l'altra sono quasi le stesse di un altro lavoro). Poi è vero, ci sono periodi di sospensione delle lezioni, le quali però vengono compensate dagli esami a giugno (luglio) e a settembre.


    Detto questo si può provare se uno vuole, ma se poi ci si aspetta di trovare nella scuola un'alternativa a basso stress rispetto al lavoro che lascia potrebbe rimanere deluso.

  • Le ore di lavoro sono comunque di più di quello che uno immagina: perché oltre alle lezioni frontali bisogna tenere conto delle riunioni, delle lezioni pomeridiane e del lavoro sommerso di preparazione delle lezioni e correzione dei compiti (quindi in buona sostanza le ore di lavoro settimanali tra una cosa e l'altra sono quasi le stesse di un altro lavoro). Poi è vero, ci sono periodi di sospensione delle lezioni, le quali però vengono compensate dagli esami a giugno (luglio) e a settembre.

    Ho molte ex colleghe che ora sono insegnanti, la quantità di ore da dedicare al lavoro è molto conveniente per chi viene da IT: da noi sono minimo 40 ore settimanali + una decina on top come quelle che tu dici "sommerse", nemmeno pagate come straordinario per lo più.

    A fronte di uno stipendio similare a quello da insegnante, un informatico di base lavora sulle 45-50 ore a settimana.

    Sugli altri aspetti mi trovo con te, io non cambierei per i contro che ho descritto e quelli che citi tu stessa.

    Ma come orari rispetto a un impiego tradizionale è estremamente vantaggioso. Credo sia l'unico reale vantaggio, al di là che poi il lavoro deve davvero piacere.

  • Ho molte ex colleghe che ora sono insegnanti, la quantità di ore da dedicare al lavoro è molto conveniente per chi viene da IT: da noi sono minimo 40 ore settimanali + una decina on top come quelle che tu dici "sommerse", nemmeno pagate come straordinario per lo più.

    A fronte di uno stipendio similare a quello da insegnante, un informatico di base lavora sulle 45-50 ore a settimana.

    Sugli altri aspetti mi trovo con te, io non cambierei per i contro che ho descritto e quelli che citi tu stessa.

    Ma come orari rispetto a un impiego tradizionale è estremamente vantaggioso. Credo sia l'unico reale vantaggio, al di là che poi il lavoro deve davvero piacere.

    Certamente si può provare, l'unico modo è provare sulla propria pelle ;), ma tieni presente che lavorando come insegnante sarai giudicata da alunni, genitori, vicepresidi, dirigenti scolastici, colleghi e chi più ne ha più ne metta. Oltretutto fronteggiare dai 22 ai 28 ragazzi per classe ogni giorno tutti i giorni sappi che non è esattamente una passeggiata di salute :P . Ad ogni modo se la tua laurea ti consente di insegnare prova a vedere come ti trovi, magari se non sei in emergenza economica puoi provare con delle supplenze brevi di pochi mesi.


    Considera anche che all'inizio, a meno che non ci sia piena emergenza di personale per quella materia, non è detto che farai subito la prof nelle tue discipline e potresti dover accettare sostegno e non è detto che ti piaccia.


    Lo dico per prepararti, non certo per impedirti di farlo, anzi. In bocca al lupo!

  • Certamente si può provare, l'unico modo è provare sulla propria pelle ;) , ma tieni presente che lavorando come insegnante sarai giudicata da alunni, genitori, vicepresidi, dirigenti scolastici, colleghi e chi più ne ha più ne metta.

    Essere "giudicata" da chicchessia non mi spaventa invece per nulla, del resto io ho già svariati plotoni di esecuzione... ho pressioni pesantissime sul mio lavoro perchè sono in ballo interessi enormi e c'è gente che venderebbe la madre: io ho a che fare con capi che si giocano premi da 100k, ti lascio immaginare il genere di pressioni che ricevo da questi, per non parlare dei clienti. Non c'è proprio storia credimi: infatti chi è uscito lo ha fatto per questo ed è felice del cambio da questo punto di vista. Le mie ex colleghe passate a insegnare sono "rinate" in termini di serenità, di pressioni, di orari. Sono altri gli aspetti per me importanti tali da impedirmi di tentare questa strada:

    Considera anche che all'inizio, a meno che non ci sia piena emergenza di personale per quella materia, non è detto che farai subito la prof nelle tue discipline e potresti dover accettare sostegno e non è detto che ti piaccia.


    Lo dico per prepararti, non certo per impedirti di farlo, anzi. In bocca al lupo!

    La mia laurea è spendibile subito per supplenze (sono ingegnere), i temi per me sono precarietà, rigidità oraria, stipendio. Preferisco il mio mondo di squali a questo.

  • Essere "giudicata" da chicchessia non mi spaventa invece per nulla, del resto io ho già svariati plotoni di esecuzione... ho pressioni pesantissime sul mio lavoro perchè sono in ballo interessi enormi e c'è gente che venderebbe la madre: io ho a che fare con capi che si giocano premi da 100k, ti lascio immaginare il genere di pressioni che ricevo da questi, per non parlare dei clienti. Non c'è proprio storia credimi: infatti chi è uscito lo ha fatto per questo ed è felice del cambio da questo punto di vista. Le mie ex colleghe passate a insegnare sono "rinate" in termini di serenità, di pressioni, di orari. Sono altri gli aspetti per me importanti tali da impedirmi di tentare questa strada:

    La mia laurea è spendibile subito per supplenze (sono ingegnere), i temi per me sono precarietà, rigidità oraria, stipendio. Preferisco il mio mondo di squali a questo.

    Il fatto di non dover gestire soldi o non avere a che fare con premi da 100k non significa che il mondo della scuola sia il mondo degli unicorni rosa e dello zucchero filato, altrimenti non ci sarebbero così tanti casi di burn out tra i docenti (basta fare un piccola ricerca su google e ne trovi a bizzeffe di articoli sull'argomento ;) ).


    Il fatto che le tue colleghe siano rinate può voler dire tutto e niente, quando si inizia l'onda dell'entusiasmo iniziale è grande.


    Oppure sono in una condizione in cui possono permettersi di fare dei part time molto vantaggiosi.


    Pensa che io al contrario ho conosciuto architetti e ingegneri che quando hanno deciso di fare i prof si sono stupiti di quanto in realtà sia difficile e stressante affrontare la realtà scolastica tutti i giorni e mi hanno confessato che non pensavano fosse così.


    Comunque non volevo certo attaccarti, a giudicare dalla tua risposta mi sei sembrata un po' sulla difensiva. ;)


    In bocca al lupo per ogni cosa!

  • I lavori, come sempre, sono soggettivi; ciò che va bene per altri, sarà una tortura per alcuni. Lavorare con le persone non è facile, ma se a te piacciono tanto i bambini, magari ti potresti trovare meglio. Ognuno deve cercare il lavoro per il quale si sente più portato.

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