Ma ci sta, però è come dire che ci piace solo il bello e il facile della vita... fino a lì ci arriviamo tutti.
Senza dubbio sono io
Diciamo che sicuramente ci sono persone più portate di me ad accettarne gli aspetti meno piacevoli.
Ma ci sta, però è come dire che ci piace solo il bello e il facile della vita... fino a lì ci arriviamo tutti.
Senza dubbio sono io
Diciamo che sicuramente ci sono persone più portate di me ad accettarne gli aspetti meno piacevoli.
Comunque, meglio andare a lavoro che a scuola. L'ho sempre detestata, francamente, nonostante io abbia un lavoro altamente logorante che attualmente mi mette a dura prova; preferisco di gran lunga vivere la vita adulta e responsabile invece di quella esente da tutti gli oneri degli adulti. Come persona mi sento più completo e maturo rispetto al passato, soprattutto mi piace l'indipendenza che da bambini o ragazzi non si può avere. Credo che ognuno riesca ad apprezzare meglio alcuni passaggi da un'età all'altra; io, infatti, da giovane ho sofferto tantissimo per vari problemi, soprattutto di tipo sociale, che adesso mi sono gettato alle spalle.
Tornando invece più in tema di discussione, purtroppo il lavoro e lo stress che ne deriva continua ad essere un problema serissimo e irrisolvibile; le persone non fanno altro che riversare le proprie frustrazioni nell'ambiente estraneo che più frequentano. Sono fortunati coloro che hanno potuto scegliere un lavoro che amano.
Però, scusate, in Italia ormai la situazione è fuori controllo... Io parlo a volte con miei ex amici che sono all'estero e mi confermano che quello che gli racconto è follia.
Parlare dell'Italia è fuorviante ormai... non fa regola... è un piccolo paese rimasto nel Medioevo.
Io mi sono rinchiuso ormai nel mio mondo perché non trovo più niente e nessuno di ragionevole.
C'è una cattiveria ed imbarbarimento che fa paura.
Sono saltati tutti gli schemi.
Al lavoro ormai è pieno solo di gente che sembra gli abbiano conferito il titolo di genio stile Einstein o Bezos.
Comunque, meglio andare a lavoro che a scuola. L'ho sempre detestata, francamente, nonostante io abbia un lavoro altamente logorante che attualmente mi mette a dura prova; preferisco di gran lunga vivere la vita adulta e responsabile invece di quella esente da tutti gli oneri degli adulti. Come persona mi sento più completo e maturo rispetto al passato, soprattutto mi piace l'indipendenza che da bambini o ragazzi non si può avere. Credo che ognuno riesca ad apprezzare meglio alcuni passaggi da un'età all'altra; io, infatti, da giovane ho sofferto tantissimo per vari problemi, soprattutto di tipo sociale, che adesso mi sono gettato alle spalle.
Tornando invece più in tema di discussione, purtroppo il lavoro e lo stress che ne deriva continua ad essere un problema serissimo e irrisolvibile; le persone non fanno altro che riversare le proprie frustrazioni nell'ambiente estraneo che più frequentano. Sono fortunati coloro che hanno potuto scegliere un lavoro che amano.
A me invece piaceva studiare e ho ricordi bellissimi del liceo e anche dell'università.
Ricordo comunque che sui 30 la pensavo come te, adoravo l'indipendenza economica raggiunta ed ero molto proiettata sul lavoro.
Il mio problema col lavoro è nato in tempi relativamente recenti, quando la vita privata ha sorpassato la vita lavorativa in termini di soddisfazioni e di impegno che ho dovuto profondervi. Detto che mi è sempre piaciuto fare molte cose, i figli hanno fatto il resto, rendendo la mia vita enormemente più bella e significativa, al punto che nulla è stato più come prima, i miei hobby si sono moltiplicati mentre il mio interesse su questioni di nessuna importanza che spesso devo gestire al lavoro si è enormemente ridotto.
D'altra parte mi serve lavorare.
Almeno, mi dico, trovassi sul lavoro persone ricche di cultura, interessi, persone intelligenti, umanamente di spessore, persone da cui sentirmi arricchita dentro...nulla. Ho cambiato team, progetti, aziende. Nulla. Viceversa nei posti che frequento per hobby mi sento stimolata: ma posso dedicare poco.
A me invece piaceva studiare e ho ricordi bellissimi del liceo e anche dell'università.
Ricordo comunque che sui 30 la pensavo come te, adoravo l'indipendenza economica raggiunta ed ero molto proiettata sul lavoro.
Il mio problema col lavoro è nato in tempi relativamente recenti, quando la vita privata ha sorpassato la vita lavorativa in termini di soddisfazioni e di impegno che ho dovuto profondervi. Detto che mi è sempre piaciuto fare molte cose, i figli hanno fatto il resto, rendendo la mia vita enormemente più bella e significativa, al punto che nulla è stato più come prima, i miei hobby si sono moltiplicati mentre il mio interesse su questioni di nessuna importanza che spesso devo gestire al lavoro si è enormemente ridotto.
D'altra parte mi serve lavorare.
Almeno, mi dico, trovassi sul lavoro persone ricche di cultura, interessi, persone intelligenti, umanamente di spessore, persone da cui sentirmi arricchita dentro...nulla. Ho cambiato team, progetti, aziende. Nulla. Viceversa nei posti che frequento per hobby mi sento stimolata: ma posso dedicare poco.
Sul lavoro in Italia non puoi trovare nulla di quello che cerchi, perché siamo un Paese povero culturalmente e socialmente disunito, ignorante e poco acculturato.
Se non esistessero tre regioni del Nord che trainano l'Italia stessa, saremmo il Congo.
Ci stiamo arrivando, tranquilli.
Tornando invece più in tema di discussione, purtroppo il lavoro e lo stress che ne deriva continua ad essere un problema serissimo e irrisolvibile; le persone non fanno altro che riversare le proprie frustrazioni nell'ambiente estraneo che più frequentano. Sono fortunati coloro che hanno potuto scegliere un lavoro che amano.
Questo non lo nego. Grazie al cielo sono fortunata a lavorare in un ambiente dove c’è sufficiente armonia e nessuno se la prende con i colleghi, c’è molta attenzione.
Però preferivo di gran lunga studiare se ci ripenso è stato un grande lusso: usare il proprio tempo per imparare la letteratura, la storia dell’arte eccetera. Al liceo mi piacevano tutte le materie o quasi.
Almeno, mi dico, trovassi sul lavoro persone ricche di cultura, interessi, persone intelligenti, umanamente di spessore, persone da cui sentirmi arricchita dentro...nulla
Facilmente lo possono anche essere (ma fuori dal lavoro).
questioni di nessuna importanza
Dici niente...
Avranno anche loro la tua impressione e la frustrazione della mancata possibilità di scelta alimenta la frustrazione.
A me invece piaceva studiare e ho ricordi bellissimi del liceo e anche dell'università.
Non hai mai pensato di insegnare? Potresti provare anche solo per un anno scolastico e vedere come ti trovi, se è un'attività che ti stimola maggiormente.
Non hai mai pensato di insegnare? Potresti provare anche solo per un anno scolastico e vedere come ti trovi, se è un'attività che ti stimola maggiormente.
Ci ho pensato ma ci sono dei "contro" troppo importanti:
- dovrei fare un concorso e già solo per accedervi è prevista una formazione post laurea che non ho, parliamo di anni per arrivare ad essere di ruolo.
- un anno...e poi? Sinceramente l'idea del precariato mi spaventa, soprattutto alla mia età.
- per legge potrei insegnare solo materie tecniche, esattamente quelle che a me non interessano.
- la rigidità oraria la vivrei male: è vero che sono pochissime ore (meno della metà del mio attuale lavoro) ma tutte rigidamente predefinite...
Per non parlare dello stipendio che con le mie attuali spese sarebbe insostenibile.
Nel complesso non la vedo come strada percorribile, anche se ci vedo un lato umano che mi potrebbe motivare di più.
Mostra di PiùCi ho pensato ma ci sono dei "contro" troppo importanti:
- dovrei fare un concorso e già solo per accedervi è prevista una formazione post laurea che non ho, parliamo di anni per arrivare ad essere di ruolo.
- un anno...e poi? Sinceramente l'idea del precariato mi spaventa, soprattutto alla mia età.
- per legge potrei insegnare solo materie tecniche, esattamente quelle che a me non interessano.
- la rigidità oraria la vivrei male: è vero che sono pochissime ore (meno della metà del mio attuale lavoro) ma tutte rigidamente predefinite...
Per non parlare dello stipendio che con le mie attuali spese sarebbe insostenibile.
Nel complesso non la vedo come strada percorribile, anche se ci vedo un lato umano che mi potrebbe motivare di più.
Capisco, sono tutti motivi più che validi e comprensibili.
Ma nella tua vita hai mai provato a fare qualcos'altro?
A me invece piaceva studiare e ho ricordi
Almeno, mi dico, trovassi sul lavoro persone ricche di cultura, interessi, persone intelligenti, umanamente di spessore, persone da cui sentirmi arricchita dentro...nulla. Ho cambiato team, progetti, aziende. Nulla. Viceversa nei posti che frequento per hobby mi sento stimolata: ma posso dedicare poco.
Scrivi spesso di questa cosa, delle persone poco stimolanti e del fatto che abbiate pochi interessi. Forse queste persone non reggono il confronto con quelle che hai incontrato in passato, per quello non ti piace questa età. Scommetto che se trovassi persone adatte a te, allora non ti peserebbe. Io posso dirti che persone più in linea con i miei obiettivi e passioni le ho trovate nello stesso ambito lavorativo, ma cambiando reparto e da lì sono stato più appagato dalle relazioni personali. Non è detto che non possa essere la stessa cosa; a volte certi gruppi nascono male e finiscono peggio.
Questo non lo nego. Grazie al cielo sono fortunata a lavorare in un ambiente dove c’è sufficiente armonia e nessuno se la prende con i colleghi, c’è molta attenzione.
Però preferivo di gran lunga studiare
se ci ripenso è stato un grande lusso: usare il proprio tempo per imparare la letteratura, la storia dell’arte eccetera. Al liceo mi piacevano tutte le materie o quasi.
Ricollegandomi a quanto ho appena detto, io la scuola la detestavo sia perchè la sentivo una imposizione, sia perchè stavo in una classe che mi aveva isolato completamente e con cui non sentivo alcuna affinità. Non sono mai stato tanto felice come il giorno del diploma, sapevo che non avrei visto più nessuno, né insegnanti né compagni.
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