Tra le righe della comunicazione non verbale

  • Ciao a tutti, come ho scritto altre volte, purtroppo (o per fortuna) sono sensibilissima alla comunicazione verbale e non verbale. Credo che ciò derivi dall'ambiente in cui sono cresciuta, dal fatto di aver avuto una madre anaffettiva, fredda e giudicante e dal comportamento spesso imprevedibile. Ho imparato prestissimo (sin dall'età prescolare) a cogliere certi segnali, sforzandomi di capirne l'umore, di capire quando potevo parlare e quando era meglio tacere, di capire dal tono di voce o dallo sguardo se c'era rimprovero o (rarissima) approvazione. Vivevo sul filo del rasoio.


    Tutto questo lo ho dentro, fa parte di me, ha tracciato una strada dentro di me, mi ha resa quella che sono. Oggi questa cosa mi influenza molto nella comunicazione, soprattutto in quella che ricevo. Al di là di ciò che mi viene detto, io percepisco sempre molto altro. Questo a volte mi permette di capire e anticipare chi ho di fronte, di rispondere molto bene ad aspettative e necessità.


    Al contempo, però, mi crea a volte disagio. Adesso, ad esempio, in un contesto che conosco poco, mi rendo conto che gli input che ricevo non sempre sono attendibili. A volte vorrei sbagliare, perché la mia iper-percezione mi fa sentire continuamente allerta e analitica, anche quando non vorrei esserlo.


    Farò degli esempi pratici. Partecipo a un meeting, intervengo pochissimo perché in questo momento più che altro devo acquisire conoscenza di contesto e dominio. Dico quindi, quante, 2 o 3 parole? Al termine il capo mi convoca. Ci vado un po' nervosa, che mi dirà? E ricevo un sacco di complimenti, complimenti eccessivi, per quelle 2-3 cose che ho detto: sono stata bravissima, erano quelle le cose da dire, brava-brava-brava, rimarcato 3 volte. Penso che chiunque prenderebbe i complimenti come una conferma, ma la mia testa non li accetta. Perché si è complimentato? Cosa vuole davvero? Mi ha preso in giro, brava per quelle 2 cose scontate? Vuole fare una sorta di love bombing per farmi rendere di più? È uno sprone a impegnarmi di più? Insomma, il complimento eccessivo rispetto al contesto a me non piace e mi ha lasciato con dei punti di domanda nella testa.


    Altro tema. So che ci tiene che io assolva degli incarichi come mi ha detto lui di fare, cosa che a me pesa, anche se ho cercato di dissimulare la mia contrarietà. Io farei diversamente, ma non sono in condizione di scegliere, quindi mi adeguo in tutto e per tutto alla sua linea. Ho la sensazione (sempre per quella mia abilità) che lui abbia compreso che io farei diversamente, perché mi ha ripetuto la sua idea tante, troppe volte, come a rafforzare in me l'idea che è giusto fare così e devo fare così.


    E beh, alla fine di discorsi su altro, mi ha chiesto di dargli conto di come assolverò quegli incarichi, con una scusa. A me invece è risultato chiaro che lui teme io faccia di testa mia e vuole controllarmi. La cosa non vi dico quanto mi infastidisce; già mi infastidisce fare le cose come le vuole fare un altro, ma essere controllata è una cosa che non tollero. Lui, come dicevo, non me l'ha messa così, non mi ha detto che mi chiede conto per controllare, ma ha usato una scusa plausibile affinché gli riporti i fatti.


    Il problema è che la mia testa parte con le sue valutazioni e non gli crede. Peraltro, in tutta la vita, non mi è MAI capitato di sbagliare con queste mie sensazioni: ho sempre riscontrato ex post di avere avuto ragione.


    Cosa ne pensate? Io questo personaggio non l'ho ancora capito, ci sto ancora prendendo le misure, ma il fatto che mi arrivi un grosso payload di comunicazione non verbale che smentisce quella verbale non mi piace.

  • Secondo me, come tu stai studiando il nuovo contesto, loro - e il responsabile in particolare - stanno studiando te.

    Vedo nell'atteggiamento di lui sicuramente la volontà di tenerti sotto controllo, magari attraverso buone maniere, cioè girandoci intorno e lodandoti. Non vedo quelle lodi come false, ma forse come l'aggancio per aprire un varco e avere il controllo su ciò che fai e soprattutto su come lo fai. Atteggiamento comprensibile verso una nuova risorsa, devi vedere però se andando avanti non ti va stretto o se assume connotazioni pressanti.

    Ah, congratulazioni per il cambio lavoro! So che lo avevi ponderato tanto, hai avuto coraggio... In bocca al lupo.

  • Io anche ho avuto un padre anaffettivo, tossico e bulbero, controllante.

    Pertanto come te sono diventata molto sensibile ai comportamenti delle persone, analizzo tutti, conoscenti, amici ecc ecc, molto spesso riesco a prevederne le intenzioni e i loro cambi d'umore che spesso mi sembra di poter toccare, influenzando così il mio modo di comportarmi.

    E dato che anche io sono sempre sulla difensiva a volte sbaglio, sbaglio a giudicare l'altra persona, non considerando il fatto che non vuol dire che se lo "standard" si comporterebbe in un dato modo, quella persona rientra in quello standard solo perché ne ha i comportamenti, magari le intenzioni sono altre in realtà.

    Quando qualcuno mi fa un complimento le domande sono, perché? Che motivo ha? Mi sta prendendo in giro?

    Perfino il mio datore di lavoro quando cerca di incoraggiarci con premi e bonus, la mia mente si concentra sul fatto che secondo me è un inganno, che anche se arriviamo al risultato lui potrebbe non dircelo, che serve solo per farci impegnare di più anche se ci paga poco.

    Credo che a volte basterebbe farsi meno domande, a volte ai comportamenti delle persone non bisogna sempre dare una connotazione negativa o positiva, che forse sarebbe meglio lasciar perdere, ma mi rendo conto che non sia facile.

  • Credo che a volte basterebbe farsi meno domande, a volte ai comportamenti delle persone non bisogna sempre dare una connotazione negativa o positiva, che forse sarebbe meglio lasciar perdere, ma mi rendo conto che non sia facile.

    Purtroppo avendo sperimentato di avere avuto ragione in passato fatico a non farmi condizionare.

  • Probabilmente il tuo istinto ha avvertito una nota stonata in lui, ma questa nota stonata potrebbe essere qualsiasi cosa. Sicuramente tiene a che le sue risorse svolgano bene il proprio lavoro e per questo probabilmente ti sta studiando perché sei nuova. Forse, per evitare di risultare troppo pesante e controllante, ha calcato la mano sui complimenti, così da addolcire il tiro, e questo ti ha rimandato quella discrepanza che hai avvertito. Insomma, potrebbe anche non essere una cosa negativa, bisogna vedere sul lungo termine.


    Complimenti e in bocca al lupo per il nuovo lavoro anche da parte mia :)

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • Farò degli esempi pratici. Partecipo a un meeting, intervengo pochissimo perché in questo momento più che altro devo acquisire conoscenza di contesto e dominio. Dico quindi, quante, 2 o 3 parole? Al termine il capo mi convoca. Ci vado un po' nervosa, che mi dirà? E ricevo un sacco di complimenti, complimenti eccessivi, per quelle 2-3 cose che ho detto: sono stata bravissima, erano quelle le cose da dire, brava-brava-brava, rimarcato 3 volte. Penso che chiunque prenderebbe i complimenti come una conferma, ma la mia testa non li accetta. Perché si è complimentato? Cosa vuole davvero? Mi ha preso in giro, brava per quelle 2 cose scontate? Vuole fare una sorta di love bombing per farmi rendere di più? È uno sprone a impegnarmi di più? Insomma, il complimento eccessivo rispetto al contesto a me non piace e mi ha lasciato con dei punti di domanda nella testa.

    Allora, dunque: per quanto mi riguarda una reazione così avrebbe infastidito sulle prime anche me.

    Per poter dare un giudizio sulla reale sincerità di quei complimenti sarebbe stato necessario essere presenti, per via del linguaggio non verbale appunto, che però solo tu hai avuto modo di analizzare. Difficile dire cosa potrebbe esserci dietro.

    Ma un'opzione potrebbe essere che lui sia abituato a sottoposti che svolgono poco bene il loro lavoro e, avendo visto come lavori tu ed essendone rimasto piacevolmente stupito (anche dei tuoi interventi), ha, diciamo, esagerato in senso buono con i complimenti?

    Dico questo perché a me è capitata una cosa simile: il direttore di un'azienda per la quale lavoro, dopo un annetto di servizio, mi fece dei complimenti sinceri (questo sono abbastanza sicura) sul mio lavoro e davanti a tutti gli altri colleghi, complimenti che anch'io all'epoca giudicai eccessivi.

    Siccome so anche come lavorano alcuni suoi colleghi, mi sarebbe venuto da dirgli: "no guarda, io lavoro come dovrei, non faccio nulla di eccezionale, sono i tuoi colleghi che lavorano a c∙∙∙o" XD ... Meno male mi sono morsa la lingua :saint:

    Questo è solo un esempio per dirti che bisogna vedere il contesto e giudicare con i propri occhi, ma comunque fai bene a fidarti delle tue sensazioni, se in passato non ti sei sbagliata.

    Altro tema. So che ci tiene che io assolva degli incarichi come mi ha detto lui di fare, cosa che a me pesa, anche se ho cercato di dissimulare la mia contrarietà. Io farei diversamente, ma non sono in condizione di scegliere, quindi mi adeguo in tutto e per tutto alla sua linea. Ho la sensazione (sempre per quella mia abilità) che lui abbia compreso che io farei diversamente, perché mi ha ripetuto la sua idea tante, troppe volte, come a rafforzare in me l'idea che è giusto fare così e devo fare così.

    Questo purtroppo è l'aspetto negativo della dipendenza, non hai scelta e ti tocca fare le cose come te le impone il tuo superiore (cosa che, a me personalmente, non è mai piaciuta). La "dipendenza" spesso rappresenta una vera e propria mentalità, e a te mi pare di capire ti vada un po' stretta (come a me).


    Hai comunque provato a dirgli che avresti preferito svolgere il lavoro in un altro modo, esponendo le tue ragioni? Lui come ha reagito?

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