La vostra è una città felice?

  • C’è ansia (ok quella c’è dappertutto), fretta smisurata per ogni cosa, attaccamento ai beni materiali, smania di apparire e mostrare, diffidenza generalizzata, insulto pronto al minimo fastidio, insofferenza, frenesia, si prende tutto con eccessiva serietà, confronto poco costruttivo, sensazione di essere fuori tempo, sospetto, chiusura mentale, difesa del proprio micro orto dalle minacce altrui.

    Ovvio non tutti sono così e ci sono anche persone serene! Ma il mood che si respira per la maggiore è quello.

    Quando si vive in città grandi la differenza la fa anche la zona in cui si vive.

    Ti direi che nella mia zona c'è un bel mood; mi piace molto infatti stare in smart working anche per questo, in pausa pranzo esco e trovo un'atmosfera bellissima, mentre già dove lavoro (a meno di 10 km) l'atmosfera è profondamente diversa.

    In ogni caso tra le cose che citi non vedo assolutamente smania di apparire e mostrare, non vedo nemmeno sensazione di essere fuori tempo, sospetto, chiusura mentale, difesa dell'orto: nulla di tutto questo.

    Diciamo che dove vivo, è un posto bellissimo con un bel mood, c'è serenità, apertura mentale, attitutidine amichevole.

    Dove lavoro (stessa città) vedo ansia, fretta smisurata, frenesia, diffidenza, grigiore.

  • La mia non è una "bella" città, non è una città che giri per vedere edifici ed angoli belli. È tenuta bene, salvo i cantieri aperti negli anni, piccola e vivibile. A primo impatto. Poi c'è la questione etnica (che sfugge ai più), una chiusura di fondo che è specchio di un senso di inferiorità di origine più lontana.


    Siamo felici? No, non credo proprio, abbiamo uno dei più alti tassi di suicidio. Il buio, il freddo, la scarsa socialità. Qui si dice "è cosi" e si va avanti.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • E io sono una che in genere la difende a spada tratta e ne va fiera: sono affezionata, è la mia città, abbiamo arte, cibo, natura, siamo circondati da bellezze. La gente è di buon cuore, anche se all’apparenza può non sembrarlo.

    Ma il mood non è felice.

    Io vivo principalmente in due località, una è una città e uno è un paese (anche se è stato naturalizzato come "Città" per motivi storici).


    Il paese è mediamente depresso. Praticamente è malinconico nel senso stretto del termine. Le attività commerciali sono quasi tutte chiuse, tranne le storiche e alcune iper-moderne. Non ci sono quasi più bambini per le strade e le scuole viaggiano a regime ridotto a causa della bassa natalità.


    Negli ultimi anni le famiglie più influenti della zona, non potendo continuare a trarre denaro dalle attività commerciali: hanno venduto terreni e fabbricati alle multinazionali della logistica che hanno poi assunto quasi tutti i lavoratori della zona a stipendi da fame.


    A capeggiare in paese restano solo i nonni. Quando passo in moto in paese sento ancora l'odore di cibi tradizionali cucinati da loro e vedo le auto dei nipoti parcheggiate per strada.


    In città invece le cose vanno meglio, ma semplicemente perché ci sono più soldi nei conti correnti di chi la abita e non sta troppo in periferia. Ci sono ancora ritrovi, mercatini, cose artistiche, cose immateriali gratis per tutti. Si vedono ancora bambini (anche se pochi) e mamme, tantissime provenienti da Paesi esteri. In città si percepisce tantissimo il fenomeno migratorio, molto più che in paese.


    Di notte c'è il coprifuoco, perché i reati minori sono più che centuplicati in una manciata di anni, per cui le persone vivono solo di giorno.


    C’è ansia (ok quella c’è dappertutto), fretta smisurata per ogni cosa, attaccamento ai beni materiali, smania di apparire e mostrare, diffidenza generalizzata, insulto pronto al minimo fastidio, insofferenza, frenesia, si prende tutto con eccessiva serietà, confronto poco costruttivo, sensazione di essere fuori tempo, sospetto, chiusura mentale, difesa del proprio micro orto dalle minacce altrui.

    Ovvio non tutti sono così e ci sono anche persone serene! Ma il mood che si respira per la maggiore è quello.

    Si tratta di una condizione fisiologica. Un po' è italiana, come dice Acronimo , un po' è data dalla depressione economica a cui ci affacciamo.


    La rivalsa sull'immagine e la "gelosia dei propri averi" è tipica di quando questi averi vanno progressivamente scomparendo.


    Anche il prendere tutto con serietà è una conseguenza psichica indiretta del non essere sereni, dell'avere preoccupazione per il futuro, di decrescere anziché crescere e/o di sapere di non poter soddisfare i propri bisogni... quindi si compensa con altro o con l'immagine.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • La città dove abito (Torino) non saprei dire se è una città felice, però a me piace, soprattutto alcuni quartieri. La cosa brutta è che in questo periodo ci sono diversi lavori in corso, quindi spesso alcuni tram devono deviare il loro normale percorso.

  • La città dove abito (Torino) non saprei dire se è una città felice, però a me piace, soprattutto alcuni quartieri. La cosa brutta è che in questo periodo ci sono diversi lavori in corso, quindi spesso alcuni tram devono deviare il loro normale percorso.

    Torino purtroppo è depressa da tempo. Paga la dipartita di Fiat e di tutto l'indotto. L'economia della zona è in depressione ormai da 20 anni.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Offre veramente tanto e questo ti aiuta ad occupare il tuo tempo, tra musei, cinema, parchi e attività di gruppo, hai anche modo di conoscere gente. Vivrei fuori da Torino, perché non mi piace l'inquinamento, ma è bella come città. C'è anche vita notturna, così se hai un lavoro full time sei a posto.

  • La mia attualmente non è una città felice. E' trascurata, nervosa, frenetica, caotica, indifferente il più delle volte... bellissima e un po' persa. Ma, come detto da Fran, poi ti ritrovi nel tuo piccolo quartiere che è come un micro cosmo, in cui incontri sempre le stesse persone e senti di far parte di una piccola grande rete dispersa tra tante altre reti.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • sempre più traffico e via vai con tutti di corsa.

    Da noi ultimamente ci sono gravi e crescenti problemi circa i trasporti pubblici.

    La città non è grande, ma è molto trafficata.

    Gli autobus sono sovraffollati, saltano spesso corse, gli abbonamenti per studenti costano molto ma i disservizi aumentano, ci sono lamentele e reclami ogni giorno, articoli sul giornale della città; e, cosa abominevole, aumentano le aggressioni al personale in servizio, autisti in primis.

    C'è in ballo il progetto di ripristino del tram, cosa assurda secondo me: milioni che saranno spesi per complicare ulteriormente il traffico (tra l'altro le strade cittadine sono strette, c'è poco spazio).

    C'è una bellissima metropolitana, ma serve una zona molto ristretta.

    ma poi c'è il mio quartiere periferico che si fa progressivamente comunità, variopinta, non sempre facile, ma comunque sempre più casa comune e questo consola quando la sera ritorno dal lavoro.

    Forse solo i "nativi" di piccoli centri abitati e frazioni di Paesi si "salvano" da questa corrente di tensione e frenesia; non saranno facili e avranno altri problemi, ma forse più umanità. Molti quartieri e paesi interi sono invece troppo eterogenei oggi: il comune in cui vivono i miei, per esempio, ha acquisito valore per il mercato mobiliare (appartamenti nuovi inavvicinabili) attirando cittadini e gente benestante da altre zone. Ormai è rimasto poco della vecchia comunità, principalmente anziani.

    Il piccolo paese da cui provengo e in cui torno ogni tanto è tristissimo, la solitudine si percepisce molto di più e non ci sono vie di fuga.

    Le piccole comunità sono un'arma a doppio taglio...

    Tempo fa ero stata un weekend in un remoto paesino della mia provincia, verso la montagna, perché i genitori del mio compagno avevano affittato una casa per l'estate. Era desolato. Per noi era piacevole e rilassante, ma abbiamo trascorso la serata con un ex pusher in libertà vigilata, che ci ha descritto come la gioventù in quel paese fosse sulla via della perdizione. Sono così isolati che non hanno stimoli, e chi resta lì si attacca all'alcol o altre dipendenze. A noi era sembrato assurdo: in un'oretta di auto, sarebbero potuti arrivare al centro città. Ma probabilmente si tratta di mentalità radicate.

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