Buongiorno a tutti, premetto che sarà un post abbastanza lungo, quindi grazie a chi lo leggerà tutto.
Ho 26 anni, fra poche settimane, e sono in una relazione di circa due anni con questo ragazzo di 33. Purtroppo, non va tutto bene. Quando ci siamo messi insieme, io ero in una situazione familiare abbastanza particolare: i miei si stavano separando e mia madre si ammalava di una forte depressione, oltre ad altri disturbi come il disturbo bipolare. Mi sono ritrovata sola a gestire tutta questa situazione, non potendo fare affidamento su mio padre che si era appena separato. Ho trascorso un anno davvero difficile, allontanandomi da tutti i miei amici e desiderando non vivere più a causa del dolore che provavo. Mi toccava fare tutto da sola a casa: cucinare, pulire, stirare e sopportare mia madre, che è una persona difficile da gestire. Mi ha sempre denigrato, abbattuto e non mi ha mai sostenuto in nulla nella mia vita, creandomi un grande senso di insicurezza e inadeguatezza. Durante quell'anno, ho pensato spesso al suicidio come soluzione per non soffrire così tanto. Fortunatamente, ho avuto il mio ragazzo al mio fianco e una psicoterapeuta, e col tempo il dolore si è "guarito" in parte. Adesso sto vivendo un periodo abbastanza stabile: lavoro, studio, faccio palestra e ho fatto nuove amicizie. Direi che sono abbastanza serena.
Il problema principale in tutto ciò, e un problema ricorrente fin dall'inizio, è il rapporto con i suoi genitori. Io provengo da una famiglia molto umile, mia madre non ha mai veramente lavorato a causa della sua condizione mentale. È una persona molto modesta e con poche ambizioni. Mio padre era l'unico a lavorare come operaio per sostenere tutti e tre noi. Fin da quando avevo 18 anni, mi sono impegnata in mille lavori, sempre attiva e mi concedo dei piaceri, anche se con molte difficoltà. Le domeniche le passavo sempre a casa, senza mai fare vacanze o godermi una vita felice, senza torte di compleanno. Mia madre era immersa nella sua bolla di depressione e rancore verso il mondo. Mi scontro con la famiglia del mio ragazzo, persone molto benestanti: una madre ambiziosa con una carriera brillante nel mondo dell'arte e dirigente italiana di importanti musei, e un padre esperto nel campo medico, soci del Rotary, amici di industriali, case, vacanze, piscine e una bella vita.
E da questa differenza sociale, forte, che scaturiscono i miei disagi. All'inizio, provo un forte senso di inadeguatezza e vergogna per la mia classe sociale. Non posso raccontare nulla della mia famiglia e ogni volta che li incontro, provo frustrazione al punto da piangere. Sua madre è quella che comanda, tiene la conversazione e quando mi vede, mi fa trattare come se fossi in stato di soggezione su tutto, anche su come si usa una forchetta, parlando dei viaggi che ha fatto e di tutte le sue cose private. Parla solo di sé per ore ed io devo ascoltarla. Tutto ciò mi crea un forte malessere interiore e ovviamente sfogo queste frustrazioni con lui. Poi, nell'ultimo periodo, entra a gamba tesa nelle nostre conversazioni, dicendo che dovremmo frequentare i figli dei loro amici, fare certe vacanze, andare alle serate Rotary. Vuole che lui, a 33 anni, si iscriva a Odontoiatria (6 anni di facoltà difficilissimi) perché deve assolutamente diventare medico. Mi vuole regalare a tutti i costi dei vestiti usati suoi che fanno schifo, come se fossi una poveraccia. Quando dico qualcosa, lei risponde dicendo che non li porto perché non frequentiamo gli ambienti giusti. Se vado alla cena dei nostri amici, apprezzerebbero il mio vestito vintage. Sono tutte cose assurde e morbose.
Ma il bello è che lui ovviamente dipende totalmente da loro. Sì, le risponde quando esagera, ma la maggior parte delle volte è sempre un "sì mamma, hai ragione". Quando provo a dirgli che non mi va bene che lei controlli la nostra vita, perché è questo che vuole fare quella donna, farlo diventare come lei, un clone, lui mi dice che dovrei essere più flessibile, che non tutti sono perfetti, che a volte bisogna mettere da parte l'orgoglio e ascoltare i consigli delle persone più anziane. Dice che se faccio così, rimarrò sola.
Scusa tanto, ma io voglio fare le mie scelte, frequentare le persone che scelgo io... Quindi veramente mi chiedo cosa devo fare? Lasciarlo... no, perché lei avrebbe vinto e io vedo del potenziale in noi come coppia... Una mia amica mi ha detto che devo "educarlo", fargli capire che gli voglio bene e che può fidarsi di me, diventando io la sua casa, allontanandolo piano piano dal suo ambiente familiare... Eh sì, fosse facile! Io non sono una persona autoritaria o che sa dare il bastone o la carota. In una relazione, deve esserci equilibrio. Ma inizio a pensare che forse ha ragione, che alla fine con lui hanno sempre parlato nel linguaggio degli ordini...
Datemi un consiglio