Tu vai da lei a misurare il pene dei suoi fidanzati?
Effettivamente
Tu vai da lei a misurare il pene dei suoi fidanzati?
Effettivamente
Display MorePersonalmente credo che sia una buona idea.
L'ideale è che questa casa fosse non troppo vicina a nessuna delle due famiglie di origine, ma con i tempi e le finanze che corrono è meglio non sprecare risorse.
La contrarietà della sorella di lui la archivierei ignorandola bellamente. Meglio non entrare nel suo mondo. Quella di tua madre credo sia legata al legame tra voi e al fatto che verrebbero a mancargli due braccia di aiuto. Se credi di poter sostenere questa scelta senza pesare economicamente sulla tua famiglia (o almeno non troppo): puoi archiviare anche quella, fornendole tutte le rassicurazioni del caso.
Per quanto riguarda il matrimonio, è meglio evitare. Prima che la relazione sia stabile, rappresenta un rischio superfluo per entrambi. Il matrimonio è un accordo civile con validità legale che richiede l'assunzione di responsabilità più grandi di voi.
Purtroppo per motivi economici trovare una casa indipendente con gli affitti che ci sono al giorno d'oggi è un po' un'utopia. Avendo lui una casa libera sarebbe l'ideale, però saremmo attaccati ai suoceri e con relativo circolo di sorelle, parenti e nipoti. Questo mi mette ansia, perché come in tutte le famiglie ognuno si sente in diritto di mettere bocca nelle questioni degli altri.
La sorella non è così facile emarginarla, perché lei con questa sua visione cattolica chiusa, ha iniziato a inondarmi di video e sermoni sul perché i cattolici sono contrari alla convivenza, mi opprime ma ha un effetto anche sulla loro famiglia. Ovvero loro un po' tutti hanno seguito questa linea del fidanzamento e poi matrimonio. Ai loro occhi convivere non è una cosa per bene.
Display MoreLa fede è una questione intima e personale. Siete voi due a dover sentire la vita da cattolici come la vostra, non gli altri. Per cui, mamme e sorelle e chicchessia stanno fuori dalla porta.
Personalmente non ho mai concepito la convivenza (part-time o full-time) come una prova ma posso comprenderlo quando si parla di coppia cattolica che pensa anche al matrimonio, come eventuale passo successivo. In quest'ottica la trova una soluzione saggia.
Meno ideale è la vicinanza con le famiglie d'origine e quindi dovrebbe essere una soluzione temporanea. Parlo anche per esperienza personale, avendo vissuto nell'appartamento sopra i suoceri per cinque anni e non è stato divertente (né per me né per lui). Nella nostra testa però sempre una soluzione temporanea. L'autonomia ci è costata cara ma ne è valsa ogni centesimo.
Il matrimonio sta scritto su un'altra pagina. Se ne prendiamo la parte religiosa torniamo a quell'insieme sentire che va vissuto e rispettato. Sotto il profilo civile è un impegno e una soluzione preconfezionata dall'esperienza e dal legislatore. Può risultare non adatto alle esigenze della coppia. Per esempio, noi abbiamo alle spalle anni di convivenza e non ci siamo mai sposati, anche se per noi sarebbe una soluzione pratica ideale, corretta e semplice.
Sì, il matrimonio non deve essere riparatore o conseguenza di qualcosa, ma una scelta pura di amore, senza vincoli esterni imposti da altri...
Dunque, dubbi morali non me ne farei, non ne vedo il motivo, a meno che non siate davvero ligi ai dettami cattolici, e quindi non aspettiate il matrimonio per avere rapporti; se così non è, convivere mi sembra un ottimo passo per avviare un futuro insieme, almeno vi renderete già conto se è il caso o meno di procedere con passi più definitivi come matrimonio e figli.
Noi siamo cattolici ma prendo in considerazione anche punti di vista diversi dal mio, però in questo caso la linea mi pare un po' oppressiva, anche se nella concezione e mentalità di 30 anni fa la convivenza non era contemplata.
Ma a cosa serve la casa a chi è fuori casa tutto il giorno? Se è fuori casa dalle 6 alle 19, e poi ha pure altri impegni e il fine settimana va in giro, sarebbe un vero demente se si mettesse a sprecare tempo per mettere le "fontane" nel giardino.
Personalmente non la trovo una cosa molto sensata. Capisco che non bisogna distruggersi economicamente per avere una casa perfetta, però portare almeno avanti quelle migliorie generali (per esempio curare un minimo il giardino ed il vialetto di casa) giusto per renderla presentabile, se non per gli altri almeno per sé stessi.
Display MoreQui in Veneto esiste una malattia endemica, detta "mal del copo". Il "copo", in dialetto, è la tegola usata per ricoprire i tetti.
Consiste nel volere, e nel fare di tutto, per avere una casa bella, grande, e molti ci dedicano tempo, soldi ed energia, a discapito di godersi la vita.
Questo per un sacco di motivi: per essere invidiati, per dimostrare di essere migliori di altri, perché pensano che un giorno la lasceranno ai figli (magari facendoli litigare per dividersela).
Per poi accorgersi da anziani che non ne valeva la pena.
Mia mamma ha sempre avuto questa malattia. Io per fortuna non ho preso questo tratto da lei.
Questo potrebbe essere un caso simile.
A me non sembra così, ripeto non deve essere un'ossessione ma neppure rifugiarsi nel lavoro come scusa per non fare le cose, perché dimostra disinteresse e, specialmente per me diventa l'unico argomento di conversazione con lui. Probabilmente questo è legato anche al trauma dovuto al fatto che quella casa è stata la causa per cui i miei genitori hanno divorziato, e mia madre è caduta in depressione.
Resta il fatto che i piatti non si puliscono da soli, quella mi pare la base minima e trovo ingiusto addossare tutto il carico di lavoro alla figlia.
Se hai 26 anni e lavori, arriverà presto il momento in cui da quella casa uscirai, per cui non vedo motivo per cui sperare che tuo padre migliori la casa in cui comunque solo lui starà. Lascia che sia lui a decidere come impiegare le sue energie e le sue risorse. Prima o poi sarà pure in pensione e magari la moto la userà meno e avrà voglia di darsi al giardinaggio.
Per quanto riguarda le faccende di casa, i lavori casalinghi invece secondo me puoi tranquillamente tirare i remi in barca, almeno ogni tanto. Molte figlie femmine crescono con quest'idea di dover essere la donna di casa "di riserva" ma quando entrambi lavorano, entrambi devono contribuire. Se tuo papà non lava i piatti che sporca, tu non lavarli per lui. Ogni tanto "dimenticati" della spesa. Oggi forse dà per scontato che tu pensi a queste cose, domani capirà che nulla è scontato.
Se poi in generale il rapporto è buono gli puoi anche dire che in casa si collabora perché tu lavori quanto lui.
Il punto è che lui sarebbe già in pensione, ma non smette di lavorare e di stare fuori tutto il giorno. Sebbene il nostro rapporto sia buono, grazie a me che metto tutto sotto il tappeto, essere un padre dovrebbe implicare anche fare conversazione a tavola, ma la sera lui è troppo stanco perché, ripeto, fa un lavoro pesante e durante il fine settimana è con la sua compagna. Quando il mio ragazzo viene a casa, lui si sente inferiore e non stabilisce nessun contatto, non chiede se abbiamo bisogno di un sostegno economico, anzi è già tanto che non mi fa pagare le bollette di casa, e io mi intenerisco e mi faccio andare bene tutto perché mi dispiace vederlo così oberato dai problemi, dalle spese legali con mia madre. E alla fine mi ritrovo sola, con tutto il peso sulle spalle. Ho una madre depressa che è come se fosse morta, io devo lavorare, fare la spesa, cucinare, pulire la casa, studiare per l'università. Mi chiedo, che senso ha una vita così? Che vita è questa? Perché altri hanno una bella famiglia, o almeno una madre presente mentre io devo prendermi a carico tutto? In futuro, se decidessi di avere un figlio, mi ritroverei da sola, ho già parlato di questo con mia madre e ovviamente lei non se la sentirebbe di darmi una mano nemmeno in questo.
Allora, vivo con mio padre in casa. Mi occupo di pulire, fare la spesa, cucinare, riordinare, lavare e stirare. Ovviamente non mi dà un euro, non pago le bollette, fortunatamente, ma la spesa la pago con i miei soldi, così come tutto il resto. Ho 26 anni e lavoro fortunatamente (40 ore alla settimana, quindi 8 ore da lunedì a venerdì), studio e pago le tasse scolastiche (che sono parecchio alte, tra l'altro).
La nostra casa è nuova e ci sono ancora molti lavori da fare, come nel giardino, all'esterno della casa, mettere delle fontane, ecc., ovviamente abbastanza costosi. Mio padre si impegna duramente ogni giorno, parte alle 06:00 del mattino e torna alle 19:00 di sera, quindi non è mai presente per fare nulla. Quando torna prima, spesso va a fare volontariato in un'associazione e torna a casa alle 23:00. Lui svolge lavori pesanti, lavora la terra, taglia l'erba, quindi è comprensibile che sia stanco. Però mi chiedo, qualche volta, perché invece di dedicarsi ogni fine settimana alla sua compagna e fare gite in moto per due giorni, non fa progressi con i lavori di casa?
Invece, sembra non darci alcun peso e io mi arrabbio nel vedere le cose incompiute. Ieri sera sono tornata a casa e loro non avevano nemmeno lavato i piatti con cui avevano mangiato e mi sono trovata un'invasione di centinaia di mosche, è bastato solo un giorno lontana da casa.. Ma mi chiedo, se vedi che ci sono le mosche, perché non intervieni? Quindi fino a mezzanotte ho dovuto ucciderle e pulire tutto, considerando che la mattina mi alzo alle 06:30. Oggi avevo chiesto a mio padre se poteva fare la spesa e darmi una mano, considerando che domani ho un esame e sono piuttosto esausta, ma ovviamente loro torneranno a casa solo dopo cena, quindi figuriamoci. So che non dovrei farlo, specialmente davanti alla sua compagna, ma mi fa salire una rabbia e un rancore che mi viene la gastrite e mi verrebbe da trattarlo male. Tutta la responsabilità ricade su di me.
Ciao a tutti, il mio ragazzo ed io siamo insieme da circa due anni. Di solito ci vediamo il fine settimana, sabato e domenica, e facciamo spesso attività insieme. Anche il venerdì sera dormiamo insieme, ma diciamo che non siamo mai veramente soli perché spesso ci sono i suoi genitori e capita che pranziamo o ceniamo tutti insieme. Dato che lavoriamo entrambi e abbiamo rispettivamente 26 e 33 anni, ho proposto di iniziare una sorta di convivenza, magari vedendoci da giovedì a domenica. Lui sarebbe molto contento e mi sta dando una mano in questa decisione, inoltre sia sua madre che mio padre sono d'accordo. Non intendiamo vivere insieme tutti i giorni, né tutte le settimane, ma vogliamo creare i nostri spazi, sperimentare in cucina e magari acquistare oggetti per arredare la nostra futura casa.
Lui ha una casa accanto a quella dei suoi genitori che è attualmente inutilizzata ma perfettamente funzionante, anche se è piena di oggetti. Sarebbe perfetto iniziare da quella. Le persone che stanno creando dei "muri" o che ci fanno desistere da questa idea sono sua sorella, un'estremista cattolica che non vede di buon occhio la convivenza, anzi vorrebbe che ci sposassimo presto, e mia madre. Mia madre ha dei dubbi per questo motivo, sia perché sa che dovrei pulire la mia casa principale, quella dove vivo con mio padre, sia la casa in cui potremmo andare. Lo stesso vale per la spesa, in cui di solito mi occupo io di quella per mio padre e poi ci sarebbe questa nuova ipotetica casa. Oltre a questi dubbi legittimi, c'è anche il dubbio se sia moralmente corretto prendere questa decisione.
"Rapito" di Bellocchio.
I sotterfugi della chiesa cattolica, i soprusi sui bambini ebrei, le verità coperte.
In quale ambito saresti specializzato?
Ok allora mi è più chiaro... In pratica lui ha un po' rotto quella bolla di accettazione incondizionata che si ha in relazione. Ti ha fatto una critica sul fisico che ti ha fatto sentire non apprezzata dal tuo partner e questo ovviamente ha scatenato una serie di dubbi. Ci sono secondo me tre strade:
-senza pensare che il fidanzato stia tramando dietro asiatiche dee minute, incassare il colpo, prenderla come una sincera richiesta di cura della propria forma fisica, fare un po' di sport, dieta e poi non farsi ulteriori paranoie;
- dire al proprio ragazzo che tu ti accetti così, e se non gli piace lo capisci ma il problema è suo;
- parlargliene apertamente, chiedendogli anche i suoi effettivi gusti e spiegandogli come ti sei sentita.
Sì, se ci rifletto mi ha dato un consiglio sensato alla fine, non mi ha mai denigrata ecco. Lui continua a ripetere che gli piaccio così come sono, solo magari di tenermi un po' più in forma. Comunque credo forse di essere io ad esagerare, magari sto creando una visione distorta e ansiogena?
Ciao, prima di tutto noi ragazze fiutiamo tutto La sincerità è la cosa migliore. Ami la ragazza con cui stai? Sì, allora dille la verità. Insieme la supererete, anzi alla fine hai preferito la tua ragazza all'altra (e su questo punto insisti tanto). Certo, non è stato un comportamento eccelso, ma ormai è andata, pace... è stato un bacio che ti ha dato lei fra l'altro. Se sei sincero, stalle vicino e dimostrale che la ami. Se non le dici altre cavolate, lei si rifiderà di te piano piano...
Ma sei forse in competizione con lei anche per altre cose? Qualche gelosia repressa per altro? Magari è una cosa che vorresti tenere più per te? Secondo me, al contrario, hai una alleata, cioè un'amica oltre che cugina con cui poter scambiare giochi e partecipare ad eventi. Vivila in modo positivo, se poi la vuoi tenere una cosa tua ti crei una cerchia senza coinvolgerla.
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