Sulla possibilità di innamorarsi dopo aver superato disincanti nella vita relazionale (a prescindere dal fattore età, che, credo, c'entri fino ad un certo punto), la citazione della frase della poetessa Alda Merini fatta da @gloria (molto calzante rispetto al tema affrontato) mi richiama alla mente un'affermazione di Carl Gustav Jung che fa molto pensare ad un'intuizione profonda sulla psiche umana:
Per questo principio vale il detto che nulla si può escludere nella vita, compresa la possibilità di innamorarci ad età anche avanzata. Però, ciò che è possibile nondimeno può risultare poco probabile.
Mi suona molto lucido e sincero il "con i sentimenti credo di aver chiuso" di Pivaldo . E mi suona anche di persona che abbia conosciuto troppo bene i sentimenti per poterli pronunciare invano.
Innamorarsi è qualcosa di magico e naturale, ma è anche qualcosa che brucia tanto di noi e che viene gioiosamente bruciato con una forza e un entusiasmo che non sono rinnovabili a vita.
Sesso e solitudine continuano a muovere qualcosa, stando ai cosiddetti amori della quarta età, anche a 80 anni; ma (secondo me) per chiamarli <innamoramenti> bisogna aver dimenticato o mai saputo cosa significhi innamorarsi.
Penso sia anche molto fisiologico relativizzare tantissimo nel corso del tempo.
E comunque rendersi conto che in età matura si incrociano interessamenti (qui parlo di interessamenti, e non di interessi materiali, ma poi ci sono spesso anche solo quelli) che non hanno né possono avere più nulla in comune con quella forza e fede cieca nella vita che si può avere da giovani.
Credo che non si possa avere la certezza di aver provato l'amore se non, quando, cessata la "magica" esperienza, se ne senta la mancanza e si provi la sensazione di vuoto.
Ed è tipico dell'esperienza umana il fatto di comprendere l'importanza di certe condizioni esistenziali vissute solo quando esse siano venute meno.
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