Se avete un impiego mediocre, risentite un po' del giudizio di chi è più affermato?
Ho un passato un po' traumatico alle spalle, ragion per cui non sono stata in grado di cominciare e finire qualunque tipo di studio universitario.
Essendo in possesso solo di un diploma devo per forza ripiegare su impieghi "mediocri".
Ieri sera parlavo con una persona che mi è sembrato avesse una reazione di disprezzo irrisorio quando gli ho comunicato il tipo di lavoro che sarei instradata a fare (che comunque, nelle condizioni in cui sto, per me sarebbe già una conquista...). Si parlava di argomenti piuttosto "seri", e mi sembrava di non aver fatto brutta figura.
Mi sono un po' vergognata.
In passato tendevo a non dar peso alla questione, ma capisco che c'è un divario sociale fra laureati e semplici diplomati che ancora oggi separa le due categorie come se fossero su due livelli diversi. E la cosa un po' mi pesa.

Impieghi "mediocri"
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Il divario che dici esiste a volte, dipende comunque da molti fattori. Non è così scontato che un laureato abbia un lavoro o una posizione sociale migliore di un diplomato, a volte non è così e comunque dipende anche dalla laurea. Anche tra i laureati di una stessa branca può esserci un profondo divario sociale ed economico a distanza di anni, ma è la nostra società che è fatta così, e secondo me bisogna farsene una ragione e accettare quello che si è e quello che è il nostro percorso di vita, quale che sia. Se ne soffro e pensi di poter ambire a un posto migliore provaci.
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Chiariamo una cosa: un laureato non è necessariamente più intelligente o colto di un diplomato. Numero due: oggi una laurea è più questione di averci qualcuno che ti paga gli studi fino alla fine che di "bravura". O di riffa o di raffa alla fine promuovono tutti, se non al primo appello, al secondo, terzo o quarto!
Numero tre: conosco una ragazza laureata con buoni voti in matematica, sicuramente è molto intelligente, sicuramente è pure colta, ma fa un lavoro che fanno pure i diplomati.
Sulla società poi non spendo manco due parole, è ingiusta alla radice. -
Chiariamo una cosa: un laureato non è necessariamente più intelligente o colto di un diplomato. Numero due: oggi una laurea è più questione di averci qualcuno che ti paga gli studi fino alla fine che di "bravura". O di riffa o di raffa alla fine promuovono tutti, se non al primo appello, al secondo, terzo o quarto!
Numero tre: conosco una ragazza laureata con buoni voti in matematica, sicuramente è molto intelligente, sicuramente è pure colta, ma fa un lavoro che fanno pure i diplomati.
Sulla società poi non spendo manco due parole, è ingiusta alla radice.Certo sono tutte circostanze che possono capitare. E la società può anche essere ingiusta su molti aspetti. Ma io trovo del tutto normale, sano e giusto anche che ci sia differenza tra un ragazzo che studia medicina si laurea e poi fa con passione e bene il suo mestiere e un altro che non riesce o non vuole per vari motivi e poi nella vita si barcamena.
Ovviamente c'è chi ha più chance in partenza, e qui c'è l'ingiustizia insita nella vita stessa e non si può farci nulla. Ma i risultati di chi raggiunge dei traguardi anche necessariamente impegnandosi e anche avendo doti che altri non hanno così sviluppate non si possono sminuire per fare contento chi non riesce o non arriva. A ognuno il suo. -
Beh non sono d'accordo, la vita è ingiusta in tantissimi aspetti. Se uno si laurea in medicina buon per lui, ma per me non avrà né più né meno valore che un altro, simplex.
Che poi è proprio questo rampantismo (sapete che meritocrazia è un termine coniato in un romanzo di fantascienza?) che spinge molte persone a sentimenti di ansia e svalutazione oltre che inasprire la divisione tra i vari ceti della società, ma questo è un altro argomento. -
Guarda io sto dall'altra parte della barricata ma onestamente non giudico le persone dal loro lavoro o dai loro titoli.
Io credo che sia questa società estremamente competitiva a inculcare questo concetto.
Io ho 30 anni quindi forse avrò una mentalità diversa dalle generazioni più grandi però come ti hanno detto ti assicuro che avere una laurea non vuol dire essere sicuramente intelligenti, al massimo (se crediamo nell'onestà della persona e dell'università che gliel'ha rilasciata) significa che quella persona è capace di impegnarsi e sacrificarsi per raggiungere un obiettivo a lungo termine. Ma ciò non vuol dire che chi non ha preso una laurea non lo sia. Le variabili sono troppe per giudicare a prescindere.
Come ti hanno già detto poi tra gli stessi laureati ci si piglia in giro tra lauree altolocate e lauree cosiddette 'delle merendine' (sia chiaro che questo non è il mio pensiero!!). E tra gli stessi laureati ci sono battibecchi in ambiti simili (vedi ingegneri che si considerano meglio di architetti) o anche con lo stesso titolo si sfottono tra chi ha avuto un ruolo di successo e chi è finito ultima ruota del carro.
Poi ci sono laureati che sono penalizzati più dei diplomati (che almeno hanno iniziato a lavorare da subito) e che finiscono a fare cose che non ci azzeccano nulla con la laurea.
Insomma non è tutto oro quello che luccica, parola di laureata. E comunque ho conosciuto persone non laureate di un'intelligenza e di una cultura che fanno un baffo ai laureati.
Ecco alla fine se cerchi una persona così la laurea non conta. Se invece si cerca una persona di un certo ambiente (perché magari si è sempre cresciuti così, si ha un giro di amicizie di tale 'livello' e si proviene da una famiglia 'altolocata', allora chi non ha una laurea effettivamente viene visto 'inferiore' e ci si potrebbe vergognare. A meno che, forse, non si dimostri così brillante da farsi 'riabilitare' agli occhi degli 'altolocati'. (questo non è il mio pensiero ma il pensiero comune, ci tengo a sottinearlo) -
È tutto molto relativo, sai? Capita anche a me, pur avendo laurea e formazioni post laurea. Si incontrano persone che sono più intelligenti, più informati, che hanno studiato di più o meglio e semplicemente si vede la differenza.
Intelligenza umana vorrebbe che uno non si bastasse e soprattutto non faccia l'arrogante. Ma l'intelligenza umana è molto meno diffuse (e coltivata) di quella tecnica -
Certo sono tutte circostanze che possono capitare. E la società può anche essere ingiusta su molti aspetti. Ma io trovo del tutto normale, sano e giusto anche che ci sia differenza tra un ragazzo che studia medicina si laurea e poi fa con passione e bene il suo mestiere e un altro che non riesce o non vuole per vari motivi e poi nella vita si barcamena.
Ovviamente c'è chi ha più chance in partenza, e qui c'è l'ingiustizia insita nella vita stessa e non si può farci nulla. Ma i risultati di chi raggiunge dei traguardi anche necessariamente impegnandosi e anche avendo doti che altri non hanno così sviluppate non si possono sminuire per fare contento chi non riesce o non arriva. A ognuno il suo.Ipposam io non sono molto d'accordo pur essendo da sempre stata considerata 'bambina prodigio'. Eppure credo che proprio questo sia uno dei motivi che mi hanno spinto a diventare sempre più ansiosa e insicura di me. Se inculchi fin da piccoli ai bambini l'idea che diventare un dottore, uno scienziato, un ingegnere sia qualcosa che gli renda più onore di essere qualche altra cosa, più prestigio e più riconoscenza (più valore e più amore) cosa succede se poi questo crescendo si accorgono di non possedere tutte le caratteristiche necessarie a diventarlo?! Si sentono sbagliati e perdenti perché non sono in grado di ricoprire quei ruoli considerati migliori. All'università poi.... Si consumano vere e proprie tragedie familiari e personali per non essere riusciti ad entrare in quella facoltà, perché non si passano gli esami, perché non si ha il coraggio di dire ai genitori che non ce la si fa ad essere quello che loro (e la società) vorrebbe che fossero. Oppure ci si costringe con immensi sacrifici e infelicità (che porta poi a depressione se non suicidio) su un percorso non proprio con un carico assurdo solo per non deludere gli altri.
Ho sentito più volte ripetere a bambini piccoli che 'devono essere i migliori di tutti'... Questa competizione di base la trovo così deleteria... Ma non sarebbe meglio accogliere ciascuno per ciò che è e per le sue qualità e talenti che possiede senza per forza spingerlo verso direzioni considerate a prescindere migliori?!
Non si potrebbe solamente augurare alle persone di essere la versione migliore di se stesse? Invece di essere i migliori della società?? Non si potrebbe pensare che il fine sia la realizzazione personale piuttosto che il ruolo di prestigio nella società? Allora magari un ragazzo che si sente più realizzato a fare il pizzaiolo, il giardiniere, il contadino, il ballerino ecc ecc non dovrebbe considerarsi 'inferiore' a chi fa l'ingegnere. E chi fa l'ingegnere lo farebbe perché quello è il suo desiderio e non perché così la società gli riconosce un ruolo d'onore.
Scusate se sono andata fuori tema -
Pensa che a me è capitato il contrario: ho una laurea da diversi anni, tra un anno prenderò la seconda, e mi capita di essere criticato per il lavoro che faccio da persone diplomate! Al mio lavoro si accede solo con una laurea, ma è considerato, da alcuni, svalutante e di basso livello, sia per le mansioni sia per lo stipendio.
Per diversi anni queste critiche (anzi svalutazioni, più che critiche) mi hanno toccato ben poco, perché ero mosso dalla passione e mi ha sempre dato soddisfazione ciò che facevo. A un certo punto però, complice un forte lavoro su me stesso e sulla mia crescita personale, ho capito che avrei voluto fare di più, perciò mi sono buttato su tutt'altro ramo di studi, e spero in futuro di realizzarmi.
Questo per dirti che non devi ascoltare gli altri. Devi dar retta solo a quello che senti dentro di te. Deve piacerti e deve darti soddisfazione ciò che fai. Se ciò non avviene ti rimbocchi le maniche e cerchi di cambiare, non perché te lo dice qualcuno, ma perché è ciò che vuoi tu. -
Non si potrebbe solamente augurare alle persone di essere la versione migliore di se stesse? Invece di essere i migliori della società?? Non si potrebbe pensare che il fine sia la realizzazione personale piuttosto che il ruolo di prestigio nella società? Allora magari un ragazzo che si sente più realizzato a fare il pizzaiolo, il giardiniere, il contadino, il ballerino ecc ecc non dovrebbe considerarsi 'inferiore' a chi fa l'ingegnere. E chi fa l'ingegnere lo farebbe perché quello è il suo desiderio e non perché così la società gli riconosce un ruolo d'onore.
Devi dar retta solo a quello che senti dentro di te. Deve piacerti e deve darti soddisfazione ciò che fai. Se ciò non avviene ti rimbocchi le maniche e cerchi di cambiare, non perché te lo dice qualcuno, ma perché è ciò che vuoi tu.
standing oviation per entrambi!
Mia opinione personale (variamente e massivamente convalidata sul campo) : non ci sono impieghi "mediocri" (= se non sei mediocre TU ...facile che da qualunque cosa tu abbia la possibilità di annusare si possa originare l'idea di una iniziativa imprenditoriale tua e geniale o quanto meno di essere intuito all'interno dell'azienda in cui sei impiegato come quello che ha una marcia in più); esistono, invece, persone mediocri, che si indentificano totalmente in ruoli prestabiliti dai quali attendono "patentini di rispettabilità sociale" e da cui cui sanno dire solo "sissignordirettore!". Quali e quanti siano i titoli accademici.
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