Impieghi "mediocri"

  • Beh non sono d'accordo, la vita è ingiusta in tantissimi aspetti. Se uno si laurea in medicina buon per lui, ma per me non avrà né più né meno valore che un altro, simplex.
    Che poi è proprio questo rampantismo (sapete che meritocrazia è un termine coniato in un romanzo di fantascienza?) che spinge molte persone a sentimenti di ansia e svalutazione oltre che inasprire la divisione tra i vari ceti della società, ma questo è un altro argomento.

    Guarda il valore di un essere umano prescinde dalla sua posizione socio economica, ma indubbiamente non riconoscere i meriti di chi le vari motivi è più avanti non toglie nulla a tali meriti, toglie a te al massimo che non hai la corretta percezione della realtà.

  • Guarda il valore di un essere umano prescinde dalla sua posizione socio economica, ma indubbiamente non riconoscere i meriti di chi le vari motivi è più avanti non toglie nulla a tali meriti, toglie a te al massimo che non hai la corretta percezione della realtà.

    Chiedo scusa se mi intromettto , ma il concetto che hai espresso non mi è chiaro per nulla.
    Ci sono eserciti di laureati in qualunque branca che ...non sanno manco come si chiamano, laureati in medicina inclusi.
    Che cosa dovrebbe "correttamente percepire" Dalia che non abbia già percepito più che correttamente? (chiedo).

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • @gloria: condivido solo in parte la tua visione. Io preferisco trasmettere ai miei bimbi l'idea che nella vita possono provare a fare tutto, ma no, non tutto è uguale. C'è una bella differenza tra saper portare a termine degli obiettivi di lungo periodo e non saperlo fare, tra diventare un ingegnere della Nasa e fare le unghie: naturalmente sono entrambi modi onesti di guadagnarsi da vivere ma mentirei se dicessi che li considero "pari". Poi se la mettiamo sul piano umano allora il discorso può cambiare radicalmente e non c'è laurea che tenga, il mio è un discorso meramente professionale. Quindi ecco ai miei figli trasmetterò il messaggio che la cosa più importante è che si realizzino come meglio credono, non pretendo ambiscano a professionalità necessariamente elevate, però non vorrei nemmeno che si raccontassero delle storie perché incapaci di accettare quello che non sono in grado di essere o fare: bisogna essere onesti con se stessi e con gli altri.

  • Citazione

    Ci sono eserciti di laureati in qualunque branca che ...non sanno manco come si chiamano, laureati in medicina inclusi.

    Io ho conosciuto laureati in Medicina che al di là del loro vantarsi pomposamente del titolo che avevano, non dimostravano nessuna intelligenza o nozione pratica e teorica di ciò che avevano studiato.
    Anche io penso che sia erroneo valutare l'intelligenza o il valore di una persona a partire dai titoli di studio. Come già detto l'Università, più che valutare questi due attributi, valuta quanto una persona è capace di sbattersi, in poche parole se è capace di studiare molto e per lungo tempo.
    Senza contare i raccomandati.

  • @gloria: condivido solo in parte la tua visione. Io preferisco trasmettere ai miei bimbi l'idea che nella vita possono provare a fare tutto, ma no, non tutto è uguale. C'è una bella differenza tra saper portare a termine degli obiettivi di lungo periodo e non saperlo fare, tra diventare un ingegnere della Nasa e fare le unghie: naturalmente sono entrambi modi onesti di guadagnarsi da vivere ma mentirei se dicessi che li considero "pari". Poi se la mettiamo sul piano umano allora il discorso può cambiare radicalmente e non c'è laurea che tenga, il mio è un discorso meramente professionale. Quindi ecco ai miei figli trasmetterò il messaggio che la cosa più importante è che si realizzino come meglio credono, non pretendo ambiscano a professionalità necessariamente elevate, però non vorrei nemmeno che si raccontassero delle storie perché incapaci di accettare quello che non sono in grado di essere o fare: bisogna essere onesti con se stessi e con gli altri.

    Ti ringrazio sinceramente della risposta, sulla quale NON concordo.
    Reduce da un bel dialogo , proprio di ieri sera, con mio figlio (laureto magistrale 110-masterizzato-inglese a Oxford, tutto scelto da lui e assolutamente assecondato senza problemi).
    Mio figlio ha avuto quel periodo dell'horrot vacui in cui "azz...avrei tutto ma.......... non rende niente".
    A parte che la sua situazione si è sbloccata in modo miracoloso e per ragioni del tutto inattese e in ALCUN modo "provocate"...ma la figata di ieri sera è stata quando mio figlio mi dice "con le tue capacità e Competenze e con la tua sensibilità avresti potuto di ogni e sempre con pieno successo!".
    Non mi sono emozionata per niente.
    Veramente mi veniva da sorridere.
    Gli ho risposto quel che è vero per me (e nessuno meglio di lui può sapere quanto sia vero): nella vita mi sono sempre divertita a fare quel per cui provavo passione, almeno finchè la provavo.
    Ovviamente in attività autonome (io non ho mai fatto un solo concorso o un solo colloquio di lavoro). Attività autonome che costavano quasi zero, perchè l'investimento era sulle capacità/competenze personali ...quindi...al massimo ci avrei potuto rimettere mio tempo.
    Non ci ho mai "rimesso" nulla, e poi ho cambiato quando mi pareva.
    Ma questa sarebbe troppo lunga da dettagliare, oltre che probabilmente noiosa.
    Sarà l'emergenza covid o solo l'età...ieri sera è finita a ridere con mio figlio, perchè concludevo (tra suoi scongiuri coloriti) "ma sai che c'è ? C'é che adesso mi dispiacerebbe proprio morire, perchè HO PERFEZIONATO IL MODO DI CAMPARE A MODO MIO CON TOTALE APPAGAMENTO sia personale che professionale!" .
    DETTAGLIO forse NON ininfluente : a me non è mai importato NULLA di essere "socialmente riconosciuta" per titoli e ruoli.
    Il mio primo valore è sempre stato vivere a modo mio.
    A suo tempo arrivò senza nessuno sforzo 110 e lode e pubblicazione della tesi. Mai avallata (io) la pubblicazione della tesi (sperimentale peraltro!).
    E siccome ero molto traumatizzata (ancora dal Liceo) del dover entrare in aula alle 08,15 max...quando a casa mia si cenava da una vita dopo le 21.30 e si era n perfetta convivialità ancora a mezzanotte.............avevo sviluppato la più coriacea repulsione verso "comandi e cartellini da timbrare".
    E già da allora vedevo chiaramente una serie di "professioni" che richiedevano Competenze e che erano svolte da chi nella media NON le aveva.
    Per cui.........vigliacca? Ma lo accetto tranqui!...io scesi da allora di lavorare da AUTONOMA in quei settori in cui avrei potuto primeggiare senza sforzo...per il fatto puro e semplice di avere Competenze SERIE, laddove la media degli operatori ...NON ne aveva nessuna.
    Tutto è tornato PERFETTAMENTE...da AUTONOMA sempre e da sempre.
    E a mio figlio che amo...io questo posso dire e dimostrare...Ma LUI LO VEDE DA SOLO.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • @ Gloria: credo ci sia una bella differenza tra fare delle scelte dettate dai propri desideri, e quindi ad esempio fare un proprio percorso che per noi vale di più, e ritrovarsi a fare un lavoro per ripiego o perché non si riesce a fare di meglio. Sono situazioni completamente diverse.
    Ad ogni modo ognuno può pensare ciò che vuole e io resto sicuramente dell'idea che al di lá delle possibili eccezioni che possono esistere, ci sia una bella differenza tra chi finisce un percorso e chi no, tra chi riesce a realizzarsi professionalmente e chi no; e dico questo pur avendo sposato un uomo non laureato, che stimo e considero molto in gamba e umanamente super: ma non potrei dire, e lo dice lui stesso, che io con la mia laurea in ingegneria e lui con il suo diploma di perito siamo pari negli studi, mentirei io, mentirebbe lui. Io sono stata più brava negli studi e in generale ho un approccio più strutturato e organizzato ed è per questo che lui dopo vari tentativi ha lasciato l'università. Ha altre qualità, ma studiare non fa per lui. Ciò non ne fa una persona di minor valore ma sicuramente meno valida su certi fronti professionali, questa cosa la sappiamo entrambi e non ci disturba, ognuno porta in dote quello che ha, i suoi talenti, i suoi successi, i suoi insuccessi, di cui è pienamente responsabile. Quindi io resto della mia idea che no, non siamo tutti uguali, diplomati, laureati, professionisti e gente improvvisata, fatte salve le dovute eccezioni perché è noto che c'è gente senza alcun titolo che è comunque riuscita anche a cambiare il.mondo; ma non credo che in questo topic si parli di costoro.

  • no, non siamo tutti uguali, diplomati, laureati, professionisti e gente improvvisata, fatte salve le dovute eccezioni perché è noto che c'è gente senza alcun titolo che è comunque riuscita anche a cambiare il.mondo; ma non credo che in questo topic si parli di costoro.

    Io penso soltanto che NON sappiamo a quante e a quali Persone parliamo da qui.
    Non le conosciamo . Punto.
    Tra queste ci potrebbe essere chi è alle terza laurea perchè "secchia" da guinness e ci potrebbe essere chi ha la terza media ma è un Talento Naturale.
    Quindi (da laureata 110 e lode + abilitazione professionale a pieni voti + c∙∙∙∙∙e accessorie) che oggi è felice e beata di vivere a modo proprio...mi sento di dire a mio figlio (che adoro) e a tutte le persone che mi ispirano affetto....esattamente quello che avevano detto, PRIMA di me, Melitta e Goodvibes92: RIFLETTETE SU COSA VOLETE DAVVERO PER VOI, E LASCIATE PERDERE LE "ETICHETTE" CHE SPESSO SONO SOLO MARCHI DI SCHIAVITU' AUTO-INDOTTA! :friends:

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Innanzitutto la laurea non dà necessariamente un lavoro "alto" , io sono laureata eppure ora come ora sono commerciante :)
    Ehm non so se possa essere considerato mediocre, c'è una verità assoluta?
    Io ad esempio vendo intimo e pigiami, nel mio piccolo mi sento di servire a qualcosina no?
    Però devo dirvela tutta. Due anni fa in preda a insoddisfazione lavorativa ( più per una questione economica che per il lavoro in sè ) volli provare un corso di assistente alla poltrona. Nel momento di fare il tirocinio notavo come tendevo a specificare sia ai due dottori, che all' altra assistente che talvolta ad alcuni pazienti stessi che ero laureata sebbene in altro ambito.
    Quindi sebbene razionalmente ritenga tutti i lavori alla stessa stregua, intimamente tendevo a spiegare che quella fosse una soluzione di ripiego insomma. Poi non ho neanche incominciato quel lavoro...

  • Comunque raga alla fine la chiave di tutto è considerare che ogni lavoro ha la sua difficoltà, altrimenti non saremmo tutti così annoiati e negativi verso il mondo del lavoro XD
    Ugualmente tutti i lavori hanno la loro utilità. Gli ingegneri aerospaziali se vogliono mangiarsi una buona pizza si rivolgeranno a chi lavora in una pizzeria no? Dubito che sarebbero ugualmente soddisfatto se provassero loro stessi a farla. Un esempio tra mille ovviamente. L' importante è cercare di fare il proprio lavoro al meglio

  • Innanzitutto la laurea non dà necessariamente un lavoro "alto" , io sono laureata eppure ora come ora sono commerciante :)
    Ehm non so se possa essere considerato mediocre, c'è una verità assoluta?
    Io ad esempio vendo intimo e pigiami, nel mio piccolo mi sento di servire a qualcosina no?

    E infatti...(ovvio che parlo dal mio punto di vista) ...siccome lo "alto" è alquanto soggettivo...per me è molto più "alto" l'ambulante che vende calzini (quando vuole e se vuole) piuttosto che chi sviluppa sindromi da stress a vita persa perchè si sente nobilitato da un ruolo in cui "timbra il cartellino" ogni tot ore , o è schiavizzato a "budget aziendali" (normalmente frustranti per natura), e deve condire il tutto con plurimi e quotidiani "sissignordirettore".
    Sarà questione di punti di vista...

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