Messaggi di reanfipubi

    Ciao,

    La persona che vive a fianco a me è in un periodo di profonda crisi interiore. Non sa cosa fare della propria vita e dice di non aver concluso nulla in modo autonomo

    Quando ho letto questo, pensavo a tutt'altro, non so, al mondo del lavoro e a realizzazioni personali di altro tipo.


    Dice di avere molto ma che contemporaneamente ha mancanze di esperienza e di legami amicali che ora sono forti.

    Questo invece mi ha fatto pensare ad altro.


    E infatti:

    mi sento rispondere è che vorrebbe avere entrambe le vite: quella stabile e “scontata” con me e quella più viva, giovane e spensierata, fatta di uscite e divertimento e del vive una vita ancora da venticinquenne. Ritengo troppo comodo la sua posizione

    Più che crisi interiore, a me sembra si possa parlare di noia e di conseguente voglia di altro (la vita da 25enne).

    Non so che età avete, né se avete figli, non ne hai parlato quindi immagino di no.


    Non riesco ad accettare una pausa che comporti l’interruzione di una convivenza più che decennale. Ritengo che se si arriva a voler uscire di casa, vuol dire che ormai si è rotto il legame originale.

    Lo penso anche io.

    Più che altro è una questione di peso e proporzioni.

    Se la bilancia oggi pesa più verso una parte (la voglia di vita da 25enne con annesso divertimento fuori di casa, ergo fuori dal rapporto di coppia), significa che la parte opposta ha perso peso.


    Un po' il contrario di quello che in genere ci si aspetterebbe, ovvero che più passa il tempo, più il rapporto di coppia si consolida e più assume il ruolo di perno centrale.

    Quando accade il contrario, farsi domande è più che lecito.


    dice che non sa scegliere ma che sa che si meriterebbe di essere cacciato e che dovrei essere io a non tollerare più questa situazione.

    Già, ma ha capito che non ti riesce facile farlo (quindi ne approfitta).


    Probabilmente ho un po’ la sindrome della crocerossina.

    Direi di sì


    Per me deve essere lui a prendere una posizione e una decisione: facendo scegliere agli altri non è mai colpa sua…questo è un meccanismo che spesso applica.

    Deve essere lui a prendere decisioni per cose che riguardano principalmente le sue cose, ma in questo caso la cosa ti riguarda in prima persona. Pensare che debba essere lui a prendere una decisione significa avere una posizione molto passiva e adeguarsi alla volontà (e ai capricci) dell'altro.


    Il mio compagno, su suggerimento dello psicologo che lo segue, mi ha chiesto un periodo di pausa dal nostro rapporto.

    Il mio dubbio è: alla fine di questo percorso, di durata non precisata, riuscirò ad accettare di riaprire il mio cuore, i miei sentimenti, desideri e speranze a una persona che, con questo comportamento, mi ha ferito? Non penso di essere capace di fare una cosa del genere. Se arrivi a non sopportare di vivere sotto lo stesso tetto, come potrai un giorno ripensarci? Come posso provare a fidarmi in caso di un ritorno? Quali condizioni dovremmo porci per capire se ne varrebbe la pena proseguire insieme?

    Tutte domande lecite.


    Non avendo altra scelta se non quella di provare questa strada

    Che però portano ad una conclusione sbagliata.


    Perchè dici che non hai altra scelta?


    Torniamo al punto sulla passività.


    Io rifletterei su questo aspetto, e cercherei di trovare una risposta alle domande che ti sei posta (mi pare di intravederne già qualcuna).


    Se intravedi spiragli la scelta di assecondare la sua richiesta può avere un senso, altrimenti sarebbe solo una perdita di tempo che procrastina a domani un problema già evidente oggi.


    Ciao.

    Cioè inizi dicendo che Just Eat ha interrotto il servizio di consegne per via dell'alluvione a differenza di altre piattaforme, ma poi nella letterina ti rivolgi al cliente che ha ordinato la cena a casa (per carità, pure questo una riflessione la merita) anzichè alle piattaforme o ai ristoratori (ovvero aziende) che il problema non se lo sono posto?


    E così nella fastidiosa retorica del mondo al contrario, scopriamo che la responsabilità della tutela del lavoratore è a carico del cliente/consumatore.

    Ciao, il termine incel credo di averlo conosciuto su questo forum, così come aneddoti riguardanti questa "ideologia".


    Non ne so quindi molto, ma per quel poco che ho capito, una costante (in realtà è una costante di molti di quelli che si lamentano di non battere chiodo, che si definiscano incel o meno) è la tendenza a voler dimostrare che le dinamiche tra uomo e donna funzionino in un modo e non in un altro.


    E se mi chiedo il perchè di questa necessità, ho come la sensazione che dietro ci sia una sorta di stato d'animo di chi si è sentito "truffato".


    Mi spiego meglio con uno dei miei esempi stupidi (prendo come esempio il contesto scuola ma è un esempio, si può allargare al "contesto" generale in cui si vive):


    nell'adolescenza, a scuola, il professore richiama con termini dall'accezione negativa vari compagni di classe: uno è un giullare, l'altro caciarone, l'altro sbruffone/aggressivo, l'altro menefreghista, l'altro manca di rispetto, l'altro uno che non studia e via dicendo.


    Passano gli anni, ed il nostro (spesso introverso) amico osserva il mondo, e qualcosa non gli torna:


    quello che a scuola era definito giullare non ha, relativamente, troppi o insormontabili problemi con le ragazze, così come il caciarone, lo sbruffone, il menefreghista, l'irrispettoso e via dicendo, mentre lui non batte chiodo e per via del suo carattere, nonchè del suo modo di porsi, e della sua convinzione che sia quello "giusto", avallata da chi continua a dirgli "sei un bravo ragazzo, non cambiare, vedrai che la ragazza giusta per te arriverà" (arriverà, non te la devi andare a cercare).


    Spesso è solo o accompagnato da amici con cui condivide la sorte in campo relazionale, e se per caso nella sua cerchia di conoscenze c'è chi ha (relativamente) successo con l'altro sesso, questo viene "giudicato" e bollato come str...o o simili, anzichè provare a osservarlo e chiedersi perchè lui (l'amico/conoscente) si e invece lui no.


    Insomma quello che manca totalmente, mi pare di capire, sia lo spirito di adattamento, vuoi per mancanza di "esempi" (amici/conoscenti che hanno relativamente successo) vuoi per incapacità di adattamento anche quando questi esempi si hanno (in un thread simile non ricordo chi (forse diverso, ma potrei ricordare male) parlò di figura materna e del tipo di educazione ricevuta in genere da parte della madre, da cui a volte è difficile svezzarsi, non so se possa entrarci qualcosa ma ricordo che questa idea non ricevette neanche tante critiche, anzi...).


    Insomma per fare un altro esempio stupido dei miei, è come se io volessi aprire un bar, ma mi rendessi conto che rispettando tutti i criteri, lo dovrei chiudere dopo un mese per fallimento.


    E facendo un giro in zona, mi rendessi conto che molti dei bar che ce la fanno (è un esempio, non sto accusando la categoria dei baristi) qualche inflazioncella la commettono: chi a volte non batte gli scontrini, chi ha il dipendente in nero, chi ha il commercialista creativo ecc.


    Se volessi aprire un bar, dovrei fare i conti con la realtà, e cercare di adeguarmi (che non significa diventare Al Capone, ma fare buon viso a cattivo gioco).


    Altrimenti dovrei rinunciare, con un po' di frustrazione all'idea, e capire che per me "non è cosa".


    Nel vecchio mondo, ci sarebbero tanti aspiranti proprietari di bar sparsi per il paese e basta, ognuno per conto suo.


    Nel mondo odierno, dove questi aspiranti proprietari di bar hanno modo di trovarsi, fare gruppo e condividere i loro sfoghi, non è difficle pensare che tra le varie direzioni che questi possano prendere ed in cui possano incanalarsi, il "nemico" sarebbe identificato nei proprietari di bar che "deviano" dalla teoria e dai principi, e magari anche nei clienti che continuano a frequentare quei bar pur sapendo.


    E così, tornando agli incel, mi pare di aver capito accada più o meno la stessa cosa, la "colpa" o il "menico" diventano gli str....i (ed in questa categorìa fanno rientrare chiunque abbia un minimo di successo con l'altro sesso, non solo quelli veramente str...i) e le donne che a questi str....i vanno appresso in barba ai "princìpi" che invece sono stati loro presentati come modello (che evidentemente, preso troppo alla lettera, non è funzionale).


    Non so, forse ho scritto baggianate, ma non avevo niente di meglio da fare :)


    Ciao.

    La tua sarà anche una battuta, peccato che io viva nell'area più inquinata d'Europa, con cementificazione a destra e a manca e siamo a 4 alluvioni in 16 mesi .


    C'è poco da ridere e i cartelloni (e le vostre provocazioni da quattro soldi sulla mia persona) ve le potete infilare dove non batte il sole.


    Grazie per chi in questo anno di forum si è speso con parole di conforto o aiuto concreto, ma chiedo alla moderazione di bannarmi definitivamente Ailene .

    Ciao, evito OT di pseudo-chiarimenti (va a finire che la toppa è peggio del buco), ti chiedo scusa per averti fatto iniziare la Domenica col piede storto.


    Eviterò di invadere questo tuo spazio in futuro.


    Ciao.

    se diventerà mainstream accettarlo nei pagamenti alla fine la gente lo utilizzerà.

    Poi sicuramente il sistema dominante metterà in ogni modo possibile i bastoni fra le ruote

    Ciao, non potrebbe diventare mainstream se il sistema dominante non lo volesse in qualche modo.


    Il giorno che dovesse avvenire, quei "bastoni tra le ruote" non sarebbero altro che un aspetto di facciata.


    Filerebbe con quanto da te stesso affermato:

    questi giganti privati (sia che siano grandi corporations sia che siano grandi magnati) che poi possano monopolizzare gli stati a loro piacimento come appunto sta avvenendo adesso.

    O no ?


    Ciao.

    Inizia settembre, lei torna alla sua routine

    Ciao,


    è questa la chiave, secondo me, per spiegare quello che è successo.


    Se a settembre lei è tornata alla sua routine, immagino significhi che nel periodo precedente lei fosse in vacanza o simile.


    Se è così, mi sembra il classico caso di un amore estivo, in cui ci si lancia con tutto l'entusiasmo di questo mondo (non rendendosi conto, o diciamo anche senza stare troppo a pensare, q quello che tale slancio comporta, per sè e per l'altra persona) e che poi, a estate finita, si scontra con il muro della realtà quotidiana, in cui ci si rende conto che tutto quell'entusiamo era frutto del momento che si stava vivendo, e che per l'altra persona non c'è tutto questo spazio (anzi diciamo pure che viene vista come un intralcio).


    A seconda dei punti di vista, può certamente essere anche definita s∙∙∙∙∙a, ma la verità è che cose del genere succedono, bisogna imparare la lezione e rendersi conto che nonostante l'entusiamo iniziale, a consolidare un rapporto in erba sono poi le successive fasi (in questo caso da manuale: per un "amore" estivo il primo gradino da superare è il ritorno alla routine quotidiana, che spesso rappresenta un muro contro cui si va ad infrangere).


    Mi dispiace per quello che stai vivendo in questo momento, lo so che è una frase fatta che non ti sarà di aiuto ma te lo dico lo stesso: ne uscirai, e ne uscirai più forte (e spero anche più "accorto") di prima.


    Ciao