Messaggi di gloriasinegloria

    Qual è la differenza tra polizzatore e agente assicurativo?

    L'agente assicurativo è il mandatario della Compagnia, titolare della propria zona, e che può polizzare attraverso no so più quante categorie di precari sostanziali. Ha un portafoglio clienti che è suo e che ha di per sè un valore economico, di solito molto importante.

    Il polizzatore, invece, è quello che porta acqua al mulino dell'agente assicurativo, avendo semplici provvigioni sui contratti che conclude, e dovendo bussare a tante porte per portarne a casa uno...

     

    La mia domanda nasce da una proposta fatta da una mia conoscente, che ha avuto esperienze con la PNL.

    Conoscendo le mie difficoltà (così come le conoscete voi), mi ha più volte proposto di leggere i libri scritti da vari autori.

     

    Ciao. La mia risposta, senza alcuna pretesa, nasce su basi simili: un conoscente che mi fece "'na capa tanta" con la PNL, non per consigliarmela, ma proprio perché era estasiato e commosso di averla incontrata nella propria vita. Poi si estasiò ugualmente per altre "tecniche", yoga incluso.

    Il suo problema era di essere un sognatore (molto ambizioso ma anche molto "opaco" nella propria realtà) che pativa le pene dell'inferno per trovarsi a fare il polizzatore assicurativo (NON agente assicurativo), avendo un alto senso del Sé (soprattutto proveniente dal calibro della sua famiglia d'origine), oltre a ritrovarsi del tutto frustrato sul piano sentimentale, non dalla quantità ma dalla qualità delle sue conquiste, pur avendo la sua dignitosissima fisicità e i suoi titoli di studio.

    Sarò breve: è soprattutto lui che mi confermò una mia teoria evergreen, e cioè che possiamo avere gli stimoli più stimolanti dell'universo, ma... se non è nella nostra natura di VIVERLI... restano miraggi del tutto paralleli al nostro essere, che potremo ammirare razionalmente quanto vogliamo, ma che, se non hanno in noi la base emotiva per essere vissuti, resteranno teorie che non vivremo mai davvero.

    A meno di lavorare su livelli del tutto diversi e più profondi, che certamente (secondo me) non passano attraverso un testo o persino un corso "random orientati".

    Per il mio conoscente: lo conobbi abbastanza ambizioso, ma sprovvisto per natura di ogni arma per coltivare le proprie ambizioni.

    Ha ammorbato tutti sulle sue conquiste intellettual-esistenziali...

    Ma... ormai si avvicina all'età della pensione... e nella realtà reale... sempre quello resta! Forse anche peggiorato, perché di pseudo-intellettualismo in pseudo-intellettualismo, il risultato di fatto è che, senza rendersene conto, si sia immolato a una sorta di visione "intellettual-eroica" (addirittura!) in cui lui non reagisce mai a niente e... riesce a sentirsi "superiore" nel subirne di ogni...

    Ovviamente andrà in pensione da polizzatore... :|

     

    Potresti approfondire questo punto?

    Perché dovrebbe accadere secondo te?

     

    L'ho detto, e lo penso, per almeno due ragioni:

    - La prima è che il distacco fisico dalla propria comfort zone, che lo si voglia o meno, ha un impatto profondo sul proprio quotidiano; e

    - La seconda, strettamente collegata, è che nella durata del distacco si verificano inevitabilmente anche i limiti umani di quella comfort zone che era sempre "a portata di mano" quando si era in zona.


    Nel suo caso il gruppo amicale era coltivatissimo, ma l'esperienza comune insegna che, per quanto il gruppo possa essere coeso e davvero affezionato a lui, certamente non potrà essere presente come lo era nella comfort zone, ancor più se i momenti topici erano o sono quelli della goliardìa allegra su cui poteva contare quando voleva e che poi già "impegna" buona parte del tempo nella sola organizzazione e coordinamento della serata da passare insieme.


    Ora: nel suo caso le capacità di socializzare sembrano ottime e non possiamo che esserne felicissimi per lui.

    Però hai avuto tante prove (inclusi dialoghi della vostra serata di ieri, ma non soltanto) per renderti conto che nel suo mondo hai già (e dal primo istante) un ruolo molto privilegiato.

    E sinceramente penso che questo potrà essere molto valorizzato dalla sua "apnea forzata" dalla comfort zone. ;)


    P.S.: è solo un mio pensiero, ma questo ragazzo non mi sembra affatto "leggero". E questo è tanto importante per la ragazza che, come te non leggera, lo abbia colpito sicuramente anche per questo.

    Non voglio pronunciare l'ipotesi che questa sospensione dalla sua comfort zone giochi tantissimo a tuo favore, ma non lo dico solo per scaramanzia, perché in realtà ne sono parecchio convinta! ;)

    Per me è limpido che i suoi amici vengano prima. Quindi mi sono anche chiesta: ma quando scenderà... avrà mai tempo per vedermi? Cioè, contando che verranno prima famiglia e amici...

    La differenza è che io avevo e ho voglia di credere in qualcosa. Lui sarà partito con aspettative diverse sicuramente.

    Però considera che questa esperienza che lo attende è per lui del tutto nuova, e neanche particolarmente entusiasmante, stando alle premesse.

    E dunque non è detto che proprio questa sospensione forzosa del suo "mondo perfetto" non lo porti a maturare e riflettere su una scala valoriale diversa dalla sua attuale.

    Non è detto che accada nel senso desiderato da te, ma è altamente probabile che accada, e per nulla escluso che possa accadere nel senso desiderato da te.


    Tieni sempre presente che i suoi stessi amici storici si sono meravigliati di vedergli portare nel gruppo la prima ragazza dopo sette anni, e che la sua attrazione verso te ti è stata palese, dalla prima ora, addirittura in misura superiore a quella che desideravi!

    Dovrebbe voler dire che hai, eccome, la tua importanza nei suoi equilibri. ;)

    il blocco che non mi fa essere più indipendente, in quanto ho paura di cadere ancora

    Ma questo è un blocco importante (che ne comporta tanti altri a cascata), e se è legato soltanto alla paura derivata da una caduta si può curare sicuramente.

    Credo che anche il medico di base ti possa prescrivere qualche ciclo di ginnastica riabilitativa, che intanto è anche una ragione valida per uscire di casa.

    Non credi?

    Ciao. Vorrei solo dire che questo spaccato, che riguarda anche i suoi amici, a me sembra tanto significativo anche per poter spiegare il suo apparente cambio di prospettive nei tuoi confronti.

    Personalmente (e con meraviglia anche mia) mi trovo a constatare che, nella generazione dei giovani adulti di oggi, questo sia un atteggiamento collettivo parecchio diffuso e che accomuna davvero tanti (a prescindere da estrazione sociale, livello culturale ed esperienze familiari). Il concetto base è "vivere il presente", che s'accompagna sempre al rigetto di progetti e impegni di lunga durata; si salva solo il lavoro (anche quando non graditissimo) solo perché è la base dell'autonomia.

    Sul piano sentimentale (in senso ampio), a loro mi appare come una precisa scelta quella di trovare maggior sollievo (forse rassicurazione?) nel coltivare una rete amicale più estesa e solida possibile, tendenzialmente allegra e vivace, piuttosto che coltivare rapporti di coppia in chiave progettuale.

    Non che manchino le coppie in questi gruppi, anzi; ma, specialmente da parte maschile, vedo che comportano l'inclusione delle rispettive ragazze nei gruppi e non più quell'isolarsi dai gruppi per fare e progettare vita di coppia, che era "normale" fino a qualche decennio fa.

    Se così fosse anche nella sua ottica, il cerchio si chiuderebbe su una sua riflessione che ha la sua coerenza. Un po' del tipo: stiamo benissimo insieme, ma io adesso devo andare e già dovrò affrontare difficoltà e problemini; so che ci sarà impossibile coltivare a distanza la stessa graditissima assiduità; non creiamoci problemi come se avessimo mai ipotizzato un rapporto "a vita"; e... restiamo in contatto senza vincolarci reciprocamente a qualcosa che comunque non potrebbe, almeno per questo anno, essere coltivato e goduto come lo è stato in questi mesi.

    Non sto giustificando, assolutamente. Tra l'altro non condivido per nulla questo "vivere il presente" in modo così letterale. Però constato che non è una postura rara.

     

    Comunque la conduzione che mi è rimasta nel cuore è quella di Raimondo Vianello, che a esibizione finita buttava fuori i cantanti praticamente a calci (inclusa la super-ospite Madonna) e riusciva a chiudere prima di mezzanotte.

     

    Mi dispiace non averne memoria, non l'ho proprio visto, come non ho visto decine di edizioni di Sanremo (e da quello che dici mi dispiace perché Vianello era davvero un altro mondo). Senza partigianeria, giuro, credo che la voglia di vedere Sanremo me l'abbia fatta passare proprio Baudo, con il suo piglio "pseudo notarile e compassato".

    Ma sai che non ricordo di una sola volta che Baudo mi abbia mosso una risata o mi abbia sorpresa per un guizzo geniale? Per me seguire Baudo era divertente quanto può esserlo un notaio a un pranzo di matrimonio "old style".

    Conti, invece, come il segretario o il visurista del notaio, alla stessa festa di matrimonio, e sapendo che si deve contenere perché c'è il notaio che lo osserva. ^^


    Questione di gusti, per carità, ma so che sono riuscita a seguire un Sanremo quasi intero soltanto con la conduzione di Amadeus e Fiorello, e lì mi viene dal cuore di dire che non lo seguivo per le canzoni, ma per la simpatia trascinante di loro due insieme...


    Nel rispetto di Baudo, vorrei comunque precisare che non sto giudicando l'uomo, anche perché né lo conosco nella sua essenza vera né lo ritengo conoscibile, in quella sua globale blindatura omertosa circa sé stesse; giudico, invece, quell'uomo di spettacolo che si continuerà a celebrare ogni due per tre almeno fino a mercoledì... e che sul piano organizzativo e formale potrà anche essere stato perfetto, ma di cui – a mio vedere – di "umanità coinvolgente o geniale" non è mai e poi mai arrivato nulla, diversamente da altri, anche suoi coetanei come Vianello e Corrado, che bastava lo sguardo a coinvolgerti in una comunicatività spontanea e piena di ironia, pur nel pienissimo rispetto della più perfetta sobrietà di espressione.

    Così come, da spettatrice, non mi ispirava simpatia Mike già da ragazzina, con le sue gaffes e i doppi sensi grevi che erano assolutamente voluti per stuzzicare un pubblico di cui non ho mai pensato che avesse grande considerazione.

    Completando la divagazione: penso a Stefano De Martino, di cui mi è capitato, con amici, di dire "Guarda... a questo viene proprio da volergli bene!", e intendevo volergli bene proprio in senso "familiare". È la stessa cosa che mi hanno sempre ispirato anche Vianello, Corrado, Amadeus, Fiorello.

    Scrivendolo adesso, mi rendo conto che tutto deriva dalla magnifica spontaneità che hanno tutti in comune: tutte persone per cui viene naturale sentire che siano così come le vedi anche nella loro vita di ogni giorno, pur essendo tutti professionisti impeccabili.

    Laddove i Mike, Baudo, Conti... mi danno a pelle la sensazione di essersi ingessati e compressi in un'immagine che hanno studiato a tavolino per fare carriera...

    il primo a capire che del festival di Sanremo ce ne STRAFREGHIAMO delle canzoni e invece vogliamo vedere le polemiche, gli sc∙∙∙i sul palco, le vallette oche che litigano per un minuto in più di inquadratura, gli invasori di palco che rivelano che il festival è truccato, i finti suicidi...

    Ehm no: apprendo dall'apologia ancora in corso che questo gli fu insegnato da Mike :P

    Il pubblico è un mondo a parte, ma anche nel privato esistono tante realtà in cui presto si capisce che a esser bravi e solerti si viene solo spremuti come limoni e alla fine non si ottiene nulla di concreto, e allora la strategia migliore è fare il compitino e cercare di restare nell'anonimato.

    Resta sempre una differenza incolmabile: che se nel privato non ti spremi come un limone...la via per toglierti dai piedi la trovano in poche mosse (mobilità ai limiti del CCNL, ad esempio), mentre nel pubblico - che vive di soldi pubblici - campa cavallo che l'erba cresce...


    P.S. con la tizia di cui parlo hanno anche giocato la carta della mobilità ai limiti del CCNL.

    Uè...l'ha affrontata a condizioni da deportazione in Siberia!

    Hanno revocato il provvedimento su supplica dell'altra sede che confermava "non sappiamo cosa farle fare perchè non sa fare niente! Ma non abbiamo neanche una stanza dove collocarla affinchè non disturbi il lavoro degli altri!".

    Io non l'ho mai sopportato, primo perche' era anche molto pieno di se', amava parlare di se' e si metteva sempre al centro dell'attenzione.

    Idem per me.

    Con precisazione: amava parlare di sè e si poneva sempre al centro dell'attenzione per quel che riteneva funzionale alla sua immagine .

    Per il resto...l'omertà era il suo mestiere più riuscito! E oggi è decantata come "riservatezza". ^^

    Ho appreso con un po' di orrore (una fra altre) che la Ricciarelli (quarantenne) e ormai sposatissima con lui (cinquantenne)...fu convinta ad abortire perchè PER LUI...era prematuro avere figli.

    Neanche commento...