Comunque la conduzione che mi è rimasta nel cuore è quella di Raimondo Vianello, che a esibizione finita buttava fuori i cantanti praticamente a calci (inclusa la super-ospite Madonna) e riusciva a chiudere prima di mezzanotte.
Mi dispiace non averne memoria, non l'ho proprio visto, come non ho visto decine di edizioni di Sanremo (e da quello che dici mi dispiace perché Vianello era davvero un altro mondo). Senza partigianeria, giuro, credo che la voglia di vedere Sanremo me l'abbia fatta passare proprio Baudo, con il suo piglio "pseudo notarile e compassato".
Ma sai che non ricordo di una sola volta che Baudo mi abbia mosso una risata o mi abbia sorpresa per un guizzo geniale? Per me seguire Baudo era divertente quanto può esserlo un notaio a un pranzo di matrimonio "old style".
Conti, invece, come il segretario o il visurista del notaio, alla stessa festa di matrimonio, e sapendo che si deve contenere perché c'è il notaio che lo osserva. 
Questione di gusti, per carità, ma so che sono riuscita a seguire un Sanremo quasi intero soltanto con la conduzione di Amadeus e Fiorello, e lì mi viene dal cuore di dire che non lo seguivo per le canzoni, ma per la simpatia trascinante di loro due insieme...
Nel rispetto di Baudo, vorrei comunque precisare che non sto giudicando l'uomo, anche perché né lo conosco nella sua essenza vera né lo ritengo conoscibile, in quella sua globale blindatura omertosa circa sé stesse; giudico, invece, quell'uomo di spettacolo che si continuerà a celebrare ogni due per tre almeno fino a mercoledì... e che sul piano organizzativo e formale potrà anche essere stato perfetto, ma di cui – a mio vedere – di "umanità coinvolgente o geniale" non è mai e poi mai arrivato nulla, diversamente da altri, anche suoi coetanei come Vianello e Corrado, che bastava lo sguardo a coinvolgerti in una comunicatività spontanea e piena di ironia, pur nel pienissimo rispetto della più perfetta sobrietà di espressione.
Così come, da spettatrice, non mi ispirava simpatia Mike già da ragazzina, con le sue gaffes e i doppi sensi grevi che erano assolutamente voluti per stuzzicare un pubblico di cui non ho mai pensato che avesse grande considerazione.
Completando la divagazione: penso a Stefano De Martino, di cui mi è capitato, con amici, di dire "Guarda... a questo viene proprio da volergli bene!", e intendevo volergli bene proprio in senso "familiare". È la stessa cosa che mi hanno sempre ispirato anche Vianello, Corrado, Amadeus, Fiorello.
Scrivendolo adesso, mi rendo conto che tutto deriva dalla magnifica spontaneità che hanno tutti in comune: tutte persone per cui viene naturale sentire che siano così come le vedi anche nella loro vita di ogni giorno, pur essendo tutti professionisti impeccabili.
Laddove i Mike, Baudo, Conti... mi danno a pelle la sensazione di essersi ingessati e compressi in un'immagine che hanno studiato a tavolino per fare carriera...