Licenziata

  • Bene, alla fine, dopo aver fatto tanti sacrifici in azienda, aver aiutato anche in ferie, nei week se mi chiamavano, vengo licenziata perché costo troppo e non ci sono commesse, ma si tiene il ragazzo (amico del figlio) che è venuto dopo di me perché prende 600 euro, mentre io 1100, gli ho insegnato tutto e prossima settimana se ne va anche in Sardegna. Prima che ciò accadesse, il mio datore per due mesi è andato a lavorare per un'altra azienda, lasciando la sua gestita da me, però se i lavori non li trova lui, chi li trova? Si l'azienda non naviga nell'oro, ma se non puoi pagare me, non puoi pagare nemmeno l'altro se è davvero in crisi nera come dice, ma soprattutto mi fa ridere la cosa che non ci sono commesse, quando in questi due mesi ho gestito io tutto.

    Ho fatto i corsi, regolamenti, carte, ecc.
    Quello che mi fa rabbia è che dice ha deciso questo giovedì di mandarmi via, cosa che dubito, mi ha fatto fare tutte le procedure per bene, per fregarmi e poi darmi il calcio nel sedere. La presa per il c∙∙o la detesto.

    La cosa divertente è che ho 20 giorni di ferie e 20 giorni di preavviso ma dice che non posso prendermele perché l'ufficio non può rimanere scoperto, che sta vedendo quanto costa pagarmele. Posso rifiutarmi di farmele pagare e mettermi in ferie lo stesso?
    Il tfr vuole pagarmelo a rate perché non ce la fa.

    Dovrei andare da un sindacato? Quanto costa iscriversi?

    Sono nell'abbisso più totale, ancora non mi riprendo dallo shock.

  • No comment davvero, pensa solo che da come la descrivi, nel lungo termine non sarà una perdita per te, intendo che stai lasciando un ambiente poco sano e svilente. Per 1100€ troverai altro.

    Hai un contratto a termine o indeterminato? Come giustifica il licenziamento? Puoi comunque accedere alla Naspi.

    Fossi in te chiederei una consulenza a un consulente o avvocato del lavoro (nel mio caso, mi sono trovata meglio con l'avvocato, che però ovviamente ha costi elevati). La consulenza ti permette di capire che strumenti hai e se ci sono i margini per una eventuale impugnazione di licenziamento ingiusto.

  • Artemisia. Se l'azienda è in crisi "oggettiva", al di là di quello che vedi tu c'è poco da impugnare. Quanto scoperto hanno in banca? Quanti debiti sparsi in giro?! Probabilmente la situazione è veramente critica..al di là dello shock comprensibile, l'unica cosa da fare è trovare un accordo con il datore di lavoro per i pagamenti in uscita che dovrai ricevere, non c'è altro da fare ahimè.

  • No comment davvero, pensa solo che da come la descrivi, nel lungo termine non sarà una perdita per te, intendo che stai lasciando un ambiente poco sano e svilente. Per 1100€ troverai altro.

    Hai un contratto a termine o indeterminato? Come giustifica il licenziamento? Puoi comunque accedere alla Naspi.

    Fossi in te chiederei una consulenza a un consulente o avvocato del lavoro (nel mio caso, mi sono trovata meglio con l'avvocato, che però ovviamente ha costi elevati). La consulenza ti permette di capire che strumenti hai e se ci sono i margini per una eventuale impugnazione di licenziamento ingiusto.

    Non posso permettermi un avvocato ahimè, ma comunque nemmeno credo tanto in queste cose.

    Indeterminato. Licenziamento: mancanza di commissioni, crisi aziendali, e impossibilità di ricollocamento.
    Due di questi motivi sono fasulli, perché le mie mansioni le fa il collega, gli ho insegnato io, doveva essere "un risolvi problemi" ma alla fine il datore mi ha fatto fare formazione a lui, e ora so il motivo.

    Il punto è che se c'è crisi perché licenzia me? per 500 euro in più che prendo?

    Sospetto che prenderà un altro a 600 euro e per 1200 euro, avrà due dipendenti, conoscendo il furbo.

    Si l'azienda è in difficoltà ma abbiamo delle entrate fisse, se licenziava l'ultimo arrivato, sicuramente riusciva a mantenere me, ma poteva mai licenziare l'amico del figlio?
    Per due mesi ho gestito tutto io, mentre lui lavorava altrove.


    Artemisia. Se l'azienda è in crisi "oggettiva", al di là di quello che vedi tu c'è poco da impugnare. Quanto scoperto hanno in banca? Quanti debiti sparsi in giro?! Probabilmente la situazione è veramente critica..al di là dello shock comprensibile, l'unica cosa da fare è trovare un accordo con il datore di lavoro per i pagamenti in uscita che dovrai ricevere, non c'è altro da fare ahimè.

    Crisi oggettiva non saprei, perché l'altro ragazzo comunque lo paga, si tratta di 500 euro di differenza, calcola che di entrate fisse ne abbiamo, tipo 2/3k fissi al mese entrano. Se faceva restare me, poi magari mi sbaglio, riusciva comunque a gestirlo. Gli sono sempre venuta incontro, abbiamo avuto un anno fa un periodo simile, ero l'unica dipendente e mi pagava in ritardo o a rate per qualche mese. Però se tu vai a fare altro, abbandonando l'azienda, poi torni e seghi una persona che ti è sempre venuta incontro, lo trovo scorretto.

    Ha sempre usato la mia attrezzatura fotografica quando andavamo a fare shooting, se mi chiamava in ferie l'aiutavo, ma essere presa in giro dicendo che c'ha pensato giovedì, ma è da un mese che mi fa fare procedure, è scorretto. Poteva avvisarmi prima che c'era il rischio e io avrei avuto più tempo.

  • L'essere scorretto nei tuoi confronti Artemisia. lo comprendo bene. Però la normativa non prevede l'area della correttezza dei comportamenti.


    Per logica sapevo che in presenza di crisi aziendali chi viene licenziato è sempre l'ultimo. Sulla storia dell'assunzione prossima di altre persone è complicato se la causale del tuo licenziamento è la crisi, se l'azienda è in crisi e licenzia non può assumere personale entro tot mesi mi sembra. Ad ogni modo è plausibile che però il tuo posto venga sostituito da uno stagista o persona a rimborso spese o bandi con soldi a fondo perduto, sei in Italia non in Norvegia o in Danimarca: stipendio basso, sacrifici e poi benservito, non sei la prima non sarai l'ultima...volta pagina prima che puoi, altrimenti ti rovini il fegato.

  • L'essere scorretto nei tuoi confronti Artemisia. lo comprendo bene. Però la normativa non prevede l'area della correttezza dei comportamenti.


    Per logica sapevo che in presenza di crisi aziendali chi viene licenziato è sempre l'ultimo. Sulla storia dell'assunzione prossima di altre persone è complicato se la causale del tuo licenziamento è la crisi, se l'azienda è in crisi e licenzia non può assumere personale entro tot mesi mi sembra. Ad ogni modo è plausibile che però il tuo posto venga sostituito da uno stagista o persona a rimborso spese o bandi con soldi a fondo perduto, sei in Italia non in Norvegia o in Danimarca: stipendio basso, sacrifici e poi benservito, non sei la prima non sarai l'ultima...volta pagina prima che puoi, altrimenti ti rovini il fegato.

    Secondo la legge sì, dovrebbe essere licenziato l'ultimo arrivato, e non è uno stagista è assunto da un anno.
    Lo stagista lo abbiamo avuto per un mese, ora è andato via, ma non è che ha imparato molto, perché il tutor legale era il datore, ma alla fine ho dovuto fare io da tutor ma continuando a fare anche i miei lavori.
    Il problema che voltare pagina con lui davanti, mi viene difficile, perché mi ha sempre urlato contro, sfruttata, chiesto favori ecc. Pertanto vorrei prendermi le mie ferie, ma vuole che venga in ufficio 1 volta a settimana, ma io devo portare le mie cose dai miei a 300km da qui, non posso andare su e giù.

  • Capisco lo shock ma credimi che alla lunga starai meglio. Farsi il fegato amaro per 1100 euro al mese non è vita. Fatico anche a definire azienda una cosa che si basa sul lavoro dello stagista a 600 euro.

    Per le ferie non saprei, prova a chiedere a un sindacato. Ma devono esserci posti migliori di questo.

  • Mi dispiace ma spero proprio che questa sia l'occasione per trovare di meglio. Il tuo datore di lavoro è un pirata e la sua scelta gli si rivolterà contro.

    Ti consiglio di rivolgerti ad un sindacato, dovrebbero farti una consulenza gratuita o a minimo prezzo.

    Fai tutte le procedure per la naspi e inizia a mandare il tuo cv a più non posso.

  • Mi sono permessa di usare l'AI per rispondere alla tua domanda (così si può facilmente risalire alle leggi).


    Qui quanto riporta.


    Art. 2109 del Codice Civile

    Comma 2:

    “Il prestatore di lavoro ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite, possibilmente continuative, nel tempo che l’imprenditore stabilisce, tenuto conto delle esigenze dell’impresa e degli interessi del prestatore di lavoro.”


    Tradotto:


    Le ferie non possono essere imposte dal lavoratore: è il datore a decidere quando vengano concesse, compatibilmente con le esigenze aziendali.

    Il lavoratore ha diritto alle ferie, ma non a prenderle quando vuole.

    Vale anche per le ferie arretrate.


    In conclusione:


    Hai diritto alle ferie maturate, ma non puoi prenderle di tua iniziativa senza consenso.


    Se il rapporto si chiude e non ti vengono concesse, devono essere pagate come indennità sostitutiva (Art. 10 D.Lgs. 66/2003).


    - il datore di lavoro ha l'obbligo di pagare le ferie arretrate con indennità sostitutiva

    - il datore di lavoro non è tenuto a farti usufruire delle ferie durante il preavviso (a meno che non ci sia un accordo tra le parti)


    Puoi prendere i giorni di malattia, gli stessi non vengono contati nel conteggio dei giorni di preavviso per il licenziamento (se ti mancano 15 gg lavorativi per terminare, ma prendi 5 gg di malattia, farai 5 gg di malattia + 15 gg lavorativi). La malattia deve essere con certificato medico inviato all'INPS.


    Cass. Civ. Sez. Lav. n. 8526/2012

    “La malattia intervenuta nel periodo di preavviso lavorato ne sospende il decorso, con conseguente proroga del termine finale del rapporto di lavoro.”


    Il medico di base può emettere certificato medico qualora lo ritenga opportuno per tutela della tua salute (ansia, insonnia, malessere psichico e fisico segnalato).


    Per prendere le ferie serve il consenso del datore di lavoro. È consigliabile fare richiesta in forma scritta per tenerne traccia.

  • Io una volta ho avuto una situazione simile, avevo 14 giorni arretrati e il datore di lavoro non voleva consentirmi una settimana di ferie. Ho risolto facilmente perché sapevo di alcuni giochetti che faceva, non proprio legali, quindi ho lanciato una minaccia velata che è stata colta e mi sono stati dati i giorni.

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