Mentire per anni sul proprio lavoro... è possibile?

  • Buonasera, vi scrivo perché mi sento in difficoltà per una situazione che si è creata con una mia conoscente. Ci frequentiamo da un po', lei ha sempre sostenuto di lavorare come ricercatrice in un'università e, ogni volta che ci vediamo, mi racconta dei suoi numerosi impegni quotidiani, delle sue corse per conciliarli con gli impegni familiari, ecc. Fatto sta che da un po' (ahimè) ho scoperto che non è vero. Non ha mai lavorato come ricercatrice, non ha mai conseguito il dottorato e ho anche dubbi sull'effettivo conseguimento della laurea (ma di questo non sono certa).


    Questa cosa mi sta turbando: può una persona arrivare a mettere in scena per anni una cosa così grande con amici, familiari, conoscenti? Potrebbe avere qualche disturbo per cui è veramente convinta di quello che racconta, anche se non è palesemente vero? E soprattutto, come mi devo comportare con lei? Per il momento sto facendo finta di niente, ma mi sento veramente a disagio e sento che questa cosa mi sta allontanando da lei.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ma mente in maniera molto plateale e in realtà fa un altro lavoro (esempio dice di essere ricercatrice e invece lavora in un negozio) oppure mente ingigantendo le cose (es. fa l'assistente di un prof.universitario e dice di essere ricercatrice, dottoranda ecc.).

    Appartenenti alla seconda categoria ne conosco (in altri settori), sono personalità un po' narcisistiche secondo me.

    <3 <3 <3

    *sara swarovsky*

  • può una persona arrivare a mettere in scena per anni una cosa così grande con amici, familiari, conoscenti?

    Mi viene in mente il film francese "l'avversario", tratto da una reale vicenda di cronaca. C'è gente che vive una vita finta per anni, magari crollando nel modo peggiore quando non è più possibile sostenere le bugie. Penso che facilmente possa esserci dietro un disturbo psicologico.

    Penserei a tenere lontana una persona del genere.

  • Mi viene in mente il film francese "l'avversario", tratto da una reale vicenda di cronaca. C'è gente che vive una vita finta per anni, magari crollando nel modo peggiore quando non è più possibile sostenere le bugie. Penso che facilmente possa esserci dietro un disturbo psicologico.

    Penserei a tenere lontana una persona del genere.

    Film basato sulla vita di Jean-Claude Romand, che è la prima persona a cui ho pensato quando ho letto il post di OP.

  • Lavoro in un ambito affine e sono venuta in contatto con alcune persone che lavorano nella sua presunta università e nessuno la conosce... e comunque le figure dei ricercatori sono pubbliche, sono indicate negli organigrammi delle università, lasciano tracce su internet con ricerche, pubblicazioni, convegni... lei è inesistente... e io spero ogni giorno di essere smentita, di aver preso una cantonata ma per il momento la situazione è questa. Non è una cosa che fa solo con me, questo è ufficialmente il suo lavoro da anni ma di questo suo presunto lavoro non esiste traccia, mi sembra una cosa assurda.

    E comunque ho letto la trama del film da voi citato e mette i brividi pensare che sia ispirato a una storia vera, la mente umana può essere davvero imprevedibile.

  • Ma se tutto quello che racconta riguardo al lavoro è falso e lo racconta da anni, bisogna anche tenere conto delle persone che ci credono!

    D'altronde, se nessuno di coloro che lei frequenta è un ricercatore universitario e quindi non sa assolutamente nulla riguardo a questa professione, questa tua "amica" può facilmente far credere ciò che vuole.

    E questo apre un'altra categoria di domande: non tanto se è possibile mentire per anni e perché lo si fa, ma piuttosto quante possibilità ci sono di essere creduti e che la menzogna diventi la verità.

    Allargando questo ragionamento, possiamo affermare di non poter dare per certo nulla se non ciò che verifichiamo personalmente, nemmeno le certezze della nostra vita.


    Per quanto riguarda il perché lo fa, possono esserci varie motivazioni: la ricerca di attenzioni è la più banale e superficiale. Potrebbe essere una persona così frustrata e con un'autostima così bassa, o vergognarsi talmente tanto delle proprie presunte capacità, da arrivare a inventarsi una professione migliore. O potrebbe voler sperimentare quanto riesce a ingannare la gente, o pensare che gli altri siano tutti stupidi e divertirsi...

    Non serve avere un disturbo per fare tutto ciò, credimi, altrimenti l'80% della gente sarebbe disturbata. I disturbi mentali sono un'altra cosa...

  • Questa persona potrebbe avere un disturbo della personalità. Certo che inventarsi un lavoro che uno nella realtà non fa è facile con i conoscenti, non con i familiari. Il caso eclatante di JeanClaude Romand pone molti interrogativi, che nessuno dei suoi familiari per diversi anni non si sia accorto che lui, non solo non si era laureato, ma non aveva neanche un lavoro. Poi come ha mantenuto la famiglia in quegli anni è un mistero.

  • Le tue parole mi hanno fatto riflettere molto... il senso di smarrimento che provo probabilmente più che dal fatto in sé (che comunque interessa una mia conoscenza e non un familiare o una persona a me particolarmente vicina) deriva proprio da questo senso di minamento delle certezze quotidiane... se può essere tutto e il contrario di tutto, allora cosa è reale? Cosa è la verità? Per questo spero di essere smentita e, in caso contrario, cerco nel disturbo mentale una scusante a quello che ora non riesco razionalmente a spiegare.

  • il senso di smarrimento che provo probabilmente più che dal fatto in sé (che comunque interessa una mia conoscenza e non un familiare o una persona a me particolarmente vicina) deriva proprio da questo senso di minamento delle certezze quotidiane... se può essere tutto e il contrario di tutto, allora cosa è reale? Cosa è la verità? Per questo spero di essere smentita e, in caso contrario, cerco nel disturbo mentale una scusante a quello che ora non riesco razionalmente a spiegare.

    Capisco che il senso di smarrimento possa derivare dal fatto che le certezze quotidiane sembrano vacillare quando ci troviamo di fronte a una bugia così grande. Tuttavia, mi chiedo: perché stai investendo così tante energie per cercare di smentire o confermare qualcosa che, alla fine, non cambia la tua vita? Questa persona non è una familiare o qualcuno a te particolarmente vicino, quindi perché farti destabilizzare dalle sue parole?


    Vero o falso che sia ciò che racconta, non hai la certezza dei suoi motivi. Magari ha le sue ragioni per costruire questa storia, e forse non vuole o non può condividere la sua vera realtà. Alla fine, però, non credo che sia necessario cercare una spiegazione così profonda, perché se non ti ha arrecato danno, perché lasciarsi coinvolgere così tanto? Anche se fosse tutto inventato, non penso che minacci davvero le tue certezze quotidiane.


    Sai quante volte mi è capitato di scoprire, per puro caso, che conoscenti o amici raccontavano cose non vere? Mi sono sempre detta: avranno avuto i loro motivi!

    Se non arrecano danno alla nostra vita, perché dovrebbe importarci?

    Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto. George Eliot

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