Quelli che non escono...

  • anni fa facevo il formatore a tempo pieno. quando uscivo venivo spesso attorniato da orde di allievi che mi chiedevano le più disparate informazioni. La compagnia di "amici" che frequentavo all'epoca erano anche loro interessati alle medesime questioni. Quindi.ho incominciato ad avere problemi ad uscire di casa. Facevo le vacanze fuori regione, se mi chiedevano del lavoro inventavo qualcosa ecc. Per uscirne pienamente ho dovuto allontanare tutti, quattro anni di.psicoterapia e cambiare attività. purtroppo non è facile

  • Io ( quando non devo andare a negozio ) non esco principalmente per pigrizia e perché mi sono scocciata del mio paese, ecco quindi mi annoiano più gli stessi posti che la casa di per sé. Film a casa e non mi scoccio. Avrei voglia di uscire fuori una volta a settimana ma non ho mai compagnia.

    Poi sono anche un po' sociofobica, avantieri son dovuta passare in mezzo a una piccola piazza di paese con tavolini fuori pieni e mi stava venendo un mancamento.

  • Io ( quando non devo andare a negozio ) non esco principalmente per pigrizia e perché mi sono scocciata del mio paese, ecco quindi mi annoiano più gli stessi posti che la casa di per sé. Film a casa e non mi scoccio. Avrei voglia di uscire fuori una volta a settimana ma non ho mai compagnia.

    Poi sono anche un po' sociofobica, avantieri son dovuta passare in mezzo a una piccola piazza di paese con tavolini fuori pieni e mi stava venendo un mancamento.

    Ecco su alcune delle cose che dici mi ritrovo. Il mio problema di base è diverso, perché io ho iniziato a smettere di uscire per una paura specifica, però da quando sono qui nel paese dei miei ci sono anche i fattori di cui parli tu. Da un lato qui non c'è un posto in cui desidero fortemente andare, per cui valga la pena cercare di contrastare la mia fobia/ossessione (ci sono più che altro condomini, un supermercato, il mercato un giorno a settimana). Dall'altro lato, il piccolo centro mi mette più a disagio della metropoli. Per dire, quando giravo da sola per Parigi ero tranquillissima. Qui l'idea di incrociare persone mi mette molta più ansia. Che poi il paradosso è proprio che il contatto umano mi manca tantissimo, ma al contempo probabilmente, a parte la mia fobia di base (di cui non voglio parlare adesso), sono diventata sociofobica pure io :D

  • anni fa facevo il formatore a tempo pieno. quando uscivo venivo spesso attorniato da orde di allievi che mi chiedevano le più disparate informazioni. La compagnia di "amici" che frequentavo all'epoca erano anche loro interessati alle medesime questioni. Quindi.ho incominciato ad avere problemi ad uscire di casa. Facevo le vacanze fuori regione, se mi chiedevano del lavoro inventavo qualcosa ecc. Per uscirne pienamente ho dovuto allontanare tutti, quattro anni di.psicoterapia e cambiare attività. purtroppo non è facile

    Grazie per aver condiviso la tua esperienza ;)

  • Non so se ti sto rispondendo, comunque : io sto benissimo a casa mia e non sentirei nessun desiderio di uscire, se non raramente.

    Non posso farlo perchè comunque lavoro e vita quotidiana impongono uscite e anche incontri, ma li limito al massimo. Poi quando li vivo non sto affatto male, ma nulla che mi faccia pensare "oh che bello, domani lo rifaccio!".


    La ragione per cui posto, però, è questa : i vari lockdown hanno molto "coccolato" questa mia tendenza. Ma credo e mi sento di segnalare che assecondare troppo questa tendenza...a me ha dato risultati che mi hanno fatto un po' impressione, e cioè : alla ripresa delle normali uscite avevo tante piccole manifestazioni assurde, tipo senso di precarietà dell'equilibrio ortostatico o anche ansia nell'allontanarmi troppo da casa, anche in auto.

    Fortunatamente si sono susseguite una serie di "esposizioni obbligate"...compresi pranzi di cerimonia che sono la cosa che detesto di più. E dico <fortunatamente> perchè in realtà è grazie a loro che sono tornata alla completa normalità (mia :P ).


    Quindi mi sento solo di dire, per esperienza personale, che assecondare troppo questo istinto sociofobico...per quello che ho provato equivale ad aggravarlo, e non va bene.

    Mille volte meglio forzarsi a graduali esposizioni.

    Anche perchè: se non ci fossilizziamo aprioristicamente su tutte le ipotesi di indesiderabilità e fastidio che paventiamo all'esterno, e abbiamo la semplicità di vivere le cose senza pregiudiziali...fuori di casa c'è anche un universo di cose godibilissime. ;)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Diciamo che condivido alcune cose che dici, però le situazioni a cui pensavo quando ho aperto il post sono in parte diverse.

    Come dici tu stessa, tu a casa stai bene, non hai particolare desiderio di uscire. Io pensavo più a situazioni in cui per una fobia, problemi di ansia, un disturbo ossessivo o altro si vorrebbe moltissimo uscire, viaggiare, entrare in un negozio, andare dove più ci aggrada, ma non si riesce più a farlo perché la paura è più forte e ci tiene legati.

    Io che all'esterno ci sia un universo di cose godibilissime ne sono pienamente conscia e quell'universo di cose godibilissime l'ho sempre amato e anche vissuto fino a pochi anni fa. Mi manca tantissimo, perché ho sempre apprezzato i contatti sociali, le cene, i viaggi, i corsi, le escursioni di gruppo in montagna ecc. Quindi quando parlo di "sociofobia" non intendo scarso interesse ad avere contatti sociali, ma al contrario di un forte desiderio di avere contatti sociali che viene frenato dalla paura del "giudizio altrui" (così per rimanere sul generico). Capisco che forse possa sembrare un controsenso...

    Poi hai ragione, certamente in generale più si evita di fare un qualcosa, peggio è. La regola dovrebbe essere "evita di evitare". D'accordissimo sull'utilità delle "esposizioni obbligate" del tipo che dici tu. Io purtroppo di queste occasioni non ne ho, per il tipo di lavoro che mi trovo a fare e per altri motivi di cui ho parlato in altri post ma su cui non voglio tornare qui, per mantenere il discorso più su un piano generale.

    Comunque grazie mille per aver condiviso la tua esperienza e le tue osservazioni! :smiling_face_with_smiling_eyes:

  • le situazioni a cui pensavo quando ho aperto il post sono in parte diverse

    Sì, e infatti mi aveva colpita la tua paura di uscire da sola.

    Senza addentrarmi in definizioni mediche che potrei usare impropriamente...io che qualche margine di sociopatia lo vivo di sicuro...se esco da sola mi rabbuio all'idea di incontri indesiderati, ma se esco in compagnia...mi rabbuio proprio da subito e a causa della compagnia, a meno che questa non sia graditissima (che non è per niente facile che lo sia).

    Nel tuo caso, invece, e anche ricordando altri tuoi scritti, sembra esserci solo la paura di riprendere DA SOLA il contatto con un mondo esterno che comunque ti piace e ti incuriosisce.

    E allora, fermo restando che il principio dell'esporsi dovrebbe valere identicamente, non potrebbe essere utile ricominciare da anche brevissime uscite con persone di famiglia? Anche andare insieme a fare la spesa o accompagnare un genitore...foss'anche a farsi fare una ricetta dal medico...non pensi che potrebbe fare bene?

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Sì, e infatti mi aveva colpita la tua paura di uscire da sola.

    Senza addentrarmi in definizioni mediche che potrei usare impropriamente...io che qualche margine di sociopatia lo vivo di sicuro...se esco da sola mi rabbuio all'idea di incontri indesiderati, ma se esco in compagnia...mi rabbuio proprio da subito e a causa della compagnia, a meno che questa non sia graditissima (che non è per niente facile che lo sia).

    Nel tuo caso, invece, e anche ricordando altri tuoi scritti, sembra esserci solo la paura di riprendere DA SOLA il contatto con un mondo esterno che comunque ti piace e ti incuriosisce.

    E allora, fermo restando che il principio dell'esporsi dovrebbe valere identicamente, non potrebbe essere utile ricominciare da anche brevissime uscite con persone di famiglia? Anche andare insieme a fare la spesa o accompagnare un genitore...foss'anche a farsi fare una ricetta dal medico...non pensi che potrebbe fare bene?

    Certamente, la penso proprio come te. Infatti in passato, quando questa paura facevo capolino, ma avevo una vita sociale, bastava cogliere un invito per una pausa pranzo o al cinema, senza andare a raccontare il mio problema, e le paure se ne andavano (cioè facevo esposizioni con altri senza che questi sapessero che mi stavano aiutando a fare esposizioni). Il problema è che io di persone con cui fare esposizioni adesso fondamentalmente non ne ho. Si, ci sono mio padre e mia madre, ma hanno 77 e 82 anni. Ho fatto qualche passeggiata con mio padre, ma avrei bisogno di ben altre esposizioni. Mia madre è sempre uscita pochissimo, anche da giovane. Non ha mai preso un treno da sola. Poi in realtà ad andare in giro con loro non sono molto a mio agio, soprattutto in questa cittadina. Le volte che escono attaccano bottone con tutti, fermano tutti, magari vanno a raccontargli le mie cose o fanno battute imbarazzanti. Mio padre si mette a litigare per la politica o altro e a me sale l'ansia. Altre persone qui non ne ho, né amici né conoscenti. Come ho detto altre volte, io qui non ci vivevo da più di 20 anni (a parte il fatto che in generale la gente giovane o della mia età non si ferma a vivere qui, per esempio quelli che venivano a scuola con me si sono trasferiti tutti altrove, come avevo fatto io). Mia sorella abita qui vicino, ma fa la sua vita, ha le sue amicizie e non è interessata a frequentarmi, non la vedo da fine giugno. Avevo pensato ad un cane, ma finché vivo qui dai miei non è possibile.

    Insomma, sono passata dall'essere una persona che fino a 3 anni fa girava l'Europa da sola al non riuscire ad aprire il cancello di casa. Oggi passerò l'ennesima domenica a lavorare al pc e a fare pulizie, senza vedere nessuno a parte i miei. Il mese scorso mi hanno proposto di tenere un nuovo corso in università, ma sarebbe stato in presenza. Così ho rifiutato. Se non riesco a camminare per strada, come posso pensare di entrare in un'aula universitaria con 70/80 persone che pendono dalle mie labbra? Forse me lo faranno fare a distanza, ma ne dubito fortemente.

    Insomma, è chiaro che questa "cosa" incide molto sulla mia esistenza. Volevo capire se ci sono altre persone che sono in una situazione per qualche verso analoga alla mia e come la vivono. Una volta avevo parlato qui con una persona che non usciva di casa, ma lui aveva un disturbo della personalità per cui il contatto con gli altri non lo interessava proprio.

  • Stai dentro il loop agorafobico.


    Uscire di casa da sola ti terrorizza ma più eviti di farlo e più questa fobia si ingigantisce.


    Avresti dovuto accettare la docenza universitaria... saresti stata "costretta" ad esporti... non accettandola hai registrato nel cervello degli schemi "devastanti" in ottica risolutiva della patologia...

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