Credo che, naturalmente, quando l'interesse che si prova per un'altra persona diventa intenso, e sorgono anche stimoli sessuali, l'essere umano entri in una condizione di "dipendenza".
In questi giorni di pre-vacanza, con maggiore tempo libero, ho cercato su Internet qualche riscontro e vi propongo una citazione fa un interessante articolo/dissertazione di una psicologa romana (che non conosco):
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Citazione da https://www.psicoterapiaperson…l%E2%80%99al...%20More%20
CitazioneMostra di PiùGli studi mostrano che, durante l’innamoramento, si attivano dei pattern comportamentali e cognitivi caratteristici delle dipendenze da sostanza (Fisher et al., 2010):
1) Creazione e rafforzamento del legame attraverso il piacere intenso che caratterizza le prime fasi dell’innamoramento: maggiore il piacere, più intenso il legame
2) Euforia
3) Compulsiva ricerca del contatto con l’altro
4) Costante ed ossessivo pensare all’altro
5) Attenzione focalizzata sul partner e tutto ciò che lo riguarda
6) Distorsione della realtà
7) Dipendenza fisica ed emotiva dall’altro
8 ) Perdita di controllo
9) Comportamenti insoliti e rischiosi
10) Cambiamenti nella personalità
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Ora, rileggendo la lista, ripensando alla mia esperienza di vita (in cui ritengo di avere avuto un paio di innamoramenti), non sono sicuro di avere assunto tutti quegli atteggiamenti comportamentali che sono indicati (ma la maggioranza sì, di sicuro).
Riporto, infine, le conclusioni dell'articolo:
Citazione.... possiamo considerare l’amore romantico come una forma di dipendenza lieve, in considerazione delle similitudini condivise con altre forme di dipendenza e apprendimento attraverso ricompensa. Tale forma lieve di dipendenza assumerebbe caratteristiche francamente patologiche (nella visione ristretta dunque di vera e propria dipendenza affettiva) quando gli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali sono tali da compromettere il normale e sano funzionamento sociale, personale e lavorativo dell’individuo affetto, compreso il suo equilibrio psicofisico. In tal caso si sarebbero presenti franche alterazioni nella neurochimica cerebrale di alcune specifiche aree e neurotrasmettitori.
La conclusione sembra condivisibile, anche se ritengo problematica la determinazione del limite della "normalità".
P.
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