Arte moderna dal 900 in poi. E' vera arte?

  • Citazione da papaveroviola

    Se uno si taglia le vene per far sbocciare fiori di sangue sulla veste
    bianca o appende manichini-bambini a un albero sento che sta cercando di
    prendermi per il naso e stento parecchio a riconoscerne il genio.

    ecco, e qui veniamo al dunque. Perche' ti senti presa per i fondelli? forse un manichino appeso a un albero non ti suscita una riflessione feconda?

    Nel mio caso, guardo una delle cose che ha fatto la Abramovic e mi soffermo a pensare anche al significato di cio' che ha fatto, per carita', alcune hanno anche un senso.
    Eppure mi sento presa per i fondelli lo stesso. Perche'?

  • Arte dal 900 in poi: c'è dentro il modernismo, una miriade di avanguardie

    Convivono il concettuale e l'astratto, il figurativo e il decorativo, chi usa la scienza e chi dipinge come Caravaggio, chi ricalca le avanguardie e chi guarda al classico, chi performa e chi installa, eccetera

    E' vero. non si può fare di tutte l'erbe un fascio. Sono stato da poco al museo di arte moderna aperto a Milano. Ho trovato anche cose interessanti, dal mio punto di vista, mischiate a porcherie rubate dalle cantine delle scuole elementari e medie, e spacciate per grandi intuizioni.

    addeguatamente pompata,
    qualsiasi c∙∙∙∙a può essere spacciata per Arte.
    Il paradosso sta nel fatto che poi, c.v.d., nonostante l'autodenuncia sono diventate opere d'arte davvero e meritatamente.

    Ecco che ci siamo. Arte come commercio. una volta si partoriva un'opera d'arte su commissione, perche' era ul lavoro produrre arte.
    Oggi il lavoro è produrre autori, e l'arte non c'entra nulla. Anzi, piu' è innominabile, e meglio è. Ma questo rispecchia l'atteggiamento mentale dominante dei nostri tempi, dove il soldo e il bisogno di apparire, ha sostituito ogni altro valore.

    Arte moderna come espressione patologica, magari da decifrare con lo schema dell'analisi transazionale? E' liquidarla un po' affrettatamente, ma forse ti ricordi quanto diceva Jaspers in quel bellissimo testo su Van Gogh ( e altri, non solo pittori): "Genio e follia".

    Sull'arte come genio/follia ci sono interi trattati di psichiatria. I manicomi sono pieni di artisti e vag Gogh ha avuto il buongusto di morire prima di finirci. Poi la figura do Gogh è un classico. Seguendo la sua produzione artistica, dal mangiatore di patate ai campi con i corvi o i girasoli sifilitici e morenti, si puo' notare tutto l'andamento psicofisico del suo iter umano, sociale ed artistico. Direi che e' uno degli amblemi della patologia cronica invalidante e progressiva, documenta per immagini. Ma siamo ancora nell'800

    Citazione

    Si paragonava lo spirito creativo dell'artista condizionato dalla patologia ad una perla che nasce dalla malattia della conchiglia.

    Ma non e' cosi. La perla nasce da un granello di sabbia che la conchiglia ingurgita casualmente, e poi si ricopre di concrezioni, cosi come una spina nel fianco viene incistata. Che poi una perla sia piu bella da vedere di una ciste, concordo con te.

    Citazione

    Ovviamente non ogni malattia produce perle ma in alcuni casi, da accostare con attenzione fenomenologica e pudore, la sofferenza non naufraga nella sterilità ma è messa al servizio dell'arte ed apre a scenari di senso inediti ed inauditi.

    Questo e' vero. Infatti sostengo che senza i dolori dell'amore contrastato e non cosumato, o il calore bruciante della TBC, o l'agonia del cancro e dell'Aids, o della cirrosi epatica e i suoi deliri iperammoniemici, non si sarebbe scritta tanta letteratura, scolpita e dipinta tanta arte visiva.Attualmente forse si preferiscono aiutini di altro tipo.
    La vera arte produce emozione, commozione, partecipazione, anmmirazione, stupore, annullamento,
    Chi non ci riesce produce irritazione, repulsione, perplessita', indifferenza.

    Ma mi chiedo che malattia possa avere un Fontana per tagliare le tele con un coltello. Credo sia bisogno infantile di sfasciare tutto, ma ci vedo anche il desiderio di creare solchi vaginali in cui potersi reimmergere, per rientrare nell'utero da cui e' uscito. Comunque sia, sono prodotti di una mente in cerca di un perchè. A mio parere.

    ... non credo sai? credo che Duchamp volesse dimostrare che l'arte e' talemente mercificata che anche la m∙∙∙a, se fatta da un artista, puo' essere considerata arte ed essere venduta a caro prezzo

    Credo sia cosi, ma anche questo e' il gesto di un contestatore disadattato, che usa gli strumenti che ha per lanciare escrementi sulla societa che gli da da mangiare, Magari prima della società, era la mamma che ne doveva fare le spese.

  • Detto così parrebbe che senza follia senza patologia non c’è arte. Ma ciò evidentemente non è. Pensa ad un personaggio controverso come Jean Michel Basquiat, sicuramente non è stato iscritto nell’olimpo degli artisti ma….non lo si può ritenere un artista? Quando descrive in maniera violenta e diretta la vita della strada, le sue paure, i suoi traumi…ma sono solo, anche i suoi sogni e le sue frustrazione. i dipinti degli anni ottanta diventano sempre più confusi, così come confusa e malata probabilmente era la sua mente e il suo corpo. Ma la vera arte è quella lucida dell’inizio carriera oppure quei quadri lacunosi della fine?

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Eh, sai che non te lo so spiegare? E' una sensazione.
    In quel caso la riflessione mi sembra troppo automatica, guidata, poco interessante, una ruffianata dietro la maschera della denuncia.

    Lavoriamo continuamente per dare forma alla nostra vita, ma copiando nostro malgrado, come un disegno, i lineamenti della persona che siamo e non di quella che ci piacerebbe essere. (M. Proust)

  • Citazione

    Detto così parrebbe che senza follia senza patologia non c’è arte.... Pensa ad un personaggio controverso come Jean Michel Basquiat,......... i dipinti degli anni ottanta diventano sempre più confusi, così come confusa e malata probabilmente era la sua mente e il suo corpo. Ma la vera arte è quella lucida dell’inizio carriera oppure quei quadri lacunosi della fine?

    Non e' necessario ne genio ne follia, ne malattia per produrre arte, perchè essa nasce dai moti di spirito che provengono dal protocervello, il cervello arcaico, ed e' resa reale attraverso le capacita tecniche organizzate dalla corteccia.

    La fonte principale dell'arte sono percio' le sensazioni, le emozioni, le percezioni, i sogni , i ricordi, le fantasie, l'entusiamo e l'afflizione. Tutti moti che creano un bisogno di compensazione. Poi diventa chiaro che alcuni superano la soglia fisiologica ed entrano nella patologia.

    Ecco perchè a volte anche un artista prolifero perde l'iaspirazione. Perche' sprofonda nella noia, nella consuetudine, nell'abitutudinarietà, nell' apatia, nella quotidianità.
    Allora l'arte può trasformarsi semplicemenete in manufatto, come può essere una ricamo o un lavoro a maglia o un mosaico, dove non serve palpitare, basta lasciar lavorare meccanicamente le facoltà tecniche acquisite.

    L'arte calda è perciò quella legata alla vita, secondo me, che trasmette emozione.
    Ma va unita anche ad un certa capacità tecnica di espressione.

    L'arte fredda non trasmette nulla. Neanche curiosità. Quindi non e' arte.

    Ma riflettendo, bisogna considerare anche il fruitore dell'arte. C'e' il soggetto ipersemsibile esaltato che vede arte ovunque, e che il soggetto compassato ed equilibrato che rileva con un certo distacco, e giudica attraverso parametri critici. E questo fa diventare tutta la materia arbitraria, ricacciandola nel maledetto luogo comune:- Non e' bello cio' che e' bello, ma e' bello cio' che piace-. Amen.

  • Giusto per la precisione, non sono manichini, ma sculture, fatte da scultori con le loro manine. Il fatto che la stampa si ostini a definirli manichini la dice lunga sul pregiudizio e su come sia facile ottenere certe reazioni. La parola scultura fa un effetto, la parola manichino fa tutto un altro effetto.

    Premesso che mi riferivo a Cattelan, considero solitamente il termine scultura alla lettera, da scolpire. Ma ammetto l'ignoranza, forse può essere usato in senso più largo. D'altronde la parola manichino non ha in sé il significato di "fatto da altri".
    Diciamo allora installazione (?).

    Lavoriamo continuamente per dare forma alla nostra vita, ma copiando nostro malgrado, come un disegno, i lineamenti della persona che siamo e non di quella che ci piacerebbe essere. (M. Proust)

  • Ma riflettendo, bisogna considerare anche il fruitore dell'arte. C'e' il soggetto ipersemsibile esaltato che vede arte ovunque, e che il

    per cui....la tua domanda iniziale era retorica.....

    personalmente fuggo da chi mi dà l'impressione di volermi vendere verità. nell'arte come in generale. per cui giro volentieri per mostre e musei e quando piango dall'emozione provocata da certi quadri semplicemente....mi godo quel dono

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Citazione da papaveroviola

    Eh, sai che non te lo so spiegare? E' una sensazione.
    In quel caso la riflessione mi sembra troppo automatica, guidata, poco interessante, una ruffianata dietro la maschera della denuncia.

    Difficile vero? a me invece sa di idea preconfezionata e recapitata come un pacco. Non lascia spazio alla mia immaginazione, mi sembra di guardare un autore che si fa delle pugnette da solo.

    Citazione da fumo di vita

    Giusto per la precisione, non sono manichini, ma sculture, fatte da scultori con le loro manine.

    cambia qualcosa? se si vorrei sapere il perche', da te che sicuramente te ne intendi piu' di me (e anche dei giornalisti).

    Citazione da fumo di vita

    Il fatto che la stampa si ostini a definirli manichini la dice lunga sul pregiudizio e su come sia facile ottenere certe reazioni. La parola scultura fa un effetto, la parola manichino fa tutto un altro effetto.

    Secondo te quindi la stampa cerca di sminuire l'opera? perche'?
    guarda, la stampa, e i giornalisti soprattutto, mi stanno sulle palle in un modo che non puoi immaginare, ho i miei motivi che non posso dire pubblicamente, quindi ci credo che la loro ignoranza e la loro faciloneria mascherata con tanta arroganza possa aver riportato la notizia in maniera errata.
    Ma mi chiedo: all'artista in realta' non ha giovato che si parlasse delle sue opere?
    "bene o male non importa, purche' se ne parli", si dice.

    Citazione da fumo di vita

    per cui puoi anche non cambiare idea sulla Abramovic :D

    Peccato che non mi vuoi sostenere la Abramovic, magari mi avresti aiutato a togliermi una parte del senso di ridicolo e di imbecillaggine per aver passato un'ora e mezza sopra e sotto le sue installazioni al PAC di Milano, giusto per provare un metodo che prima pretende di aprirti le orecchie poi te le chiude.

  • L'arte calda è perciò quella legata alla vita, secondo me, che trasmette emozione.
    Ma va unita anche ad un certa capacità tecnica di espressione.

    L'arte fredda non trasmette nulla. Neanche curiosità. Quindi non e' arte.

    Concordo, Faust, l'arte calda sa trasmettere le emozioni della vita, diciamo pure che sa trasmetterle al meglio...
    Con la giusta capacità tecnica di espressione fatta di colori, giuste sfumature, e tanta abilità il pittore dipinge il suo quadro esprimendo i suoi moti d'animo siano essi sereni, felici oppure malinconici. E' importante cosa voglia esprimere, ma è fondamentale come lo esprime. Un sentimento dettato da uno stato d'animo può essere espresso in tante maniere: ecco l'arte fredda e l'arte calda. Ma non è detto che un pittore pur trovandosi in uno stato d'animo malinconico debba usare una tecnica fredda, gettare su tela macchie di colori scuri...non ha senso per chi lo guarda, almeno per me è così. Eppure accade..soprattutto quando si vuole esprimere su tela la follia...come se non avesse alcun volto, alcun colore graziato per essere espressa, se non attraverso i colori freddi, macchie senza forma o meglio macchie attraverso cui l'osservatore deve riuscire in qualche maniera a dare una forma per raggiungere e capire lo stato d'animo dell'autore del quadro. Ma a chi interessa? questo è il punto da cui dovremmo partire e che quasi tutti sanno...Non ci riguarda, almeno per me...

    Cos'è un grande capolavoro se in esso non è presente la vita quotidiana, espressa nelle forme, nei volti, nelle giuste miscele di colori che fanno dell'autore del dipinto un grande artista attento e capace di trasmettere al meglio le emozioni, i vari moti dell'animo nella maniera più artistica...Ecco il capolavoro nasce dalla semplicità e da una elaborata creatività dell'artista che sa mettervi impegno e grande ingegno...

    " Passeggiando" per internet ho "incontrato" un artista( Vladimir Volegov) che dipinge tele molto belle, un'arte che io definirei "pulita" ecco i grandi artisti devono avere la capacità e l'abilità di "raccontare" attraverso un dipinto le emozioni della vita quotidiana, senza inutili "sfregi", ma con un'eleganza che dia piacere a chi guarda e osserva il dipinto.

    I miei preferiti per eccellenza restano i grandi artisti dell'arte ottocentesca...Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir...grandi autori di opere su tela che hanno espresso ed impresso le loro emozioni...L'impressionismo...

    Nel dipingere è difficile capire qual è il momento in cui l'imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci per andarvi a spasso. ( Pierre-Auguste Renoir)


    Come sempre ti mando un caro saluto, faust :)

    "Some people feel the rain. Others just get wet."

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