Messaggi di Lixxy

    E' soggettivo.


    Non credo che "chiunque" starebbe meglio al Sud piuttosto che a Milano, Roma; ecc. Ho diversi parenti/amici che si sono trasferiti al nord e non tornerebbero più, stanno meglio sù, non solo a livello lavorativo ma proprio come realtà. Altri invece metterebbero la firma per tornare e sono generalmente quelli più attaccati "allo stile di vita" che c'è qui.

    Concordo 100%.

    Vivo in provincia di Napoli e non c'è verso che riesca ad abituarmi alla mentalità. Quello che amo del nord Italia è la bassa pressione demografica e il rispetto per gli altri, quello che non mi piace è mancanza di vita notturna. Il mio ideale è Dusseldorf: una sana mentalità tedesca e una movida notturna degna di Rio de Janeiro.

    Non so perchè ero convinta che il pensiero autistico fosse meno libertino sul tema, il mio è praticamente uguale al punto 2.

    Beh, non so se il mio pensiero in merito è autistico o meno, ma credo che dipenda dal QE che, in genere, negli Asperger è piuttosto basso.

    Personalmente distinguo due momenti diversi: se sono single non mi creo problemi a fare sesso con chicchessia purché mi attragga più mentalmente che fisicamente, se sono in coppia divento estremamente monogama e non starei con un'altra persona per nulla al mondo.

    La cosa strana è che, considerando il mio un atteggiamento strettamente personale, non ho mai chiesto la fedeltà sessuale ai miei partner, ma solo di non mentirmi mai. Dall'altra parte invece mi è sempre stata chiesta la fedeltà e la garanzia della "coppia chiusa".

    Sapete già come è andata a finire.

    In realtà non è del tutto vero, cioè: ho messo al presente un atteggiamento che in realtà appartiene al passato. Ora sono single e rifuggo da qualsiasi interazione sessuale da quando mi sono accorta non mi interessa più sprecare il mio tempo in relazioni che lasciano dietro di sé null'altro che lenzuola da lavare.

    Dico la mia, una cosa che mi lascia perplessa nella morale comune:

    1) che stare con una persona impegnata, o peggio sposata, sia "lecito" fintanto che non si interferisce con il legame, cioè che non si diventi uno (ma in genere "una") sfasciafamiglie.

    2) che la parola "tradimento" abbia un significato sessuale e non letterale. Mi spiego: per me tradimento non è andare a letto con un altro, ma è il tradire la fiducia. Mancare alla parola data.

    Dato il mio basso QE non mi ha mai dato fastidio che i miei partner andassero a letto con qualcun'altro, ma ho trovato devastanti le bugie e i sotterfugi che accompagnavano la cosa. Il mio ex marito inscenava storie pazzesche e litigi assurdi in modo da poter uscire di casa sbattendo la porta e facendo sembrare che la colpa fosse mia. Non l'ho lasciato perché aveva un'altra (cosa di cui non me ne fregava nulla) ma perché non sopportavo più le bugie e i continui e futili litigi.


    Per quel che riguarda la mia opinione della situazione di bruce0wayne io direi che se il tuo amico ha troncato la relazione fedifraga di mettere, e suggerirgli di mettere, una pietra tombale sopra. Inutile innescare dolore per una cosa finita.

    Se invece non ha intenzione di interrompere questa situazione di dirlo all'altra persona, tanto in ogni caso perderai uno dei due, ma almeno avrai dato la possibilità al tradito di fare le sue scelte.


    Ultima considerazione: io porto sempre ad esempio la legislazione dell'antico Egitto. Al tempo dei faraoni il sesso era naturale e libero, si cominciava a 14 anni o prima, lo si faceva comunque e con chiunque e una coppia veniva considerata sposata se viveva un anno assieme. C'era anche il matrimonio per interesse, dove i due stipulavano un contratto commerciale. Ebbene, pur essendoci la totale libertà il tradimento era punito con la pena di morte, non come reato contro la persona, ma contro la dea Maat: la parola data, la verità, la dea che regge il cielo e la terra. Da brava autistica è l'unica dea che venero.

    Io credo che una delle maggiori componenti del "tradimento" sia la mancanza di autostima, ovvero la ricerca all'esterno di conferme di cui il soggetto ha bisogno e che il partner non riesce più a dare.

    Sentirsi attraenti e desiderati spinge molti a cercare non amore, ma conferma.

    Vixen La mia vita è cambiata di molto. Ho smesso di sentirmi inadeguata e stupida ed ho smesso di nuotare contro corrente. Quando la mia amica/vicina di casa mi ha detto che uscire con me era una sofferenza, non ci sono rimasta più male di tanto, non ho sofferto per essermi sforzata tanto senza riuscire ad avere un minimo di rapporto: ho solo pensato che la sofferenza era condivisa, solo che per me è normale.

    Ho smesso di sentirmi in colpa per non riuscire a preoccuparmi per i miei figli e pensare che la vita è loro e che ne facciano quello che vogliono.

    Insomma, sapere che non sono "rotta", ma solo neurodivergente mi ha aiutato ad accettarmi.

    Molte persone autistiche procreano senza sapere di esserlo. Questo porta all'aumento della casistica e quindi è coerente con l'aumento della percentuale di diagnosi.

    Semplicemente prima l'autismo passava per ritardo cognitivo.

    Non credo vi sia una falla dal punto di vista scientifico, in questo senso.

    Mio fratello diceva che avevo un buco in testa.

    Dunque, rispondo a delle domande che mi sono state fatte nella mia presentazione. Cominciamo dal percorso diagnostico:

    Sono arrivata dolorosamente a 60 anni senza capire perché non riuscissi ad avere relazioni umane normali benché facessi di tutto per imitare i modelli che mi venivano proposti e fossi in terapia, a fasi alterne, da quando avevo 18 anni. Beh, in realtà non tutti i modelli: quando ho provato a fare l'oca non mi sono piaciuta e non mi veniva neanche granché bene. Ogni tanto uno dei miei figli mi diceva dove sbagliavo, ad esempio una volta mia figlia mi disse che non facevo mai domande alle persone ed io le dissi che non mi piaceva essere inopportuna e che se uno voleva dirmi qualcosa era inutile che lo chiedessi e lei mi disse che invece che per rispettosa passavo per menefreghista.

    Poi è successo di avere un'esperienza teatrale, di fare il libro vivente e la cosa ha finito per mettermi in contatto con delle madri di ragazzi autistici che ascoltandomi mi hanno suggerito di fare una visita psichiatrica per verificare se fossi nello spettro.

    Dopo una visita al policlinico durata diverse ore il team ha deciso che ero molto probabilmente nello spettro e mi rimandavano a visita specialistica per la sindrome negli adulti. Sono passati 2 anni. Nel frattempo un'amica mi ha presentato una psichiatria, che aveva in cura suo figlio, la quale mi ha confermato che ero nello spettro.

    Una cosa che vorrei sottolineare è quello che mi hanno detto al policlinico quando ho chiesto come era possibile che in tanti anni di analisi non si fossero mai accorti che ero Asperger: fino a pochi anni fa si credeva che la sindrome fosse esclusivamente maschile dato che le femmine sono "High masking" Quindi non è vero che la compromissione sociale sia conditio sine qua non.

    Potrebbe accettarli perché il rapporto è sbilanciato nei confronti di lui, perché lei ha la tendenza a sottomettersi o anche perché lei non da realmente peso a questi sfoghi. Nell'ultimo caso lei non sopporta realmente, ma semplicemente "da la tara" a lui. Nei primi due casi c'è un problema.

    Credo che qui ci troviamo difronte a due situazioni:

    1) Ivan riconosce la situazione, ma non riesce a risolverla

    2) lei la accetta. Perché?

    Perché non ha alternative? È emotivamente dipendente? Si è innestata una sindrome di Stoccolma? O perché non gliene frega niente?

    Nel primo e nell'ultimo caso il rapporto ha i giorni contati, nel secondo e nel terzo il cambiamento potrebbe addirittura essere controproducente.

    Lui dice che è in analisi, non sarebbe il caso di fare un po' di terapia di coppia?

    Forse Ivan ha bisogno dell'aiuto di lei per uscirne, ma lei non lo sa o non sa come fare.

    Non credo nell'aiuto dei farmaci: servirebbero solo a mascherare il problema.

    Se qualcuno cerca di farmi i conti in tasca mi irrigidisco un po', ma poi dipende. Ad esempio, ho acquistato una macchina da caffè e capita spesso che mi si chieda quanto l'ho pagata. Io lo dico sinceramente perché penso che chi me lo chieda stia valutando se conviene comprarla o meno. Così la friggitrice ad aria o altro. "Alla fine, quanto hai pagato gli iniettori?" "200 euro." "Ti sei fatta fregare, io li ho pagati 150." Questo è un esempio tipico: chissà perché io pago sempre troppo per tutto. Credo che le persone ci tengano a farmi notare che sono meno intelligente di quello che sembro.

    Anch'io sono una che, se uno fa una vacanza megagalattica, chiedo quanto è costata anche se so che non potrò permettermelo mai: giusto per sognare, calcolatrice alla mano. ^^

    Buongiorno, avrei voluto rispondere a qualche post, ma non mi andava di entrare a gamba tesa in discussioni quando nessuno sa chi sono e come la penso. Sono stata diagnosticata Asperger in tarda età (per l'esattezza "autismo di primo grado ad alto funzionamento"). I miei rapporti con gli altri sono sempre stati difficili, ho difficoltà a mantenere le amicizie e anche con quelle poche finisco per avere rapporti sporadici. Sono stata sposata ed ho avuto altri rapporti sentimentali altrettanto fallimentari. Sono arrivata alla conclusione che non riesco a far sentire i miei partner "amati". Anche i mie figli non mi trovano granché "amabile" o affettuosa. Quindi perdonatemi se a volte nei miei commenti sembrerò un po' ruvida. :alien: