Messaggi di Lixxy

    Andrea non è semplice con un elemento del genere, parliamo di un vero psicopatico. E se le telefonate della madre venivano fatte sotto minaccia?

    Pensa una cosa, fuori casa sto tipo ti combina questi casini, immagina che inferno a tenerlo in casa e che manicomio ti combina tra le mura domestiche.

    Non ti credere, secondo te è uno psicopatico per caso? O ha alle spalle una madre per cui tutte le donne sono pu... ? Non ti scordare un primo bacio a 22 anni!

    Avevo un amico (bravissima persona, tra l'altro) che l'unico problema che aveva con la sua adorata moglie era che non si poteva truccare perché se no sembrava una donnaccia. E questo era dovuto al lavaggio del cervello che gli faceva la madre. Quando si sono sposati io l'ho truccata, con un trucco leggerissimo che neanche si vedeva, giusto per illuminarle un po' il viso che, tra la notte insonne e il vestito bianco, era proprio sbattuto. Lei poi mi raccontò che, finita la cerimonia, lui si era levato il fazzoletto di tasca e glielo aveva porto dicendole con disgusto: - pulisciti la faccia!

    Anche lui sapeva che era sbagliato ed era dovuto alla madre, ma non ci poteva fare niente. E, diciamo la verità, tra tutti i difetti che può avere un uomo, questo era davvero risibile.

    Il problema è che se fosse stato semplice come bere dell'acqua, lo avrei già fatto. Non funziona come il tasto "spegni" del pc.
    Non ho ignorato la parte del consiglio di andare dallo psicologo, sono andata e non è servito.

    Ciao.

    1) il professionista del "problema" è da denuncia.

    2) no, andare dallo psicologo non serve. Mi spiegò un professionista che l'area del cervello colpita è l'area del "colpisci o scappa" ed è un'area antica che non conosce la parola. Potresti provare con la terapia cranio-sacrale: una mia amica si è trovata bene, a me hanno aiutato i fiori di Bach.

    Per tutto il resto più che farti "Pat Pat" sulla spalla non saprei. Ti sei trovata in una situazione di m... Ma se non ti richiama o perseguita sei già più fortunata di tante donne. Esistono anche organizzazioni che aiutano le donne abusate a nascondersi, figurati un po'.

    Adesso devi solo rimetterti insieme, lascia stare appuntamenti e siti di incontri, cerca di stare bene con te stessa: sei giovane, quando sarà il momento verrà da solo.

    Magari un po' di yoga?

    Partendo dal fatto che dopo il settimo mese è omicidio perché il bambino è in grado di vivere senza il supporto dell'utero materno, ricordo una campagna ministeriale che fu indetta diversi anni fa proprio in seguito ad una serie di episodi di neonati trovati nei cassonetti e roba simile, che invitava le donne ad andare in ospedale e spiegava che potevano essere accolte gratuitamente e in completo anonimato e lasciare il bambino lì senza nessuna conseguenza. Forse sarebbe il caso di rifarla ad intervalli regolari.

    ansiogena77

    Autismo e QE non vanno di pari passo. Spesso gli Asperger sono come me: estremamente razionali e pragmatici e quindi bassamente emotivi, ma non è una regola, anzi. Spesso il sovraccarico emotivo crea dei melt down, cioè delle crisi, anche violente, nell'autistico che non riesce a gestirle. Anch'io, quando mi lasciai col mio ex, andavo incontro a stress emotivi tali che tremavo tutta e mi dovevo fermare con la macchina perché non riuscivo più a guidare. Poi seguono gli shut down, dove crolli completamente e vai in ansia depressiva: posso rimanere giorni a letto a dormire senza alzarmi né per mangiare né per andare in bagno.

    Ma non mi succede mai di parlare od affrontare una situazione emotivamente. Ho orrore della persone che si lasciano dominare dalle emozioni: mi spaventano, non so da che parte prenderle e so che quello che stanno dicendo in quel momento non avrà valore il momento successivo.

    Il chiasso, le persone che ti urlano addosso, o anche un ristorante affollato dove la gente alza la voce per sentirsi l'un con l'altro mi mette in una situazione di disagio e riesco solo a pensare alla fuga.

    Per quel che riguarda gli affetti... Beh: voglio bene a delle persone, ma non sento l'esigenza di averle sempre intorno e tendo a non preoccuparmi per loro. Neanche per i miei figli.

    Quand'erano ragazzi mi sentivo in colpa perché tutti i genitori si facevano mille problemi se i figli facevano tardi, mentre io me ne andavo a letto senza aspettarli, poi verso le quattro di notte facevo il giro della casa per vedere se erano tornati ed era tutto a posto. :S

    Quando mi capitò di lasciarmi col mio ex capii che era inutile cercare l'equilibrio perso fuori, ma dovevo innanzitutto star bene con me stessa.

    Il primo passo fu riorganizzare la casa seguendo i principi del feng shui: mi armai di pittura, pennelli sega e martello e in capo ad un paio di settimane mi sono avvicinata all'ideale per quanto fosse possibile ad un'occidentale. Il decluttering è la cosa più difficile: in effetti non ci sono riuscita molto bene, amando molto il modernariato e collezionandolo, non sono riuscita a sbarazzarmene, ma ho cercato di integrarlo in maniera armonica.

    Da allora dormo meglio e devo dire che tornare a casa è sempre un piacere.

    Praticamente per venti anni ho seguito una alimentazione a basso indice glicemico sempre con ottimi risultati.

    L'importante è non farsi mancare niente: imparare a sostituire.

    Ad esempio: mi faccio i panini con un "pane" fatto di chiare d'uovo a neve, yogurt greco 0% e crusca d'avena; la maionese con l'avocado, il ketchup lo faccio io con l'eritritolo; pane, pasta e riso retrogradati ecc ecc...

    Il problema nasce quando vado in depressione e mi manca la voglia di cucinare, oppure sono a lungo ospite (mi capita d'estate) allora prendo peso.

    Ho passato un periodo simile ed ho capito quanto poco mi piacesse la mia vita.

    Mi sono fatta due conti in tasca e ho realizzato che avevo abbastanza denaro da sopravvivere dai quattro ai sei mesi senza lavorare. Mi sono licenziata e mi sono prese un semestre sabatico tutto per me. Almeno nelle intenzioni. Invece un mesetto dopo pulendo il PC dalle email scartate ho trovato delle risposte da un sito di prestazioni per professionisti su cui avevo scritto per errore credendo fosse un sito per trovare lavoro. Adesso lavoro da libera professionista, gestisco i miei tempi e i mie hobby e sono felicemente single: mangio quello che voglio senza che l'altro guardi il piatto come se ci avessi vomitato dentro, guardo alla televisione quello che meglio mi aggrada (niente partite e talk politici).

    L'unica cosa che mi sono imposta è la sveglia alle otto, per evitare di vivere in un jet lag eterno.

    Adesso guardo la persona che mi ha fatto stare tanto male e mi chiedo come ho potuto... Bah, saranno stati gli ormoni come al solito.

    Ciao Ansiogena, perché interagire socialmente fa stare bene? Penso alle feste, ai party: cosa c'è di più bello che conoscere persone nuove, scherzare e ridere con chi già si conosce?

    Aaagh :scream: feste? Party? Conoscere persone nuove? Aaaaaaaagh.... :scream:

    Ah, già, scordavo: io sono autistica :rolling_on_the_floor_laughing: :rolling_on_the_floor_laughing:

    Cioè, ho piacere di conoscere persone con cui posso parlare e confrontarmi, ma una, max due alla volta. E per volta intendo mesi. Mi succede di trovarmi in situazioni in cui ci sono molte persone interessanti tutte assieme, tipo festival o altre manifestazioni culturali quindi adotto una strategia consolidata: mi estraneo per un po' fino a riconoscere lo schema relazionale tra le persone o i gruppi e quindi approccio, o meglio lascio che mi si approcci, la/le persone che mi sembrano essere più compatibili.

    Socievole? Sicuramente si. Sociale? Molto meno.

    Ti ringrazio della risposta. Credo anch'io sia un mix di tutte queste cose; sicuramente c'entra molto la questione dei neurotrasmettitori. Ho riscontrato non poche volte che dopo una conversazione con chiunque l'umore migliora, innegabile, anche se chi tende ad avere ansie sociali tende a evitare situazioni di confronto e di dialogo, temendo più un malessere e addirittura un dispendio energetico. Però è vero che, superato l'impatto iniziale (nei fatti è più un'ansia da prestazione), ci si sente decisamente meglio dopo. Per questo mi chiedevo da quale meccanismo o da quale feedback dipendesse il ricercare in modo costante interazioni sociali. Il rilascio di serotonina potrebbe di certo essere una spiegazione. :)

    Infatti, nel mio caso più che serotonina è cortisolo. Ma non certo per ansia da prestazione.

    Io, personalmente, in una realtà dove non si dorme mai e si va a mangiare la pizza di notte non ci potrei mai vivere. Per come sono fatto, introverso, fobico sociale, abitudinario e "vecchio dentro", ho bisogno di un posto tranquillo. Sono scappato da Milano perché era troppo frenetica, troppo veloce, e sono andato in una città di provincia, lenta e sonnacchiosa, del nord però. Escludendo a priori la metropoli Napoli, in una città di provincia del sud come Caserta, con quello stile di vita, non so se mi troverei bene. :rolleyes: Se c'è casino tutta la notte o magari i tuoi coetanei ti giudicano perché non sei un nottambulo, allora no.

    Basta spostarsi un paio di kilometri dal centro e tutto si risolve. Esempio Caserta/San Nicola: tre-quattro km con servizio autobus regolare.

    Io abito a una ventina di km da Caserta e una trentina da Napoli. Mi vien da suicidarmi dalla noia.

    Bisognerebbe capire se la cosa dipende magari dalla presenza della luce maggiore al sud che al nord, oppure è una questione culturale, come per esempio per le città della Spagna, tipo Madrid o Barcellona, a cui mi pare somigli quello che hai scritto.

    Sicuramente il clima mite fa il suo e il meridione d'Italia è stato a lungo una colonia spagnola, ma come dicevo anche Dusseldorf è così e risolvono con le stufe a fungo. Ma sia a Napoli, Barcellona, Dusseldorf non nevica e secondo me è questo quello che fa la differenza. A NY e Londra nevica, ma comunque la vita notturna è frenetica. Boh.