Messaggi di Ometto

    Come ti dicevo, dal punto di vista maschile il problema attuale è l'esatto opposto. Un 37enne si prepara e premura per conoscere donne che hanno troppe storie più di lui alle spalle, avute anche con uomini che lui teme/considera (spesso a ragion veduta) come uomini migliori di lui. Quasi tutto l'armamentario inconscio di un uomo in tale attività è indirettamente legato alla concorrenza con il potenziale passato di lei.

    Quanta amara verità, per un uomo che ha circa quell'età e ben poca esperienza... E' una vita difficile.

    bruce0wayne , Alba Cremisi non litigate :) secondo me avete ragione entrambi....mi spiego. Esiste secondo me una spaccatura generazionale su queste cose. Chi ha superato gli anta ancora si approccia anche nel reale (pur non disdegnando il virtuale), chi non ha superato gli anta invece predilige il primo contatto nel virtuale. Chiaramente poiché un buon numero di quelli che hanno superato gli anta hanno già una relazione stabile (beati loro), i più giovani, che sono in una fase della vita di ricerca, fanno magari più statistica

    Sono più o meno d'accordo, riflettendo tra gli "oggi è così" di una parte (in cui mi sembra di ritrovare maggiormente specchiata la contemporaneità, con relative difficoltà maschili... aggiornate) e i "no, non è così, funziona (ancora) colà" dell'altra. Se può sembrare che la perentorietà nel descrivere l'oggi lasci fuori eccezioni, casi, proprie esperienze, mi permetto di dire che bisogna pure stare attenti a non scambiare una visione ideale o leggermente riferita a ieri, con la realtà che ci circonda oggi e che può piacerci meno. Solo per dirne una: credo sia intuitivo che la comodità dell'utilizzo di app e social non si affianchi in maniera serena, fifty-fifty a modalità precedenti di rapportarsi.

    La bella notizia è che tutti siamo dotati di una forza interiore. Parecchi anni fa aiutavo genitori di figli autistici a capirli, a comunicarci e nonostante la condizione di alcuni di questi ragazzi fosse fortemente invalidante: non ne ho mai trovato uno senza un punto di forza. Se c'è in loro c'è in tutti. Bisogna solo mettersi alla prova, fare cose, insistere con perseveranza o quanto basta per scoprire di che pasta siamo fatti.


    Basta seguire le orme di un amico più capace o farsi dare una direzione iniziale da "uno che ne sa".

    Per esperimento avevo pensato di prendere un utente e seguirlo passo passo documentando tutto sul forum, ma il mio avvocato mi ha sconsigliato di farlo, perché un conto è raccontare, un conto è "produrre in tempo reale". Peraltro lui (l'avvocato) è uno di quelli che ho aiutato in questo senso. Anche lui pensava di non aver nulla da offrire, invece non è mai così.

    L'unico "ma" può essere che se l'amico è estroverso o abbastanza diverso da te può dare consigli più tagliati su misura per lui, che si "sovrappongono" alla tua persona. In ogni caso io guardo video dove ci sono persone che insegnano come chattare, qualche info la immagazzino, anche se in generale mi demoralizza la quantità di tecnica e psicologia che ci vorrebbe. In ogni caso non riesco a chattare con anima viva (se non per poco, poi per colpa mia o per abbondanza di pretendenti loro). E purtroppo faccio ancora fatica a capire cosa avrei da offrire al di là dell'eventuale simpatia. Santo cielo, forse qualche feedback positivo aiuterebbe, ma quando non ce ne sono...

    La forza in questione va ricercata nel proprio essere, nelle proprie passioni, nelle proprie esperienze. Se sei un uomo devi cercalo in quello che "sai fare" e se ancora non l'hai scoperto: scoprilo (gli uomini non valgono niente se non "agiscono" in qualche modo).


    Poi potrebbe anche essere una forza interiore, qualcosa di immateriale che si esprime scrivendo o riuscendo a capire concetti che ad altri sfuggono, tipo una famosa soft skill, che quindi andrebbe sfruttata (per esempio) nel lavoro.


    Tutti abbiamo qualche "forza" dentro, solo che molti di noi nella società attuale non l'hanno nemmeno cercata, perché l'educazione totalmente materna educa ad "esistere" e in quanto tali "meritare", ma non funziona così, specie per gli uomini.

    Insomma le proprie caratteristiche, inclinazioni... Dura ma giusta l'osservazione sul fare e saper fare indispensabili per gli uomini, e le risposte a questo purtroppo, per quanto mi riguarda, sono un bel "boh". Dovrei fermarmi a rifletterci per tentare qualche via.

    Una buona terapia è quella che ti comunica che il mercato delle relazioni è competitivo e che bisogna partecipare in modo pro-attivo.

    Ma dato che come hai scritto pure tu sulle app emergere per un uomo "medio" è molto difficile e conviene essere capaci, a quel punto ci vuole più qualche corso di seduzione via chat che un terapista...

    Io mi ritrovo nella cattiva influenza genitoriale e della figura paterna, che ha prodotto una persona che ancora non riesce a schiodarsi dalla famiglia d'origine, e mi domando nel mio caso quale possa essere questa "forza" da individuare in sé e come sia spendibile in ambito seduttivo per non restare sempre uno scarto (o beccarsene uno, al netto del politically correct).

    Anche questo non è mentire... ma scusa quando vai a un colloquio di lavoro non assumi una postura per valorizzati?

    Infatti, ma ti faccio notare il paragone che hai appena fatto, tra trovare un lavoro e trovare una girl: significativo, no? Probabilmente la vediamo e viviamo diversamente: io capisco che si debba fare così, ma per me il concetto di spontaneità è un'altra cosa rispetto al dover mettere in opera tutta una serie di atteggiamenti e paraculate che non sono affatto naturali per tutti e in alcuni casi restano piuttosto vaghe, soprattutto se la propria esperienza è scarsa (es. il MISTERO da comunicare, il quanto tirarsela...).

    La spontaneità è una postura più che contenuto... non è che se uno imbelletta un po' la sua presentazione manca di sincerità... sarebbe come dire che una donna che si trucca e va dal parrucchiere non è sincera.

    A me sta bene (si fa per dire) imbellettare un po'. So che si deve fare. Ma allora diciamolo onestamente. Già dire "La spontaneità è una postura" mi sembra un gran bel paradosso. Come stessimo parlando di attori che questa spontaneità sanno recitarla, persuasivamente. Però ATTENZIONE, io stavo pensando non tanto alle parole di presentazione su una bio (che comunque sì, è bene non siano spontaneità) ma a ciò che eventualmente arriva subito dopo, all'eventuale comunicazione che si avvia. Perché quelle dritte (humour ma non troppo, carisma e sintomatico mistero, tirarsela ma il giusto) so che valgono anche per quella fase.

    I consigli di bruce non mi suonano nuovi e ne comprendo le logiche, mi fa solo sorridere in questi casi per quanto contraddicono il luogo comune che con le donne paghi la spontaneità: sì, bonasera, forse per chi se la può permettere, avendo già interiorizzato le impostazioni giuste. Il massimo del paradosso sono i guru venditori di seduzione per i quali ci vogliono letteralmente manuali per imparare e mettere in pratiche centomila atteggiamenti e tecniche sulle app, e poi ogni tanto promuovono la "spontaneità".

    Purtroppo da single cronici quotidianamente ci si imbatte in un'aria di stallo tremenda, tra risultati nulli sulle app e conoscenze che ormai sono in coppie consolidate. Come se il treno fosse bell'e passato e costantemente vedessi striscioni con scritto "Mangia chi ha già mangiato" o "...chi ha già da mangiare".