Come uscire dalla condizione di single

  • Apprezzo sempre tantissimo i tuoi interventi Juniz. Interventi che danno sempre tanti spunti di riflessione. Qui però, sintetizzando si rafforza la mia cupa visione, espressa in diversi thread, secondo cui una buona parte di noi ormai è incapace di relazioni stabili e questo non può che avere una conseguenza: molti di noi finiranno i loro giorni in totale abbandono e solitudine. Dobbiamo inventarci qualcosa, non so comuni di single attempati, assistenza domiciliare estesa... insomma ingegneria sociale per mitigare gli effetti collaterali della liquefazione dei rapporti affettivi.

    Chi l'avrebbe mai pensato che ci saremmo ridotti così ;(

  • Chi l'avrebbe mai pensato che ci saremmo ridotti così ;(

    Scusate le mie derive distopiche. Poi non sono un nostalgico dei bei vecchi tempi... ma penso che ogni epoca abbia il suo male. Uno dei mali delle nostre società "mature", credo appunto sia una endemica solitudine. Alcuni paesi hanno istituito un ministero della solitudine. Evidentemente è un problema che comincia ad essere sentito anche a livello politico.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Insomma le proprie caratteristiche, inclinazioni... Dura ma giusta l'osservazione sul fare e saper fare indispensabili per gli uomini, e le risposte a questo purtroppo, per quanto mi riguarda, sono un bel "boh". Dovrei fermarmi a rifletterci per tentare qualche via.

    La bella notizia è che tutti siamo dotati di una forza interiore. Parecchi anni fa aiutavo genitori di figli autistici a capirli, a comunicarci e nonostante la condizione di alcuni di questi ragazzi fosse fortemente invalidante: non ne ho mai trovato uno senza un punto di forza. Se c'è in loro c'è in tutti. Bisogna solo mettersi alla prova, fare cose, insistere con perseveranza o quanto basta per scoprire di che pasta siamo fatti.


    Ma dato che come hai scritto pure tu sulle app emergere per un uomo "medio" è molto difficile e conviene essere capaci, a quel punto ci vuole più qualche corso di seduzione via chat che un terapista...

    Basta seguire le orme di un amico più capace o farsi dare una direzione iniziale da "uno che ne sa".

    Per esperimento avevo pensato di prendere un utente e seguirlo passo passo documentando tutto sul forum, ma il mio avvocato mi ha sconsigliato di farlo, perché un conto è raccontare, un conto è "produrre in tempo reale". Peraltro lui (l'avvocato) è uno di quelli che ho aiutato in questo senso. Anche lui pensava di non aver nulla da offrire, invece non è mai così.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Qui però, sintetizzando si rafforza la mia cupa visione, espressa in diversi thread, secondo cui una buona parte di noi ormai è incapace di relazioni stabili e questo non può che avere una conseguenza: molti di noi finiranno i loro giorni in totale abbandono e solitudine. Dobbiamo inventarci qualcosa, non so comuni di single attempati, assistenza domiciliare estesa...

    Io non so quale sia la verità, posso solo esprimere il mio sentire, e le tue potrebbero essere delle buone idee. Solo che a mio avviso, se ognuno, in fondo, cerca di salvare solo se stesso, tendenzialmente anche le buone idee tendono a non funzionare come dovrebbero.


    Oltre che l'idea, ognuno di noi, avendo capito che la solitudine non è auspicabile per nessun essere umano, se c'è possibilità di prendere la mano di una persona sola e tenerla: di farlo. Cominciare anche da poco e da vicino (famiglia, amici). Se c'è possibile di essere la speranza di qualcuno: esserlo. Non pensare solo per sé, ma spendere una parte di sé per qualcun altro, e anche se è una persona vicina, va bene.

  • Solo che a mio avviso, se ognuno, in fondo, cerca di salvare solo se stesso, tendenzialmente anche le buone idee tendono a non funzionare come dovrebbero.

    Nessuno può salvare solo se stesso... ma è difficile comprenderlo. Qualcuno 2000 anni fa ha provato a dirlo e ad applicarlo e non ha fatto una bella fine.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Però, stando alla tua analisi, dovremmo trovarci ad un punto tale per cui le persone single superano di botto il numero di persone che risultano essere in coppia.

    In realtà la misurazione di ISTAT è 50 e 50 (circa). Significa che ogni 100 persone abbiamo 50 single e 25 coppie.


    (Posso dirti? Ho avuto modo di vedere un sacco di persone in coppia, quest'anno, dove il lui di turno, tanto perfetto, a modo, in realtà è una persona che adotta comportamenti violenti. Eppure.
    Eppure ci si adegua e si resiste. La spiegazione che mi sono data è che fa più paura essere da soli.)

    Questo accade per via del bias dell'attenzione e del bias della conferma. Se cerchi ci sono varie info a riguardo.


    Io non ho dubbi sul fatto che ci siano dei motivi più che fondanti sul perchè sia difficile trovare un partner, ma qui siamo al paradosso opposto: ci aspettiamo che la persona caschi dal soffitto, un individuo fatto e finito dritto dritto nelle nostre braccia. E non un partner qualsiasi, ma IL partner giusto.

    Infatti questo è l'approccio infantile che blocca gli uomini, mentre quello femminile è addirittura ambivalente e ancora più invalidante (da una parte si vuole il corteggiamento, dall'altra lo si definisce "cattivo").


    Questo è quello che, a primo impatto, mi trasmettono diversi messaggi qui e lì in questa discussione.
    Non mi sembra ci sia una minima voglia di cambiare questo stato di cose, men che meno voglia di mettersi minimamente in gioco, possiamo analizzare i motivi: la mamma che ti lascia sullo sgabello e tu perdi fiducia nel genere umano, papà che inavvertitamente ti lascia chiuso fuori sul balcone ed ecco che perdi fiducia negli uomini, ma il fulcro di quello che intendevo io era più un "una volta che prendiamo atto del perchè siamo come siamo, riusciamo a risalire la china e cambiare lo status quo?"

    E' vero in questa discussione è avvenuto quello che accade sempre in questo tipo di discussioni: appena si passa alla parte "attiva"... le persone coinvolte dal problema se ne vanno, attuano evitamento e negazione e si resettano chiedendo una soluzione immediata, provata e imboccata.


    Una volta che prendiamo atto del perché siamo come siamo: possiamo risalire la china e cambiare lo status quo; prima è impossibile, a meno di adattarsi con auto-inganno a una situazione che non si comprende e che genera ulteriore sofferenza (per esempio. stare con un partner che si odia, pur di stare con qualcuno).


    Io ho paura che a furia di spiegarci i motivi per cui siamo così annichiliti su noi stessi, che sia la mamma, il papà, le radici biologiche, il contesto, la paura, ecc che si perda il focus e che possa diventare un alibi per dire un "ecco vedi? Con tutte queste problematiche come posso trovare qualcuno? Perchè gli altri si e io no?"

    Il focus sono i motivi, solo che da un punto di vista "materno" il bambino vuole la soluzione immediata, senza capire e farsi spiegare "il perché" delle cose.


    Una volta accertato (per esempio estremamente diffuso e comune) che l'uomo valuta le donne solo per estetica e tende a cercare le mercenarie che dell'estetica fanno uso per "commerciare": il passo evolutivo dev'essere imparare ad avere a che fare con una donna in modo più completo. Se mai comincia, mai riuscirà ad uscire dal loop delle mercenarie.


    Esempio ancor più diffuso sul lato femminile: una volta accertato che la donna in questione riesce a "vedere" solo quel 10-20% di uomini maledetti e tutt'altro che interessati a una relazione: il passo evolutivo dev'essere aggiustare le diottrie (psichiche) e iniziare a "vedere" anche gli altri uomini, per imparare ad avere a che fare con un uomo in modo completo e non solo sessuale. Se mai comincia: mai riuscirà ad uscire dal loop dei seduttori seriali.


    Poi ci sono "gli invisibili", che sono circa il 30% degli uomini e il 10-15% delle donne. Chiusi in casa, fermi immobili, che guardano le relazioni altrui da spettatori e "non sanno come fare". Gli uomini non ci provano o ci provano male a causa dell'inesperienza. Le donne tipicamente puntano per inesperienza (anche loro, Sì, chennoia) ai soliti 10-20% di uomini dannati che le ignorano proprio.


    Che non equivale al "adesso trovo l'uomo della mia vita", ma più un "vediamo se faccia o meno al caso mio", togliendo tutto quel contorno di ansie, di paure, "e se lui, e se succede, e se poi" che era, alla fine, quello che mi frenava maggiormente.


    Perchè il punto non è che sia un discorso competitivo, il punto è che, spesso e volentieri, ci si sente sconfitti già in partenza e questo sentirsi sconfitti è la condizione perfetta per non partecipare nemmeno, nel "mercato delle relazioni": "tanto, che cambia alla fine?"

    Certo. L'imperativo è "provare", anche per gioco, ad uscire con uno o con l'altro. Se poi non vanno bene: si cambiano. Senza fare esperienza è impossibile anche capire se ti trovi davanti a una persona compatibile o meno.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Leggasi: non è detto che quelle passate fossero unioni di amore, pur essendo delle unioni dove c'era una collaborazione.

    Assolutamente, anzi: erano unioni "funzionali", mirate solo a "tenere su" economia e società.

    Prima non potevano permetterselo di basare i matrimoni sull'amore: erano contratti economico-sociali (e lo sono ancora). Ora che possiamo non siamo più in grado di amare.


    Ora che tutti i coperchi sociali di cui parlo sopra sono "saltati": ruoli, costumi, e via via, e la società è cambiata anche a livello tecnologico (si può sopravvivere senza avere cinque figli che ti arano i campi); ci troviamo nello scenario che tu descrivi, dove, l'egoismo "liberato" si esprime senza "limiti" per così dire.


    E' caduto il velo sull'amore di coppia e su quanto effettivamente gli esseri umani siano in grado di stare assieme agli altri se liberati da ruoli, doveri e limitazioni culturali.

    Esatto.


    Mia opinione la relazione non "serve" per fare sesso né per divertimento (che sono fattori secondari, certo importanti, ma delle conseguenze di altre cause), la causa prima dovrebbe essere la possibilità di sostenersi a vicenda: moralmente e materialmente. E volendo il creare una famiglia.

    Non è una tua opinione: è un dato universale riguardo le relazioni.


    Vivere non solo per se stessi, ma anche per un'altra persona non deve essere una regola calata dall'alto e dai costumi sociali come in passato, ma una consapevolezza che te lo fa quasi apparire un "privilegio" la possibilità di amare, prima che essere amati.


    Ma per arrivare a questa consapevolezza bisogna passare da molte delusioni per capirlo. E forse è il lato positivo di questi tempi, in quanto molti si rendono conto di questo nuotando nel mare aperto di questa società.

    La famosa esperienza di cui parlavo prima nella risposta a Arwyn


    Oltre che l'idea, ognuno di noi, avendo capito che la solitudine non è auspicabile per nessun essere umano, se c'è possibilità di prendere la mano di una persona sola e tenerla: di farlo. Cominciare anche da poco e da vicino (famiglia, amici). Se c'è possibile di essere la speranza di qualcuno: esserlo. Non pensare solo per sé, ma spendere una parte di sé per qualcun altro, e anche se è una persona vicina, va bene.

    Nel mio piccolo ho sempre cercato di farlo, ma certi miei "autismi" mi sovraccaricano quando ho troppo a che fare con le persone "da vicino", quindi ho trasferito in parte questa cosa nei rapporti che si possono intrattenere con le persone via rete. Ci sono una marea di persone sole che tramite il gaming online, tramite piccoli eventi, etc. sono emerse da una solitudine che era totale.

    Molte di queste persone l'ho anche poi incontrate e ci siamo fatti una grigliata.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • La bella notizia è che tutti siamo dotati di una forza interiore. Parecchi anni fa aiutavo genitori di figli autistici a capirli, a comunicarci e nonostante la condizione di alcuni di questi ragazzi fosse fortemente invalidante: non ne ho mai trovato uno senza un punto di forza. Se c'è in loro c'è in tutti. Bisogna solo mettersi alla prova, fare cose, insistere con perseveranza o quanto basta per scoprire di che pasta siamo fatti.


    Basta seguire le orme di un amico più capace o farsi dare una direzione iniziale da "uno che ne sa".

    Per esperimento avevo pensato di prendere un utente e seguirlo passo passo documentando tutto sul forum, ma il mio avvocato mi ha sconsigliato di farlo, perché un conto è raccontare, un conto è "produrre in tempo reale". Peraltro lui (l'avvocato) è uno di quelli che ho aiutato in questo senso. Anche lui pensava di non aver nulla da offrire, invece non è mai così.

    L'unico "ma" può essere che se l'amico è estroverso o abbastanza diverso da te può dare consigli più tagliati su misura per lui, che si "sovrappongono" alla tua persona. In ogni caso io guardo video dove ci sono persone che insegnano come chattare, qualche info la immagazzino, anche se in generale mi demoralizza la quantità di tecnica e psicologia che ci vorrebbe. In ogni caso non riesco a chattare con anima viva (se non per poco, poi per colpa mia o per abbondanza di pretendenti loro). E purtroppo faccio ancora fatica a capire cosa avrei da offrire al di là dell'eventuale simpatia. Santo cielo, forse qualche feedback positivo aiuterebbe, ma quando non ce ne sono...

  • L'unico "ma" può essere che se l'amico è estroverso o abbastanza diverso da te può dare consigli più tagliati su misura per lui, che si "sovrappongono" alla tua persona. In ogni caso io guardo video dove ci sono persone che insegnano come chattare, qualche info la immagazzino, anche se in generale mi demoralizza la quantità di tecnica e psicologia che ci vorrebbe. In ogni caso non riesco a chattare con anima viva (se non per poco, poi per colpa mia o per abbondanza di pretendenti loro). E purtroppo faccio ancora fatica a capire cosa avrei da offrire al di là dell'eventuale simpatia. Santo cielo, forse qualche feedback positivo aiuterebbe, ma quando non ce ne sono...

    Va capito il perché delle cose. Bisogna comprendere il meccanismo e adattarlo al proprio essere, non "imitarlo". Con l'imitazione si rischia giustamente quello che dici tu, ovvero di finire a fare qualcosa che non fa per noi e che non si riesce a comprendere.


    Esempio base: nel parlare con una donna in chat in una app di dating non bisogna dare importanza al fatto di "piacerle" o di "essere all'altezza" e nemmeno più di tanto al volerla conoscere. Vanno messi paletti tipo "Figo, siamo vicini. Quindi se passo i test iniziali ci si vede per un caffè". Dopo di ché: silenzio radio sull'argomento, ma deve partire un timer interiore per cui se ci chatti per 3 giorni e non emerge più il "vedersi" lo proponi in modo sgarbato tu, senza mezzi termini, dando come spiegazione: "Perché se la tiriamo lunga qua e poi ci si vede e non ci piacciamo: perdiamo solo tempo".

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Io sono 'in gioco', se non vi dispiace riporto qualcosa anche in questo thread.

    Stasera sono uscito con una tinderina. Uscita inzomma... non darei grandi voti all'uscita. Chiacchierata piacevole, per carità, siamo stati circa tre ore insieme.

    Il punto più basso? E' saltato fuori l'argomento figli. Lei, che ovviamente ne vuole (non ne ha), se n'è uscita in modo a mio avviso pessimo. Non ricordo esattamente da dove sia partito il discorso ma la sua frase è stata:

    "secondo me un figlio bisogna farlo subito". Io indago meglio, quasi incredulo, pongo questa domanda:

    "cioè, secondo te, domani mi vien voglia di fare un figlio e devo farlo con la prima che capita?"

    "si", incommentabile per me.

    "E se le cose vanno male?"

    "Ti resta il figlio"

    "Certo, un figlio e una ex da mantenere"


    Sarà che questa idea la trovo aberrante, distante anni luce da ciò che penso io. Mai, farei un figlio a caso, un figlio è per sempre. E prima devo trovare la madre dei miei figli, il che significa molte cose. Molta sicurezza prima di procedere a 'fare un figlio'. Su questo argomento, mi ha fatto una pessima impressione. Mi ha chiesto perché la mia precedente relazione di tre anni non abbia portato figli. Non potevo rispondere sinceramente, ho un po' tergiversato, non ho dato una risposta pienamente sincera:

    "Non mi fidavo. Definito un obiettivo, io voglio equilibrio per evolvere in quella direzione. Non problemi continui".


    Non mi è parsa particolarmente entusiasta della mia risposta, ma il mio pugnale ormai l'avevo messo sopra il tavolino, volevo solo vedere le sue reazioni. E niente, molto ma molto probabilmente, non ho trovato la madre dei miei figli in questo incontro.

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. Come superare una storia che non doveva esserci? 35

      • Nikondriaco91
    2. Risposte
      35
      Visualizzazioni
      1.5k
      35
    3. fran235

    1. Si tratta di attaccamento ansioso? 20

      • _LucyInTheSky_
    2. Risposte
      20
      Visualizzazioni
      624
      20
    3. _LucyInTheSky_

    1. L'amore vero giustifica il distacco quando le cose cambiano? 37

      • ladyparsifal
    2. Risposte
      37
      Visualizzazioni
      1.2k
      37
    3. leila19

    1. Ex moglie che ritorna, sono molto dubbioso 104

      • fuoripiove
    2. Risposte
      104
      Visualizzazioni
      5.3k
      104
    3. fuoripiove

    1. Come definire una relazione a distanza? 83

      • stefania19944
    2. Risposte
      83
      Visualizzazioni
      2.5k
      83
    3. Fibonacci

    1. Io voglio vivere al nord, lui al sud 16

      • farfalla78
    2. Risposte
      16
      Visualizzazioni
      710
      16
    3. Gray