Messaggi di Aberfeldy

    Pongo la questione in termini un po' ingegneristici: come si stabilisce il valore corretto (da un punto di vista morale, scientifico, ecc.) di "fatica" necessario a ottenere un certo risultato, in termini del tutto generali?
    Cioè, in questo thread si parla di "lavorare tanto" o "lavorare poco"per ottenere una casa o altre cose, ma in base a cosa si fonda il giudizio? La società precedente al boom economico aveva le sue magagne immagino, così come quella successiva.
    Chiaramente il lavoro L per ottenere X non è una libera scelta, ma è dettato dall'epoca corrente, per cui ci si adatta; ma se uno banalmente volesse sapere "quanto è umana" questa condizione, come fa?

    Sono domande un po' ingenue forse, ma io ci vado a sbattere ogni volta che ragiono su queste cose

    Può sembrare una frase fatta, ma secondo me la consapevolezza di essere così è la principale cura al problema :)
    Voglio dire, c'è anche l'aspetto emotivo che senza dubbio ti ostacola molto, ma se cerchi di essere razionale e di ricordarti queste stesse parole che hai scritto qui, prima o poi imparerai a "stufarti" di questo comportamento e inizierai piano piano a assumere un atteggiamento diverso, più "aperto" e positivo. E' un processo attivo però, che devi portare avanti tu stessa.

    L'importante è che tu non ripercorra sempre gli stessi pensieri circolari e sbagliati.

    E poi, capisco che il giudizio delle persone a te vicine ti faccia stare male, perché per te è importante, ma anche qui io cercherei di affrontare la cosa in un modo più razionale: spiegagli il disagio che provi quando ti dicono così, e chiedigli cosa intendono con "debole"… e se ti dicono che in pratica non hai speranza, ti prego cambia confidenti :D

    Ti invito a leggere l'altro thread perchè è collegato e parte dall'inizio inizio. In breve: in un trio di compleanni avvenuto nel mese di Giugno, non sono stato invitato e mi hanno anche nascosto la cosa. Poi lo vengo a scoprire grazie a delle foto e quando chiedo spiegazioni ai festeggiati mi dicano "Ti conosciamo troppo poco e non invitiamo persone che ho visto solo 3 volte nella mia vita". Okay fin qui sembra una motivazione valida, anche se nel dubbio chiedendo a un'altro ragazzo che come me aveva iniziato il mio stesso giorno e non lo conosceva nessuno mi riferisce che era stato invitato.
    Oggi: Avrò sbagliato anchio a non specificare. Dopo tutto non è che vado a dire a gli altri tutte le nostre conversazioni. Quello che mi ha fatto rabbia di lui è che continua a dire che non ha sbagliato a rendere pubblica la cosa nonostante mi abbia dato noia. Continua sempre a dire "Ma che vuoi che sia!". Il fattore fiducia è perchè non mi fido più di lui e non li posso dirli più nulla per paura che venga reso pubblico da pettegolo come è. Perchè sì è pettegolo questo è vero.
    In complesso. Ieri ho avuto il coraggio di dirlo a mia madre, ma non a mio padre perchè poi mi direbbe che non mi va bene nessuno. Mia madre mi ha detto che questo persone molto egoiste e mi stanno trattando come l'ultima ruota del carro. Pensavo che a cambiare ambienti e fare qualcosa che mi piacesse fosse la via definitiva. Ero partito motivato, convinto, positivo e dell'idea di conoscere belle persone. Invece mi sono trovato con cojoni, con persone che non ti invitano ai compleanni nascondendo il tutto, a essere trattato come l'ultima ruota del carro e a essere anche preso in giro. Non c'è da aspettarsi niente dalle persone. Questa è la dura verità

    Ok capisco. Comunque, non ho detto che hai "sbagliato" a non specificare, visto che anche a me questa cosa darebbe abbastanza fastidio: volevo solo farti notare che ci potrebbe essere fiducia, se tu seguissi le "sue modalità".
    Il problema è che, da come si comporta, lui sembra proprio un po' insensibile e parac∙∙o :D chi cavolo è lui per dire "ma che sarà mai"? Lo deciderai tu se è una cosa importante o no, sono cose che riguardano te.

    Boh, nel complesso ti consiglierei di non demordere, e di non vedere questa "sconfitta" come una cosa definitiva! Sei stato sfortunato questa volta, ma non è che tutte le persone sono così per fortuna, anzi!!
    O provi a frequentare ancora un po' queste persone per vedere se magari conoscendole meglio si rivelano buoni amici, oppure se non sei convinto... cambia ambiente!! ripartendo con lo stesso atteggiamento positivo, ma con l'esperienza maturata che per parlare dei fatti personali bisogna prima aspettare di conoscere un po' le altre persone!
    Prima o poi troverai ciò che cerchi, se anche tu sarai aperto a nuove conoscenze :)

    [perdonami ma non ho avuto il tempo di leggere l'altro thread...]

    Mi ha messo in una posizione che anche se un giorno decidessi di non andare a un'evento di volontariato gli altri potrebbero subito pensare male tipo "E' ma lui non viene perchè gli stiamo sulle palle, allora è un cojone".

    Non riesco a trovare il nesso fra tutto il messaggio precedente e questo pezzo :huh: ma non è che te lo sei inventato tu questo collegamento?
    Voglio dire, se tu non andrai a un evento sarà per i motivi più disparati, e potrai ben spiegarli ai tuoi amici no?
    Se poi loro non ti credono e parlano male di te alle tue spalle... che ti frega di avere amici così? E se invece non lo fanno, perché ti crei queste preoccupazioni?

    [P.S. doveroso: non ho letto il thread precedente di cui parli]

    Ma soprattutto: dove entra in gioco la fiducia in tutto ciò?
    Tu in teoria potresti fidarti del tuo amico, se prima lo avvisi che ciò che gli stai dicendo è "una cosa privata": è la modalità che è un po' strana, visto che probabilmente dimostra una certa mancanza di sensibilità o di abitudine da parte del tuo amico nei confronti dei problemi altrui; ma magari mi sto sbagliando, visto che non conosco le persone di cui parliamo: forse il tuo amico è semplicemente molto aperto e diretto nella vita di tutti i giorni ed è abituato a trattare con persone estroverse e quindi non immaginava che tu fossi invece riservato. Ma da qui a dire che non è una persona degna di fiducia ne passa!

    Oppure infine il tuo amico è una persona pettegola, ma in quel caso probabilmente avrebbe almeno fatto finta di mantenere il segreto davanti agli altri. Boh!

    Ad ogni modo, quoto ciò che dice l'utente prima di me: non ci si può fidare "veramente" di nessuno. Del resto, se ci fosse la certezza, non sarebbe più fiducia :)

    Benvenuta nel forum :)

    Allora, di sicuro un primo passo potrebbe essere il togliersi di dosso tutta la negatività inutile: in questo momento vedi tutto nero, ma di certo per fare in modo che le cose cambino questo non è lo spirito giusto no? Meglio essere obiettivi e realistici, senza lasciarsi assalire dal pessimismo. Tranquilla!
    In secondo luogo potresti secondo me cominciare a pensare a qualche soluzione "pratica" e "immediata". Di solito, vedere risultati subito (anche se molto piccoli) può aiutarti a capire che non sei così messa male come credi, e ad aprirti la strada per migliorare piano piano tutto quanto.
    Se non hai amici, potresti sfruttare i contesti che frequenti spesso per fare nuove conoscenze: vai all'università o lavori? Se studi, di solito l'università è un'ottima occasione per conoscere nuove persone. Non serve essere estroversi al massimo, basta semplicemente dimostrarsi aperti e disponibili a una chiacchierata.
    Se credi di non piacere agli altri, forse dovresti provare a cambiare un po' il tuo stile esteriore, e vedere un po' che riscontro ha. Non parlo (solo) di abbigliamento, estetica, ecc. ma anche di approccio con le persone, modo di conversare, eccetera: in questo ambito credo che sappia tu cosa potresti fare.
    E' un consiglio un po' idiota, ma ciò è dovuto al fatto che secondo me non ha senso tentare di modificarsi dall'interno, nel carattere, perché da soli si fa davvero molta fatica. Si può evolvere, ma non rivoluzionarsi.
    In ogni caso, tieni presente che non devi risolvere tutto quanto subito. Secondo me bisogna impegnarsi un poco alla volta con il fermo obiettivo di non lasciar "scadere" la propria vita, e i risultati possono anche metterci mesi e mesi per arrivare.
    In bocca al lupo!

    Complimenti per la scelta :) come diceva qualcuno, "se una strada è piena di ostacoli forse è proprio quella giusta" (irrealisticamente? boh, lo scoprirai tu!).
    In bocca al lupo per gli studi!

    Consiglio un po' stupido: pensavo comunque che potresti provare a cambiare un po' il tuo metodo di studio! Magari riesci a individuare i punti deboli e a migliorarli, in modo da rendere lo studio meno pesante!

    Sei sicuro che con il tuo amico non si possano sistemare le cose in qualche modo?

    Per cui voglio farvi una domanda: se voi vi trovaste nella mia stessa situazione (attuale compagnia zero, difficoltà a socializzare).. cosa fareste per procurarvi dei nuovi amici? Dico di un giro completamente nuovo, nel quale non siete mai stati prima.

    Di solito una cosa che ti aiuta in questi casi è "essere inserito" in un ambiente. Non intendo un giro di frequentazioni o cose simili, ma semplicemente un luogo pubblico o privato che tu per vari motivi frequenti molto spesso. Come hanno già detto, università, lavoro o cose simili. Per lo meno sei costretto a stare assieme ad altre persone, e gli altri sono costretti a stare assieme a te. Se non ti chiudi a riccio e resti aperto e disponibile verso il prossimo, qualcosa succede di solito! Non deve essere una cosa forzata però: per questo dico, un luogo che tu per vari motivi ti trovi a frequentare spesso. Non devi farlo apposta solo per conoscere persone.
    Secondo me "ridimensionare" la tua necessità di avere attorno persone potrebbe esserti d'aiuto: è vero che si tratta di una cosa irrinunciabile, ma dovresti capire quanto peso ha per te la vergogna di essere solo. In altre parole, capire se adesso in te sta parlando il sincero bisogno di affetto o la mancanza di autostima... Ma forse sto dicendo cretinate.

    Premetto che ho circa la tua stessa età e che anche io mi sto più o meno facendo le stesse domande.

    Secondo me faresti bene ad andartene di casa, se ne hai la possibilità.

    Però: tu hai già avuto modo di scontrarti con i tuoi genitori mostrando loro che vuoi essere diverso, che vuoi vivere la tua vita a modo tuo? Oppure sei psicologicamente "dipendente" da loro e dal loro giudizio, e vuoi andartene per forzare te stesso a cambiare, senza passare attraverso una discussione (anche se inutile)?

    Insomma: i tuoi sanno che tu non li sopporti, oppure tu li sopporti senza fare troppe storie?
    Forse, se non risolvi questo problema, rischi di portartelo dietro indipendentemente da quello che sceglierai di fare.

    Invece, se sei psicologicamente indipendente e gli unici ostacoli sono di tipo economico... Allora io ti direi di andare :)

    Ma puoi anche scegliere una soluzione "graduale": come ti è già stato detto, se tu volessi fare la specialistica in una città diversa e lontana da casa, e avendone le possibilità, potrebbe essere una buona occasione per iniziare a vivere per conto tuo senza tagliare di netto i rapporti.

    Ciao Giovane Holden ;)

    Il tuo intervento mi ha colpito, perché prima di tutto la frase di Einstein (la prima parte, in particolare) secondo me è molto vera: ripetere sempre gli stessi percorsi mentali, le stesse esperienze già vissute, ma soprattutto non scoprire mai un pensiero o una emozione nuova, è uno spreco di vita, e genera frustrazione. Questo dipende in parte da cose che non possiamo influenzare, e lì pazienza, ma credo che per quanto concerne il nostro piccolo raggio d'azione sia proprio il caso di intervenire attivamente e cercare di scuotersi un po'. Non è una risposta al tuo post, ma è una considerazione generale.

    In secondo luogo il tuo intervento mi ha colpito perché descrivi solamente delle sensazioni, quasi come se queste fossero il nocciolo del problema: ma come saprai non è così, perché ciò che senti è solo un riflesso, una risposta derivata dalle situazioni concrete.
    Magari potremmo aiutarti (o meglio, potreBBERO aiutarti, visto che io non saprei che dirti perché mi trovo in una situazione simile alla tua) se descrivi i tuoi problemi più esplicitamente (sempre che tu voglia aprirti), anche perché generalizzare nel modo che fai tu non è che un altro "ripetere" gli stessi pensieri.... forse!