Ciao!
Mi dispiace per come ti senti. Una persona può anche avere una grande forza d'animo, ma di certo se continua a ricevere attacchi e insulti dall'ambiente circostante perde un po' le speranze...
Guardiamo i problemi con ordine:
1) per la schiena, direi che devi fidarti del tuo medico e iniziare a nuotare, senza autodiagnosticarti strani disturbi mentali. Visto che il tuo problema fisico è risolubile, impegnati a risolverlo, prima di correre a nasconderti perché CREDI di essere brutto. Ma poi, guarda che anche le persone brutte hanno il diritto di uscire di casa e vivere normalmente eh... e anche di stare assieme a qualcuno!
2) riguardo ai tuoi problemi nel relazionarti con gli altri, sono d'accordo con te nel dire che purtroppo il mondo è ancora pieno di gente che insulta gli omosessuali e che si crea strane idee sul loro conto, in base a dicerie stupide e infondate. Ma ti assicuro che esistono anche MOLTE persone più intelligenti (anche maschi etero, pensa! ), le quali sanno benissimo che essere omosessuali non è né una colpa, né un disonore, né una cosa negativa per la società, né una vergogna, ma semplicemente una condizione esistenziale come tante altre. Spero che tu abbia conosciuto persone simili, altrimenti comincia a cercarle dovunque, perché ci sono. Ma in ogni caso il mio consiglio è: non lasciare che le esperienze negative che hai vissuto ti facciano chiudere in te stesso, perché altrimenti rischi di arrivare a vedere il mondo più nero di come è davvero. Tu sei così come sei, e non devi chiuderti in casa perché non piaci agli altri: a questo ti dovrai abituare, se vorrai fare coming out... quindi tanto vale farsene una ragione!
E impara a dare importanza solo al giudizio delle persone intelligenti... gli altri possono dire quel che gli pare.
In bocca al lupo
Messaggi di Aberfeldy
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Ma al di là del rapporto con il tuo ragazzo, secondo me qui redelisea corre il rischio che la sua vita venga rovinata del tutto.
Le cose non cambieranno da sole, e più tempo aspetti più ne sprecherai: ti direi che, costi quel che costi, devi andare contro i tuoi genitori.
Mi sembra che il vero ostacolo sia la tua "resistenza psicologica": tu hai parlato di piagnistei e percosse, ma ci sono altre difficoltà pratiche? Credi che i tuoi ti toglierebbero il sostentamento e ti sbatterebbero in mezzo alla strada se tu gli disobbedissi?
Purtroppo in questi casi bisogna scegliere il male minore (attenzione... non ciò che ti fa soffrire di meno, ma ciò che un giorno ti ripagherà di più), perché non dipende tutto da te, ma per quanto puoi devi provare tutto il possibile per cambiare le cose: la situazione è assolutamente ingiusta, e dannosa.
(Tra parentesi, i coetanei dei tuoi genitori a 25 anni molto spesso avevano già una famiglia e una casa loro... quindi non capisco con che mentalità siano cresciuti i tuoi) -
Che situazione angosciante!!
Ma cosa succederebbe esattamente se tu te ne fregassi e prendessi il treno lo stesso? Anche assentandoti dal lavoro, intendo -
In pratica "non hai diritto" di essere felice perché credi che una parte della società ti giudichi male per come sei messo economicamente, è così?
Questo desiderio di riallinearsi con gli altri posso capirlo, ma fino a un certo punto: dopo i trent'anni essere "alla pari" economicamente con le altre persone è così fondamentale da pregiudicare la felicità di una persona?
Se tu dovessi crescere un figlio, gli insegneresti a vergognarsi di essere più povero degli altri?
Secondo me sbagli a credere che tutto dipenda da te: se tutto dipende da te, la situazione non cambierà fino a quando tu non farai qualcosa. Ma cosa potresti fare? E perché non lo fai? Forse perché non hai i mezzi...? -
Se è questo che volete... io non voglio questo... io voglio una donna dall'alto valore riproduttivo...
Controlla bene l'etichetta, mi raccomando
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Aspetta... io ho 23 anni e non sono mai stato fidanzato
e sono anche uno sfigato!!!
Ma quindi devo suicidarmi anch'io??? Oddio!! Non lo sapevo!! Voglio un avvocato!!
Secondo me alcuni di voi del forum devono avere conosciuto nella loro vita delle persone davvero orribili e superficiali per pensare queste cose!! Vi assicuro, esistono centinaia di ragazze che detestano i tamarri tatuati (anzi, sinceramente penso che fra le nostre coetanee non siano molte quelle che li apprezzano :O)
Al di là di tutto questo: ho l'impressione che tu ragioni troppo per schemi "già fatti", del tipo "se non hai i soldi non avrai la tipa", "se sei c∙∙∙o sarai solo a vita", "se non esci il sabato sera sei uno sfigato". Tutti luoghi comuni verificabili statisticamente, tutte frasi che si leggono dovunque su internet, tutte già preparate e confezionate dalla società. Ma allora, una buona parte della popolazione dovrebbe suicidarsi assieme a te... Dove sta il punto debole del ragionamento? Sta nel fatto che la statistica è una minc∙∙ta. E che le convinzioni dovresti fartele tu sulla base dell'esperienza.
(nel senso... delle nuove esperienze che non hai ancora :D)
Dici di volerti suicidare: senza mai aver amato una ragazza? Senza mai aver pensato "credevo di restare solo a vita, invece guarda un po'..."?
Anche a costo di fare la gazzella per tutta la vita, non smettere mai di cercare di essere felice. Adesso sei in una situazione di staticità, in cui le cose si ripetono sempre uguali, e la staticità fa schifo, è una delle cose più dannose secondo me, ma non è detto che sarà sempre così. Dipende anche da te: non c'è assolutamente nulla che puoi fare? -
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Hai ragione, non ha senso opporre resistenza ad un destino segnato...
Segnato? Dove? E tu cosa ne sai del destino degli altri?
Cara iofarfalla, secondo me in questo periodo sei in uno stato di negatività eccessivo rispetto alle tue reali condizioni: non conosco la tua situazione, ma arrivare ad annullare ogni possibilità per il tuo futuro, o a rinunciare a qualsiasi speranza mi sembra una estremizzazione in praticamente ogni circostanza.
Dovresti sfatare comunque un falso mito: anche gli "altri" molto spesso fanno fatica a vivere, però lo nascondono. Magari non hanno i tuoi stessi problemi, ma le persone felici e soddisfatte della propria vita secondo me non sono così diffuse come si crede.
E non sempre sono dei supereroi che riescono ad andare avanti lo stesso, a volte semplicemente si barcamenano senza sosta fra un casino e l'altro, senza sapere dove stanno andando e senza avere la forza per cambiare le cose.
Cosa si fa in questi casi? Non saprei dirtelo con esattezza, perché non ho mai avuto problemi psicologici seri. Forse un buon inizio potrebbe essere chiudere l'ingresso ai pensieri pessimisti (che sono solo dannosi), e concentrarti su "qualcosa di bello"... nel senso, qualcosa che ti accenda una minima speranza, che non sia un'altra falsa speranza però: una cosa che parta da te stessa e non dalle altre persone. Poco alla volta...!
Questo è quel che penso -
Ma nel tuo esempio parli di persone nell'età dell'adolescenza, periodo in cui si cambia moltissimo e molto rapidamente. Ti succede così anche con i tuoi coetanei?
Ad ogni modo: una persona di solito non si accorge quando sta cambiando (a meno che non siano dei passaggi "bruschi", ma succede solo in certe circostanze particolari secondo me, tipo la morte di una persona cara, o comuqnue momenti in cui è necessario tirare fuori una forza emotiva che finora non era stata usata).
Te ne accorgi quando ripensi a te stesso due o tre anni fa: quante convinzioni sbagliate avevi che adesso non hai più? Quante cose hai imparato nel frattempo? Non dirmi che ti sembra di essere proprio uguale uguale da tre anni, non ci credo
L'importante è che questa cosa diventi uno stimolo a cercare nuove esperienze, perché se no la vita sarà una noia fin quando non cade qualcosa dal cielo.
Che utilità ha per te fare di "beati loro" il tuo motto? Dai cavolo, metti giù la classica lista di cose che ti piacerebbe fare o imparare e fanne (o imparane) qualcuna. Senza pretendere cose assurde da te stesso, poco alla volta!
(indizio: il vero scopo di questa cosa è capire cosa mettere nella lista) -
Ciao!
Mi spiace per come ti senti. La sensazione di "io potrei fare molto meglio di così" è brutta in ogni circostanza, ma ancora di più, come nel tuo caso, in un ambito in cui normalmente ti sentiresti realizzata.
Innanzitutto (io non sono uno psicologo né un esperto, sono solo uno studente universitario) penso che dovresti individuare bene la cosa di cui hai paura. Finora hai descritto le tue sensazioni, ma sapresti individuare gli "stimoli" che ti creano più ansia rispetto agli altri? Cioè, hai paura proprio dell'essere giudicata in sede d'esame? O del giudizio delle altre persone dopo l'esame? O dei commenti del professore, o del professore stesso?
Non credo comunque che dovresti forzare te stessa a studiare, se ti trovi in queste condizioni: può essere inutile. Dovresti prima calmarti e riflettere un po', senza pensare all'"urgenza" del fuori corso (che secondo me non è una cosa così determinante per il futuro come si crede, perché mi piace pensare che per il lavoro contino le reali capacità che uno ha).
Purtroppo è vero quello che dici, cioè che l'unico modo per risolvere la cosa è sedersi e iniziare a studiare... Ma se ti senti così per me non vai molto lontano con le marce forzatecome ti dicevo, secondo me dovresti prima chiarire un po' di cose con te stessa. Cos'è che potrebbe darti la carica e che adesso ti manca? Quali sono i tuoi obiettivi quando studi (domandona di difficile risposta...) ?