Lo scopo di questo caso per me è introdurre il patentino digitale per navigare su internet
Idee contrarie al sistema, addio!
il PD già si è espresso.
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E chi altri se no?
Lo scopo di questo caso per me è introdurre il patentino digitale per navigare su internet
Idee contrarie al sistema, addio!
il PD già si è espresso.
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E chi altri se no?
ripeto nessuna giustificazione da parte mia.
E se sapessi che mio figlio fa una cosa del genere... altro che analisi socio politico antropologiche e etiche.
Al di là che il tutto possa essere ridotto o meno a un principio semplice.
Il fenomeno di cui parla Max non ha a che fare con l'emancipazione in sé e mi sembra lui stesso l'abbia premesso, quindi con l'accesso a diritti individuali e alla liberazione dal patriarcato storico.
Secondo me sì, cito Max.
Per molte donne (oserei dire la maggioranza) è ancora l'uomo che deve corteggiare e farsi avanti.
Nel patriarcato questo era dovere dell'uomo.
È ancora l'uomo che deve provvedere al mantenimento della famiglia (anche la donna lavora, ma un lavoro meno retribuito e meno prestigioso non influisce negativamente sul patrimonio e sullo status della famiglia).
Nel patriarcato era l'uomo che svolgeva il lavoro a retribuzione economica.
L'uomo spesso si ritrova così a far fronte a vecchi stereotipi senza più essere tutelato.
Vecchi stereotipi, appunto tipici del patriarcato.
Se l'uomo deve perdere dei diritti esclusivi, dovrebbe ritrovarsi in una condizione equilibrata, ma così non è. Se no è un puro esercizio di potere, non ricerca della parità.
Quindi mi sembra che Max parli proprio di diritti e doveri in seno all'emancipazione dal patriarcato.
Probabilmente stiamo facendo riferimento a due interventi di Max differenti, io facevo riferimento all'intervento quotato.
Per questo sostengo che l'emancipazione della donna e la destrutturazione del patriarcato storico non ha ribaltato la piramide del potere, togliendola agli uomini per consegnarla in mano alle donne.
Penso di aver colto ora dove sta il fraintendimento, l'emancipazione non ha ribaltato la piramide del potere, l'ha riequilibrata, prima era disequilibrata a favore degli uomini.
Il passaggio di potere non è stato totale, è stato parziale, se gli uomini prima detenevano, mettiamo: "potere cento" e le donne "potere zero", poi si è fatto equamente "cinquanta e cinquanta". Non è che sia avvenuto un passaggio in blocco in cui ora le donne "detengono cento e gli uomini zero". Questo sul fattore X dei diritti.
Il discorso di Max mi sembra vertere sull'ipotesi che sul fattore Y dei doveri, l'equivalenza sia lievemente disequilibrata a favore femminile, come fosse magari un "sessanta a quaranta".
Un po' come accadeva negli anni '80-'90, la donna era libera di scegliere, volendo, anche di ricoprire un ruolo ancora "tradizionale".
Ma nel ruolo tradizionale non era però esente dai nuovi diritti acquisiti, tipo il diritto di voto, ma solo, appunto, dai doveri tipicamente maschili.
Pari diritti, pari doveri, qui si esplica quel "sessanta a quaranta" di cui penso si lamentino, come ad esempio ha scritto sempre Max.
È l'uomo che subisce maggiormente lo stigma di non essere autonomo e di vivere ancora coi genitori; o anche altri pregiudizi minori come per esempio quello di non avere la patente e di non poter portare in giro una donna da lui appunto corteggiata, e altro ancora.
Questa percepita diseguaglianza penso potrebbe essere parte di ciò che va ad alimentare la frustrazione che induce a determinati comportamenti scorretti e faccio sempre presente che: spiegare non significa giustificare, infatti li ho definiti scorretti.
Parlando invece non dell'aspetto dei diritti ma dell'aspetto prettamente sentimentale e relazionale.
Da qui la fonte di frustrazione. Ovviamente il femminismo ha gioco facile nel colpevolizzare la frustrazione maschile.
[...]
Non vedo da parte delle femministe lo stesso impegno nel ricercare una società equilibrata.
Una cosa, sul fronte della frustrazione in questo caso relazionale, aggiungerei.
La differenza è che oggi le donne hanno più libertà di scelta, e questo fa emergere insicurezze maschili che prima restavano mascherate.
[...]
Inoltre, non è che alla ragazza "non importi" dei timidi o degli insicuri: semplicemente spesso non si accorge neanche del loro interesse, perché non sono in grado di manifestarlo. E anche se lo sapesse, ha tutto il diritto di scegliere chi preferisce, senza dover fare la "buona samaritana" e mettersi con qualcuno per compassione. Tu lo faresti?
[...]
Il vero problema nasce quando qualcuno, dopo qualche batosta, o presunta tale nella propria immaginazione, si chiude in sé stesso, smette di provarci, resta fermo a piagnucolarsi addosso nella sua (scomoda) comfort zone, e comincia a dare la colpa alle donne. A quel punto è inevitabile che le cose non migliorino: invece di assumersi la responsabilità e lavorare sulle proprie insicurezze e mancanze.
Concordo: nel senso che è scorretto attribuire le colpe delle proprie insicurezze e mancanze alle donne. Come disse Confucio: "Un vero signore, come un arciere, se manca il bersaglio, ne cerca le cause in sé stesso".
Tuttavia, se è vero questo aspetto, è anche vero che, essendo le donne più selettive dei maschi, avviene un disequilibrio, nel senso che la donna con insicurezze e mancanze troverà più facilmente un partner rispetto al corrispettivo maschio con insicurezze e mancanze.
Ovvero, in un certo senso, la donna è maggiormente "tutelata" sul fronte sentimentale e relazionale a causa della minor selettività maschile. Sono loro stessi a tutelarla in questo verso, essendo meno selettivi ma, da questo poi però, nascono tutta una serie di frustrazioni che portano a ripicche, da parte di chi, essendo fragile, da meno tutelato, non "batte chiodo" e accumula astio, che poi a volte finisce per essere direzionato verso il bersaglio sbagliato e sfogato in commenti inappropriati e via dicendo.
Questo, paradossalmente, va a loro stesso svantaggio, perché finisce che si rendono antipatici e quindi trovano chiusura invece che comprensione nei confronti delle loro fragilità.
Mettiamola così: se si sta parlando di soggetti psicologicamente fragili, un po' in generale, noto che a livello sociale avviene un doppio atteggiamento: una frangia tende a essere comprensiva e protettiva, un'altra frangia a spronare: "Basta lamenti, datti una mossa".
Volendo trovare delle soluzioni, abbozzo genericamente: certamente le donne non devono fare da buone samaritane. Se ti piace uno ti ci metti assieme, se non ti piace no. Ma non sempre, come faceva notare Giuseppex, si tratta di soggetti totalmente inappetibili; spesso magari sono solo timidi o ansiosi e finiscono socialmente per rivestire un po' il ruolo di carta da parati.
Si potrebbero studiare, progettare e creare degli ambienti di incontro relazionale protetti, più rilassati. Alcune persone vanno in palestra o a corsi per trovare partner, si potrebbero studiare degli ambienti specifici, penso in moltissimi aderirebbero. Ma mi fermo qui con l'immaginazione di soluzioni, per non divagare troppo OT.
Nel senso che in una situazione di parità uomo/donna avendo la donna più attrattiva sessuale nei confronti dell'uomo, essa si ritrova il coltello dalla parte del manico, o il pallino in mano.
In linea generale, può essere vero che la donna rappresenti una dimensione del desiderio per l'uomo. Tuttavia, non saprei fino a che punto sia tutto riducibile alla sola attrattiva sessuale e poi alla selezione femminile, spesso considerata il punto cardine dei rapporti di genere e interpretata secondo schemi evoluzionistici introiettati sulla scia di concetti come "la selezione del più forte" o "l'individuo alpha".
Con ciò non voglio negare la natura, che ha una sua innegabile parte, ma solo mettere in dubbio fino a che punto si può parlare di istinti quando altre discipline umanistiche, come la psicologia, hanno dimostrato la complessità dell'essere umano: non siamo guidati soltanto dall'istinto, ma anche dalle emozioni, dai sentimenti e dai pensieri. Questo è particolarmente vero per l'uomo di oggi, i cui bisogni risultano più complessi e individuali. Finanche a discipline più di confine, che parlano di legge d'attrazione, risonanza, campi vibratori, un'invisibile in cui io, personalmente, senz'altro credo, ma non solo dal punto di vista delle relazioni, ma di tutta la realtà.
Il mio personale parere è che certi dilemmi e timori (non solo del singolo, ma dell'umano in senso generale), in fondo, nascono da una concezione materialistica che è probabilmente, come tale, persino illusoria.
Lo scopo di questo caso per me è introdurre il patentino digitale per navigare su internet, il PD già si è espresso.
Magari! E lo dico a ragion veduta, non per fare una sparata sinistroide...
Ovviamente preceduto da un corso gratuito e da un semplice esame. Non come misura repressiva, ma proprio per educare i cittadini (soprattutto la fascia dei cosiddetti 'boomers') a sapersi muovere in un mondo digitale che è completamente estraneo alla loro mentalità e cultura.
Avrei decine di esempi per dimostrare che un 'patentino' è non solo auspicabile, ma indispensabile...e urgente.
Mi sono resa conto di un errore.
Parecchio tempo fa, in un Thread, avevo appunto ipotizzato (anche se con altri termini) che la mentalità dionisiaca, entrata a far parte anche del sentito femminile "casta e virtuosa", servisse proprio per garantire ai maschi che le donne stesse si autolimitassero, questo al fine di assicurare loro più garanzie sulla paternità.
Ho sbagliato il termine, mea culpa, intendevo apollinea, la versione corretta sarebbe stata.
Parecchio tempo fa, in un Thread, avevo appunto ipotizzato (anche se con altri termini) che la mentalità apollinea, entrata a far parte anche del sentito femminile "casta e virtuosa", servisse proprio per garantire ai maschi che le donne stesse si autolimitassero, questo al fine di assicurare loro più garanzie sulla paternità.
D'ogni modo, errori a parte...
Certo è una visione bianco/nero parziale, non lo nego, ma io posso solo sospettare cosa intendeva Garden: il fattore biologico.
Mah, nulla di fantasmagorico, solo che penso che la selezione naturale operi per "mano" femminile: viene scelto il maschio con apparenti migliori qualità fisico-strutturali o abilità varie.
Basta guardare pure gli uccelli: chi è che sfoggia i colori più sgargianti tra maschi e femmine per farsi scegliere? Dunque chi è che, tra i due generi, valuta, sceglie e dunque opera una selezione? Quale tra i due generi è quello che viene selezionato e quale no? La selettività femminile penso sia funzionale a far sì che nella specie si accumulino caratteristiche funzionali anziché disfunzionali; la non selettività maschile, invece, ipotizzo potrebbe servire a far sì che si accumuli invece variabilità genica.
Comunque sia, anche se avesse i suoi perché, di certo chi rimane fuori dai giochi ne patisce. Farsi una vita da soli non è bello, io sono femmina ma comunque direi che ne so qualcosa di solitudine in quel senso, per cui non è che non capisco.
Introdurre il patentino digitale.
Internet libero forever anch'io comunque! Al massimo moderazione dei toni verbali entro standard di civiltà, ma non dei concetti esprimibili. L'anonimato è garanzia di potere di libertà di opinione, anche per chi è debole.
Magari! E lo dico a ragion veduta, non per fare una sparata sinistroide...
Ovviamente preceduto da un corso gratuito e da un semplice esame. Non come misura repressiva, ma proprio per educare i cittadini (soprattutto la fascia dei cosiddetti 'boomers') a sapersi muovere in un mondo digitale che è completamente estraneo alla loro mentalità e cultura.
Avrei decine di esempi per dimostrare che un 'patentino' è non solo auspicabile, ma indispensabile...e urgente.
Interessante. Posso averne qualcuno di esempio?
Interessante. Posso averne qualcuno di esempio?
Certo!
Partiamo dai finti guru, guaritori e santoni vari. Se negli anni '90 avevamo solo Wanna marchi, ora si sono moltiplicati, e si approfittano, grazie all'enorme visibilità che i social danno loro, di persone 'fragili' che abboccano e credono a tutto senza il minimo spirito critico. Nel migliore dei casi spillano soldi, nel peggiore promuovono pratiche pseudomediche con i danni che possiamo immaginare.
Proseguiamo con la falsa percezione che hanno soprattutto le persone con bassa scolarizzazione, e magari un pò avanti con l'età, che internet sia una specie di oracolo. E così abbiamo il 15% degli italiani che crede che la terra sia piatta, il 18% crede nei rettiliani, e così via, con le teorie più assurde e strampalate. Anche qui, spesso, c'è la richiesta di donazioni per supportare la 'libera informazione'.
E cosa dire dell'orda di boomer infoiati che cerca di rimorchiare la contadinella giovane e avvenente, generata dall'IA?
E tutte queste persone hanno un ruolo nella società, lavorano, fanno figli...e soprattutto votano. Non credi anche tu che sarebbe auspicabile un minimo di 'cultura digitale'?
Mandare persone allo sbaraglio in internet, senza una minima preparazione è come prendere la signora Pina, stimata casalinga, e farle fare un giro, da sola e di notte, nel Bronx.
Impresa ardua la tua. Vediamo un po' ciascuno dei succitati argomenti.
Partiamo dai finti guru, guaritori e santoni vari. Se negli anni '90 avevamo solo Wanna Marchi, ora si sono moltiplicati e si approfittano, grazie all'enorme visibilità che i social danno loro, di persone "fragili" che abboccano e credono a tutto senza il minimo spirito critico. Nel migliore dei casi spillano soldi, nel peggiore promuovono pratiche pseudomediche con i danni che possiamo immaginare.
Problema reale. Ma come pensi di risolvere la faccenda con un patentino? L'incultura in questo caso è di tipo contenutistico, non di metodo. Ossia, se uno non ha un minimo di basi di medicina, resta preda appunto di imbonitori. Senza contare il fattore più importante, il fattore speranza e illusione. Appunto hai citato Wanna Marchi. Il patentino è uno strumento che ti permette di navigare bene... ma se l'ignorante incappa nel venditore di sogni, come lo difendi?
Proseguiamo con la falsa percezione che hanno soprattutto le persone con bassa scolarizzazione, e magari un po' avanti con l'età, che internet sia una specie di oracolo. E così abbiamo il 15% degli italiani che crede che la terra sia piatta, il 18% crede nei rettiliani, e così via, con le teorie più assurde e strampalate. Anche qui, spesso, c'è la richiesta di donazioni per supportare la "libera informazione".
Mi sembrano veramente alte come percentuali. Questo dei rettiliani o della terra piatta mi sembra più un mito. Ad ogni modo, se così fosse, sarebbe da imputare a una scarsa preparazione scolastica. Una persona con una solida formazione (e non c'è bisogno dell'università, bastano due anni di superiori fatti bene) non crede alle favole.
E cosa dire dell'orda di boomer infoiati che cerca di rimorchiare la contadinella giovane e avvenente, generata dall'IA?
Intendi chi non riesce a distinguere una persona vera in foto da una creatura generata da IA? Vero, ma tieni conto che lo scopo di questa tecnologia sarà proprio quello di rendere le immagini sempre più simili a quelle reali... a tal punto che un giorno non potremo fare a meno di programmi ad hoc per sgamare l'IA.
I problemi che poni tu, secondo me, non sono risolvibili con un patentino. Sono problemi connaturati all'essenza di internet, strumento creatore di sogni e di mondi, oltre che di conoscenza, che ha dentro di sé una potenzialità enorme in cui è insito il pericolo. Una specie di nuova giungla. Un patentino credo che complicherebbe solo la vita alle persone come noi, che hanno gli anticorpi per difendersi da questi pericoli, e non farebbe più di tanto per gli ingenui o gli ignoranti.
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