A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie"

  • Purtroppo mi è successa una cosa "simile": una persona, per dispetto, mi ha inserita in un gruppo, credo di escort!

    Per fortuna me ne sono accorta subito, sono uscita dal gruppo e l'ho bloccato su tutti i canali.

    In seguito mi sono pentita: avrei dovuto denunciarlo e farci su un po' di soldi.

    All'epoca non pensai a niente, ma mi chiedo oggi, alla luce di queste vicende, se possa aver messo delle mie foto prese da Tinder e pubblicate in questi gruppi (premetto che io non ho mai messo foto ambigue su queste app, né foto in costume da bagno).

    <3 <3 <3

    *sara swarovsky*

  • Ma nel secolare contesto dove il corpo della donna viene considerato oggetto e quindi mercificato, seguendo questa continuità evolutiva e logica che unisce il patriarcato storico, quello antropologico, quello culturale sino al contemporaneo di matrice femminista, anche l'industria pornografica, la prostituzione (incluse le libere professioniste) e quindi il fenomeno di OnlyFans sono legati indirettamente al patriarcato?


    Oppure è patriarcato solo quando non sussiste il consenso e la libertà di scelta della donna? Se una donna, liberamente, decide di vendere il suo corpo, l'uomo che usufruisce di tale servizio, e si presuppone lo faccia perché considera lei oggetto di piacere e comunque avviene una forma di mercificazione, dal punto di vista morale, ha un comportamento moralmente e culturalmente "patriarcale" oppure no?

    Domanda decisamente interessante quella che poni. Secondo me, dobbiamo necessariamente distinguere due livelli: il primo è la scelta individuale. Se una donna decide liberamente, consapevolmente e senza pressioni economiche o sfruttamento di prostituirsi o di fare pornografia, non possiamo automaticamente affermare che stia "riproducendo il patriarcato". Si tratta di una scelta personale, e il fatto che sia libera dal punto di vista del consenso è cruciale.


    Il secondo invece è il contesto culturale e di mercato, in cui entra in gioco la logica patriarcale; storicamente e socialmente la domanda maschile di sesso a pagamento, la mercificazione del corpo femminile e l'oggettivazione continuano a esistere e, anche in contesti moderni come OnlyFans, dove la donna ha assoluto controllo sul lavoro e sul guadagno, il pubblico maschile paga per avere accesso al corpo femminile come oggetto di desiderio.


    Quindi non è che ogni scelta individuale praticata in tal senso sia patriarcale, ma il contesto in cui avviene è modellato da secoli di logiche di dominio maschile. Il patriarcato moderno non si manifesta solo con violenza o imposizione diretta, ma è anche la cornice culturale e sociale che rende possibile certe dinamiche, pure in presenza di consenso; pertanto il singolo atto può sì essere libero, ma rimane inserito in un sistema che storicamente e culturalmente considera il corpo femminile come oggetto e mercanzia.

  • Se noi parliamo però di "oggettivazione del corpo femminile", andiamo su un piano in cui la distinzione tra l'individuale e il sociale diventa molto labile. E non solo, diventa molto labile anche la distinzione tra il naturale e il culturale.


    Faccio un esempio brutale. Un uomo che non ha la possibilità di fare sesso con una donna, perché da esse rifiutato, o, se vogliamo, incapace di relazionarsi bene con loro (uno scenario comune nel mondo redpill), ha solo due alternative: o la prostituzione, o la masturbazione. Se però anche all'interno di una libera scelta il patriarcato agisce come un elemento di disturbo, nessuna delle due opzioni sarà moralmente accettabile. Non la prostituzione, perché la donna che si prostituisce viene "oggettivata" dal cliente, né la pornografia o la fotografia erotica, perché chi si fa fotografare (liberamente) lo fa sempre in quella cornice "patriarcale" di oggettivazione del corpo femminile. Quindi le due scelte libere sono cassate entrambe (in alcuni paesi, come la Svezia e la Francia, la prostituzione è già oggi illegale nella misura in cui punisce esclusivamente il cliente, ossia l'uomo, e si sta discutendo di rendere illegale anche la pornografia).


    E sono cassate anche le due alternative (prostituzione e pornografia) dell'uomo in questione, solo non per scelta. Allora, cosa dovrebbe fare costui per essere moralmente accettabile dalla società che condanna il patriarcato e l'oggettivazione della donna in tutte le sue forme (e che ovviamente condanna anche i matrimoni combinati, fiore all'occhiello del mondo patriarcale, e che negli ambienti redpill vengono spesso richiamati come "soluzione" alla condizione di single)?

  • Quello da me dipinto è ovviamente uno scenario paradossale (ma non del tutto irrealistico) a cui la lotta all'oggettivazione del corpo femminile ci fa arrivare se portata alle sue estreme conseguenze. Soprattutto nella misura in cui tale oggettivazione viene attribuita unicamente a fattori culturali e non psicologici o naturali.

    Modificato 3 volte, l'ultima da Max_2023 ().

  • Se noi parliamo però di "oggettivazione del corpo femminile", andiamo su un piano in cui la distinzione tra l'individuale e il sociale diventa molto labile. E non solo, diventa molto labile anche la distinzione tra il naturale e il culturale.


    Faccio un esempio brutale. Un uomo che non ha la possibilità di fare sesso con una donna, perché da esse rifiutato, o, se vogliamo, incapace di relazionarsi bene con loro (uno scenario comune nel mondo redpill), ha solo due alternative: o la prostituzione, o la masturbazione. Se però anche all'interno di una libera scelta il patriarcato agisce come un elemento di disturbo, nessuna delle due opzioni sarà moralmente accettabile. Non la prostituzione, perché la donna che si prostituisce viene "oggettivata" dal cliente, né la pornografia o la fotografia erotica, perché chi si fa fotografare (liberamente) lo fa sempre in quella cornice "patriarcale" di oggettivazione del corpo femminile. Quindi le due scelte libere sono cassate entrambe (in alcuni paesi, come la Svezia e la Francia, la prostituzione è già oggi illegale nella misura in cui punisce esclusivamente il cliente, ossia l'uomo, e si sta discutendo di rendere illegale anche la pornografia).


    E sono cassate anche le due alternative (prostituzione e pornografia) dell'uomo in questione, solo non per scelta. Allora, cosa dovrebbe fare costui per essere moralmente accettabile dalla società che condanna il patriarcato e l'oggettivazione della donna in tutte le sue forme (e che ovviamente condanna anche i matrimoni combinati, fiore all'occhiello del mondo patriarcale, e che negli ambienti redpill vengono spesso richiamati come "soluzione" alla condizione di single)?

    Quello da me dipinto è ovviamente uno scenario paradossale (ma non del tutto irrealistico) a cui la lotta all'oggettivazione del corpo femminile ci fa arrivare se portata alle sue estreme conseguenze. Soprattutto nella misura in cui tale oggettivazione viene attribuita unicamente a fattori culturali e non naturali.

    Personalmente, in queste considerazioni vedo all'opera diverse premesse discutibili, che conducono inevitabilmente a una falsa dicotomia, confondendo libertà di scelta, oggettivazione e impatto del patriarcato.


    Una scelta individuale non esiste mai in un vuoto, ma è sempre influenzata dal contesto culturale e sociale. L'oggettivazione non è semplice "apprezzamento" del corpo, ma ridurre una persona a uno strumento per soddisfare i propri desideri, ignorandone o abbassandone autonomia, diritti e umanità. La "libertà di scelta" di una donna che fa pornografia o si prostituisce è complessa: molte entrano in questi settori per bisogno economico o pressioni sociali e, anche quando la scelta appare libera, avviene in un contesto che storicamente ha mercificato il corpo femminile. L'esistenza di una fiorente industria (quella della pornografia) basata sull'oggettivazione dimostra che il patriarcato non è un elemento esterno "di disturbo", ma l'essenza stessa del fenomeno.


    Affermare poi che un uomo abbia solo due opzioni – prostituzione/pornografia o isolamento sessuale – è una semplificazione estrema. Il problema non è il rifiuto femminile, ma un sistema che insegna agli uomini che il loro valore si misura sul successo sessuale e sulla disponibilità delle donne. L'idea che un uomo "debba" obbligatoriamente avere accesso a corpi femminili è, essa stessa, patriarcale. La soluzione non sta nel concedere tale accesso indiscriminatamente o meno, ma nel decostruire le aspettative tossiche che questa logica impone.

  • ma mi chiedo oggi, alla luce di queste vicende, se possa aver messo delle mie foto prese da Tinder e pubblicate in questi gruppi

    Ed infatti avevo in mente già da un po' di fare la domanda bastarda visto che tutte denuncerebbero senza se e senza ma: "allora visto che tu denunceresti sicuramente sei sicura che a breve non sarai messa alla prova dei fatti? :evil: ^^

    Ho preferito evitare. :)

    Però, se sul serio tu o le altre avete un dubbio e vorreste provare ad indagare, come potreste materialmente fare visto che quel gruppo l'hanno chiuso?

    Non credo che il maresciallo preposto si metterà a chiamare ogni donna presente in Italia per vedere se è li presente.

    Quindi una come se lo toglie il dubbio?

  • Ed infatti avevo in mente già da un po' di fare la domanda bastarda visto che tutte denuncerebbero senza se e senza ma: "allora visto che tu denunceresti sicuramente sei sicura che a breve non sarai messa alla prova dei fatti? :evil: ^^

    Cosa c'è di divertente in tutto questo? Se tra quelle persone, a tua insaputa, ci fosse tua madre, tua sorella, tua figlia o perfino tua moglie, per le modalità espresse da Sara, riusciresti ancora a prendere la cosa così alla leggera?

  • Ed infatti avevo in mente già da un po' di fare la domanda bastarda visto che tutte denuncerebbero senza se e senza ma: "allora visto che tu denunceresti sicuramente sei sicura che a breve non sarai messa alla prova dei fatti? :evil: ^^

    Cioè, con tutto quanto, ciò che avevi in mente era di porre questa domanda, evidentemente provocatoria? Che, tra l'altro e come già scritto poc'anzi da Parolis, cosa puoi trovarci di "divertente" lo sai soltanto tu.

    Cosa c'è di divertente in tutto questo? Se tra quelle persone, a tua insaputa, ci fosse tua madre, tua sorella, tua figlia o perfino tua moglie, per le modalità espresse da Sara, riusciresti ancora a prendere la cosa così alla leggera?

    Niente, l'importante è continuare a cercare di minimizzare, banalizzare e, in questo caso, indirettamente colpevolizzare le vittime, insinuando che se non si può o non si vuole denunciare per qualche motivo, allora automaticamente si è complici o accondiscendenti.

  • Cosa c'è di divertente in tutto questo? Se tra quelle persone, a tua insaputa, ci fosse tua madre, tua sorella, tua figlia o perfino tua moglie, per le modalità espresse da Sara, riusciresti ancora a prendere la cosa così alla leggera?

    Infatti nella domanda finale ho chiesto nei fatti una adesso come se lo può togliere il dubbio visto che il gruppo è chiuso?

    E stavo pensando proprio a mia madre.

    La goliardata che non c'è stata l'ho pensata perchè quasi tutti hanno affermato che la denuncia ci sarebbe stata sicuramente se qualcuno li avesse messi li.

    Ebbene ad ora si sa se ci si sta o no li dentro? Non credo...

    Quindi il rischio zero adesso non c'è.

    Quindi legittimo il dubbio di Sara.

  • Niente, l'importante è continuare a cercare di minimizzare, banalizzare e, in questo caso, indirettamente colpevolizzare le vittime, insinuando che se non si può o non si vuole denunciare per qualche motivo, allora automaticamente si è complici o accondiscendenti.

    Totalmente malinterpretato, io nella mia mente avrei voluto ribattere ad una certa sicumera "denuncerei sicuramente, ed anche i figli", indice di grande sicurezza che la cosa non riguardi chi ha partecipato alla discussione...

    Dalle ultime notizie li hanno messo anche donne random prese per strada, quindi non si può essere sicuri.

    Per dire li ci può essere finita pure mia madre.

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