Quando anche il corpo dà segnali contrastanti

  • . Non ho mai avuto relazioni con qualcuno per cui avessi provato una sorta di repulsione -passatemi il termine, non è il più corretto- all'inizio

    A me è successo di stare con persone che mi facevano cosi tanta repulsione da provarne attrazione fisica. Giuro che non so come c∙∙∙o funzioni il mio cervello ma accade anche questo.

    Per dirti che secondo me non è niente di particolarmente strano, succede che non sai bene come muoverti in una situazione simile. Io direi di ascoltare il corpo sul momento, quando gli sei vicino... pensaci sul momento.. perché se a distanza ti sembra tutto cosi assurdo..

  • Sì, eventualmente rimarrebbe da capire: cos'è che mi attrae di quello schema che cerco di evitare? Perché, sempre eventualmente, mi avvicino a persone con tratti caratteriali simili e che mi espongono al rischio di rivivere il passato? Cos'è di me che mi mette in queste condizioni relazionali?

    Potrebbe essere la necessità di dimostrarsi degni di ricevere quell'apertura così preziosa che non è mai stata concessa a nessuno.

    Un po' parlo per esperienza. E sempre per esperienza so che quando avviene davvero ti senti in cima al mondo, ma quando scema tornano i fantasmi del passato.

    Forse per questo, avendo bene presente la seconda parte, il tuo istinto te li sta mettendo così in evidenza.

    Scusami se ho inserito nel discorso anche questi aspetti, ma avendone parlato tu ho pensato che potessero meritare un piccolo approfondimento. Solo tu puoi capire se anche con F è una situazione che si ripete e in che misura, se è effettivamente così introverso o ha solo bisogno di tempo e fiducia per aprirsi.


    Qui prima è esclusa categoricamente, poi un po' fa capolino, poi si ritrae, poi torna un po' più decisa e poi chissà se evolverà o involverà di nuovo.

    Al di là degli aspetti di ricorrenza, io credo che una certa altalenanza, una incertezza, sia comprensibile e normale. Dopotutto ti stai rimettendo in gioco da poco, un minimo di resistenza passiva è anche normale!

  • a me è successo di stare con persone che mi facevano cosi tanta repulsione da provarne attrazione fisica. Giuro che non so come catzo funzioni il mio cervello ma accade anche questo.

    Per dirti che secondo me non è niente di particolarmente strano, succede che non sai bene come muoverti in una situazione simile. Io direi di ascoltare il corpo sul momento, quando gli sei vicino... pensaci sul momento.. perché se a distanza ti sembra tutto cosi assurdo..

    Anche a me era successo, ma quando soffrivo di depressione grave. Trovavo interessanti uomini che mai mi sarebbero piaciuti.

  • ascoltare il corpo sul momento

    Direi che è un ottimo consiglio. Darsi tempo. Reciprocamente. E osservare, ascoltare.

    Solo tu puoi capire se anche con F è una situazione che si ripete e in che misura, se è effettivamente così introverso o ha solo bisogno di tempo e fiducia per aprirsi

    Non escludo nessuna delle due.

    Nel frattempo credo d'aver individuato un ulteriore freno.

    Ieri mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere vederlo oggi a lavoro - non è inusuale o inopportuno vedere persone sul posto di lavoro, per me -.

    Gli ho detto che sì, mi avrebbe effettivamente fatto piacere. Ma poi si è insinuato un pensiero: cosa penserà chi lo vedrà un'altra volta qui? Se io stessa mi sono accorta di essere così ingombrante rispetto a lui, cosa penseranno? Magari che mi sono accontentata? O che ho fatto una scelta per interesse?

    Ho capito che ha un peso anche l'idea che gli altri possono avere.

    Non voglio chiedere scusa o giustificarmi per questo: sono abituata al senso di inadeguatezza, di inferiorità, sono educativamente incline alla ricerca di approvazione, passando per l'idea di una perfezione irraggiungibile ma comunque goffamente perseguita anche attraverso il controllo di ciò che mi circonda.

    Eppure l'idea che possa essere influenzata dall'opinione altrui mi mette davanti a un'immagine di me che non mi fa proprio impazzire.

    Ok, sto lavorando su molti aspetti, per questo non lo sto scrivendo con senso di colpa o vergogna, ma solo con quel minimo di onestà di cui posso essere capace e con lo scopo di rimanere aperta all'ascolto senza arrivare a conclusioni affrettate, né in un senso, né nell'altro.

    Mi stimola sotto diversi punti di vista: oggi, per esempio, mi ha scritto che una ragazza aveva al polso un tatuaggio e ciò che raffigurava lo ha fatto riflettere su quanto siamo disposti ad accettare del nostro passato e di chi siamo stati; ne è nata una conversazione interessante, ma non totalizzante, non totalmente astratta, poi abbiamo virato sulla leggerezza. C'è affinità sotto questo punto di vista. E mi piacerebbe andare in po' più a fondo, nel rispetto reciproco dei tempi, senza condizionamenti.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Se io stessa mi sono accorta di essere così ingombrante rispetto a lui, cosa penseranno? Magari che mi sono accontentata? O che ho fatto una scelta per interesse?

    Mi sembra che tu stia proiettando il tuo modo di vedere, di vederti sugli altri.

    Le altre persone in generale non sono mai così critiche e dure verso di noi come il nostro critico interiore.

    Cosa penseresti se vedessi una coppia di sconosciuti come voi due allegramente chiacchierare durante una cena? Che lei si sta accontentando? Io non credo. Credo piuttosto che apprezzeresti l'intesa che hanno, che sembrano divertirsi insieme.

    L'accontentarsi è legato a uno standard di prestazione che difficilmente possono avere gli altri nei nostri confronti.


    Non voglio chiedere scusa o giustificarmi per questo: sono abituata al senso di inadeguatezza, di inferiorità, sono educativamente incline alla ricerca di approvazione,

    Che cosa intendi?

  • Che cosa intendi?

    Intendevo dire che preoccuparsi dell'opinione altrui, darle peso nelle scelte personali può essere generalmente considerato in un certo senso superficiale ed esternare questa preoccupazione, questo lato di sé, può lasciare campo a vergogna e senso di colpa.

    Ho voluto specificare che l'ho scritto senza vergogna e senso di colpa, un po' per chi legge ma anche per me, per ricordarmi che ammettere chi siamo è parte del processo, senza giudizio.

    In questo caso: ho semplicemente ammesso che sono incline alla ricerca di approvazione e per questo mi sento condizionata anche dall'idea che gli altri hanno di me, che sia attinente o meno alla realtà.

    Le altre persone in generale non sono mai così critiche e dure verso di noi come il nostro critico interiore

    Su questo mi sento di contraddire. Sento commenti di ogni genere, su qualsiasi cosa, anche sulle coppie che da fuori, per qualche ragione, sembrano squilibrate. E, sempre per onestà, per ammettere ciò che sono, per quanto mi astenga dal commentare ad alta voce, capita anche a me di pensare "ma come fanno a stare insieme?"

    Non voglio insinuare nessuna stortura culturale, o cattiveria superficiale in nessuno.

    Dico solo che i commenti, le opinioni non richieste, esistono.

    Il punto è un altro. Perché dovrebbe interessarmi?

    Non che questo mi freni del tutto: ieri è passato a trovarmi a lavoro, mi ha accompagnato alla macchina e le persone ci hanno visti insieme. Non è che cerco di nascondermi dalle persone.

    Però quel tarlo "cosa penseranno?" c'era eccome. E sai cosa? Se ci penso bene, anche questo ha un impatto sull'attrazione che posso o meno provare per lui.

    È giusto? Sensato? Maturo? Assolutamente no, per quel che sono i miei standard, per chi credo di essere.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Il punto è un altro. Perché dovrebbe interessarmi?

    Ti 'interessano' i giudizi degli altri perché in realtà non ti interessa lui.


    Mi spiego meglio: se veramente ti piacesse, automaticamente qualunque giudizio che gli altri emetterebbero sulla vostra coppia sarebbe privo di importanza, perché tu avresti dato l'unico giudizio che conta su di voi, e cioè che lo ami e ti piace. E questo basterebbe.

    La tua convinzione non è sufficientemente solida da offuscare il giudizio degli altri.


    P.S. l'elenco che hai riportato qualche post fa sui pro e contro è purtroppo la prova lampante che non ti piace a sufficienza.

    Lo dico perché l'ho fatto anch'io..

  • Io non riesco ad essere così certa come Evelyn, anche se ad un prima lettura, di pancia, direi anch'io che non c'è trippa per gatti.


    Ma so anche cosa significa essere feriti, che cosa significa usare troppa, tanta, testa.

    Cioè, ci uscissi da un anno allora ti direi che vabbè amici siete e amici resterete.


    Lucy, l hai conosciuto 3 settimane fa! Se non ti piacesse, penso che ti saresti allontanata, men che meno lo faresti avvicinare al tuo posto di lavoro.


    La chimica è importante, ma non per forza arriva prima di un coinvolgimento mentale. Non per tutti almeno.

    L'importante è che arrivi. Datti tempo. Meno domande e più "sentire".

  • Dipende tanto dal contesto in cui vivi. Se le persone danno importanza al parere degli altri, anche tu lo faresti automaticamente, seppur non sarai influenzato tanto quanto loro.

    Ho visto tante persone non impegnarsi ufficialmente, perché amici e conoscenti invitano a lasciar perdere quella persona e a sistemarsi con un'altra.

  • io credo che una certa altalenanza, una incertezza, sia comprensibile e normale. Dopotutto ti stai rimettendo in gioco da poco, un minimo di resistenza passiva è anche normale!

    Esatto! Esci da una storia lunghissima, sarai anche un po' arrugginita sulle prime fasi di una conoscenza!


    Io ho avuto delle esperienze più brevi, ma ogni volta è diverso. E più andiamo avanti con gli anni e meno ci si butta a pesce nelle situazioni...


    Ah, e ho avuto il fidanzato dei tempi dell'università che era più basso di me di qualche centimetro.. la differenza sì vedeva, ma mai nessuno ha fatto battute e io sinceramente non ne ho mai fatto un problema.

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