C'è una cosa che non ho mai accettato della vita: il fatto che la maggior parte delle persone con cui si ha condiviso ani di esistenza, finito il tempo di frequentazione obbligatoria, sparisce.
A tutti sarà capitato di frequentare quotidianamente (per lavoro o studio) una cerchia di persone. Parlo delle persone con cui si sente una certa affinità al di fuori dell'ambito derivante dagli obblighi. Insomma, sto parlando di quelle persone che invitereste volentieri a cena fuori per parlare del più e del meno. Sembra una cosa che non possa finire mai, invece...
Invece, arriva un giorno in cui le strade si separano. Ironia della sorte, è un lieto evento a far terminare il rapporto: il termine del corso di studi, la pensione.
Come dice il proverbio "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore". Ci si promette di vedersi, ma poi non ci si rivede più, le telefonate si fanno sempre più rade. Può anche capitare di cambiare città o - più semplicemente- numero di telefono ed allontanarsi. L'avvento dei Social Network sembrava promettere la possibilità di entrare di nuovo in contatto con le persone del passato: la storia ci ha insegnato che non è così (alzi la mano chi usa i Social per chattare con persone che non vede da tempo).
Forse sarà sfortuna, forse sarà l'età (crescendo, i tipi di rapporti cambiano), ma non ho più trovato amicizie come allora. Certo, la ristretta cerchia c'è, ma non è la stessa cosa.
Faccio degli esempi. Come avevo già detto in altri thread, frequento un club di scacchi. La frequentazione è abbastanza costante (uscite, messaggi, chiamate); tuttavia, ho un po' di nostalgia di vecchie conoscenze che si sono perse nel tempo.
Non cerco consigli, ma volevo dare spunto ad una riflessione, che potremmo intitolare: vita sociale presente ed amicizie passate.