Salve a tutti, ho 25 anni e mi mancano 9 esami per la laurea in giurisprudenza. Mi mancherà circa 1 anno credo (o anche 2). È un percorso duro e faticoso e spesso mi sono sentito e mi sento di mollare tutto. La scelta è stata fatta un po' per forzatura, un po' per non sapere cosa fare, un po' perché ero indeciso tra questa, e altre due materie ai tempi del liceo. In questi anni però ho trovato delle materie interessanti, a cui mi sono applicato e che mi hanno appassionato come il diritto penale. Un'altra disciplina che mi è piaciuta è la psicologia e mi chiedo: secondo voi, a 26/27 anni o quel che sarà, ha senso prendersi una seconda laurea in psicologia? Io non so ancora cosa voglia fare dopo: da una parte mi piacerebbe fare l'avvocato, dall'altra mi sento che non ne sarei in grado e anzi sarei incapace. Inoltre mi sono sempre trovato a mio agio a sentire gli altri parlare dei loro problemi ed aiutarli.
Sono in dubbio se prendere una seconda laurea o meno
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Ciao Pie30, il mio consiglio è di completare il percorso universitario che hai iniziato, e solo in un secondo momento valutare la possibilità di conseguire una seconda laurea.
Nel frattempo, potresti scoprire nuove passioni o consolidare il tuo interesse per ciò che stai studiando.
Rimandare questa decisione mi sembra la scelta più prudente.
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Salve a tutti, ho 25 anni e mi mancano 9 esami per la laurea in giurisprudenza. Mi mancherà circa 1 anno credo (o anche 2). È un percorso duro e faticoso e spesso mi sono sentito e mi sento di mollare tutto. La scelta è stata fatta un po' per forzatura, un po' per non sapere cosa fare, un po' perché ero indeciso tra questa, e altre due materie ai tempi del liceo. In questi anni però ho trovato delle materie interessanti, a cui mi sono applicato e che mi hanno appassionato come il diritto penale. Un'altra disciplina che mi è piaciuta è la psicologia e mi chiedo: secondo voi, a 26/27 anni o quel che sarà, ha senso prendersi una seconda laurea in psicologia? Io non so ancora cosa voglia fare dopo: da una parte mi piacerebbe fare l'avvocato, dall'altra mi sento che non ne sarei in grado e anzi sarei incapace. Inoltre mi sono sempre trovato a mio agio a sentire gli altri parlare dei loro problemi ed aiutarli.
Forse la professione di avvocato non è nemmeno così sbagliata. Voler aiutare il prossimo è un buon punto di partenza. Potresti pensare a delle specializzazioni come la mediazione, per esempio.
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Potresti anche prepararti per insegnare (diritto), mi pare che servano dei crediti formativi nelle aree pedagogia /psicologia.
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Ciao Pie30, il mio consiglio è di completare il percorso universitario che hai iniziato, e solo in un secondo momento valutare la possibilità di conseguire una seconda laurea.
Nel frattempo, potresti scoprire nuove passioni o consolidare il tuo interesse per ciò che stai studiando.
Rimandare questa decisione mi sembra la scelta più prudente.
Sono d'accordo. Concentrati sul tuo primo obiettivo, in seguito valuterai e deciderai se intraprendere un ulteriore percorso accademico.
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Ciao, stai descrivendo la mia futura situazione. Io sono all’ultimo anno di liceo linguistico, ma non ho la minima voglia di andare a studiare mediazione linguistica, traduzione simultanea oppure lingua e letteratura straniera, giuro, non ne posso più di studiare letteratura. Magari terrò questa opzione di università accantonata per un po’. Perché ti dico che stai descrivendo la mia futura situazione? Perché il mio cervello ha già deciso di studiare psicologia, per diventare successivamente psicoterapeuta. Ci sono comunque un sacco di altre università che attirano la mia attenzione: lettere, filosofia, anche medicina, però quest’ultima è molto difficile.
Il consiglio che mi sento di darti è di terminare questa università: magari, andando avanti, avrai anche la testa più lucida riguardo a quello che vuoi fare. Se poi, alla fine di questo percorso accademico, hai ancora il dubbio, seguilo: è meglio provare e restare delusi che non provare e non sapere mai cosa sarebbe accaduto. Inoltre, psicologia la ritengo un’università davvero molto interessante. Se ti va di avere informazioni in più, potresti consultare il manifesto degli studi, credo che si trovi anche su Internet.
Se ci pensi bene, anche l’avvocato aiuta molto le persone. Certo, magari non dal lato psicologico vero e proprio, ma ritengo che ci voglia comunque molta sensibilità per trattare, soprattutto, certi casi. Sappi che, almeno da quello che ho capito (visto che mi sto informando anche io), dopo i cinque anni di psicologia, se vuoi diventare psicoterapeuta credo che ci siano dei corsi aggiuntivi da fare, ma non ne sono sicura. Quindi, su questa cosa, non ti do nessuna certezza.
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Ti sconsiglio caldamente di disperdere le tue energie per prenderti una seconda laurea che, a conti fatti, non ti aiuterà granché nel tuo percorso lavorativo, qualunque esso sarà...
Concentrati piuttosto A) a finire al più presto; B) ad individuare l'area lavorativa verso cui ti dovrai indirizzare.
La laurea in Giurisprudenza ha di buono che ti permetterebbe, potenzialmente, di trovare moltissimi sbocchi lavorativi: è il momento di individuare quale sarà.
Rivolgiti anche agli uffici di orientamento che, sicuramente esistono nella tua facoltà oppure chiedi aiuto a qualche professore che ti sta più simpatico.
Fondamentale sarà la scelta della tesi: può essere, se sfruttata bene, un buon trampolino di lancio verso il mondo del lavoro.
E lascia perdere le idee fumose e le aspirazioni "romantiche": ormai hai una età ed è arrivato il tempo della concretezza.
Auguri.
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Ciao a tutti, ho finalmente capito perché ho questi dubbi sul prendere una seconda laurea o meno. Col mio terapeuta siamo arrivati alla conclusione che, quando ho scelto la facoltà, mi sentivo "vincolato": in casa mia si è sempre respirato diritto (mio padre, mio fratello, mio nonno), e anch'io ho preso questa strada, secondo me, per emulare mio padre.
Mi spiego meglio: mio padre è venuto a mancare nel 2013, quando avevo da poco compiuto 14 anni, a causa di un tumore. L'ultimo anno è stato un inferno. Dopo la sua morte speravo che ci saremmo potuti tutti risollevare, ma non è stato così. Mia madre ha sofferto di depressione post morte di mio padre, mio fratello aveva i suoi problemi, e io a un certo punto mi sono sentito di dover sostituire quella figura mancante. Ho cominciato a essere "il guardiano della casa", soprattutto a livello emotivo: cercavo di non pesare su mia madre, anzi, cercavo di aiutarla e, se la vedevo giù, le stavo vicino e cercavo di tirarla su. Il tempo passava, ma il mio ruolo era divenuto quello.
Adesso, a 11 anni dalla morte di mio padre, mi rendo conto che voglio diventare una persona con la mia personalità e le mie idee, le mie passioni, il mio lavoro. Non una copia. Mi devo staccare da questo ruolo che ho sentito di dover adottare in casa. Per me il diritto è sempre stato qualcosa in cui mio padre era bravo, bravissimo. Vedo che io non sono come lui, mi sento sempre in difetto rispetto a un'idea che ho. Questo mi spinge a cercare una mia identità in altre branche.
Adesso non so se, finita l'università, inizierò un'altra facoltà come quella di psicologia o continuerò con il diritto, cercando di farmi la mia strada lì. Ma so che la mia identità si deve formare al di fuori della mia famiglia.
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Ma ho capito bene che con quella laurea puoi accedere anche ai concorsi in magistratura?
Comunque, qualsiasi cosa sceglierai, il consiglio che mi sento di darti è: specializzati per diventare bravo e poi bravissimo...
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