Il lavoro visto come una gabbia

  • Anche se sei donna e non hai figli, né disabilità evidenti... Vaglielo a spiegare che sei altamente sensibile, nello spettro autistico, e che non sei in grado di gestire emotivamente una settimana lavorativa normale come fanno gli altri.

    Ma poi il lavoro l'hai trovato o no? Voglio dire un part-time....

    Io no e mi sono dovuto adattare alle 8 ore... ma alla fine non è durato molto....

  • Quindi ti sei licenziata? Hai poi iniziato un nuovo lavoro?

  • Quindi ti sei licenziata? Hai poi iniziato un nuovo lavoro?

    No, non ne avevo motivo.


    Me ne sono completamente fregata; dopo un lungo periodo di tempo anche a seguito di altre vicende famigliari che lo hanno reso possibile ho iniziato a pensare di costruirmi un alternativa, ma non è ancora completata. Di sicuro richiede più tempo che trovare un lavoretto qualsiasi ma è meno stressante.

  • A me sarebbe bastato un part-time, ma purtroppo non l'ho trovato, complice anche il fatto che se sei un uomo ti guardano come una specie di alieno, pretendono da te subito spiegazioni e quasi delle scuse.

    Questo è un derivato della cultura machista di cui siamo permeati; se una donna chiede part time si dà per scontato che lo faccia per tenere i figli ed è "normale", se lo fa un uomo è strano, quanto meno.


    Ad ogni modo, io da donna non l'ho mai chiesto, ma sono sincera, nel mio caso cambierebbe molto poco: alla fine per il tipo di responsabilità che ho io non ho orari, non esistono ferie e malattia, perchè è mia responsabilità e interesse che le cose filino per il verso giusto.


    Ma detto questo, ricordo precisamente la prima volta che ho avuto la sensazione di essere in gabbia: il primo giorno di lavoro, trovandomi a fare il corso per neoassunti, guardai fuori dalla finestra, vidi un netta-pini potare delle piante, e riflettei che io stavo rinunciando all'aria aperta, a stare nella natura (cose che mi piacciono molto), a prendere il caffè in terrazza, a gestire il mio tempo, alla mia libertà. E si, mi sono sentita in gabbia.

    Poi per qualche anno ho vissuto male la vita d'ufficio, ho anche cambiato lavoro ma la sensazione continuava.

    E' migliorata un po' a un certo punto perchè ci ho preso le misure, ho capito che potevo fare degli incastri e ottimizzare le mie giornate, non pretendendo di rimandare alla sera tutto quello che volevo fare, ma trovando il modo di farlo durante la giornata lavorativa, nella pausa pranzo ad esempio.

    Poi con lo smart altro miglioramento sostanziale: non dover prendere la macchina tutti i giorni, conciliare ancora meglio vita lavorativa e privata ha migliorato notevolmente.

    Nonostante questo, la gabbia la vedo ancora.

    Da giovanissima ritenevo che fosse fondamentale avere un lavoro, essere produttivi, autonomi, non dipendere da nessuno.

    Adesso la penso molto diversamente, adesso l'unico vero valore è il tempo: avere tempo per se stessi, per gli affetti, per gli hobby, è il vero lusso. E se non mi servisse uno stipendio di certo farei altro mestiere e lo farei a prescindere dalle entrate, per il solo piacere di realizzarmi, e di sicuro non lo farei per 10 ore al giorno.

  • La penso esattamente come te al 100%.

    Io stacco tra le 18 e le 18:30 e, quando esco, corro a sbrigare le commissioni. Le incastro a forza e maledico i negozi che chiudono alle 19:30 :D


    Anche io, il primo giorno da tirocinante, quando il sistemista dell'azienda ci ha consegnato i PC di lavoro, ero l'unico a non essere emozionato. Pensavo solo: "Oh, sono f∙∙∙∙∙o". :D

  • Ma poi il lavoro l'hai trovato o no? Voglio dire un part-time....

    Io no e mi sono dovuto adattare alle 8 ore... ma alla fine non è durato molto....

    Sì, per fortuna sì... Non c'erano abbastanza ore per tutti e una persona aveva più bisogno di me del full time, quindi ne ho approfittato. Ma so che altri mi parlano alle spalle dicendo che non faccio niente.


    Come mai non è durato molto?

  • il primo giorno di lavoro, trovandomi a fare il corso per neoassunti, guardai fuori dalla finestra, vidi un netta-pini potare delle piante, e riflettei che io stavo rinunciando all'aria aperta, a stare nella natura (cose che mi piacciono molto), a prendere il caffè in terrazza, a gestire il mio tempo, alla mia libertà. E si, mi sono sentita in gabbia.

    È un'immagine molto simile a quella che ho registrato anche io nella mia mente.


    L'ufficio è una gabbia e non smetterò mai di considerarlo tale.


    Personalmente l'obiettivo dei prossimi anni è mettermi nelle condizioni di poter rinunciare all'ufficio, costruendomi alternative che mi permettano di lavorare da casa o in ambienti più sani e creativi.

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