Presente, e penso proprio che lo sia spesso una gabbia. I ritmi e le energie che richiede oggi, anche a fronte di una frenesia del lavoro data dallo sviluppo, non in tutti i casi sono sostenibili senza drenare la persona all'osso.
C'è chi regge perché magari è iperenergetico, e ci sono persone che effettivamente lo sono; e poi c'è chi non lo è, ma magari prova a reggere lo stesso perché l'alternativa è lasciarsi andare. Ecco che a volte inizia ad accumulare acciacchi in misura soggettiva, fisici o psichici, e banalmente per vivere gli tocca magari ricorrere a farmaci.
Chi ne ha la possibilità, se non si trova bene, a mio avviso dovrebbe provare a scappare e, se può, a costruirsi un'alternativa in qualche modo. Anch'io sarei grossomodo per la visione di Delicek, ma ne passerà di acqua sotto i ponti prima, e nel frattempo è da provare a non annegare in quell'acqua, come si riesce.
Personalmente ho lavorato veramente poco. Nel mio caso non avevo nemmeno un motivo per impegnarmi e mi mangiava viva e basta. Non era finito neanche quando tornavo a casa perché dovevo organizzare le cose per il giorno dopo. Stavo diventando uno zombie, quindi dopo breve, potendo, mi sono rifiutata.