Chi di voi ha sempre visto il lavoro, soprattutto quello dipendente di 8 ore, come una specie di gabbia o di prigione che ti impedisce la libertà e la vita?
Io confesso di avere sempre fatto fatica, non sono mai riuscito ad inserirmi nel mondo del lavoro, e questo è stato anche uno dei motivi per i quali sono uscito anche dalla vita sociale che avevo. Mi provocava uno stato quasi di angoscia perenne.

Il lavoro visto come una gabbia
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Io la vedo come te, ho accettato la mia prigione cercando al suo interno un equilibrio, nel mio caso venendo da anni di precarietà estrema devo continuare a lavorare purtroppo e non ho scappatoie.
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Io la vedo come te, ho accettato la mia prigione cercando al suo interno un equilibrio, nel mio caso venendo da anni di precarietà estrema devo continuare a lavorare purtroppo e non ho scappatoie.
A me sarebbe bastato un part-time, ma purtroppo non l'ho trovato, complice anche il fatto che se sei un uomo ti guardano come una specie di alieno, pretendono da te subito spiegazioni e quasi delle scuse.
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Ciao, presente! Dipendente della PA da 8 mesi. Forse quello che mi scoccia di più è il tornare a casa senza forze, dopo essere sveglia dalle 6 di mattina. Magari devi pure fare la spesa e fai tutta una tirata, ecc. E la sera non riesco a vedere un film intero, crollando dal sonno a metà. Sto cercando di mantenere un po' di equilibrio uscendo il venerdì sera e il sabato.
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Forse quello che mi scoccia di più è il tornare a casa senza forze, dopo essere sveglia dalle 6 di mattina.
Confermo. Io quando lavoravo stavo ancora coi miei, ma la sensazione di non potere fare più nulla, nemmeno uscire con gli amici, era pesante.
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Non so se qualcuno di voi si ricorda gli infiniti flame e litigi che avevo qui sul foro con una utentessa (che evito di citare, poiché è sparita) che diceva che "tutti lavorano, non c'è alcun problema" o che il personale sanitario stava bene, erano sereni e avevano una vita piena di soddisfazioni.
Mi diceva (lei ed altri) che ero "negativo" e "disfattista", perché facevo presente la condizione sempre più alienante del lavoro nel nostro Paese; perché raccontavo di come in breve si sarebbe arrivati a una condizione di emergenza in campo sanitario a causa della mancanza di lavoratori che sarebbero scappati all'estero, etc.
Bene, quel famoso "giro di boa" per cui siamo in emergenza in quasi tutti i lavori è arrivato intorno a febbraio di quest'anno. Mentre in alcuni specifici lavori (insegnanti, personale sanitario, personale alberghiero, etc.) la situazione è già insostenibile da tempo immemore.
Riguardo i lavoratori statali c'è l'eredità del passato, ovvero dei numerosissimi colleghi che per anni non hanno fatto il loro lavoro e l'enorme massa critica oggi spetta ai pochi nuovi assunti che devono smazzarsi anni di arretrati e lavorare in condizioni assurde con strumenti pessimi.
Il problema non siete voi: è il lavoro e indirettamente (ma gerarchicamente appena prima) è responsabilità della pessima classe dirigente che abbiamo e della ultra-pessima classe imprenditoriale.
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Sì, assolutamente. Soprattutto se quel lavoro non ti piace, si viene pagati poco, o si vivono situazioni di mobbing. 8 ore comunque sono davvero troppe, inoltre con l'automazione crescente non vedo perché non si possa ridurre il numero di ore, ed inserire mano a mano un reddito di base universale. Inoltre oggi ci sono diversi lavori che potrebbero essere svolti totalmente o quasi totalmente da remoto, ma qui in Italia siamo indietro.
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Inoltre oggi ci sono diversi lavori che potrebbero essere svolti totalmente o quasi totalmente da remoto, ma qui in Italia siamo indietro.
Occhio però che il lavoro da remoto rischia di tramutarsi in un boomerang: lavorando a casa si rischia di lavorare di più, anche nei tempi morti, o l'azienda potrebbe pretendere di più.
Anche questa dovrebbe essere un'opportunità, non un'imposizione.
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Ciao, presente! Dipendente della PA da 8 mesi. Forse quello che mi scoccia di più è il tornare a casa senza forze, dopo essere sveglia dalle 6 di mattina. Magari devi pure fare la spesa e fai tutta una tirata, ecc. E la sera non riesco a vedere un film intero, crollando dal sonno a metà. Sto cercando di mantenere un po' di equilibrio uscendo il venerdì sera e il sabato.
Anche a me è successo di tornare a casa stremata. Ho cambiato lavoro perché mi sono resa conto che così la vita non poteva andare, perché trascuravo il resto.
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Ciao, io fra alti e bassi ho sempre percepito il lavoro come una sorta di gabbia, obbligo limitante e costrizione.
Non significa che non abbia imparato, avuto momenti di maggiore entusiasmo, provato comfort e interesse.
Ma provo spesso la sensazione che il lavoro mi svuoti, mi rubi energie.
E quello che soffro di più è la routine: anche ora, al rientro da una settimana di ferie, quello che mi pesa è l'ambiente, il fatto di vedere davanti a me una settimana piena e ogni banale commissione o svago incastrato di sera all'uscita dal lavoro o in pausa pranzo.
Al lavoro esprimo me stessa al 20%, ma ci metto energie al 90-100%, perciò a volte arrivo a sera mentalmente spossata.
Non so cosa sia un lavoro fisico, a volte mi chiedo come sarebbe, sicuramente molto dura ma diverso, chissà se mi peserebbe di più o di meno.
Con tutti i pro e contro del caso, forse non sono male i lavori su turno (dal punto di vista dell'orario e tempo libero) oppure i part time 30 ore che spesso hanno una differenza di stipendio non significativa rispetto a un full time, ma difficilmente le aziende li concedono.
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