Come apprezzare meglio ciò che si ha?

  • Sono orgoglioso del mio percorso in generale, ma credo di non riuscire ad apprezzare come dovrei.

    Mi spaventa come tutto poi diventa la normalità, quando anche solamente 5 anni fa avrei baciato il pavimento per essere dove sono oggi.

    Soprattutto mi spaventa il fatto che anche se avessi di più, diventerebbe nuovamente la norma, e forse pretenderei altrettanto di più.


    Per questo ho scritto e sono convinto che per godere appieno della felicità sarebbe opportuno veramente saper meglio apprezzare ciò che si ha, magari rivivendo i nostri desideri, sogni, aspettative che avevamo un tempo.

    Ognuno riempie la propria vita in funzione delle proprie aspirazioni e certamente non è indispensabile fondare una famiglia per sentirsi appagati, se si necessita inoltre di impegnare ogni singolo istante della giornata in mille attività per sentirsi vivi, spesso è perché si teme di doversi fermare un attimo a riflettere...


    Comunque, se in generale sei soddisfatto di quello che sei riuscito ad ottenere ma ancora non riesci ad apprezzarlo appieno, è possibile tu nasconda ancora delle ambizioni, magari anche a te stesso, e ciò non è necessariamente un aspetto negativo. Alcuni sono caratterialmente più portati ad "accontentarsi", altri devono invece rimettersi "sempre" in gioco. Può essere che tu rientri in questi ultimi. Lo trovi plausibile?

  • Anche il credere che la mia vita è vuota, mah... su quali fondamenti?

    Ma come su quali fondamenti? L'hai scritto tu. Hai descritto una vita effimera basata tutta sulla ricerca di stabilità lavorativa ed esperienze di trasloco.

    Scrivi che non sei soddisfatto e io ti rispondo che ti manca tutta la parte relazionale visto che non sei più un bambino.

    Se per te questa è chiusura mentale...per me la chiusura mentale è di credere di poter essere felici solo per aver trovato un lavoro e aver visto qualche città.

    Per me quello che hai fatto te è la base. La vita è un'altra cosa. Ma forse devi crescere ancora per capirlo. Non sono cose che si insegnano, del resto la vita si impara vivendola.

  • Perché se uno è cresciuto e non è più un "bambino" deve necessariamente avere una relazione, altrimenti vive una vita effimera basata solo sul lavoro?


    Come fai a sapere che il motivo della mia insoddisfazione sia quello? E se ci fossero dietro altri motivi?

    Se non avessi ora i presupposti per avere una relazione stabile o mettere su famiglia?


    La realizzazione di un sogno non è soltanto la ricerca di una stabilità lavorativa/economica. È un progetto molto più grande, che comprende anche la ricerca di una vita particolare.

    Potevo avere una stabilità anche al discount sotto casa, e magari mi evitavo anche tutti sti traslochi, ma ho avuto progetti più grandi.


    Il che non significa che non ci sarà mai una relazione stabile nella mia vita o dei figli.

    Ma non significa nemmeno che fino a quel momento stia vivendo una vita "effimera" o infelice solo per questo motivo.


    Vedo che in ogni tuo post c'è una visione molto ristretta e delle convinzioni tutte tue.

  • Vedo che in ogni tuo post c'è una visione molto ristretta e delle convinzioni tutte tue.

    Benissimo tieniti la tua opinione, avrò una visione ristretta.

    Del resto sai, ho dato la mia opinione su quello che hai scritto, non sono io a non essere soddisfatta della mia vita anzi al contrario, io sono molto "centrata", ho fatto e disfatto ciò che volevo.

    Occhio solo che se si chiede un parere si accetta il confronto, altrimenti si resta fissi nel proprio problema. Questo è avere una mentalità aperta.

  • Per carità, anche tu tieniti la tua. Il formarsi un'opinione è un processo naturale, per nulla vietato, e non devo certo cambiarti idea o convincerti di niente.


    E' evidente che non conoscendo la mia vita, dalle poche righe che ho scritto, non puoi conoscere la verità assoluta, e puoi solo formarti un'idea, un parere su quello che ho scritto.


    Il confronto l'ho accettato e difatti i tuoi commenti sono stati letti e risposti, ma non dimenticare che il confronto è a due, non solo per me.


    Tuttavia, non ho percepito, dal tuo tono, una presa in considerazione dell’ipotesi di aver sviluppato una visione che potrebbe non corrispondere al vero, ma piuttosto, a mio avviso, degli schemi forse provenienti da stereotipi.


    Poi sta a noi stabilire se un consiglio, un suggerimento, una visione, possa fare il "caso nostro", oppure non ci appartiene. E mi dispiace, ma se la tua visione di me è questa, non credo siano applicabili.


    Se una persona considerasse il mio vissuto come "una vita effimera basata su cose materiali", oppure "l'aver visto qualche città, e qualche esperienza di trasloco", "vita vuota che non ci vede alcun senso in essa", non credo la conversazione andrebbe oltre il caffè.

    MA STIAMO SCHERZANDO?


    Non credo che ascolterei la tua visione, in tutta sincerità.

  • Non credo che ascolterei la tua visione, in tutta sincerità.

    Da quello che hai scritto invece ho colto nel vivo. Devi sapere che quando un parere ci tocca è probabile che colga nel segno, almeno un po'.

    Ad ogni modo se mi sbaglio bene così, prosegui sulla tua via e valuta cosa c'è che non va.

    Io non ho nessuno stereotipo mi sono basata esclusivamente su quello che hai scritto che per me è molto basic, e come ti ho detto per me non può essere un punto di arrivo. Certamente poi i punti di arrivo dipendono anche da dove si parte e probabilmente io sono più fortunata di te in tal senso; nonostante questo e nonostante abbia avuto una vita molto "ricca" di percorsi di valore e conseguenti soddisfazioni io non mi sono mai sentita arrivata, sono sempre alla ricerca del prossimo passo, anche oggi e nonostante moltissimi obiettivi realizzati in diversi ambiti della vita.

    Comunque continua così se ti va bene, e altrimenti sii più umile e prova a cambiare.

  • Da quello che hai scritto invece ho colto nel vivo. Devi sapere che quando un parere ci tocca è probabile che colga nel segno, almeno un po'.

    Ma guarda, mi viene da sorridere, ma proprio per niente. Hai descritto proprio un'altra persona.

    Se c'è una persona sensibile, che ha dei valori, che valorizza le persone e le cose essenziali, quello sono io.

    Ma ovviamente, non conoscendomi, sei giustificata perchè non puoi saperlo.

    Certamente poi i punti di arrivo dipendono anche da dove si parte e probabilmente io sono più fortunata di te in tal senso

    Mi sembra di sentir parlare una persona che ha la verità in pugno.

    Tu hai fatto un percorso perfetto, hai fatto sempre la cosa giusta, hai sempre saputo qual era dal primo momento.


    Mi sembra il discorso del Messia: "io sono la via ".


    Se per te i tuoi sogni, o le tue priorità nella vita, sono state certe cose, ben venga.

    Le hai realizzate? Hai fatto bene, è giusto così.

    Ma per gli altri possono essere anche altre cose.

    Per uno può essere vivere in una fattoria, per un altro andare a meditare in cima ad un monte, per un altro ancora dipingere quadri o suonare il tamburo.

    Per me l'apertura mentale è questa, non credere che ci sia un'unica via, e magari quella di avere necessariamente una famiglia e dei figli.

  • Se c'è una persona sensibile, che ha dei valori, che valorizza le persone e le cose essenziali, quello sono io

    Dove avrei scritto il contrario? Io non posso sapere che valori hai ma di certo non posso escludere che tu ne abbia.

    Tu hai fatto un percorso perfetto, hai fatto sempre la cosa giusta, hai sempre saputo qual era dal primo momento.


    Mi sembra il discorso del Messia: "io sono la via "

    E dove avrei scritto questo?

    Io intendevo che sono stata più fortunata, probabilmente, perché i tuoi punti di arrivo per me sono stati punti di partenza; io la stabilità ce l'avevo in partenza, tu l'hai acquisita facendo degli sforzi io ci sono nata.

    Per me quindi le prospettive erano diverse.

    E oggi, che sicuramente ho più anni di te, e le mie scelte le ho fatte tutte, posso dire di aver realizzato tutto quello che volevo, anzi, di più e di più. Ho fatto anche io prove ed errori, e ancora ne sto facendo, ma indubbiamente sto più avanti nel percorso della vita.


    In ogni caso il mio parere resta quello che ti mancano relazioni significative con cui fare progetti.

    Non vuoi accettarlo, ok, allora resta così.

  • Sono orgoglioso del mio percorso in generale, ma credo di non riuscire ad apprezzare come dovrei.

    Mi spaventa come tutto poi diventa la normalità, quando anche solamente 5 anni fa avrei baciato il pavimento per essere dove sono oggi.

    Soprattutto mi spaventa il fatto che anche se avessi di più, diventerebbe nuovamente la norma, e forse pretenderei altrettanto di più.

    Capita. La condizione che vivi è tipica di chi parte da molto "in basso" e poi arriva "in alto". Se il soggetto è sensibile e la strada percorsa è tanta: c'è questo "senso i vuoto" simile a quello che causa l'atazagorafobia.


    Per uscire da questa spiacevole sensazione ci sono vari sistemi. Il più "umano" è quello di fare dei "digiuni intermittenti" di sollecitazioni date da quel che si è raggiunto. Una sorta di "ritorno al passato" per ricalcare alcuni dei sentimenti che sono rimasti indietro nel lungo percorso e non sono stati "elaborati" a pieno.


    Ovviamente la descrizione che ho appena fatto è iper-generica. Per fare un esempio più preciso dovrei conoscere qualche "oggetto", qualche situazione. Provando a immaginare in base a quello che hai scritto (viaggi, imparare culture, imparare lingue, etc.) mi vengono in mente due cose:


    La prima è verbalizzare, ovvero: ricalcare questo tuo percorso trasformandolo in un racconto. Il massimo sarebbe riuscire a scriverlo, ma anche raccontarlo a Nicoletti nel podcast "La nave va" sarebbe una gran cosa.


    Raccontare il proprio percorso a qualcuno ci permette di rielaborare dei passaggi che forse non abbiamo avuto modo e tempo di gestire quando sono accaduti.


    La seconda è fare un temporaneo passo indietro. Il "digiuno" di cui ti parlavo prima.

    In realtà non è un reale passo indietro e nemmeno un reale "digiuno", ma dall'esterno appare così.

    Se penso alle esperienze di vita in culture e lingue diverse un piccolo "passo indietro" potrebbe essere quello di esplorare casa propria: fare un giro in qualche realtà locale, mangiare qualche prodotto tipico che magari producono sotto casa tua e non hai mai assaggiato. Parlare/imparare il dialetto che parlava tua nonna.


    Un piccolo "digiuno" invece è privarsi momentaneamente di qualche status acquisito e a cui ormai sei abituato. Se sei un mega-esperto di navi e navigazione, un Capitano: arruolati un giorno per andare a pescare in una barca di un modesto pescatore. E fatti pagare pure.


    Il perseguire dei sogni è una cosa materiale?

    No, a meno che il sogno non preveda solo e unicamente la materia (il denaro, la casa, il viaggio, l'automobile) come unico fine. Di solito anche le persone "non materialiste" hanno dei sogni che comprendono materie, ma li hanno in prospettiva di un mezzo e non di un fine.


    Le persone materiali pensano che il viaggio sia il fine, che il luogo del viaggio sia importante (anche il nome di questo luogo). Pensano che in un'automobile più modesta non si possano provare determinate emozioni, perché queste scaturiscono dal possedere l'oggetto, più che dall'uso che ne fanno.


    Le persone "non materiali" invece sognano l'auto per usarla come mezzo. Sognano il viaggio per fare esperienze, e non importa più di tanto il nome del luogo. Sognano di poter arrivare a determinate esperienze e per condizionamento sociale ci infilano dei "materiali" che però vengono considerati solo dei "tramite" per qualcosa di più immateriale.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Occhio solo che se si chiede un parere si accetta il confronto, altrimenti si resta fissi nel proprio problema. Questo è avere una mentalità aperta.

    Scusami ma io non riscontro una mentalità così aperta da parte tua, uno racconta di esperienze di vita e di crescita personale, di superamento delle difficoltà (soprattutto psicologiche, mi pare di capire) e tu le derubrichi a "traslochi" e "percepisco una vita vuota"...non mancando di ricordare che tu difficoltà simili per cercare una stabilità non le hai mai avute. (Che poi a me pare che Gigione parli anche di una stabilità emotiva e non solo economica). Sarai ben centrata ma un po' di scarsa empatia c'è. Che poi essere alla ricerca di un senso in più è la base del percorso spirituale, se uno avverte questa esigenza mica vuol dire che la sua vita è vuota...vuol dire che è umano.

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