Dire la verità alle persone

  • Io purtroppo dico sempre quello che penso, ed espongo senza problemi le mie opinioni, penso che la chiarezza e la sincerità sia un modo per farmi stare bene, se iniziassi a nascondermi dietro le bugie vivrei la cosa con molta ansia e senso di colpa e non voglio più avere questa sensazione di disagio.
    Il problema che la gente non è abituata alla verità, tutti la vogliono ma nessuno l'accetta e quindi anche se usi tutto il tatto possibile al mondo probabilmente questo non basterà, l'unica cosa positiva che non sentirai quel peso di aver mentito a una persona.

  • Il problema che la gente non è abituata alla verità, tutti la vogliono ma nessuno l'accetta e quindi anche se usi tutto il tatto possibile al mondo probabilmente questo non basterà, l'unica cosa positiva che non sentirai quel peso di aver mentito a una persona.

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  • Eh guarda, anche a me piace la sincerità, sia riceverla che donarla, ma non è per tutti né riceverla né donarla. Più che tatto ci vuole la sensibilità di capire chi hai davanti e di cosa ha bisogno davvero; spesso a mio parere la verità la si conosce benissimo, ma non è facile accettarla, quindi più che qualcuno che ce la dica si ha bisogno di qualcuno che ci comprenda e ci faccia sentire compresi. Io raramente dò consigli, per lo più esprimo il mio parere solo se mi viene richiesto, e anche lì cerco di usare la massima diplomazia, ma a volte mi trovo davanti resistenze talmente forti da sconfinare nell'assurdo; e allora capisco che è meglio lasciar stare, meglio annuire e basta, non c'è spazio per nessuna verità se non si è in pace con se stessi e col mondo. La verità bisogna volerla, altrimenti è sprecata.

  • Dico la "verità" di ciò che sento, poiché trovo eticamente più corretto comunque esprimerla come "la mia verità/opinione" e non come verità definitiva e non trattabile da gettare addosso a chicchessia. In base alla contingenza può darsi che per me rimanga una verità che non intendo rivedere né opinare (che mi farà agire di conseguenza a questo), ma la presento comunque come opinione in modo da non obbligare nessuno a crederla, così come non obbligo me stessa a cristallizzarmi in una posizione.


    Detto questo trovo più importante occuparsi delle verità che sovente non vogliamo dire a noi stessi piuttosto che quelle che diciamo agli altri.

  • Io purtroppo dico sempre quello che penso, ed espongo senza problemi le mie opinioni, penso che la chiarezza e la sincerità sia un modo per farmi stare bene, se iniziassi a nascondermi dietro le bugie vivrei la cosa con molta ansia e senso di colpa e non voglio più avere questa sensazione di disagio.
    Il problema che la gente non è abituata alla verità, tutti la vogliono ma nessuno l'accetta e quindi anche se usi tutto il tatto possibile al mondo probabilmente questo non basterà, l'unica cosa positiva che non sentirai quel peso di aver mentito a una persona.

    Hai ragione, la verità può essere positiva e liberatoria in determinati contesti, ma è fondamentale tenere conto del contesto stesso.


    Facciamo un esempio assurdo, da film americano. Un bambino finisce a vivere in una casa di campagna coperta di amuleti e croci, con una vecchia zia pazza. La zia è fanatica e intima al bambino che alla sua età non deve respirare, altrimenti gli entrerà il demonio dal naso. A tavola, quando la zia guarda il bambino, lui trattiene il respiro; appena la zia distoglie lo sguardo, il bambino respira. La zia alza improvvisamente lo sguardo allucinato e domanda con tono minaccioso al bambino: "Stavi respirando?!" Il bambino le risponde: "No!" e dunque mente alla zia.


    Questo è un esempio estremo, ma in molti casi dire la verità può diventare molto sconveniente quando si ha a che fare con persone non equilibrate. Pensa anche a banalmente comunicare un brutto voto a genitori disfunzionali ed eccessivi, o dire una determinata cosa a un collega che ha cattive intenzioni. Come ho detto: la verità è potere.


    In altri casi, la verità può ferire eccessivamente chi la riceve, soprattutto se si tratta di una verità presunta o marginale, soggettiva a chi la decreta: un giudizio soggettivo. Direi che dire sempre la verità è un lusso che bisogna potersi permettere. Altrimenti, dopo averne pagato le conseguenze un paio di volte, si tende a cambiare registro e, sinceramente, a non sentirsi nemmeno in colpa.


    In altri casi, può rappresentare una mancanza di tatto, se il soggetto che riceve tale verità non ha le risorse per impattarla e trarne qualcosa di positivo per sé. In questo caso diventa solamente uno sfogo egoico e liberatorio di chi la emette, senza che egli abbia compiuto uno sforzo di immedesimazione nel punto di vista altrui.


    Tutto dipende dal contesto.

  • Detto questo trovo più importante occuparsi delle verità che sovente non vogliamo dire a noi stessi piuttosto che quelle che diciamo agli altri.

    Questo punto è molto importante per me. Il mio "problema" è che sono un individuo con delle difficoltà che non maschero né a me stesso né a tutti coloro con cui ho un rapporto onesto e sincero. Questo fa sì, anche grazie alla terapia che seguivo anni fa, che io riesca a mettermi sempre in discussione. Sono molto autocritico e pronto a mettermi a nudo senza alcun problema, in virtù di due cose: 1) non ho paura ad ammettere a me stesso i miei errori e le mie fragilità; 2) la consapevolezza acquisita dalle esperienze vissute nella mia vita rende possibile la mia capacità e voglia di giudicarmi, dunque i giudizi altrui contano relativamente per me.

    Il problema è che applico agli altri la stessa critica che applico a me stesso. Tuttavia la maggior parte delle persone attribuiscono sempre all'esterno la fonte dei propri problemi e non riescono a mettersi in discussione. Il punto è quindi che io riesco ad ammettere e ad analizzare le mie fragilità, al contrario di tutti coloro che addossano la colpa esclusivamente alla scuola, alla famiglia, al fato, a Dio ecc.

    Dovrei imparare a starmene zitto...

  • Questo è un esempio estremo, ma in molti casi dire la verità può diventare molto sconveniente quando si ha a che fare con persone non equilibrate. Pensa anche a banalmente comunicare un brutto voto a genitori disfunzionali ed eccessivi, o dire una determinata cosa a un collega che ha cattive intenzioni. Come ho detto: la verità è potere.

    Questo però sembra farmi capire che non bisogna mai dire la propria (verità) visto e considerato che non sappiamo quasi mai per certo chi c'è dall'altra parte. Ad esempio, il 99% delle persone alle quali ho confidato le mie difficoltà non immaginavano minimamente che io fossi una persona con delle problematiche tali da rendere la mia vita invalidante.

    In altri casi, la verità può ferire eccessivamente chi la riceve, soprattutto se si tratta di una verità presunta o marginale, soggettiva a chi la decreta: un giudizio soggettivo.

    Solo noi stessi siamo in grado di giudicare noi stessi. Quindi qualsiasi opinione "sfavorevole" invece di vederla come un punto di vista costruttivo, dovrebbe essere visto come un "attacco"? Ergo dovremmo limitarci a dire solo ciò che non metta mai in discussione l'altra persona?

    In altri casi, può rappresentare una mancanza di tatto, se il soggetto che riceve tale verità non ha le risorse per impattarla e trarne qualcosa di positivo per sé. In questo caso diventa solamente uno sfogo egoico e liberatorio di chi la emette, senza che egli abbia compiuto uno sforzo di immedesimazione nel punto di vista altrui.


    Tutto dipende dal contesto.

    Come valutare il contesto? Allora forse è giusto tacere e omettere la propria opinione per paura di un eventuale e sconveniente confronto? Oltre che il contesto c'è anche il tatto e il tempismo da considerare quando si esprime un'idea che dall'altra parte può essere vista come una critica. Allora vedo che pare meglio tacere, ma tacere significa non esprimersi e non esprimersi per me significa mettere un freno alla mia persona, essere incoerente con me stesso ergo non dire la (mia) verità.

  • Le cose, se dette con un certo tatto e assertività, non dovrebbero danneggiare. Io credo che la verità sia importante, però ci sono persone che non la accettano o non vogliono consigli, in questi casi io mi limito ad "assecondarli" solo perché so che non ne uscirebbe nulla di buono, al massimo posso dire "io farei così" sottolineando che è un mio modo personale di vedere le cose...

    Tutto è relativo :evil:

  • E persone, soprattutto persone! Perché sono anch'io fatto in questo modo, ma se la persona dall'altra parte è una ragazza che non accetta critiche? Che è permalosa? Ammetto però che io ho un caratteraccio e quando non mi va a genio una cosa sono piuttosto drastico e diretto nell'esporla. Va comunque detto che la complicità e il rapporto che si ha con il proprio partner dovrebbe andare al di sopra di qualsiasi altro rapporto.

    Sì, soprattutto persone. Per esempio io sono molto sensibile e all'inizio questa cosa ha creato qualche problema, ma poi abbiamo trovato un nostro equilibrio e ci siamo compresi a vicenda, smussando qualche angolo.

    Il punto credo sia sempre l'equilibrio, trovare quella via che magari va bene per uno ma non per un altro, capire chi si ha davanti e quale è il modo per fargli arrivare la nostra verità senza metterlo sulla difensiva. Per fare questo ci vuole un po' di esperienza e di capacità di leggere l'altro, che è tutto fuorché semplice. Però il fatto che tu ti sia messo in discussione ti fa onore ed è sicuramente un passo per andare in quella direzione.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • Si io mi riferivo a contesti sociali normali, in cui le persone ti chiedono o vogliono che tu esprima un tuo parere riguardo a determinate cose.

    Certo che poi ci sono contesti e contesti, ma sarebbe una cosa lunga da analizzare.

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