Ansia e lavoro

  • In realtà...io sono molto contenta, e mi considero anche fortunata.

    Questo è ciò che veramente conta, al di là di qualsiasi ulteriore considerazione che potrei fare. Ad esempio, l'ora che trascorri per arrivare a lavoro mi ha fatto venire in mente un'ulteriore disagio della mia città che è il traffico.

    L'unica nota triste che permane in me e che si evince dalla maggior parte dei post che ho letto è l'apparente abbandono al destino di una vita lavorativa che non può essere cambiata, come se tutto ciò fosse semplicemente la normalità...

    Ma ora sono io curiosa, quali sono i lavori che permettono di lavorare meno di 40 ore settimanali?

    Ce ne sono moltissimi, ovviamente parlando di contratti full-time. Credo che l'intero apparato pubblico abbia un contratto di circa 36 ore settimanali (ministeri, enti comunali, enti provinciali e una marea di altre strutture). Allo stesso modo i contratti di società parastatali, ad esempio presso poste italiane molti contratti prevedono 36 ore settimanali spalmate su 6 giorni o anche le aziende che si occupano dei rifiuti (almeno nella mia città).

    Gli insegnanti di scuole private, almeno alla carta, non lavorano 40 ore settimanali.

    Ho detto le prime cose che mi venivano in mente, sicuramente vi saranno altri impieghi che ho ignorato.

  • Purtroppo penso sia l'unica alternativa possibile, un po' per tutti.

    Lavorare meno di 40 ore rende difficile un livello base di autonomia (salvo rari casi fortunati) e il tempo per la vita privata è quello che resta.

    Certo è stressante e sconfortante pensare che su una giornata di 24h, 7/8 le dormiamo, 8/10 le passiamo tra lavoro e spostamenti, resta poco per fare altro. Però non vedo molte vie alternative, se non la ricerca di un lavoro che non ci vada troppo stretto e che non sprema tutta la nostra vitalità.

    Sono invece più d'accordo sul fatto che purtroppo, in molti casi lo sforzo lavorativo sia poco remunerato e non consenta nemmeno una reale serenità economica, né motivazione.

    So che è così, ma non posso accettarlo. Sono consapevole che il problema sia mio, ma a mio avviso un'esistenza simile la chiamerei sopravvivenza, non vita. Allo stesso modo, non posso considerare un termine sinonimico di vita il concetto di lavoro così descritto. Questo regime frenetico assomiglia più a una schiavitù e sinceramente preferirei non avere alcun vincolo e farmi monaco piuttosto che campare in questo modo.

  • Questo regime frenetico assomiglia più a una schiavitù e sinceramente preferirei non avere alcun vincolo e farmi monaco piuttosto che campare in questo modo.

    Il regime frenetico è abbastanza nocivo e purtroppo lo dimostrano i dati crescenti su alcuni tipi di disturbi fisici e psicologici, sui livelli eccessivi di stress ad esempio.

    Qualche volta però lavorare sotto pressione e portare a termine un progetto dà anche le sue soddisfazioni.

    Tu dicevi che stai intraprendendo un percorso di ricerca? Ti piacerebbe fare carriera accademica? Penso che anche in quel campo ci sia parecchio lavoro da fare, intendo molte forze da dedicare all'attività.

    Beh riguardo al fatto di scegliere uno stile di vita ritirato (monaco/eremita/altro) dipende da te e a che cosa sei disposto a rinunciare.

  • Purtroppo penso sia l'unica alternativa possibile, un po' per tutti.

    Lavorare meno di 40 ore rende difficile un livello base di autonomia (salvo rari casi fortunati) e il tempo per la vita privata è quello che resta.

    Certo è stressante e sconfortante pensare che su una giornata di 24h, 7/8 le dormiamo, 8/10 le passiamo tra lavoro e spostamenti, resta poco per fare altro. Però non vedo molte vie alternative, se non la ricerca di un lavoro che non ci vada troppo stretto e che non sprema tutta la nostra vitalità.

    Sono invece più d'accordo sul fatto che purtroppo, in molti casi lo sforzo lavorativo sia poco remunerato e non consenta nemmeno una reale serenità economica, né motivazione.

    Infatti, condivido tutto. Devo dire che quando ho iniziato, moltissimi anni fa, passando da una vita da studentessa totalmente free a persona con un impiego di 40 ore settimanali, avvertii molto lo stacco. Ricordo chiaramente che durante i primi giorni, partecipando a dei corsi formativi, guardavo fuori dalla finestra e pensavo proprio che ero una specie di prigioniera, che la mia vita sarebbe stata non più mia, ma dell'azienda. Guardavo gli alberi dalla finestra dell'ufficio e pensavo che non potevo più passeggiare alle 10.00 di mattina, prendere un caffè con le amiche, andare in palestra alle 16.00. Il mio tempo non era più mio.

    Poi...anno dopo anno dopo anno mi sono abituata. Ho cominciato a ragiona re in termini di week end...ad accumulare cose belle da fare nel week end, e poi a guadagnare tempo per le cose belle delegando le "incombenze", per quanto possibile.

    E poi ecco il vero "salto" è quando subentrano i figli: lì ti rendi conto che il tempo è tutto da rivedere, ti rendi conto che la libertà l'hai persa completamente almeno per come la conoscevi perchè avere 1 figlio, anche 1 solo, significa avere qualcuno di cui occuparti h24 per moltissimi anni, qualcuno che non è autonomo e dipende da te completamente, e che è al di sopra di tutto e tutti, anche ovviamente del lavoro; e allora comprendi che o lavori per mantenerlo e dargli un futuro o badi a lui e a quel punto non puoi però mantenerlo, e risolvere questo paradosso è complicato a piacere, soprattutto se non hai nonni giovani e disponibili a coprire le tue assenze. E tutto trova una sua nuova dimensione, il problema del cappuccino con le amiche non esiste più, il problema diventa conciliare l'orario di ufficio che ti fa stare fuori casa dalle 8 alle 19 con quello dei nidi che nella migliore delle ipotesi fanno 8.30-16.30, e le ore di scoperto sono un tuo problema che nella migliore delle ipotesi costa 10 euro l'ora. E tutto si complica a dismisura, eppure trovi nuova bellezza intorno a te, al punto che di figli ne fai più d'uno e impari a conciliare miracolosamente gli orari e il budget, e non te ne importa nulla di spendere un sacco di soldi di baby sitter perchè non hai altra scelta, e impari anche a goderti tutto il poco tempo che passi con loro e il pochissimo tempo che puoi dedicare a te stesso, perchè quel tempo è prezioso, e quanto più è piccolo quanto più è prezioso. Immagino accada così a tutti...si va avanti come si può e si impara a trarre il massimo dal proprio tempo e dalle proprie disponibilità.

  • a persona con un impiego di 40 ore settimanali, avvertii molto lo stacco.

    Ricordo benissimo la sensazione! Mi era durata anche per un po' di tempo.

    Prima la vita universitaria, le lezioni, le giornate passate in biblioteca a studiare, le lunghe pause, il mio tempo flessibile a disposizione... E d'improvviso, partire al mattino e tornare a casa la sera, mi sembrava una violenza! Avevo proprio nostalgia di casa, mi sentivo costretta in quel loop.

    Io sono dell'idea che ci si abitua a tutto, per forza di cose, a nuove dimensioni, perché ci si ritrova dentro.

  • E' chiaro che se esistesse un'alternativa, se trovassi un lavoro che mi permette di pagare i conti con meno ore di dedizione beh...lo coglierei al volo.

    Io però in tutti questi anni non l'ho trovato e come me penso moltissimi. Alla fine ti adatti.

  • Il regime frenetico è abbastanza nocivo e purtroppo lo dimostrano i dati crescenti su alcuni tipi di disturbi fisici e psicologici, sui livelli eccessivi di stress ad esempio.

    Qualche volta però lavorare sotto pressione e portare a termine un progetto dà anche le sue soddisfazioni.

    Tu dicevi che stai intraprendendo un percorso di ricerca? Ti piacerebbe fare carriera accademica? Penso che anche in quel campo ci sia parecchio lavoro da fare, intendo molte forze da dedicare all'attività.

    Beh riguardo al fatto di scegliere uno stile di vita ritirato (monaco/eremita/altro) dipende da te e a che cosa sei disposto a rinunciare.

    Ovviamente, la questione legata a una vita dedita alla spiritualità era una risposta che mirava a esprimere un paradosso rispetto a ciò che era stato detto fino a quel momento, evidentemente non è stato colto.

    Durante l'estate ho redatto la mia tesi di magistrale, non ho fatto alcun giorno di mare, montagna ed ero dalla mattina fino al tardo pomeriggio a studiare, leggere, scrivere, correggere. Il punto è che, al di là della data di consegna, il tempo lo gestivo io. Il tutto dipendeva esclusivamente da me. Il punto non sono le ore passate al pc o davanti ai libri, il punto è essere schiavi di una routine che non ti porta a fare altro se non quello e che non dipende da te.

    Ad esempio, tornando alla mia estate, posso dirti che c'erano dei momenti che prendevo per me o qualche giornata in cui uscivo con i miei amici. Ero padrone di me stesso e l'unica cosa che avrei dovuto rispettare era la scadenza prestabilita dall'Ateneo.

  • [...] guardavo fuori dalla finestra e pensavo proprio che ero una specie di prigioniera, che la mia vita sarebbe stata non più mia, ma dell'azienda. Guardavo gli alberi dalla finestra dell'ufficio e pensavo che non potevo più passeggiare alle 10.00 di mattina, prendere un caffè con le amiche, andare in palestra alle 16.00. Il mio tempo non era più mio.

    Poi...anno dopo anno dopo anno mi sono abituata.

    Questo dimostra come la ipposam del passato percepiva le stesse cose che percepisco io, forse dovrebbe affievolirsi lo spirito rivoluzionario che è in me? Vedremo, spero di divenire un automa e piegarmi all'abitudine.


    Ad ogni modo, grazie mille per la tua preziosa condivisione :)

  • Questo dimostra come la ipposam del passato percepiva le stesse cose che percepisco io, forse dovrebbe affievolirsi lo spirito rivoluzionario che è in me? Vedremo, spero di divenire un automa e piegarmi all'abitudine.


    Ad ogni modo, grazie mille per la tua preziosa condivisione :)

    Mi sembra normale quello che provi, soprattutto all'inizio. Ma non si diventa "automi", si prende consapevolezza della necessità di fare dei compromessi, tutto qua, e si diventa via via sempre più bravi a farlo. Se poi uno trova un modo migliore di vivere e di dare sostentamento ai propri progetti va benissimo; c'è chi sceglie strade alternative che però non sono per tutti.

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