Parlavo della casa, del mare e dei gatti perché con i miei ci siamo trasferiti quando ero piccola in un posto che non ho mai considerato casa, poi ho vissuto in altri mille posti dividendo case o stanze, senza potermi permettere qualcosa che fosse mio. E ora ce l'ho ma non è abbastanza, perché non basta essere in pace in un luogo ma anche viverci e se questo vuol dire di nuovo mettersi in gioco io sono stanca. È come de avessi finito ogni energia, come se mi dicessi "possibile che dopo tutto, a 39 anni dei ancora così?" (Sola e non indipendente)
Spero di aver risposto al tuo messaggio, in qualche modo.
Il mio intuito mi suggerisce che hai seguito il mantra (tipicamente italiano) del possedere la casa, del poter dire "questo prato è mio", ma questo mantra omette la cosa più importante: la persona con cui condividere questo "possedimento".
Non è avere la proprietà di casa propria che rende felici, ma condividerla con qualcuno che ci dia prospettiva e inquadri il nostro essere in una sorta di ruolo. Avere un ruolo in famiglia è ormai diventato un tabù: non se ne può parlare, ma solo così ci sentiamo veramente parte di qualcosa. Sempre a intuito (e potrei sbagliarmi) sento che la mancanza di una controparte relazionale a offuscare il valore di quello che hai.
Nonostante i tuoi desideri materiali siano esauditi: probabilmente il tuo malessere generale è dovuto alla mancanza di un partner. E' possibile che in una casa in affitto, con un solo gatto, ma con la persona giusta: staresti meglio.
Ribadisco che sto andando a intuito.