La mia vita è un inferno

  • Hai saltato a piè pari tutta la parte (essenziale) del mio intervento in cui facevo riferimento al differente, anzi opposto, carattere responsabilizzante all'interno della coppia ed anche a livello sociale

    Quello che sto cercando di dire è che l'identità non può essere usata come ragione.


    Non dobbiamo dare più o meno diritti alle persone in base al fatto che siano nate di un sesso o dell'altro, di un colore o dell'altro, in una famiglia piuttosto che in un'altra.


    Ogni volta che si usa l'identità (in questo caso il genere) come ragione per forzare un argomento: si sta autorizzando l'altro a fare la stessa cosa e si inizia una guerra che non ha più fine.


    Ci sono comportamenti che nella coppia bisognerebbe evitare proprio per la natura stessa del comportamento. Considerarli leciti solo se è uno o l'altra ad applicarli è l'inizio della fine.


    Certamente ci saranno questioni che sono "più calde" per le donne e altre per gli uomini. Ti garantisco che quella cosa della "diversificazione" per gli uomini è caldissima. Ci pensano praticamente ogni giorno. Ma se è sbagliato ricattare il partner o tradirlo: è sbagliato a prescindere dalla fonte di questo comportamento.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Cosa c'entrano ora l'identità di genere oppure i diritti tra sessi? Il discorso è molto più semplice, ammesso lo si voglia intendere: una donna a 34 anni biologicamente parlando non ne ha più così tanti fertili davanti a lei per cercare una gravidanza naturale, e voler mettere sullo stesso piano questa consapevolezza, rispetto alle prerogative di un rapporto che vuole evolvere, col possibile desiderio del compagno di "seminare in giro" francamente mi pare una forzatura bella e buona, visto che parliamo di due aspetti in aperta contrapposizione sia tra di loro che nei riguardi della coppia. E se questa stessa donna un bel giorno si stufa di veder temporeggiare il compagno (su questo ed altri aspetti fondamentali) decidendo di andare per la sua strada, non si tratta né di un ricatto né di una manipolazione ma di una semplice, legittima, comprensibilissima e financo condivisibile presa di coscienza del non trovarsi di fronte al partner giusto per quella fase della vita.

  • Cosa c'entrano ora l'identità di genere oppure i diritti tra sessi?

    Essere uomo o essere donna (o essere bianco, rosso, verde) non possono essere ragione di prevalenza o sconti sulla moralità delle proprie azioni. Mentre questo è proprio quello che emerge, sia in questa discussione che in altre, quando si fanno due pesi e due misure in questioni che invece sono solamente umane e andrebbero trattate con imparzialità.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Essere uomo o essere donna (o essere bianco, rosso, verde) non possono essere ragione di prevalenza o sconti sulla moralità delle proprie azioni. Mentre questo è proprio quello che emerge, sia in questa discussione che in altre, quando si fanno due pesi e due misure in questioni che invece sono solamente umane e andrebbero trattate con imparzialità.

    Stai cercando di introdurre forzosamente nel discorso elementi che invece ne sono estranei, nell'apparente tentativo di dirottarlo su un piano di scontro tra generi probabilmente a te più congeniale. Io ti ho posto alcune domande precise, alle quali vedo però ti guardi bene dal rispondere, quotando solamente piccole porzioni dei miei interventi sulle quali tenti di imbastire una delle tue solite crociate legate ai bias che dici di non possedere.


    Mi piacerebbe quindi conoscere la tua opinione su quanto segue, senza tanti giri di parole e considerazioni fuori luogo:

    A meno che tu non voglia sostenere che in un rapporto, dopo diversi anni insieme e raggiunta una certa età, una donna che esprima il suo desiderio di avere figli equivalga a quello del compagno di "seminare in giro", e che entrambi sarebbero meritevoli di identica considerazione e rispetto.

  • Stai cercando di introdurre forzosamente nel discorso elementi che invece ne sono estranei

    Al contrario: temo proprio che il discorso sul far valere l'identità come ragione sia a monte e la fonte di ogni diatriba di questo tipo. In condizione di parità non è necessario fare tutti questi distinguo, iper-tolleranze o iper-pressioni.


    A meno che tu non voglia sostenere che in un rapporto, dopo diversi anni insieme e raggiunta una certa età, una donna che esprima il suo desiderio di avere figli equivalga a quello del compagno di "seminare in giro", e che entrambi sarebbero meritevoli di identica considerazione e rispetto.

    Sono condizioni che partono dalla stessa natura. Se posso costringere il partner a figliare "entro e non oltre il..", perché c'è una ragione istintiva e naturale... allora posso anche presumere che l'altro abbia libero sfogo alle sue necessità istintive e naturali.


    Il paragone serve a farti capire che ci sono limiti oltre i quali non si deve andare e uno di questi è certamente mettere il timer a questioni esistenziali come maternità o paternità, usando il rapporto (la minaccia di interromperlo) come fulcro per ottenere una risposta velocemente e definitiva.


    Se hanno passato così tanto tempo insieme: anche lei avrà avuto modo di capire con chi aveva a che fare e che forse non era il caso di fare programmi di quel tipo, no?


    Lasciare il rapporto è sempre una scelta lecita, ma se ci si arriva senza ricatti è meglio.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Al contrario: temo proprio che il discorso sul far valere l'identità come ragione sia a monte e la fonte di ogni diatriba di questo tipo. In condizione di parità non è necessario fare tutti questi distinguo, iper-tolleranze o iper-pressioni.

    Quando saranno anche gli uomini a mettere al mondo i bambini allora si potrà parlare di "parità" sotto questo punto di vista. E' ovvio che per un uomo diciamo così "indeciso" è semplice attendere "tempi migliori", ma per la donna il discorso legato alle impellenze biologiche è ben differente e non si possono quindi mettere i due generi sullo stesso piano parlando di procreazione. Stai confondendo due livelli differenti di analisi della problematica.

    Sono condizioni che partono dalla stessa natura. Se posso costringere il partner a figliare "entro e non oltre il..", perché c'è una ragione istintiva e naturale... allora posso anche presumere che l'altro abbia libero sfogo alle sue necessità istintive e naturali.

    Ancora una volta hai evitato una risposta chiara e netta, quindi ripeto: in una coppia il desiderio di maternità di una donna è ponibile allo stesso livello di quello di un uomo di "seminare" liberamente in giro, e devono essere considerati ugualmente degni di rispetto e considerazione? SI oppure NO?

    Il paragone serve a farti capire che ci sono limiti oltre i quali non si deve andare e uno di questi è certamente mettere il timer a questioni esistenziali come maternità o paternità, usando il rapporto (la minaccia di interromperlo) come fulcro per ottenere una risposta velocemente e definitiva.


    Se hanno passato così tanto tempo insieme: anche lei avrà avuto modo di capire con chi aveva a che fare e che forse non era il caso di fare programmi di quel tipo, no?


    Lasciare il rapporto è sempre una scelta lecita, ma se ci si arriva senza ricatti è meglio.

    Il timer in questi caso lo im-pone la Natura, e dopo più di un decennio assieme non mi pare proprio si possa parlare di precipitazione. I programmi con chi avrebbe dovuto farli lei, se non col partner? Se dovessi puntarci al casinò, scommetterei che Gio ha portato avanti questa tattica dilatoria (consciamente o meno) da sempre, tutto dei suoi interventi lo lascia suggerire. Quello che molto probabilmente lui avrebbe voluto sarebbe stato rimanere permanentemente nella condizione di conviventi preesistente, senza aggravio alcuno di responsabilità od evoluzione del rapporto in qualcosa di più. Inoltre continui a parlare di ricatti, ma mettere qualcuno davanti alle conseguenze delle proprie in-azioni è un atto perfettamente lecito, altroché.

  • Quello che molto probabilmente lui avrebbe voluto sarebbe stato rimanere permanentemente nella condizione di conviventi preesistente, senza aggravio alcuno di responsabilità od evoluzione del rapporto in qualcosa di più.

    Concordo, ma diciamo anche che probabilmente lui non poteva andare oltre in questo specifico rapporto; magari incontra un'altra più affine e tutte queste storie non le farà. Al di là dei discorsi sull'orologio biologico, il tema secondo me è che qualunque rapporto deve seguire un trend di crescita, deve avere una progettualità, se ci si arena in un rapporto da fidanzatini senza responsabilità senza progettualità prima o poi per forza ci si lascia, a meno che entrambi non si cerchi un rapporto in cui investire poco.

    Se poi bisogna esprimere qualche valutazione, io simpatizzo per chi si impegna, per chi rischia, per chi butta il cuore oltre l'ostacolo più che per chi misura quanto e se dare qualcosa di sè.

  • Anche a me il continuo tergiversare e non riuscire a prendere una decisione netta avrebbe fatto venire l'orticaria. Lei avrà individuato una data di scadenza più per esasperazione che altro, secondo me poco aveva a che fare con il ricatto, anzi nulla. È che prima di gettare tutto alle ortiche uno prende tempo e prova a capire se l'altro potrebbe sintonizzarsi sulla medesima lunghezza d'onda. Ma un'indecisione cronica per me è già una risposta ben chiara.


    P.S. il marito di una mia cara amica di 25 anni più grande di noi non aveva mai voluto capitolare con le vecchie fidanzate. È diventato padre a 50 anni.

  • S. il marito di una mia cara amica di 25 anni più grande di noi non aveva mai voluto capitolare con le vecchie fidanzate. È diventato padre a 50 anni.

    Io nella mia famiglia ho uno zio e un cugino (non padre e figlio) che son stati per anni fidanzati, poi dopo oltre 10 anni si son lasciati perché le compagne li hanno messi un po’ alle strette perché non si finalizzava la situazione e successivamente con le relazioni successive nel giro di 2/3 anni si sono sposati e hanno figli...

    Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante :glowing_star:

  • Io nella mia famiglia ho uno zio e un cugino (non padre e figlio) che son stati per anni fidanzati, poi dopo oltre 10 anni si son lasciati perché le compagne li hanno messi un po’ alle strette perché non si finalizzava la situazione e successivamente con le relazioni successive nel giro di 2/3 anni si sono sposati e hanno figli...

    Guarda, io penso questo: chi tergiversa e appare così indeciso di fronte al desiderio della compagna (parlo al femminile ma ovviamente i ruoli sono perfettamente interscambiabili) di solito non vuole fare un figlio con QUELLA persona, non in assoluto. Ce ne sono tante di storie come quelle che abbiamo raccontato io e te.

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