Comunicazione nei forum

  • Prendo atto che tu non consideri un problema ciò che io ho notato, fa parte della diversità tra le persone.

    Non mi sembra di non considerarlo un problema, altrimenti avrei scritto che è del tutto indifferente. Lo spazio di un Forum è un contesto che può avere determinate possibilità di intervento nell'eventualità -generale- che hai posto: o le opinioni vengono smentite e sconfessate dalla pluralità del confronto affinché nella somma totale una non abbia più forza dell'altra, oppure, quando il problema è serio e chi scrive è "pericoloso, persuasore, manipolatore" interviene una moderazione, magari appositamente chiamata in causa, se questa è presente. Parlando in generale sulle piattaforme dei Forum. Tu quali altre soluzioni proponi? Se la soluzione è che dirai la tua non lasciando passare questi atteggiamenti rendendo a costoro i giochi difficili, beh, è la stessa soluzione di "riequilibrio" fra le voci di cui ho parlato anche io.


    Se avessi scritto la stessa cosa sui commenti di Facebook sotto a qualsiasi post, avrei risposto che è meglio lasciare perdere, in quanto sembra che le persone in quel specifico contesto siano attratte appunto dalla possibilità di usare violenza verbale dietro una tastiera e non ha neanche tanto senso discuterci viste le modalità.

    DALI :hibiscus:

  • Non mi sembra di non considerarlo un problema, altrimenti avrei scritto che è del tutto indifferente. Lo spazio di un Forum è un contesto che può avere determinate possibilità di intervento nell'eventualità -generale- che hai posto: o le opinioni vengono smentite e sconfessate dalla pluralità del confronto affinché nella somma totale una non abbia più forza dell'altra, oppure, quando il problema è serio e chi scrive è "pericoloso, persuasore, manipolatore" interviene una moderazione, magari appositamente chiamata in causa, se questa è presente. Parlando in generale sulle piattaforme dei Forum. Tu quali altre soluzioni proponi? Se la soluzione è che dirai la tua non lasciando passare questi atteggiamenti rendendo a costoro i giochi difficili, beh, è la stessa soluzione di "riequilibrio" fra le voci di cui ho parlato anche io.


    Se avessi scritto la stessa cosa sui commenti di Facebook sotto a qualsiasi post, avrei risposto che è meglio lasciare perdere, in quanto sembra che le persone in quel specifico contesto siano attratte appunto dalla possibilità di usare violenza verbale dietro una tastiera e non ha neanche tanto senso discuterci viste le modalità.

    Non è che io abbia il potere di non far passare questi atteggiamenti e nemmeno sono un riequilibratore. Solo faccio la modesta funzione di una lucetta che può dire "attenzione", ora che ci penso forse ho scelto il mio avatar per questo. Dopodiché il mio amore per la libertà lascia che il mondo vada avanti come vuole.

  • Innanzitutto ti ringrazio per aver aperto questo thread, e mi scuso anticipatamente sulla lunghezza del mio post ma, come ho detto, c'è così tanto da dire che non so nemmeno da dove iniziare. A chi non ama i papiri infiniti, sconsiglio umanamente di iniziare a leggere quanto segue. Normalmente non spendo così tante energie e parole su un concetto, almeno non tutte in un colpo, e spero vivamente di non ritrovarmi a farlo spesso, altrimenti i miei due neuroni, Carlo e Gino, mi vanno in sciopero. Ma è un tema estremamente sfaccettato.


    Hai fatto presente come il porsi con modo di fare da insegnanti e delimitare la realtà, sia a tuo avviso una mancanza di rispetto a una pluralità di vedute sul mondo. Ma l'essere umano ha bisogno, per essere stabile in quanto singolarità, di certezze ideologiche ed emotive. Gli assunti ideologici hanno lo scopo di delimitare tanto l'identità di un popolo, quanto i confini dell'io assieme agli istinti (autodeterminazione), e separare l'individuo come aggregato monadico di ordine dal mare del caos. Se scaviamo, anche una persona insicura avrà sempre degli assunti emotivi o ideologici dati per certi e considerati ovvi, sia che siano assimilati per sentito comune o in alternativa come baluardi di ordine cognitivo ragionato. Ciò che cambia è il comportamento nel modo di esporli.


    Ci vuole sicurezza, coraggio e audacia per esporsi pubblicamente con una tesi ideologica ferma (da maestri), oppure bisogna crederci fermamente, perché è un'arroganza intellettuale che espone al rischio di sbagliare ed essere umiliati pubblicamente, rischio dal quale un relativismo mutevole e frivolo di pensiero protegge. E io ammiro il coraggio, rientra tra i miei valori molto più dell'umiltà, almeno nella sua forma non pragmatica, ossia per come è intesa nel sentito emotivo di matrice comune o come valore morale ideologico di propaganda cattolica, che meriterebbe una trattazione a sé, tanto nelle origini, quanto negli scopi.


    Una coraggiosa fermezza di vedute determina con forza i confini dell'io, rende l'individuo sicuro, forte e nitido, ben delineato. E personalmente, in quanto individuo, tutelo gli interessi dell'individuo stesso, quindi sostengo l'individualismo e accetto un'apertura mentale che permetta un'espansione dei confini dell'io, una crescita in sicurezza interiore e coscienza non un ego smisurato, che è ben diverso, ma nemmeno un dimesso restringimento umile dei confini dell'io o una loro scarsa e insicura nitidezza a vantaggio di una legge del mondo che ipotizzo esistere e temo, ma di cui non tratterò in questo thread.


    Allontanandomi dalla via del sentito comune, come ho già esposto in un altro thread, ritengo che non possa esistere reale umiltà senza arroganza. Nel dualismo, gli opposti fanno parte di un'unica medaglia. Oltre al dualismo, ritengo che l'umiltà esista in due forme: una forma morale, che ritengo dogmatica, e una forma pragmatica, che ritengo reale. Essere umili in forma non dogmatica non è un comportamento, un atteggiamento interiore o esteriore, quello è la manifestazione di una riuscita assimilazione di sentito emotivo o ideologico comune che delimita i confini dell'io e frena la loro espansione.


    Oppure insicurezza, scarsa nitidezza individuale.


    Oppure auto celebrazione personale mascherata (sono umile, quindi virtuoso, quindi il migliore).


    O terrore di uscire dal binario morale corrente, che vede l'umiltà primeggiare tra i valori della società moderna, e beccarsi quindi il biasimo sociale.


    O ancora pavidità mascherata da virtù, in una forma più o meno inconscia, che utilizza per manifestarsi un'accortezza nella forma linguistica. Anziché espormi con coraggio e arroganza ideologica, evito i rischi connessi sul piano del confronto e dell'umiliazione e ne ricavo anche una buona immagine personale (l'arroganza è malvista). Mi pongo con il comportamento umile e dimesso che è in voga, relativizzando quindi ogni mio assunto ideologico che percepisco ovvio come teoria, anziché esporlo con fermezza al biasimo e al duello come tesi, in quanto un reale confronto, un duello ideologico serio, rischia di mostrarmi che sbaglio e destabilizzare le basi nelle quali il mio io si identifica per autodeterminarsi.


    Relativizzare le mie idee a teoria anziché tesi è una furbizia linguistica che ammetto candidamente di utilizzare anch'io nella forma verbale espositiva, ma non per manifestazione di umiltà dogmatica, in quanto essendo un individuo sicuro e ben delineato ritengo e sento come ovvie e non così tanto dubbie le mie idee, i confini del mio io, fino a una seria prova contraria, contando che mediamente me le sono guadagnate con fatica di ragionamento e non per assunto di sentito comune. Ma ben so quanto esporre il proprio punto di vista con atteggiamento autorevole (quindi in forma di tesi) sollevi uno stressante vespaio di "umili" o di inversamente polarizzati, spingendo chi legge ad arroccarsi in quella polarizzazione emotiva sterile di batti e ribatti non atta a un reale confronto aperto ed espansivo di coscienza, ma che ha più che altro uno scopo difensivo sui confini del proprio io nel voler sconfiggere il nemico che li minaccia (come ha fatto notare Bruce) a costo di arrampicarsi ideologicamente sugli specchi. Evito, dunque, per furbizia, di ribadire come io, in quanto individuo delineato ritenga ovvio e non dubbio ciò che penso spezzando il giochino sul nascere, tanto non ho un orgoglio da difendere. L'umiliazione ideologica, quella che nasce da un confronto serio, onesto e aperto, e non da un batti e ribatti emotivo, per me è sempre benvenuta, perché se non viene rifiutata o rifuggita per mezzo di una potenziale umiliazione reale dei confini dell'io, può espanderli. Cosa che un'umiltà dogmatica, non ponendo mai dei confini nitidi, una posizione ideologica ferma (ignavia), impedisce.


    E riguardo a chi legge, se non è una persona incline a farsi facilmente abbacinare da un senso di autorevolezza espositiva, poco cambia se le mie idee sono esposte in forma di teoria o di tesi. Anzi, meglio. Perché quando scrivo la mia massima aspirazione sarebbe che tra chi legge ognuno ci ragionasse con la sua testa, non che fosse abbacinato dalla forma verbale come un cerbiatto davanti ai fari di un'automobile. Tuttavia, essendo una persona piuttosto sicura delle sue idee ci credo, e ogni tanto il tono da bolla papale mi scappa. Comunque, e in questo sono sincera, metto sempre in conto una mia percentuale di errore per ignoranza, essendo che ho uno scarso background di studio (però non ho anche uno scarso background di ragionamento, almeno in certi argomenti).


    Infatti, anche nel discorso del diritto romano antico, che è uscito di recente, se non posso confrontarmici ideologicamente in maniera diretta ed individuale in compagnia dei romani antichi, per me perde di interesse. Non assumo passivamente il sentito comune come ovvio. Non so se ci sia qualche versione latina che sviscera le ragioni retrostanti a tale assunto di pensiero. Vattelapesca.


    Tornando al filo del discorso sull'umiltà: la vera umiltà è pragmatica, come la radice "humus" (terra) da cui deriva. Ed è il frutto derivato di un'umiliazione concreta ("creta" - argilla - terra). "Umili" non è una cosa che si è per assunto (dogmatico) di idee e di comportamento, "Umili", come suggerisce la radice della parola, si viene resi da altri concretamente durante un confronto, con un'umiliazione ideologica reale che riporta con i piedi per terra. E solo chi espone con arroganza le proprie idee al duello (se è un duello serio, e non un arroccamento emotivo sterile) rischia l'umiliazione reale. E quindi l'umiltà reale.


    Ritorno sul concetto di vespaio e spiego il perché di questo lungo preambolo sull'umiltà.


    Perché a alcune persone dà fastidio quando una persona si atteggia a maestro ed altre no? Perché quando una persona si mostra certa di ciò che dice, alcuni la recepiscono come una provocazione, ed altri no? Perché ciò che viene provocato è il dogma assunto dell'umiltà. Che fa parte, oppure no, in porzione variabile, dell'io di chi legge. Perché chi si pone come sicuro (maestrino o convinto) appare poco umile, nel senso dogmatico del termine. Quindi, se chi legge ha tra i suoi assunti emotivi o ideologici l'umiltà dogmatica, egli sente tale assunto messo in discussione, provocato da chi manifesta un atteggiamento sicuro di sé: "Devi essere umile!". "Dimostrami che hai ragione o scendi dal piedistallo e vieni quaggiù dove sono io!". "Ora ti faccio scendere, perché se tu non scendi, non possiamo confrontarci alla pari. Perché io sono umile, e non posso salire."


    Ma la domanda è: perché tu sei laggiù? Chi o cosa ti impedisce di diventare sicuro di te? Mica sarà che l'umiltà dogmatica ti frena in questo senso? Quindi, in un senso di frustrazione, mordi il freno. Perché vorresti salire e confrontarti da Alpha contro Alpha, ma l'umiltà come assunto ti costringe a mantenere un comportamento da Beta "umile" e insicuro. Quindi, invidi e vorresti abbassare chi si concede di infrangere la regola morale che a te frena, vincola e va stretta (i tuoi confini dell'io costretti e ristretti dal binario morale).


    Liberati, invece che arrabbiarti. Arrabbiati con le tue catene, non con chi è già libero. Non cercare di abbassare gli altri, sali: concediti la sicurezza di un'arroganza intellettuale. Abbi il coraggio delle tue idee, lascia stare il relativismo che ti protegge. Rischia l'umiliazione, rischia la vera umiltà e lascia che i confini del tuo io non siano finalmente più incatenati dal binario dogmatico e possano espandersi.

  • Perché a alcune persone dà fastidio quando una persona si atteggia a maestro ed altre no? Perché quando una persona si mostra certa di ciò che dice, alcuni la recepiscono come una provocazione, ed altri no? Perché ciò che viene provocato è il dogma assunto dell'umiltà. Che fa parte, oppure no, in porzione variabile, dell'io di chi legge.

    Grazie del tuo articolato punto di vista. Per quanto mi riguarda non si tratta di un fastidio o di una rabbia, ma semplicemente non mi faccio incantare da pseudo maestri. Ciò non toglie che considero veri e propri maestri altri, che guarda caso non hanno alcuna arroganza, perché non hanno bisogno di averla. Ha bisogno di essere arrogante chi ha poche carte da giocare, come nel poker si usa il bluff. Però chi ha poche carte da giocare può anche infarcirle di abili giri linguistici, anche questa è una capacità indubbiamente, si può essere maestri nel creare castelli di parole.

  • Grazie del tuo articolato punto di vista. Per quanto mi riguarda non si tratta di un fastidio o di una rabbia, ma semplicemente non mi faccio incantare da pseudo maestri. Ciò non toglie che considero veri e propri maestri altri, che guarda caso non hanno alcuna arroganza, perché non hanno bisogno di averla. Ha bisogno di essere arrogante chi ha poche carte da giocare, come nel poker si usa il bluff. Però chi ha poche carte da giocare può anche infarcirle di abili giri linguistici, anche questa è una capacità indubbiamente, si può essere maestri nel creare castelli di parole.

    Quindi la tua in realtà è una paura di finire a fare la fine del cerbiatto abbacinato di cui ho fatto un esempio, non vuoi farti fregare. Beh, è comprensibile. Ma sei sicuro che chi consideri un vero maestro non sia arrogante? Si mostra forse insicuro o vacillante nelle sue idee? Potrebbero essere sbagliate?

  • Credo vi sia un equivoco di fondo: il problema non è tanto chi vuole atteggiarsi a maestrino oppure una presunta (quanto immaginaria) mancanza di "coraggio" comunicativo. No, il problema è quando le informazioni veicolate sono o semplicemente errate, oppure frutto di considerazioni personali ma spacciate come dati di fatto, insistendo nel volerle imporre come tali anche di fronte all'evidenza più smaccata del contrario, facendo perdere tempo ed energie, oltre a deragliare le discussioni in inutili ed infinite diatribe per dimostrare che le foglie sono verdi. Non che ci voglia molto per rendersene conto, e non c'entrano nulla alfa, beta, gamma e nemmeno omega, così come salire o scendere di livello.


    Le affermazioni perentorie vanno dimostrate, oppure ammettere che si tratta di opinioni. Inutile continuare a girare intorno a questo concetto fondamentale, si chiama onere della prova e vale qui come ovunque. Che piaccia o meno, o che lo si comprenda oppure no.

  • Per quanto io mi stia sforzando di abbracciare le intenzioni "generali", in questa discussione, fra le righe, percepisco che non si parla forse in generale ma di questo Forum e di specifici utenti. Me ne dispiaccio e ne esco. Buon proseguimento.

    DALI :hibiscus:

  • Quindi la tua in realtà è una paura di finire a fare la fine del cerbiatto abbacinato di cui ho fatto un esempio, non vuoi farti fregare. Beh, è comprensibile. Ma sei sicuro che chi consideri un vero maestro non sia arrogante? Si mostra forse insicuro o vacillante nelle sue idee? Potrebbero essere sbagliate?

    Abbi pazienza ma non ho alcuna paura di finire a fare quello che hai detto, è una tua invenzione. I veri maestri di cui parlo non vacillano affatto, ma non si impongono sugli altri dandosi arie di essere maestri o cose del genere.


    Per quanto io mi stia sforzando di abbracciare le intenzioni "generali", in questa discussione, fra le righe, percepisco che non si parla forse in generale ma di questo Forum e di specifici utenti. Me ne dispiaccio e ne esco. Buon proseguimento.

    Libera di pensarlo buon proseguimento a te. Ho già detto che NON si sta facendo un processo ad una persona ma si stanno evidenziando modalità comunicative. Capisco però che certi argomenti possano dare fastidio.

    Modificato una volta, l'ultima da Richard Lux: Incorporato un post creato da Richard Lux in questo post. ().

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